calcijex iv 25f 1ml 1mcg/ml calcitriolo abbvie srl

Che cosa è calcijex iv 25f 1ml 1mcg/ml?

Calcijex soluzione iniettabile prodotto da abbvie srl
è un farmaco solo uso ospedaliero della categoria specialita' medicinali con prescrizione medica che appartiene alla fascia H che comprende i farmaci di esclusivo uso ospedaliero, non vendibili ai cittadini presso le farmacie aperte al pubblico, ma utilizzabili o distribuibili solo nell'ambito delle strutture sanitarie pubbliche .
Calcijex risulta non in commercio nelle farmacie italiane

E' utilizzato per la cura di vitamina d ed analoghi.
Contiene i principi attivi: calcitriolo
Composizione Qualitativa e Quantitativa: calcitriolo 1 mcg/ml.
Codice AIC: 028819011 Codice EAN: 0

Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?

Trattamento della ipocalcemia e/o nell'iperparatiroidismo secondario nei pazienti sottoposti a dialisi per insufficienza renale cronica.

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Posologia

La dose ottimale di calcitriolo deve essere attentamente determinata in ciascun paziente. L'efficacia di una terapia a base di calcitriolo si basa sul presupposto che ciascun paziente riceva un appropriato ed adeguato apporto giornaliero di calcio. La dose iniziale consigliata, in relazione alla gravita' dell'ipocalcemia e/o dell'iperparatiroidismo secondario, va da 1,0 mcg (0,02 mcg/kg) a 2,0 mcg somministrati 3 volte la settimana a giorni alterni. Sono state tuttavia impiegate dosi iniziali che vanno da 0,5 mcg fino a 4,0 mcg 3 volte la settimana. Il prodotto e' di norma somministrato in bolo per via endovenosa alla fine del trattamento di emodialisi. Se non viene riscontrata una rispostasoddisfacente nei parametri biochimici e nelle manifestazioni cliniche dello stato della malattia, il dosaggio puo' essere aumentato; l'incremento della dose puo' variare da 0,5 mcg a 1 mcg ad intervalli di 2-4 settimane. Sono stati impiegati incrementi del dosaggio da 0,25 mcg a 2 mcg per volta e sono state raggiunte dosi massime fino a 8 mcg 3 volte la settimana. Durante questo periodo di titolazione, i livelli sierici di calcio e fosforo vanno controllati almeno 2 volte la settimana; nel caso si manifesti ipercalcemia o il prodotto calcio/fosforo (Cax P) sia superiore a 70, la somministrazione del farmaco dovra' essere immediatamente sospesa fino a quando non siano stati ripristinati i valori normali di questi parametri. Successivamente la terapia deve riiniziare ad un dosaggio piu' basso. Puo' essere necessario ridurre le dosi al ridursi dei livelli di PTH in risposta alla terapia. I prodotti farmaceutici per uso parenterale, devono essere ispezionati visivamente prima della somministrazione per l'eventuale presenza di particelle sospese o imbrunimento del prodotto. Gettare la quantita' di farmacorimasta inutilizzata.

Effetti indesiderati

Dal momento che il calcitriolo esercita l'attivita' della vitamina D,possono insorgere effetti avversi che sono simili a quelli osservati quando si assume una dose eccessiva di vitamina D, ad es. sindrome ipercalcemica o intossicazione da calcio (a seconda della gravita' e della durata dell'ipercalcemia). Sintomi acuti occasionali includono anoressia, cefalea nausea, vomito, dolori addominali o gastrici e costipazione. A causa della breve emivita biologica di calcitriolo, studi farmacocinetici hanno mostrato la normalizzazione di elevati livelli di calcio sierico entro pochi giorni dall'interruzione del trattamento, cioe' assai piu' rapidamente che nei trattamenti con preparazioni di vitamina D3. Effetti cronici possono includere distrofia, disturbi sensoriali, stati febbrili accompagnati da sete, sete/polidipsia, poliuria, disidratazione, apatia, arresto della crescita e infezioni del tratto urinario. In concomitanza di ipercalcemia e iperfosfatemia di > 6 mg/100ml o > 1,9 mmol/l, puo' verificarsi la calcificazione di tessuti molli; questo fenomeno puo' essere visibile radiograficamente. Possono insorgere in individui predisposti reazioni di ipersensibilita' (prurito, eruzione cutanea, orticaria, e molto raramente gravi disturbi eritematosi). Anomalie di laboratorio: in pazienti con una funzione renale normale, l'ipercalcemia cronica puo' essere associata ad un aumento dellacreatinina sierica. Post-marketing: e' molto basso il numero di effetti avversi riportati nell'uso clinico del prodotto monitorati lungo unperiodo di 15 anni per tutte le indicazioni ed ogni singolo effetto, inclusa l'ipercalcemia, ha una percentuale di incidenza dello 0,001% oinferiore.

Indicazioni

Trattamento della ipocalcemia e/o nell'iperparatiroidismo secondario nei pazienti sottoposti a dialisi per insufficienza renale cronica.

Controindicazioni ed effetti secondari

Disturbi associati all' ipercalcemia in pazienti con nota ipersensibilita' al calcitriolo (o a farmaci della stessa classe) o ad uno qualsiasi degli eccipienti; se vi e' evidenza di tossicita' dovuta alla vitamina D.

Composizione ed Eccipienti

Polisorbato 20, cloruro di sodio, sodio ascorbato, fosfato di sodio dibasico anidro, fosfato di sodio monobasico, monoidrato, sodio edetato, acqua per preparazioni iniettabili.

Avvertenze

Esiste una stretta relazione tra il trattamento con calcitriolo e lo sviluppo di ipercalcemia. Possono scatenare l'ipercalcemia un brusco rialzo dell'assunzione di calcio risultante da cambiamenti nella dieta o l'assunzione incontrollata di preparazioni a base di calcio. Si deveraccomandare ai pazienti ed alle loro famiglie l'obbligatorieta' ad una stretta adesione alla dieta prescritta ed e' necessario istruirli su come riconoscere i sintomi dell'ipercalcemia. Non appena i livelli di calcio sierico salgono fino a 1 mg/100 ml (250 mcmol/l) oltre la concentrazione normale (9-11 mg/100 ml oppure 2250-2750 mcmol/l), o la creatinina sierica aumenta a > 120 mcmol/l, il trattamento deve essere interrotto immediatamente sino a ristabilire normali concentrazioni di calcio. Sono particolarmente esposti al rischio di ipercalcemia i pazienti immobilizzati, come ad esempio quelli che sono stati sottoposti ad intervento chirurgico. Il calcitriolo eleva i livelli sierici di fosfato inorganico. Mentre questo e' auspicabile in pazienti con ipofosfatemia, si richiede invece cautela in pazienti con insufficienza renalea causa del rischio di calcificazione ectopica. In questi casi, il livello di fosfato nel plasma deve essere mantenuto ad una concentrazione normale (2-5 mg/100 ml o 0,65-1,62 mmol/l) tramite somministrazione orale di appropriati leganti il fosfato ed una dieta a basso contenutodi fosfato. Il risultato ottenuto moltiplicando il valore della calcemia per quello della fosfatemia (Ca x P) non deve superare i 70 mg^2/dl^2. Devono continuare la loro terapia orale a base di fosfato i pazienti con rachitismo da resistenza a vitamina D (ipofosfatemia familiare) che vengono trattati con il farmaco. Tuttavia, e' necessario tenere in considerazione una possibile stimolazione dell'assorbimento intestinale di fosfato, visto che questo effetto puo' modificarne il bisogno supplementare. Poiche' il calcitriolo e' il metabolita disponibile piu' efficace della vitamina D, non si deve prescrivere nessun'altra preparazione a base di vitamina D durante il trattamento con il medicinale, assicurando in questo modo che lo sviluppo di una ipervitaminosi D venga evitata. Se il paziente passa da una terapia a base di ergocalciferolo (vitamina D2) a calcitriolo, potrebbero essere necessari molti mesi prima che la concentrazione ematica di ergocalciferolo ritorni ai valori base. I pazienti con una funzione renale normale che assumono il farmaco devono evitare la disidratazione. Si deve sempre mantenere un'adeguata assunzione di liquidi. In pazienti con una funzione renale normale, l'ipercalcemia cronica puo' essere associata ad un aumento della creatinina sierica.

Gravidanza e Allattamento

Si e' verificata una stenosi supravalvolare aortica in feti di conigli con dosi quasi letali di vitamina D somministrata alle coniglie gravide. Non c'e' evidenza che suggerisca che la Vitamina D sia teratogenica negli umani anche a dosi molto alte. Il farmaco deve essere usato in gravidanza soltanto se i benefici superano il rischio potenziale peril feto. Si puo' ipotizzare che il calcitriolo esogeno passi nel latte materno. Considerando la possibilita' di ipercalcemia nella madre e di reazioni avverse nei lattanti, le madri possono allattare mentre assumono il prodotto a condizione che i livelli di calcio sierico della madre e del neonato vengano monitorati.

Interazioni con altri prodotti

Dal momento che il calcitriolo e' il metabolita disponibile piu' efficace della vitamina D, non si deve prescrivere nessun'altra preparazione a base di vitamina D durante il trattamento con calcitriolo, assicurando in questo modo che lo sviluppo di una ipervitaminosi D venga evitata. Se il paziente passa da una terapia con ergocalciferolo (vitamina D2) a calcitriolo, potrebbero essere necessari molti mesi prima che la concentrazione ematica di ergocalciferolo ritorni ai valori base. Devono essere evitate dosi farmacologiche di vitamina D e suoi derivatidurante il trattamento con il prodotto per evitare possibili effetti addizionali e ipercalcemia. Si devono seguire rigorosamente le istruzioni sul regime dietetico prescritto, con particolare riguardo a supplementi di calcio, ed e' da evitarsi l'assunzione incontrollata di preparazioni addizionali contenenti calcio. Il trattamento concomitante conun diuretico tiazidico aumenta il rischio di ipercalcemia. Il dosaggio di calcitriolo deve essere determinato accuratamente in pazienti in terapia con digitale, dal momento che l'ipercalcemia in tali pazienti puo' provocare aritmie cardiache. Esiste una relazione di antagonismo funzionale tra analoghi di vitamina D, che promuovono l'assorbimento di calcio, e i corticosteroidi, che al contrario l' inibiscono. Farmacicontenenti magnesio possono causare ipermagnesemia e non devono percio' essere assunti durante la terapia con il farmaco da pazienti sottoposti a dialisi renale cronica. Poiche' il prodotto ha anche effetto sul trasporto di fosfato nell'intestino, reni ed ossa, il dosaggio di agenti leganti il fosfato deve essere aggiustato a seconda della concentrazione sierica di fosfato (valori normali: 2-5 mg/100 ml, o 0,65-1,62mmol/l). I pazienti con rachitismo dovuti a resistenza a vitamina D (ipofosfatemia familiare) devono continuare la loro terapia orale di fosfato. Tuttavia, e' necessario tenere in considerazione una possibile stimolazione dell'assorbimento intestinale di fosfato, visto che questo effetto puo' modificarne il bisogno supplementare. La somministrazione di induttori enzimatici come la fenitoina o il fenobarbital possonocondurre ad un aumentato metabolismo e quindi a ridotti livelli sierici di calcitriolo. Percio', possono essere necessarie alte dosi di calcitriolo se questi farmaci vengono somministrati in concomitanza. La colestiramina puo' ridurre l'assorbimento intestinale di vitamine grasso-solubili, alterando cosi' l'assorbimento intestinale del calcitriolo.

Forme Farmacologiche


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Conservazione del prodotto

Nessuna speciale precauzione per la conservazione. Tenere al riparo dalla luce.