farmorubicina iv fl 10mg+f 5ml epirubicina pfizer italia srl

Che cosa è farmorubicina iv fl 10mg+f 5ml?

Farmorubicina soluzione per infus polv solv prodotto da pfizer italia srl
è un farmaco solo uso ospedaliero della categoria specialita' medicinali con prescrizione medica che appartiene alla fascia H che comprende i farmaci di esclusivo uso ospedaliero, non vendibili ai cittadini presso le farmacie aperte al pubblico, ma utilizzabili o distribuibili solo nell'ambito delle strutture sanitarie pubbliche .
Farmorubicina risulta non in commercio nelle farmacie italiane

E' utilizzato per la cura di antibiotici citotossici, antracicline.
Contiene i principi attivi: epirubicina cloridrato
Composizione Qualitativa e Quantitativa: epirubicina cloridrato.
Codice AIC: 025197031 Codice EAN: 0

Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?

Il farmaco si e' dimostrato capace di indurre risposte utili in un ampio spettro di malattie neoplastiche tra cui carcinoma della mammella,linfomi maligni, sarcomi delle parti molli, carcinoma gastrico, carcinoma del fegato, pancreas, sigma retto, carcinoma del distretto cervico-facciale, carcinoma polmonare, carcinoma ovarico, leucemie. Per instillazione endovescicale, il farmaco e' indicato nel trattamento dei carcinomi superficiali della vescica (a cellule transizionali, carcinomain situ) e nella profilassi delle recidive dopo intervento di resezione transuretrale.

Vedi il foglio illustrativo completo

Posologia

Per somministrazione endovenosa. Quando il farmaco e' impiegato come unico agente antiblastico, la dose consigliata negli adulti e' di 60-90 mg/m^2 di superficie corporea da somministrarsi per iniezione e.v. in 5-10 minuti ad intervalli di 21 gg compatibilmente con le condizioniematomidollari. Carcinoma polmonare: farmorubicina come agente singolo nel trattamento ad alti dosaggi del carcinoma polmonare dovrebbe essere somministrata secondo i seguenti schemi: carcinoma polmonare a piccole cellule in pazienti non pretrattati 120 mg/m^2 al giorno 1, ogni 3 settimane; carcinoma polmonare non a piccole cellule (epidermoide, squamoso e adenocarcinoma) in pazienti non pretrattati 135 mg/m^2 al giorno 1 o 45 mg/m^2 ai giorni 1, 2, 3, ogni tre settimane. Carcinoma della mammella: dosi sino a 135 mg/m^2, quando impiegata come unico agente, e sino a 120 mg/m^2, quando impiegata in associazione, somministrate ogni 3-4 settimane hanno dimostrato di essere efficaci e ben tollerate in pazienti affette da carcinoma della mammella. Nel trattamento adiuvante del carcinoma mammario in stadio iniziale con linfonodi positivi, le dosi raccomandate variano da 100 mg/m^2 a 120 mg/m^2 somministrate ogni 3-4 settimane. Il farmaco dovrebbe essere somministrato in bolo per via endovenosa in 5-10 minuti o come infusione endovenosa in un massimo di 30 minuti. Dosi inferiori (60-75 mg/m^2 o 105-120 mg/m^2 negli schemi posologici per alte dosi) sono raccomandate per i pazienti con riserve midollari ridotte dovute a precedenti trattamenti chemio- e/o radioterapici, ad eta' avanzata, o ad infiltrazione neoplastica midollare. La dose totale per ciclo puo' essere frazionata in 2-3 giorni consecutivi. Nel caso di impiego in associazione con altri farmaci antitumorali, le dosi devono essere opportunamente ridotte. Poiche' lapiu' importante via di eliminazione del farmaco e' rappresentata dal sistema epatobiliare, si suggerisce di ridurre il dosaggio di Farmorubicina in quei pazienti che presentano una compromissione della funzionalita' epatica, onde evitare un aumento della tossicita' globale. In linea di massima quando i livelli ematici di bilirubina sono compresi tra 1,4-3 mg/100 ml e la ritenzione della bromosulfonftaleina (BSF) e' del 9-15%, si raccomanda di somministrare meta' della normale dose di farmaco. Se i livelli di bilirubinemia e la ritenzione di BSF sono ancora piu' elevati, si raccomanda di somministrare un quarto della dose normale. Una moderata compromissione della funzionalita' renale non sembra essere un motivo per modificare le dosi raccomandate, data la bassa escrezione di farmaco attraverso l'emuntorio renale. Per somministrazione endovescicale: nel trattamento dei carcinomi papillari a cellule transizionali si consigliano instillazioni settimanali di 50 mg, da ripetere per 8 settimane; in caso di tossicita' locale, sara' opportuno ridurre la dose unitaria a 30 mg. Nel trattamento dei carcinomi in situ la dose potra' essere aumentata a 80 mg in rapporto alla tolleranza individuale. Nella profilassi delle recidive successive a resezione transuretrale di tumori superficiali, si consigliano instillazioni settimanali di 50 mg, da ripetere per 4 settimane, seguite da instillazioni mensili della stessa dose fino ad un anno. Il farmaco non e' attivaper via orale e non deve essere somministrata per via intramuscolare o intratecale. Per somministrazione endovenosa: e' opportuno eseguire la somministrazione endovenosa nell'arco di 5-10 minuti attraverso il tubolare di una fleboclisi di soluzione fisiologica in corso, dopo essersi accertati che l'ago sia perfettamente in vena. Questa tecnica riduce il pericolo di fuoriuscita del farmaco ed assicura il lavaggio della vena al termine della somministrazione. Se durante la somministrazione il farmaco fuoriesce dalla vena, possono derivare lesioni tissutali fino alla necrosi. Una sclerosi venosa puo' essere osservata quando l'iniezione sia eseguita in piccoli vasi o venga ripetuta nella stessavena. Per somministrazione endovescicale: la soluzione del farmaco, da instillare mediante catetere, deve essere trattenuta in loco per un'ora, dopodiche' il paziente verra' invitato a vuotare la vescica. Nel corso dell'instillazione potra' essere opportuno ruotare il bacino delpaziente, onde assicurare un piu' ampio contatto della soluzione con la mucosa vescicale. Preparazione della soluzione Per uso endovenoso Farmorubicina si scioglie completamente sia in acqua che in soluzione fisiologica salina. Quest'ultima e' preferibile perche' permette di ottenere una soluzione isotonica, notoriamente meglio tollerata. Flaconi di polvere liofilizzata da 10 mg, aggiungere 5 ml di diluente, 2 mg/mldi concentrazione finale; flaconi di polvere liofilizzata da 50 mg, aggiungere 25 ml di diluente, 2 mg/ml di concentrazione finale. Per usoendovescicale la dose prescelta di farmaco va sempre disciolta in 50 ml di soluzione fisiologica o di acqua distillata sterile. Dopo aver aggiunto il diluente, il flaconcino deve essere agitato in modo da permettere la completa dissoluzione del farmaco.

Effetti indesiderati

I seguenti effetti indesiderati sono stati osservati durante il trattamento con il farmaco. Oltre il 10% dei pazienti trattati possono sviluppare effetti indesiderati. I piu' comuni effetti indesiderati sono mieolosoppressione, effetti indesiderati gastrointestinali, anoressia, alopecia, infezioni. >>Infezioni e infestazioni. Comune: infezione. Non noto: shock asettico, sepsi, polmonite. >>Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi inclusi). Raro: leucemia linfocitica acuta, leucemia mielogena acuta. >>Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto comune: mielosoppressione (leucopenia, granulocitopenia e neutropenia, anemia e neutropenia febbrile). Non comune: trombocitopenia. Non noto: emorragia e ipossia indotta da mielosoppressione. >>Disturbi del sistema immunitario. Raro: anafilassi. >>Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Comune: anoressia, disidratazione. Raro: iperuricemia. >>Patologie del sistema nervoso. Raro: capogiri. >>Patologie dell'occhio. Non noto: congiuntivite, cheratite. >>Patologie cardiache.Raro: insufficienza cardiaca congestizia (dispnea, edema, epatomegalia, ascite, edema polmonare, versamento pleurico, ritmo di galoppo), cardiotossicita' (alterazioni dell'ECG, aritmie, cardiomiopatia), tachicardia ventricolare, bradicardia, blocco AV, blocco di branca. >>Patologie vascolari. Comune: vampate di calore. Non comune: flebite, tromboflebite. Non noto: shock, tromboembolismo, inclusa embolia polmonare. >>Patologie gastrointestinali. Comune: mucosite, esofagite, stomatite, vomito, diarrea, nausea. >>Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Molto comune: alopecia. Raro: orticaria. Non noto: tossicita' locale, rash, prurito, alterazioni cutanee, eritema, rossore, iperpigmentazione della cute e delle unghie, fotosensibilita', ipersensibilita' della cute precedentemente irradiata (reazione di richiamo su aree irradiate). >>Patologie renali e urinarie. Molto comune: colorazione rossa delle urine per 1 o 2 giorni dopo la somministrazione. >>Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Raro: amenorrea, azoospermia. >>Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: eritema in sede di infusione. Raro: malessere/astenia, febbre, brividi. >>Esami diagnostici. Raro: alterazioni dei valori delle transaminasi. Non noto: riduzione repentina della frazione di eiezione del ventricolo sinistro. >>Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura. Comune: cistite chimica, a volte emorragica, e' stata osservata dopo la somministrazione endovescicale. Gli effetti indesiderati sistemici gravi al farmaco, quali reazioni allergiche, sono rari, poiche' solo una piccola percentuale del principio attivo viene riassorbita dopo instillazione endovescicale. Reazioni locali quali sensazione di bruciore ed evacuazione frequenti sono comunemente riportate. Sono stati riportati episodi occasionali di cistite chimica o batterica. Questi eventi avversi sono per la maggior parte reversibili.

Indicazioni

Il farmaco si e' dimostrato capace di indurre risposte utili in un ampio spettro di malattie neoplastiche tra cui carcinoma della mammella,linfomi maligni, sarcomi delle parti molli, carcinoma gastrico, carcinoma del fegato, pancreas, sigma retto, carcinoma del distretto cervico-facciale, carcinoma polmonare, carcinoma ovarico, leucemie. Per instillazione endovescicale, il farmaco e' indicato nel trattamento dei carcinomi superficiali della vescica (a cellule transizionali, carcinomain situ) e nella profilassi delle recidive dopo intervento di resezione transuretrale.

Controindicazioni ed effetti secondari

Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti, ad altre antracicline o antracenedioni. Allattamento. Uso endovenoso: mielosoppressione persistente, grave insufficienza epatica, graveinsufficienza miocardica, infarto miocardico recente, grave aritmia, pregresso trattamento con le massime dosi cumulative di epirubicina e/o di altre antracicline e antracenedioni, pazienti con infezioni sistemiche acute, angina pectoris instabile, miocardiopatia. Uso endovescicale: infezioni delle vie urinarie, infiammazione della vescica, ematuria, tumori invasivi alla vescica, problemi di cateterizzazione.

Composizione ed Eccipienti

Farmaco 10 mg/5 ml polvere: metile para-idrossibenzoato, lattosio. Solvente: soluzione fisiologica salina. Farmaco 50 mg polvere: metile para-idrossibenzoato, lattosio.

Avvertenze

Prima di iniziare il trattamento con il farmaco, i pazienti devono recuperare dalla tossicita' acuta da precedente terapia citotossica. La gravita' della neutropenia e stomatite/mucosite puo' risultare aumentata. La cardiotossicita' e' un rischio del trattamento con le antracicline che si puo' manifestare con eventi acuti o ritardati. La cardiotossicita' si manifesta principalmente con tachicardia sinusale e/o alterazioni del tracciato ECG. Sono stati inoltre segnalati tachiaritmia, incluse contrazioni ventricolari premature, tachicardia ventricolare ebradicardia, oltre a blocco di branca e blocco atrioventricolare. La cardiomiopatia ritardata si manifesta mediante una ridotta frazione dieiezione ventricolare sinistra e/o segni e sintomi di scompenso cardiaco congestizio quali dispnea, edema polmonare, edema dipendente, cardiomegalia ed epatomegalia, oliguria, ascite, versamento pleurico e ritmo di galoppo. Lo scompenso cardiaco potenzialmente fatale e' la formapiu' grave di cardiomiopatia indotta da antracicline e rappresenta latossicita' che limita le dosi cumulative del medicinale. Il rischio di sviluppare uno scompenso cardiaco congestizio aumenta rapidamente con l'aumentare di dosi cumulative totali oltre 900 mg/m^2. La funzione cardiaca deve essere valutata prima di iniziare il trattamento con epirubicina e deve essere monitorata durante la terapia per minimizzare il rischio di un grave danno cardiaco. Tale rischio puo' essere ridottocon un monitoraggio regolare della LVEF durante il trattamento e con l'immediata sospensione della terapia al comparire del primo segno di compromissione della funzionalita' cardiaca. La valutazione della funzionalita' cardiaca al basale e' raccomandata soprattutto nei pazienti con fattori di rischio per un'aumentata cardiotossicita' e deve essereeffettuata soprattutto con dosi cumulative elevate di antracicline. Ifattori di rischio per la tossicita' cardiaca comprendono una malattia cardiovascolare in atto o silente, una terapia radiante precedente oconcomitante sull'area mediastinica pericardica, un precedente trattamento con altre antracicline o antracenedioni e l'uso concomitante di medicinali che sopprimono la contrattilita' cardiaca o di medicinali cardiotossici. La funzionalita' cardiaca deve essere attentamente monitorata nei pazienti che assumono dosi cumulative elevate e in quelli con fattori di rischio. La cardiotossicita' con epirubicina puo' verificarsi con dosi cumulative piu' basse in presenza o in assenza di fattori di rischio per la tossicita' cardiaca. La epirubicina puo' determinare mielosoppressione. Prima e durante ogni ciclo di terapia con epirubicina deve essere valutato il profilo ematologico, incluso la conta differenziale dei globuli bianchi. La tossicita' ematologica si manifesta prevalentemente con leucopenia e/o granulocitopenia reversibili e dose dipendenti che rappresentano le manifestazioni piu' comuni di tossicita' acuta dose-limitante di questo medicinale. La leucopenia e la neutropenia sono solitamente piu' gravi con trattamenti a dosi elevate, con il nadir che si verifica nella maggior parte dei casi tra il decimo ed il quattordicesimo giorno dopo la somministrazione del farmaco; questo e' di solito transitorio e la conta dei globuli bianchi/neutrofili ritorna ai valori normali entro il ventunesimo giorno. Le consequenze cliniche della mielosoppressione grave sono febbre, infezioni, sepsi/setticemia, shock settico, emorragia, ipossia tissutale o decesso. Sono stati riportati casi di leucemia secondaria nei pazienti trattati con antracicline. La leucemia secondaria e' piu' comune quando questi medicinali vengono somministrati in combinazione con agenti antineoplastici che danneggiano il DNA, in combinazione con la radioterapia, quando i pazienti sono stati pesantemente pretrattati con farmaci citotossici, o quando le dosi di antracicline sono state aumentate. Queste leucemie possono avere un periodo di latenza che varia da 1 a 3 anni. Epirubicina induce emesi. Le mucositi/stomatiti di solito si verificano immediatamente dopo la somministrazione del farmaco e, se gravi, possono progredire in pochi giorni ad ulcerazioni delle mucose. Il recuperoda questi eventi avversi avviene per la maggior parte dei pazienti entro la terza settimana di terapia. La principale via di eliminazione della epirubicina e' il sistema epatobiliare. I livelli di bilirubina totale sierica e AST devono essere valutati prima e durante il trattamento con epirubicina. I pazienti con bilirubina o AST elevate possono mostrare una piu' bassa clearance del farmaco con un aumento della tossicita' globale. Dosi piu' basse sono raccomandate in questi pazienti. Pazienti con danni epatici gravi non devono assumere epirubicina. La creatinina sierica deve essere valutata prima e durante la terapia. Unacorrezione della dose e' necessaria in pazienti con valori di creatinina sierica >5 mg/dl. L'iniezione in un piccolo vaso o iniezioni ripetute effettuate nella stessa vena possono determinare flebosclerosi. Lostravaso di epirubicina durante l'iniezione endovenosa puo' determinare dolore locale, lesioni tissutali gravi e necrosi. Se durante la somministrazione endovenosa di epirubicina dovessero comparire segni o sintomi di stravaso, l'infusione del medicinale deve essere interrotta immediatamente. Il paziente deve essere monitorato attentamente duranteil periodo successivo perche' dopo diverse settimane dall'avvenuto stravaso si puo' manifestare necrosi. In concomitanza con l'utilizzo di epirubicina sono stati riportati casi di tromboflebiti e di fenomeni tromboembolici, inclusa l'embolia polmonare. Epirubicina puo' determinare iperuricemia come conseguenza dell'esteso catabolismo delle purine associato alla rapida lisi delle cellule tumorali indotta dal medicinale. I livelli ematici di acido urico, potassio, calcio fosfato e creatinina devono essere valutati dopo l'inizio del trattamento. L'idratazione, l'alcalinizzazione delle urine e la profilassi con allopurinolo per prevenire l'uricemia possono minimizzare le potenziali complicanze della sindrome da lisi tumorale. La somministrazione di vaccini vivi ovivi attenuati in pazienti immunocompromessi dagli agenti chemioterapici inclusa la epirubicina, possono determinare infezioni gravi o fatali. Epirubicina puo' causare genotossicita'. Uomini e donne trattati con epirubicina devono far uso di metodi contraccettivi appropriati. I pazienti che desiderano avere figli dopo il completamento della terapia devono richiedere una consulenza genetica. La somministrazione di epirubicina puo' determinare sintomi di cistite chimica e costrizione della vescica. Farmorubicina, polvere per soluzione iniettabile, contiene metile para-idrossibenzoato. Questo puo' determinare reazioni allergiche, e in casi rari, difficolta' respiratorie.

Gravidanza e Allattamento

Disturbi della fertilita': il farmaco puo' determinare un danno cromosomiale negli spermatozoi umani. Gli uomini in terapia con il farmaco devono fare uso di metodi contraccettivi efficaci, e se appropriato e possibile andra' richiesta una consulenza sulla eventualita' di conservare lo sperma in quanto la terapia potrebbe causare infertilita' irreversibile. Il farmaco puo' causare amenorrea o menopausa precoce in donne in pre-menopausa. Gravidanza: dati sperimentali su animali suggeriscono che Farmorubicina puo' causare danno fetale quando somministrataa donne in gravidanza. Se la Farmorubicina viene assunta in gravidanza o se la paziente resta incinta mentre sta assumendo il farmaco, la paziente deve essere informata del potenziale rischio per il feto. Non ci sono studi in donne in gravidanza. Farmorubicina deve essere utilizzata durante la gravidanza soltanto se il potenziale beneficio giustifica il potenziale rischio per il feto. Allattamento: non e' noto se ilfarmaco viene escreta nel latte materno. Poiche' molti farmaci, inclusi altre antracicline vengono escrete nel latte materno, a causa dei potenziali effetti indesiderati gravi nei lattanti derivati dal farmaco, le madri devono interrompere l'allattamento prima di assumere questofarmaco.

Interazioni con altri prodotti

Il farmaco puo' essere usata anche in associazione ad altri chemioterapici antitumorali. Si puo' manifestare tossicita' cumulativa con effetti sul midollo osseo/ematologici e gastrointestinali. L'uso del farmaco nella chemioterapia combinata insieme ad altri potenziali farmaci cardiotossici, come l'uso concomitante con altri composti cardioattivi,richiede il monitoraggio della funzionalita' cardiaca per tutta la durata del trattamento. Il farmaco e' estensivamente metabolizzata dal fegato. I cambiamenti del metabolismo epatico indotti da terapie concomitanti possono incidere sul metabolismo del farmaco, sulla farmacocinetica, sull'efficacia terapeutica e/o sulla tossicita'. Le antraciclineinclusa la epirubicina non devono essere somministrate in combinazione con altri agenti cardiotossici a meno che la funzionalita' cardiaca del paziente non venga attentamente monitorata. I pazienti che assumono antracicline dopo l'interruzione del trattamento con altri agenti cardiotossici, ed in particolar modo con quelli che hanno una lunga emivita come il trastuzumab, possono essere anche esposti ad un aumentato rischio di comparsa di cardiotossicita'. Il trastuzumab ha una emivitadi circa 28,5 giorni e puo' persistere nel sistema circolatorio fino a 24 settimane. Pertanto, se possibile, i medici devono evitare una terapia a base di antracicline fino a 24 settimane dopo la fine del trattamento con trastuzumab. Se vengono utilizzate antracicline prima di questo tempo, la funzionalita' cardiaca deve essere attentamente monitorata. La vaccinazione con un vaccino vivo deve essere evitata nei pazienti che assumono epirubicina. I vaccini inattivati o uccisi possono essere somministrati; tuttavia, la risposta a questi vaccini potrebbe essere ridotta. La cimetidina aumenta la AUC del farmaco del 50% e l'impiego di questo medicinale deve essere interrotto durante il trattamento con Farmorubicina. Il paclitaxel, quando e' somministrato prima delfarmaco, puo' causare un aumento delle concentrazioni plasmatiche di epirubicina non modificata e dei suoi metaboliti; tuttavia questi ultimi non sono ne' tossici, ne' attivi. Quando il farmaco e' somministratprima dei taxani, la cosomministrazione di paclitaxel o docetaxel nonaltera la farmacocinetica del farmaco. Questa combinazione puo' essere utile se si usa alternare la somministrazione tra i due medicinali. L'infusione del farmaco e paclitaxel deve essere effettuata con un intervallo di almeno 24 ore tra i due medicinali. Il dexverapamil puo' alterare la farmacocinetica del farmaco e possibilmente aumentare il suoeffetto depressivo sul midollo osseo. Uno studio ha rilevato che il docetaxel somministrato dopo il medicinale puo' aumentare le concentrazioni plasmatiche dei metaboliti del farmaco. La chinina puo' accelerare la distribuzione iniziale del farmaco dal sangue nei tessuti e puo' influenzare la partizione dei globuli rossi da parte del farmaco. La cosomministrazione dell'interferone alfa 2 b puo' determinare una riduzione dell'emivita di eliminazione terminale sia della clearance totalesia di quella parziale del farmaco. La possibilita' di una mancata alterazione della ematopoiesi deve essere tenuta in considerazione e gestita con un (pre)trattamento con farmaci che agiscono sul midollo osseo (quali agenti citostatici, sulfonamide, cloramfenicolo, dienildantoina, derivati amidopiridinici, agenti antiretrovirali).

Forme Farmacologiche


Clicca qui per consultare il foglio illustrativo e riassunto delle caratteristiche di farmorubicina

Conservazione del prodotto

Proteggere dalla luce