roferon a*sc 1sir 4,5mui/ml interferone roche spa

Che cosa è roferon a sc 1sir 4,5mui/ml?

Roferon a preparazione iniettabile prodotto da roche spa
è un farmaco etico della categoria specialita' medicinali con prescrizione medica .
Roferon a risulta non in commercio nelle farmacie italiane

E' utilizzato per la cura di appartiene alla categoria delle citochine, farmaci ad azione immunomodulante e antivirale.
Contiene i principi attivi: interferone alfa 2a
Codice AIC: 025839162 Codice EAN: 0

Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?

E' indicato per il trattamento di: - Leucemia a cellule capellute. - Pazienti affetti da AIDS con sarcoma di Kaposi asintomatico progressivo con una conta di CD4 > 250/mm3. - Leucemia mieloide cronica Philadelphia positiva in fase cronica. Roferon-A non e' un trattamento alternativo per pazienti con LMC che hanno un parente HLA identico e per coloro per i quali e' possibile o e' programmato nell'immediato futuro un trapianto di midollo osseo allogenico. Non e' ancora noto se per questa indicazione Roferon-A possa essere considerato trattamento potenzialmente curativo. - Linfoma cutaneo a cellule T. L'interferone alfa-2a (Roferon-A) puo' dimostrarsi attivo in pazienti con malattia progressiva e che siano non responsivi o non sottoponibili alla terapia convenzionale. - Pazienti in eta' adulta affetti da epatite cronica B comprovata istologicamente, con marcatori sierici di replicazione virale,ad es. pazienti che risultino positivi per HBV-DNA o HBeAg. - Pazienti in eta' adulta con epatite cronica C comprovata istologicamente, positivi per gli anticorpi anti-HCV o per HCV-RNA e con elevati livelli sierici di alanino amino transferasi (ALT) senza scompenso epatico. L'efficacia dell'interferone alfa-2a nel trattamento dell'epatite C aumenta quando somministrato in associazione con ribavirina. Roferon-A deve essere somministrato in monoterapia principalmente in caso di intolleranza o controindicazione alla ribavirina. - Linfoma non Hodgkin follicolare. - Carcinoma renale avanzato. - Pazienti con melanoma maligno di stadio II secondo la classificazione AJCC (spessore del tumore secondo Breslow maggiore di 1,5 mm, assenza di interessamento linfonodale o diffusione linfocutanea), che risultano liberi da malattia dopo resezione chirurgica.

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Posologia

LEUCEMIA A CELLULE CAPELLUTE. Dosaggio Iniziale. 3 milioni di UI al giorno, somministrati con iniezione sc. per 16-24 settimane. Dosaggio di mantenimento. 3 milioni di UI, somministrati 3 volte alla settimana con iniezione sc. Se compare intolleranza, occorre ridurre il dosaggioa 1,5 milioni UI tre volte alla settimana. Durata del trattamento. I pazienti devono essere trattati per circa 6 mesi prima che il medico possa decidere se continuare il trattamento per i pazienti responsivi osospenderlo in quelli non responsivi. SARCOMA DI KAPOSI CORRELATO AD AIDS. Trattamento di pazienti affetti da AIDS con sarcoma di Kaposi asintomatico progressivo con una conta di CD4 > 250/mm3. Dosaggio iniziale. somministrare per iniezione sc. con dosaggio crescente fino a 18 milioni UI al giorno e, se possibile, fino a 36 milioni UI al giorno per un totale di 10-12 settimane in pazienti di 18 anni o piu' di eta'. Schema consigliato per l'aumento del dosaggio: giorni 1-3: 3 milioni UI al giorno; giorni 4-6: 9 milioni UI al giorno; giorni 7-9: 18 milioni UI al giorno e, se tollerato, incremento a: giorni 10-84: 36 milioniUI al giorno. Dosaggio di mantenimento. per iniezione sc. 3 volte alla settimana alla dose massima tollerata dal paziente, ma senza superare i 36 milioni UI. Durata del trattamento. E' necessario documentare l'evoluzione delle lesioni allo scopo di determinare la risposta alla terapia. I pazienti devono essere trattati per un periodo minimo di 10 settimane e preferibilmente per almeno 12 settimane prima che il medico possa decidere se proseguire il trattamento per i pazienti responsivi o sospenderlo per quelli non responsivi. LEUCEMIA MIELOIDE CRONICA: trattamento di pazienti affetti da leucemia mieloide cronica Philadelphia positiva in fase cronica. Somministrare per via sc. per 8-12 settimane nei pazienti di 18 anni o piu' di eta'. Schema consigliato: giorni 1-3: 3 milioni UI al giorno; giorni 4-6: 6 milioni UI al giorno; giorni 7-84: 9 milioni UI al giorno. Durata del trattamento. I pazienti devono essere trattati per un periodo minimo di 8 settimane, preferibilmente per almeno 12 settimane, prima che il medico possa decidere se continuare o meno il trattamento nei pazienti responsivi o sospenderlo in quelli che non mostrano modificazioni dei parametri ematologici. LINFOMA CUTANEO A CELLULE T (LCCT). Dosaggio iniziale. Somministrare periniezione sc. a dosi crescenti fino ad arrivare a 18 milioni UI al giorno per un totale di 12 settimane in pazienti di 18 anni o piu' di eta'. Schema consigliato per l'aumento di dosaggio: giorni 1-3: 3 milioni UI al giorno; giorni 4-6: 9 milioni UI al giorno; giorni 7-84: 18 milioni UI al giorno. Dosaggio di mantenimento. Somministrare per iniezione sc. 3 volte alla settimana al dosaggio massimo tollerato dal paziente, che non deve comunque superare i 18 milioni UI. Durata del trattamento. I pazienti devono essere trattati per un periodo minimo di 8 settimane e, preferibilmente, per almeno 12 settimane prima che il medico possa decidere se continuare il trattamento nei pazienti responsivi o se sospenderlo in quelli non responsivi. EPATITE CRONICA B: comprovata istologicamente con markers della replicazione virale, cioe' quellipositivi per HBV-DNA o HBeAg. Dosaggio. Lo schema ottimale di trattamento non e' ancora stato stabilito. La dose e' abitualmente compresa tra 2,5 milioni UI e 5,0 milioni UI/m2 di superficie corporea somministrati per iniezione sottocutanea 3 volte alla settimana per un periododi 4-6 mesi. Bambini. Sono state somministrate, senza pericolo, dosi fino a 10 milioni UI/m2 a bambini affetti da epatite cronica B. EPATITE CRONICA C. ROFERON-A IN ASSOCIAZIONE CON RIBAVIRINA. Pazienti con recidiva. Dosaggio. 4,5 MUI 3 volte alla settimana per iniezione sc. perun periodo di 6 mesi. Dose di ribavirina: da 1000 a 1200 mg/die divisi in 2 somministrazioni (una al mattino con la colazione e una con il pasto serale). Pazienti naive. Dosaggio: da 3 a 4,5 MUI 3 volte alla settimana per iniezione sc. per un periodo di almeno 6 mesi. Nei pazienti con HCV-RNA negativo dopo 6 mesi di terapia e con genotipo 1 e altacarica virale pre-trattamento, il trattamento deve essere proseguito per ulteriori 6 mesi. Dosaggio di Ribavirina. Vedi sopra. ROFERON-A INMONOTERAPIA: principalmente in caso di intolleranza o controindicazione alla ribavirina. Dosaggio iniziale. Somministrare come terapia di induzione ad una dose da 3 a 6 milioni UI per iniezione sc. 3 volte la settimana per 6 mesi, se tollerato dal paziente. Dosaggio di mantenimento. I pazienti che hanno ottenuto la normalizzazione dei livelli sierici di ALT e/o nei quali l'HCV-RNA non e' piu' rilevabile, richiedono una terapia di mantenimento alla dose di 3 milioni UI di Roferon-A 3 volte la settimana per ulteriori 6 mesi o piu' a lungo, al fine di consolidare la risposta completa. La durata ottimale del trattamento non e' stata ancora stabilita, ma e' consigliata una terapia di almeno 12 mesi. LINFOMA NON HODGKIN FOLLICOLARE. Roferon-A prolunga la sopravvivenza libera da malattia e da progressione della malattia quando viene utilizzato come trattamento addizionale a regimi chemioterapici di tipoCHOP in pazienti con linfoma non Hodgkin follicolare avanzato (massa tumorale elevata). Dosaggio raccomandato. Somministrare contemporaneamente ad un regime chemioterapico convenzionale (quale la combinazione di ciclofosfamide, prednisone, vincristina e doxorubicina) alla dose di 6 milioni UI/m2 per via sottocutanea dal giorno 22 al giorno 26 di ciascun ciclo di 28 giorni. CARCINOMA RENALE AVANZATO: in combinazione con vinblastina. Dosaggio raccomandato. Somministrare per iniezione sc. alla dose di 3 milioni UI 3 volte la settimana per una settimana, 9 milioni UI 3 volte la settimana per la settimana seguente e 18 milioniUI 3 volte la settimana successivamente. La vinblastina deve essere somministrata contemporaneamente per via endovenosa secondo le modalita' di impiego raccomandate, alla dose di 0,1 mg/kg una volta ogni tre settimane. Il trattamento deve essere effettuato da un minimo di 3 mesifino ad un massimo di 12 mesi o fino a comparsa di segni di progressione della malattia. MELANOMA MALIGNO TRATTATO CHIRURGICAMENTE. Dosaggio raccomandato. Somministrare per via sc. alla dose di 3 milioni UI 3 volte la settimana per 18 mesi, iniziando il trattamento non piu' tardi di 6 settimane dopo l'intervento chirurgico. In caso di intolleranzaal trattamento, la dose deve essere ridotta a 1,5 milioni UI 3 volte la settimana.

Effetti indesiderati

I seguenti dati relativi alle reazioni avverse sono basati su informazioni provenienti dal trattamento di pazienti neoplastici con un'ampiagamma di neoplasie e spesso refrattari a precedenti terapie e con malattia in stadio avanzato, di pazienti con epatite cronica B e di pazienti con epatite cronica C. La maggior parte dei pazienti neoplastici ha ricevuto dosi significativamente piu' alte rispetto a quelle attualmente consigliate e questo spiega probabilmente la maggiore frequenza egravita' delle reazioni avverse in questo gruppo di pazienti rispettoa quanto osservato nei pazienti con epatite B, dove le reazioni avverse sono abitualmente transitorie con recupero dello stato pre-trattamento entro 1 o 2 settimane dal termine della terapia. SINTOMI GENERALI:la maggior parte dei pazienti ha avuto sintomi simil-influenzali comeaffaticabilita', febbre, brividi, perdita di appetito, mialgie, cefalea, artralgie e sudorazione profusa. Questi effetti collaterali acuti possono abitualmente essere ridotti o eliminati grazie alla somministrazione contemporanea di paracetamolo e tendono a diminuire nel corso della terapia o in seguito a riduzione del dosaggio anche se il proseguimento del trattamento puo' determinare letargia, debolezza ed affaticabilita'. In alcuni pazienti si sono verificate reazioni nei siti di iniezione, incluse, molto raramente, reazioni necrotiche. TRATTO GASTROENTERICO: circa due terzi dei pazienti neoplastici hanno avuto anoressia ed una meta' nausea. Emesi, alterazioni del gusto, secchezza delle fauci, perdita di peso, diarrea e dolore addominale da lieve a moderato sono stati osservati meno frequentemente. Stipsi, flatulenza, ipermotilita' o pirosi retrosternale si sono verificati raramente e sono stati segnalati casi isolati di riattivazione di ulcera peptica, sanguinamento gastroenterico non pericoloso per la vita e incremento degli enzimi pancreatici amilasi/lipasi con o senza dolore addominale, reversibili dopo interruzione della somministrazione del farmaco. Sono state osservate ALTERAZIONI DELLA FUNZIONE EPATICA dimostrate da un aumento in particolare di ALT, ma anche della fosfatasi alcalina, di LDH e della bilirubina, ma in generale non si e' reso necessario un aggiustamento dei dosaggi. In rari casi e' stata riportata la comparsa di epatite.Nei pazienti affetti da epatite B, le modificazioni delle transaminasi segnalano abitualmente un miglioramento dello stato clinico del paziente. SISTEMA NERVOSO CENTRALE: capogiri, vertigini, disturbi visivi, riduzione dello status mentale, scarsa memoria, depressione, torpore, confusione, disturbi del comportamento quali ansia e nervosismo, e disturbi del sonno non sono comuni. Idea di suicidio, tentativo di suicidio e suicidio, sonnolenza grave, convulsioni, coma, eventi avversi cerebrovascolari, impotenza transitoria e retinopatia ischemica rappresentano complicazioni rare. SISTEMA NERVOSO PERIFERICO: si sono verificati occasionalmente parestesie, disestesie, neuropatie, prurito e tremore. SISTEMI CARDIOVASCOLARE E POLMONARE: in un quinto circa dei pazienti neoplastici sono stati osservati transitori episodi ipotensivi ed ipertensivi, edema, cianosi, aritmie, palpitazioni e dolori toracici. Tosse e lieve dispnea sono state raramente osservate. Sono stati riportati rari casi di edema polmonare, polmonite, insufficienza cardiaca congestizia, arresto cardio-respiratorio e infarto del miocardio. I problemi cardiovascolari sono stati osservati molto raramente tra i pazienti affetti da epatite B. CUTE, MUCOSE E ANNESSI: sono stati raramente riportati riesacerbazioni di herpes labialis, rash, prurito, secchezza della cute e delle mucose, rinorrea ed epistassi. Una alopecia da lieve a moderata e' stata osservata in un quinto dei pazienti, ma e' risultata reversibile in seguito alla sospensione del trattamento. Un aumento della perdita di capelli puo' continuare per alcune settimane dopo la fine del trattamento. SISTEMA RENALE E URINARIO: in rari casi, e' stata osservata una ridotta funzionalita' renale. Sono stati osservati disturbi dell'equilibrio elettrolitico, generalmente in associazione con anoressia o disidratazione. I disturbi erano rappresentati soprattutto da proteinuria e da un aumento della conta delle cellule nel sedimento urinario. Aumenti di BUN, creatinina serica ed uricemia sono stati osservati in casi rari. Sono stati riferiti rari casi di insufficienza renale acuta, soprattutto in pazienti neoplastici aventi come fattori di rischio concomitanti patologie renali e/o co-trattamenti nefrotossici. SISTEMA EMATOPOIETICO: una leucopenia transitoria si e' verificata in misura variabile in circa un terzo/meta' dei pazienti, ma raramente ha reso necessaria una riduzione del dosaggio. In pazienti senza mielodepressione, la trombocitopenia e' stata osservata con minore frequenza e riduzioni di emoglobina ed ematocrito si sono verificate raramente. Nei pazienti con mielodepressione, trombocitopenia e riduzione dell'emoglobina si sono verificate con maggiore frequenza. La correzione delle alterazioni ematologiche gravi a livelli pretrattamento si e'abitualmente verificata entro sette-dieci giorni dalla sospensione del trattamento con Roferon-A. DISTURBI ENDOCRINI: in circa la meta' deipazienti e' stata riscontrata ipocalcemia senza sequele. In pazienti trattati con Roferon-A in rari casi sono stati osservati ipotiroidismo, ipertiroidismo e iperglicemia. ANTICORPI ANTI-INTERFERONE: gli anticorpi neutralizzanti possono formarsi in alcuni individui in seguito a somministrazione di proteine omologhe. Gli anticorpi diretti contro tutti gli interferoni, sia quelli naturali che quelli ricombinanti, possono percio' essere osservati in una certa percentuale di pazienti. In alcune condizioni cliniche (neoplasie, lupus eritematoso sistemico, herpes zoster) possono inoltre comparire spontaneamente anticorpi diretti contro l'interferone leucocitario umano in pazienti che non abbiano mai ricevuto interferone esogeno. Nel corso di studi clinici nei qualie' stato utilizzato Roferon-A liofilizzato conservato a 25 gradi Centigradi, sono stati rilevati anticorpi neutralizzanti Roferon-A in circa un quinto dei pazienti. In pazienti con epatite C e' stata osservata, nei soggetti responsivi che sviluppavano anticorpi neutralizzanti, una tendenza alla perdita della risposta nel corso del trattamento e una perdita della risposta anticipata rispetto ai pazienti che non sviluppavano tali anticorpi. Non e' stata documentata nessun'altra correlazione clinica associata alla presenza di anticorpi verso Roferon-A. Il significato clinico dello sviluppo di anticorpi non e' stato completamente chiarito. Non sono ancora disponibili dati relativi agli anticorpi neutralizzanti ottenuti da studi clinici nei quali sia stato utilizzato Roferon-A liofilizzato o in soluzione iniettabile, conservato a 4 gradi Centigradi.

Indicazioni

E' indicato per il trattamento di: - Leucemia a cellule capellute. - Pazienti affetti da AIDS con sarcoma di Kaposi asintomatico progressivo con una conta di CD4 > 250/mm3. - Leucemia mieloide cronica Philadelphia positiva in fase cronica. Roferon-A non e' un trattamento alternativo per pazienti con LMC che hanno un parente HLA identico e per coloro per i quali e' possibile o e' programmato nell'immediato futuro un trapianto di midollo osseo allogenico. Non e' ancora noto se per questa indicazione Roferon-A possa essere considerato trattamento potenzialmente curativo. - Linfoma cutaneo a cellule T. L'interferone alfa-2a (Roferon-A) puo' dimostrarsi attivo in pazienti con malattia progressiva e che siano non responsivi o non sottoponibili alla terapia convenzionale. - Pazienti in eta' adulta affetti da epatite cronica B comprovata istologicamente, con marcatori sierici di replicazione virale,ad es. pazienti che risultino positivi per HBV-DNA o HBeAg. - Pazienti in eta' adulta con epatite cronica C comprovata istologicamente, positivi per gli anticorpi anti-HCV o per HCV-RNA e con elevati livelli sierici di alanino amino transferasi (ALT) senza scompenso epatico. L'efficacia dell'interferone alfa-2a nel trattamento dell'epatite C aumenta quando somministrato in associazione con ribavirina. Roferon-A deve essere somministrato in monoterapia principalmente in caso di intolleranza o controindicazione alla ribavirina. - Linfoma non Hodgkin follicolare. - Carcinoma renale avanzato. - Pazienti con melanoma maligno di stadio II secondo la classificazione AJCC (spessore del tumore secondo Breslow maggiore di 1,5 mm, assenza di interessamento linfonodale o diffusione linfocutanea), che risultano liberi da malattia dopo resezione chirurgica.

Controindicazioni ed effetti secondari

Roferon-A e' controindicato in pazienti con: - Storia di ipersensibilita' all'interferone alfa-2a ricombinante o ad uno qualsiasi degli eccipienti, - Pazienti con gravi cardiopatie pre-esistenti o con storiadi cardiopatia. Non e' stato dimostrato nessun effetto cardiotossico diretto, ma e' probabile che tossicita' acute, auto-limitanti (ad es. febbre, brividi) frequentemente associate alla somministrazione di Roferon-A possano esacerbare patologie cardiache pre-esistenti, - Gravi disfunzioni renali, epatiche o midollari, - Sindromi convulsive non controllate e/o compromissione della funzione del sistema nervoso centrale, - Epatite cronica con forme di grado avanzato e scompensate di malattia epatica o cirrosi, - Epatite cronica che sia in trattamento osia stata trattata di recente con agenti immunosoppressivi, - L'alcool benzilico, che e' un eccipiente del Roferon-A soluzione iniettabile, e' stato raramente associato ad eventi tossici potenzialmente fatalinei bambini fino a 3 anni. Pertanto, la soluzione iniettabile di Roferon-A non deve essere usata nei neonati o nei bambini piccoli. Terapiadi associazione con ribavirina: se l'interferone alfa-2a deve essere somministrato in associazione con ribavirina in pazienti con epatite cronica C, sentire il parere del medico.

Interazioni con altri prodotti

Poiche' gli interferoni alfa alterano il metabolismo cellulare, esiste la possibilita' che venga modificata l'attivita' di altri farmaci. In un piccolo studio, e' stato dimostrato che Roferon-A ha un effetto su specifici sistemi enzimatici microsomiali. La rilevanza clinica di queste osservazioni non e' nota. Gli interferoni alfa possono interferire con i processi metabolici ossidativi; questo fatto deve essere tenuto presente quando si prescrivono terapie concomitanti a base di farmaci metabolizzati secondo questa via metabolica. D'altro canto, non sono ad oggi disponibili informazioni specifiche. E' stato dimostrato cheRoferon-A riduce la clearance della teofillina. Poiche' Roferon-A puo' interferire con le funzioni del sistema nervoso centrale, possono verificarsi interazioni in seguito alla somministrazione concomitante difarmaci ad azione centrale. Gli effetti neurotossici, ematotossici o cardiotossici di farmaci somministrati in precedenza o contemporaneamente possono essere potenziati dagli interferoni. Terapia di associazione con ribavirina: se l'interferone alfa-2a deve essere somministrato in associazione con ribavirina in pazienti con epatite cronica C, sentire il parere del medico.

Forme Farmacologiche


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