venlafaxina ze*100cps 37,5mg venlafaxina zentiva italia srl

Che cosa è venlafaxina ze 100cps 37,5mg?

Venlafaxina ze capsule rigide rp prodotto da zentiva italia srl
è un farmaco generico della categoria farmaci preconfezionati prodotti industrialmente - generici .
Venlafaxina ze risulta non in commercio nelle farmacie italiane

E' utilizzato per la cura di antidepressivi.
Contiene i principi attivi: venlafaxina cloridrato
Composizione Qualitativa e Quantitativa: una capsula da 37,5 mg contiene venlafaxina cloridrato equivalente a 37,5 mg di venlafaxina. una capsula da 75 mg contiene venlafaxina cloridrato equivalente a 75 mg di venlafaxina. una capsula da 150 mg contiene venlafaxina cloridrato equivalente a 150 m
Codice AIC: 037881087 Codice EAN: 0

Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?

Trattamento degli episodi di depressione maggiore. Prevenzione delle ricorrenze di episodi di depressione maggiore. Trattamento del disturbo d'ansia sociale/fobia sociale.

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Posologia

>>Episodi di depressione maggiore. La dose iniziale raccomandata e' di 75 mg al giorno. I pazienti che non rispondono ad una dose iniziale di 75 mg/die possono trarre giovamento da incrementi di dose fino ad un massimo di 375 mg/die. Gli incrementi di dosaggio possono essere effettuati ad intervalli di 2 settimane o piu'. Se clinicamente garantitoa causa della gravita' dei sintomi, gli incrementi di dose possono essere effettuati ad intervalli piu' frequenti, comunque non inferiori a4 giorni. A causa del rischio di effetti avversi dose-correlati, gli incrementi di dose devono essere effettuati solo dopo una valutazione clinica. La dose efficace piu' bassa deve essere mantenuta. I pazientidevono essere trattati per un periodo di tempo sufficiente, di solitoparecchi mesi o piu'. Il trattamento deve essere rivalutato regolarmente su base individuale. Un trattamento a lungo termine per la prevenzione delle ricorrenze di episodi depressivi maggiori (MDE) puo' anche essere appropriato. Nella maggior parte dei casi, la dose raccomandataper la prevenzione delle ricorrenze di MDE e' uguale a quella utilizzata durante l'episodio stesso. Il trattamento con medicinali antidepressivi deve durare per almeno 6 mesi successivi la remissione della malattia. >>Disturbo d'ansia sociale/fobia sociale. La dose raccomandata e' di 75 mg/die. Non vi e' evidenza che dosi piu' elevate conferiscanoun qualsiasi beneficio aggiuntivo. Tuttavia, nei pazienti che non rispondono adeguatamente a una dose iniziale di 75 mg/die, si possono considerare aumenti di dose fino a raggiungere una dose massima di 225 mg/die. Gli aumenti di dose possono essere effettuati con un intervallo di 2 settimane o piu'. A causa del rischio di effetti avversi dose-correlati, gli incrementi di dose devono essere effettuati solo dopo una valutazione clinica. La dose efficace piu' bassa deve essere mantenuta. I pazienti devono essere trattati per un periodo di tempo sufficiente, di solito parecchi mesi o piu'. Il trattamento deve essere rivalutato regolarmente su base individuale. >>Uso in pazienti anziani. Non siritiene necessario alcun adattamento specifico della dose della venlafaxina esclusivamente sulla base dell'eta'. Comunque, si deve usare cautela nel trattamento dei pazienti anziani (per esempio, a causa dellapossibilita' di insufficienza renale, della potenziale alterazione della sensibilita' e dell'affinita' dei neurotrasmettitori che si verifica con l'eta'). Si deve sempre utilizzare la dose efficace piu' bassa,e i pazienti devono essere attentamente monitorati quando si richiedeun aumento della dose. >>Uso nei bambini ed adolescenti al di sotto dei 18 anni. L'uso della venlafaxina non e' raccomandato in bambini ed adolescenti. Studi clinici controllati in bambini ed adolescenti con disturbo depressivo maggiore non hanno dimostrato efficacia e non supportano l'uso di venlafaxina in questi pazienti. L'efficacia e la sicurezza di venlafaxina in altre indicazioni in bambini ed adolescenti al di sotto dei 18 anni non e' stata stabilita. >>Uso in pazienti con insufficienza epatica. In pazienti con insufficienza epatica da lieve a moderata, in genere deve essere considerata una riduzione della dose del50%. Comunque, a causa della variabilita' individuale della clearance, una individualizzazione del dosaggio sarebbe preferibile. Esistono dati limitati su pazienti con insufficienza epatica grave. Si raccomanda di usare cautela e deve essere presa in considerazione una riduzionedella dose di piu' del 50%. Si deve valutare il beneficio potenziale rispetto ai rischi nel trattamento di pazienti con grave insufficienzaepatica. >>Uso in pazienti con insufficienza renale. Sebbene nessun adeguamento del dosaggio e' necessario per pazienti con velocita' di filtrazione glomerulare (VFG) compresa tra 30 e 70 ml/minuto, si raccomanda di usare cautela. Per pazienti che necessitino emodialisi ed in pazienti con grave insufficienza renale (VFG < 30 ml/min), la dose deve essere ridotta del 50%. A causa della variabilita' individuale della clearance in questi pazienti, una individualizzazione del dosaggio sarebbe preferibile. >>Sintomi da astinenza osservati alla sospensione deltrattamento. Si deve evitare una brusca sospensione del trattamento. Quando si sospende l'assunzione di venlafaxina, la dose deve essere ridotta gradualmente in un periodo di almeno 1-2 settimane, al fine di ridurre il rischio di reazioni da astinenza. Se si verificano sintomi insopportabili a seguito della diminuzione della dose o a seguito dellasospensione del trattamento, si puo' prendere in considerazione di ripristinare la dose prescritta in precedenza. Successivamente, il medico puo' continuare a diminuire la dose, ma piu' gradualmente. >>Modo disomministrazione. Uso orale. Si raccomanda di assumere le capsule conil cibo, all'incirca alla stessa ora ogni giorno. Le capsule devono essere ingerite intere con un po' di liquido senza dividerle, ne' schiacciarle, masticarle o discioglierle in acqua. I pazienti in trattamento con compresse a rilascio immediato possono passare al trattamento con capsule rigide a rilascio prolungato al dosaggio giornaliero equivalente piu' vicino. Per esempio, dall'assunzione di 37,5 mg in compressea rilascio immediato due volte al giorno si puo' passare all'assunzione di 75 mg in capsule rigide a rilascio prolungato una volta al giorno. Puo' essere necessario un adattamento individuale del dosaggio. Le capsule a rilascio prolungato contengono degli sferoidi che rilascianolentamente il principio attivo nel tratto digestivo. La parte insolubile di questi sferoidi viene eliminata e puo' essere riscontrata nellefeci.

Effetti indesiderati

Le piu' comuni (>1/10) reazioni avverse riportate negli studi clinicisono state nausea, secchezza delle fauci, cefalea e sudorazione (inclusi sudori notturni). Le reazioni avverse sono elencate di seguito secondo classe sistemica d'organo e frequenza. Le frequenze sono definitecome molto comune (>=1/10), comune (>=1/100 e =1/1.000 e =1/10.000 e < 1/1.000), non nota (la frequenza non puo' essere definita sulla base dei dati disponibili). >>Emolinfopoietico. Non comune: ecchimosi, emorragia gastrointestinale. Non nota: sanguinamento delle mucose, prolungamento del tempo di sanguinamento, trombocitopenia, discrasia ematica (comprese aganulocitosi, anemia aplastica, neutropenia e pancitopenia). >>Metabolico/nutritivo. Comune: aumento del colesterolo sierico, perdita di peso. Non comune: aumento di peso. Non nota: anormalita' dei test di funzionalita' epatica, iponatriemia, epatite, sindrome da inadeguata secrezione dell'ormone antidiuretico (SIADH), Aumento della prolattina. >>Nervoso. Molto comune:secchezza delle fauci (10,0%), cefalea ( in studi clinici a gruppi, l'incidenza della cefalea era del 30,3% con venlafaxina rispetto al 31,3% con placebo). Comune: sogni anormali, diminuzione della libido, capogiro, aumento del tono muscolare (ipertonia), insonnia, nervosismo, parestesia, sedazione, tremore, confusione, depersonalizzazione. Non comune: apatia, allucinazioni, mioclono, agitazione, compromissione della coordinazione e dell'equilibrio. Raro: acatisia, irrequietezza psicomotoria, convulsioni, reazione maniacale. Non nota: sindrome neurolettica maligna (SNM), sindrome serotoninergica, delirio, reazioni extrapiramidali (comprese distonia e discinesia), discinesia tardiva, ideazione e comportamento suicidari (durante la terapia con venlafaxina o immediatamente dopo sospensione del trattamento). >>Sensi speciali. Comune: anomalie dell'accomodazione, midriasi, disturbi della visione. Non comune: sensazione del gusto alterata, tinnito. Non nota: glaucoma ad angolo chiuso. >>Cardiovascolare. Comune: ipertensione, vasodilatazione (principalmente vampate/rossore), palpitazioni. Non comune: ipotensione ortostatica, sincope, tachicardia. Non nota: ipotensione, prolungamento dell'intervallo QT, fibrillazione ventricolare, tachicardia ventricolare (compresa torsade de pointes). >>Respiratorio. Comune: sbadigliamento. Non nota: eosinofilia polmonare. >>Digerente. Molto comune: nausea (20,0%). Comune: diminuzione dell'appetito (anoressia), stipsi,vomito. Non comune: bruxismo, diarrea. Non nota: pancreatite. >>Cute.Molto comune: sudorazione (compresi sudori notturni) [12,2%]. Non comune: rash, alopecia. Non nota: eritema multiforme, necrolisi epidermica tossica, sindrome di Stevens-Johnson, prurito, orticaria. >>Muscoloscheletrico. Non nota: rabdomiolisi. >>Urogenitale. Comune: eiaculazione/orgasmo anormali (maschio), anorgasmia, disfunzione erettile (impotenza), compromissione della minzione (principalmente esitazione), alterazioni mestruali associate con aumentato sanguinamento o aumentato sanguinamento irregolare (menorragia, metrorragia), pollachiuria. Non comune: orgasmo anomalo (femmina), ritenzione urinaria. >>Eventi generali. Comune: astenia (affaticamento), brividi. Non comune: reazione di fotosensibilita'. Non nota: anafilassi. >>Sospensione del trattamento. La sospensione della somministrazione della venlafaxina (in particolarela sospensione brusca) provoca comunemente la comparsa di sintomi da astinenza. Gli effetti indesiderati segnalati con maggiore frequenza sono capogiri, disturbi sensoriali (incluse le parestesie), disturbi del sonno (tra cui insonnia e intensificazione dell'attivita' onirica), agitazione o ansia, nausea e/o vomito, tremore e cefalea, sindrome influenzale. Questi sintomi sono in generale di intensita' da leggera a moderata e sono autolimitanti, ma in alcuni pazienti possono anche essere piu' marcati e/o piu' duraturi. Quando il trattamento con venlafaxina non e' piu' necessario, si consiglia pertanto di interromperne la somministrazione tramite una riduzione graduale delle dosi. >>Pazienti pediatrici. In generale, il profilo delle reazioni avverse da venlafaxina riscontrate (in studi clinici placebo-controllati) nei bambini e negli adolescenti (di eta' compresa tra 6 e 17 anni) e' stato simile a quello osservato negli adulti. Come per gli adulti sono stati osservati diminuzione dell'appetito, perdita di peso, aumento della pressione ematica e aumento del colesterolo sierico. In studi clinici pediatricie' stata osservata come reazione avversa l'ideazione suicidaria. Ci sono stati anche aumentati casi di ostilita' e, soprattutto nel disturbo depressivo maggiore, autolesionismo. In particolare, le seguenti reazioni avverse sono state osservate nei pazienti pediatrici: dolore addominale, agitazione, dispepsia, ecchimosi, epistassi e mialgia.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTONon vi sono dati adeguati sulla somministrazione di venlafaxina a donne in gravidanza. Studi su animali hanno mostrato una tossicita' riproduttiva. Il rischio potenziale per gli uomini non e' noto. La venlafaxina deve essere somministrata a donne in gravidanza solo se i beneficiattesi superano ogni possibile rischio. Come per altri inibitori della ricaptazione della serotonina (SSRIs/SNRIs), i sintomi da sospensione possono presentarsi nei neonati se la venlafaxina e' utilizzata finoalla nascita o fino a poco prima. Alcuni neonati esposti alla venlafaxina alla fine del terzo trimestre hanno sviluppato complicazioni che hanno richiesto alimentazione artificiale, supporto respiratorio o ospedalizzazione prolungata. Tali complicazioni possono presentarsi immediatamente al momento del parto. I seguenti sintomi possono essere osservati nei neonati se le madri hanno assunto un SSRI/SNRI verso il termine della gravidanza: irritabilita', tremore, ipotonia, pianto persistente e difficolta' a succhiare o ad addormentarsi. Questi sintomi possono essere dovuti a effetti serotoninergici o a sintomi da esposizione. Nella maggior parte dei casi, queste complicazioni sono state osservate immediatamente o nelle 24 ore successive al parto. La venlafaxina e il suo metabolita attivo, la O-desmetilvenlafaxina, vengono escreti nel latte materno. Non si puo' escludere un rischio per il lattante. Pertanto, bisogna decidere se continuare/interrompere l'allattamento o continuare/interrompere la terapia con il medicinale considerando i benefici dell'allattamento per il bambino e i benefici della terapia perla donna.

Indicazioni

Trattamento degli episodi di depressione maggiore. Prevenzione delle ricorrenze di episodi di depressione maggiore. Trattamento del disturbo d'ansia sociale/fobia sociale.

Controindicazioni ed effetti secondari

Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Il trattamento concomitante con inibitori irreversibili delle monoaminoossidasi (I-MAO) e' controindicato a causa del rischio di sindrome serotoninergica con sintomi quali agitazione, tremore e ipertermia.Non si deve iniziare l'assunzione di venlafaxina se non sono trascorsi almeno 14 giorni dalla interruzione del trattamento con un I-MAO irreversibile. La somministrazione di venlafaxina deve essere interrotta almeno 7 giorni prima dell'inizio del trattamento con un inibitore irreversibile delle MAO.

Composizione ed Eccipienti

Per tutti i dosaggi la capsula contiene saccarosio (come sfere di zucchero), etilcellulosa (E462), idrossipropilcellulosa, ipromellosa (E464), talco (E553b), dibutilsebacato, acido oleico, silice colloidale anidra. Per tutti i dosaggi il rivestimento della capsula contiene gelatina e sodio laurilsolfato, mentre sono differenti tra i tipi di capsula. Infatti il dosaggio da 37,5 mg contiene rosso cocciniglia A (E124),giallo di chinolina (E104) e titanio diossido (E171); il dosaggio da 75 mg contiene giallo tramonto FCF (E110), giallo di chinolina (E104),titanio diossido (E171); mentre il dosaggio da 150 mg contiene giallotramonto FCF (E110), giallo di chinolina (E104), blu patent V (E131),titanio diossido (E171).

Avvertenze

La depressione si accompagna spesso al rischio di ideazione suicidaria, autolesionismo e auto-induzione della morte. Questo rischio permanefino ad una notevole remissione. Poiche' un miglioramento puo' non avvenire durante le prime settimane del trattamento, e addirittura nemmeno in seguito, controllare i pazienti attentamente fino al verificarsidi tale miglioramento. Il rischio di suicidio puo' aumentare nella fase iniziale della remissione. Altre malattie psichiatriche per le quali viene prescritto possono accompagnarsi a un maggiore rischio di fenomeni tendenti al suicidio e possono comparire insieme alla depressionemaggiore. Pertanto, nel trattamento di pazienti con altri disturbi psichiatrici, applicare le stesse misure di precauzione utilizzate nellaterapia della depressione maggiore. Si riporta un aumento del rischiodi comportamento suicidario nei soggetti di eta' inferiore ai 25 anniin trattamento con medicinali antidepressivi rispetto ai pazienti trattati con placebo. Controllare attentamente i pazienti che sono in terapia soprattutto all'inizio del trattamento e durante modifiche della dose somministrata. Avvisare della necessita' di monitorare qualsiasi peggioramento del quadro clinico, comportamenti tendenti al suicidio opensieri suicidi e strani cambiamenti nel comportamento, e di rivolgersi immediatamente al medico se questi sintomi si presentano. Non usare nei bambini e adolescenti di eta' inferiore a 18 anni. Sono stati osservati comportamenti tendenti al suicidio e reazioni di ostilita' neibambini e negli adolescenti. Tuttavia, qualora una necessita' clinicafaccia comunque ritenere opportuno il trattamento, monitorare attentamente per identificare la comparsa di eventuali sintomi di tendenza alsuicidio. Puo' verificarsi la sindrome serotoninergica, una condizione potenzialmente pericolosa per la vita, in particolare con l'uso concomitante di altri farmaci che possono influenzare i sistemi di neurotrasmissione serotoninergica, quali gli inibitori delle MAO. I sintomi della sindrome serotoninergica possono includere modifiche dello stato mentale (es. agitazione, allucinazione, coma), instabilita' autonomica(es. tachicardia, pressione ematica labile, ipertermia), aberrazioni neuromuscolari (es. iperreflessia, incoordinazione) e/o sintomi gastrointestinali (es. nausea, vomito, diarrea). Puo' verificare midriasi. Monitorare attentamente i pazienti con pressione intraoculare aumentata, o pazienti a rischio di glaucoma ad angolo stretto (glaucoma ad angolo chiuso). Aumenti dose-dipendente della pressione ematica sono staticomunemente riportati con l'uso. Sono stati riportati casi di elevatapressione ematica che hanno richiesto un trattamento immediato. Monitorare per casi di elevata pressione ematica e controllare un'ipertensione preesistente prima del trattamento. Controllare la pressione ematica periodicamente dopo l'inizio del trattamento e dopo aumenti di dose. Usare cautela nei pazienti con condizioni preesistenti che possono essere compromesse da aumenti della pressione ematica. Si puo' verificare un aumento della frequenza cardiaca. Prestare cautela con i pazienti con condizioni preesistenti che possano essere compromesse da un aumento della frequenza cardiaca. L'uso non e' stato valutato in pazienticon recente anamnesi di infarto del miocardio o malattia cardiaca instabile, pertanto usare con cautela in tali pazienti. Casi di aritmia cardiaca fatale sono stati riportati con l'uso. Considerare la valutazione dei rischi e benefici prima della prescrizione ai pazienti ad altorischio di grave aritmia cardiaca. Si possono presentare convulsioni.Usare con cautela nei pazienti con anamnesi di convulsioni e monitorare i pazienti interessati attentamente. Interrompere in caso di convulsioni. Si puo' verificare iponatriemia e/o di sindrome da inadeguata secrezione di ormone antidiuretico (SIADH). Cio' e' piu' frequente in pazienti con deplezione di liquidi o disidratati. Pazienti anziani, pazienti che assumono diuretici, e pazienti con deplezione di liquidi peraltre ragioni, possono essere maggiormente a rischio per questo evento. I medicinali che inibiscono la ricaptazione della serotonina possono portare a funzionalita' piastrinica ridotta. Il rischio di sanguinamento della cute e delle mucose aumenta con la venlafaxina. Usare con cautela in pazienti predisposti al sanguinamento. Sono stati registratiaumenti clinicamente significativi del colesterolo sierico dopo un trattamento di almeno tre mesi. Considerare la misurazione dei livelli sierici di colesterolo durante un trattamento prolungato. Non sono state dimostrate la sicurezza e l'efficacia della terapia in combinazione con sostanze per la perdita di peso, compresa la fentermina. La somministrazione con agenti per la perdita di peso non e' raccomandata. Non e' indicata per la perdita di peso ne' in monoterapia ne' in combinazione con altri prodotti. Si possono manifestare mania/ipomania in una piccola proporzione di pazienti con disturbi dell'umore che abbiano assunto antidepressivi. Usare con cautela in pazienti con anamnesi personale o familiare di disordini bipolari. Si puo' verificare aggressivita' in una piccola proporzione di pazienti che abbiano assunto antidepressivi. Cio' e' stato riportato all'inizio del trattamento, alla modifica del dosaggio e alla sospensione. Usare con cautela in pazienti con anamnesi di aggressivita'. Sintomi da astinenza sono comuni quando si sospende il trattamento, soprattutto se in caso di brusca sospensione.Si sono verificati eventi avversi alla sospensione. Il rischio di sintomi da astinenza puo' dipendere da diversi fattori, inclusi la duratae la dose della terapia e la velocita' di riduzione della dose. Le reazioni piu' comunemente riportate sono capogiro, disturbi sensoriali (inclusa la parestesia), disturbi del sonno (inclusi insonnia e sogni vividi), agitazione o ansia, nausea e/o vomito, tremore e cefalea. In alcuni pazienti possono essere di grave intensita'. Si verificano di solito entro i primi giorni dalla sospensione, ma sono stati riportati casi molto rari di tali sintomi in pazienti che avevano inavvertitamente dimenticato di assumere una dose. Generalmente, questi sintomi sono auto-limitanti e di solito si risolvono entro 2 settimane, sebbene in alcuni individui possano durare piu' a lungo (2-3 mesi o piu'). Si consiglia di ridurre gradualmente la somministrazione quando si interrompe il trattamento in un tempo di diverse settimane o mesi, secondo i bisogni di ciascun paziente. L'uso e' stato associato con lo sviluppo diacatisia. E' piu' probabile che si verifichi entro le prime settimanedi trattamento. Nei pazienti che riportano questi sintomi un aumento della dose puo' essere dannoso. Il 10% dei pazienti trattati riporta secchezza delle fauci. Cio' puo' comportare un aumentato rischio di carie.

Gravidanza e Allattamento

Non vi sono dati adeguati sulla somministrazione di venlafaxina a donne in gravidanza. Studi su animali hanno mostrato una tossicita' riproduttiva. Il rischio potenziale per gli uomini non e' noto. La venlafaxina deve essere somministrata a donne in gravidanza solo se i beneficiattesi superano ogni possibile rischio. Come per altri inibitori della ricaptazione della serotonina (SSRIs/SNRIs), i sintomi da sospensione possono presentarsi nei neonati se la venlafaxina e' utilizzata finoalla nascita o fino a poco prima. Alcuni neonati esposti alla venlafaxina alla fine del terzo trimestre hanno sviluppato complicazioni che hanno richiesto alimentazione artificiale, supporto respiratorio o ospedalizzazione prolungata. Tali complicazioni possono presentarsi immediatamente al momento del parto. I seguenti sintomi possono essere osservati nei neonati se le madri hanno assunto un SSRI/SNRI verso il termine della gravidanza: irritabilita', tremore, ipotonia, pianto persistente e difficolta' a succhiare o ad addormentarsi. Questi sintomi possono essere dovuti a effetti serotoninergici o a sintomi da esposizione. Nella maggior parte dei casi, queste complicazioni sono state osservate immediatamente o nelle 24 ore successive al parto. La venlafaxina e il suo metabolita attivo, la O-desmetilvenlafaxina, vengono escreti nel latte materno. Non si puo' escludere un rischio per il lattante. Pertanto, bisogna decidere se continuare/interrompere l'allattamento o continuare/interrompere la terapia con il medicinale considerando i benefici dell'allattamento per il bambino e i benefici della terapia perla donna.

Interazioni con altri prodotti

>>Inibitori delle monoaminoossidasi (I-MAO). La venlafaxina non deve essere usata in combinazione con I-MAO irreversibili non selettivi. Non si deve iniziare l'uso di venlafaxina per almeno 14 giorni dopo l'interruzione del trattamento con un I-MAO irreversibile non selettivo. Si deve interrompere il trattamento con la venlafaxina per almeno 7 giorni prima di iniziare il trattamento con un I-MAO irreversibile non selettivo. L'associazione della venlafaxina con un I-MAO reversibile e selettivo, come la moclobemide, e' controindicata, a causa del rischio di sindrome serotoninergica. Dopo il trattamento con un I-MAO reversibile, si puo' attendere un periodo di astinenza inferiore a 14 giorni prima di iniziare il trattamento con venlafaxina. Si raccomanda di interrompere l'assunzione di venlafaxina per almeno 7 giorni prima di iniziare il trattamento con un I-MAO reversibile. L'antibiotico linezolid e' un debole I-MAO reversibile e non selettivo, e non deve essere prescritto ai pazienti in trattamento con venlafaxina. Gravi reazioni avverse sono state riportate in pazienti che avevano recentemente interrotto la terapia con I-MAO e cominciato quella con venlafaxina, o avevanorecentemente interrotto la terapia con venlafaxina prima di iniziare quella con I-MAO. Queste reazioni includevano tremore, mioclonia, diaforesi, nausea, vomito, vampate, capogiro e ipertermia con manifestazioni rassomiglianti la sindrome neurolettica maligna, convulsioni e morte. Come con altri farmaci serotoninergici, con la venlafaxina si puo' verificare la sindrome serotoninergica, soprattutto con l'uso concomitante di altri farmaci che possono modulare il sistema di neurotrasmissione serotoninergica (come i triptani, gli SSRI, gli SNRI, il litio, la sibutramina, il tramadol o l'erba di San Giovanni [Hypericum perforatum]), con medicinali che interferiscono con la metabolizzazione dellaserotonina (compresi gli I-MAO), o con precursori della serotonina (come i supplementi di triptofano). Se il trattamento concomitante dellavenlafaxina con un SSRI, un SNRI o con un agonista del recettore della serotonina (triptano) e' clinicamente giustificato, si raccomanda un'attenta osservazione del paziente, soprattutto all'inizio del trattamento e agli incrementi di dose. Non si raccomanda l'uso concomitante di venlafaxina con i precursori della serotonina (come i supplementi del triptofano). Il rischio dell'utilizzo di venlafaxina in combinazionecon altri medicinali che agiscono sul SNC non e' stato valutato in modo sistematico. Pertanto, si deve usare cautela quando la venlafaxina e' assunta in combinazione con altri farmaci che agiscono sul SNC. E' stato dimostrato che la venlafaxina non aumenta la compromissione delle capacita' mentali e motorie causata dall'etanolo. Comunque, si deve raccomandare ai pazienti di evitare il consumo di alcool durante l'assunzione di venlafaxina, come con tutti gli altri medicinali attivi sulSNC. >>Effetti di altri medicinali sulla venlafaxina. Uno studio di farmacocinetica con il ketoconazolo in metabolizzatori forti (MI) e in metabolizzatori poveri (MP) del CYP2D6 ha fornito risultati di AUC piu' alte sia di venlafaxina (70% e 21% in soggetti MP e MI del CYP2D6, rispettivamente) che di O-desmetilvenlafaxina (33% e 23% in soggetti MPe MI del CYP2D6, rispettivamente) a seguito della somministrazione diketoconazolo. L'uso concomitante di venlafaxina con inibitori del CYP3A4 (ad es. atazanavir, claritromicina, indinavir, itraconazolo, voriconazolo, posaconazolo, ketoconazolo, nelfinavir, ritonavir, saquinavir, telitromicina) puo' aumentare i livelli di venlafaxina e di O-desmetilvenlafaxina. Pertanto si raccomanda cautela se la terapia del paziente comprende l'uso concomitante di venlafaxina e di un inibitore del CYP3A4. >>Effetto della venlafaxina su altri medicinali. La sindrome serotoninergica puo' verificarsi con l'uso concomitante di venlafaxina elitio. La venlafaxina non ha effetto sulla farmacocinetica e sulla farmacodinamica del diazepam e del suo metabolita attivo, il desmetildiazepam. Il diazepam sembra non influenzi la farmacocinetica ne' della venlafaxina ne' del suo metabolita attivo O-desmetilvenlafaxina. Non e'noto se ci sia interazione di tipo farmacocinetico e/o farmacodinamico con altre benzodiazepine. La venlafaxina non ha influenzato la farmacocinetica dell'imipramina e della 2-OH-imipramina. C'e' stato un incremento dose-dipendente della AUC della 2-OH-desipramina da 2,5 a 4,5 volte quando la venlafaxina e' stata somministrata giornalmente in dosida 75 mg a 150 mg. L'imipramina non ha influenzato la farmacocineticadella venlafaxina e dell'O-desmetilvenlafaxina. Il significato clinico di questa interazione non e' noto. Si deve prestare cautela quando si somministrano contemporaneamente imipramina e venlafaxina. Uno studio di farmacocinetica con l'aloperidolo ha mostrato una diminuzione del42% della clearance orale totale, un incremento del 70% dell'AUC, un incremento del 88% della Cmax ma nessuna modifica dell'emivita dell'aloperidolo. Cio' deve essere tenuto in considerazione in pazienti trattati contemporaneamente con aloperidolo e venlafaxina. Il significato clinico di questa interazione non e' noto. La venlafaxina ha fatto aumentare l'AUC del risperidone del 50%, ma non ha modificato in maniera significativa il profilo farmacocinetico della parte attiva totale (risperidone piu' 9-idrossirisperidone). Il significato clinico di questa interazione non e' noto. La somministrazione concomitante di venlafaxina e metoprololo a volontari sani in uno studio di interazione farmacocinetica per entrambi i medicinali ha comportato un aumento di circa il 30-40% delle concentrazioni plasmatiche del metoprololo, senza alcuna alterazione delle concentrazioni plasmatiche del suo metabolita attivo, l'alfa-idrossimetoprololo. Il significato clinico di questo dato nei pazienti ipertesi non e' noto. Il metoprololo non ha alterato il profilo farmacocinetico della venlafaxina o del suo metabolita attivo, la O-desmetilvenlafaxina. La co-somministrazione della venlafaxina con il metoprololo deve essere effettuata con cautela. Uno studio di farmacocinetica con l'indinavir ha mostrato una riduzione del 28% della AUCe una riduzione del 36% della Cmax dell'indinavir. L'indinavir non hamodificato la farmacocinetica della venlafaxina e della O-desmetilvenlafaxina. Il significato clinico di questa interazione non e' noto.

Forme Farmacologiche


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Conservazione del prodotto

Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.