alprazolam teva*20cpr 1mg alprazolam teva italia srl

Che cosa è alprazolam teva 20cpr 1mg?

Alprazolam teva compresse divisibili prodotto da teva italia srl
è un farmaco generico della categoria farmaci preconfezionati prodotti industrialmente - generici che appartiene alla fascia C che comprende quei farmaci che, non essendo considerati essenziali, sono completamente a carico del cittadino ma richiedono comunque prescrizione .
Alprazolam teva risulta non in commercio nelle farmacie italiane
E' stato sostituito dal prodotto alprazolam ratio 20cpr 1mg

E' utilizzato per la cura di ansiolitici.
Contiene i principi attivi: alprazolam
Composizione Qualitativa e Quantitativa: alprazolam.
Codice AIC: 035041108 Codice EAN: 0

Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?

Trattamento sintomatico dell'ansia; usare alprazolam se il disturbo e' grave o sta provocando uno stato di invalidita', oppure se il paziente sta avvertendo una sofferenza eccessiva in conseguenza del suo disturbo.

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Posologia

Il periodo di trattamento deve essere il piu' breve possibile. In ciascun paziente deve essere periodicamente riesaminata la necessita' di trattamento con alprazolam e la dose adatta. La durata totale del trattamento non deve superare le 8-12 settimane compreso il periodo di riduzione graduale della dose. In certe circostanze puo' essere necessario un trattamento prolungato, ma cio' va evitato fino a quando non saranno state riesaminate le condizioni del paziente. La dose ottimale di alprazolam deve essere determinata caso per caso a seconda della gravita' dei sintomi e della risposta del paziente. Nella maggior parte deipazienti, i sintomi d'ansia possono essere trattati efficacemente conuna dose compresa fra 0,5 e 3 mg al giorno, divisi in dosi somministrate separatamente. In nessun caso si deve superare la dose massima di 3 mg/die. I pazienti che non hanno mai assunto in precedenza farmaci psicotropi in generale richiedono dosi inferiori rispetto ai pazienti gia' trattati con tranquillanti, antidepressivi o ipnotici o in pazienti che siano alcolisti cronici. Per evitare l'atassia e un'ipersedazione, si consiglia di usare la dose minima efficace. >>Adulti. Dose iniziale: da 0,25 a 0,5 mg tre volte al giorno. Dose di mantenimento: da 0,5 a 3 mg al giorno in dosi frazionate. >>Pazienti anziani, debilitati oppure pazienti con disturbi della funzionalita' renale o epatica. Dose iniziale: 0,25 mg due o tre volte al giorno. Dose di mantenimento: da 0,5 a 0,75 mg al giorno in dosi frazionate: aumentare gradualmente la dose, se necessario, e se la malattia lo permette. Se si verificano effetti collaterali, la dose deve essere ridotta. La dose deve essere gradualmente ridotta. Si raccomanda di ridurre la dose giornaliera di alprazolam ad un tasso non superiore a 0,5 mg per tre giorni. In alcuni pazienti, puo' essere necessario ridurre la dose ancora piu' gradualmente. Popolazione pediatrica: la sicurezza e l'efficacia di alprazolam non sono state stabilite nei bambini e negli adolescenti al di sottodei 18 anni; pertanto l'uso di alprazolam non e' raccomandato. Con alprazolam 1 mg non si puo' somministrare la dose iniziale di 0,25 mg. Per somministrare questa dose bisogna usare compresse di alprazolam 0,25 mg o di alprazolam 0,5 mg (divisibili).

Effetti indesiderati

Sono stati osservati e segnalati durante il trattamento con alprazolam i seguenti effetti indesiderati con le seguenti frequenze: molto comune (>=1/10); comune (da >=1/100 a =1/1.000 a =1/10.000 a GRAVIDANZA E ALLATTAMENTOUna grande quantita' di dati basati su studi di coorte indicano che l'esposizione durante il primo trimestre alle benzodiazepine non e' associata ad un maggiore incremento del rischio di malformazioni. Tuttavia, alcuni studi epidemiologici caso-controllo hanno rilevato un aumento del rischio di schisi orale. I dati indicano che il rischio di avereun neonato con schisi orale in seguito all'esposizione materna alle benzodiazepine e' inferiore a 2/1000 rispetto alla percentuale previstadi circa 1/1000 nella popolazione generale. Il trattamento con le benzodiazepine ad alti dose, durante il secondo e/o terzo trimestre di gravidanza, ha rilevato una diminuzione dei movimenti attivi fetali ed una variabilita' del ritmo cardiaco fetale. Quando il trattamento e' stato somministrato per ragioni mediche durante l'ultimo periodo della gravidanza, anche a bassi dosaggi, puo' essere osservata la sindrome del "bambino flaccido"con ipotonia assiale, problemi di suzione che causano un incremento ponderale limitato. Questi segni sono reversibili mapossono durare da 1 a 3 settimane, in base all'emivita del prodotto. Ad alti dosi, possono presentarsi depressione respiratoria o apnea e ipotermia nei neonati. Inoltre, i sintomi da astinenza neonatali con ipereccitabilita', agitazione e tremore possono essere osservati pochi giorni dopo la nascita, anche se non compare alcuna sindrome del "bambino flaccido". La comparsa dei sintomi da astinenza dopo la nascita dipendono dall'emivita della sostanza. Considerando questi dati, l'uso dialprazolam durante la gravidanza puo' essere considerato, se vengono rispettate rigorosamente le indicazioni terapeutiche e la posologia. Se il trattamento con alprazolam e' necessario durante l'ultimo periododella gravidanza, occorre evitare dosi alte e monitorare nei neonati i sintomi da astinenza e/o la sindrome del "bambino flaccido". Alprazolam viene escreto nel latte materno in piccole quantita'. Tuttavia, siconsiglia alle donne di non allattare durante l'assunzione di alprazolam.

Indicazioni

Trattamento sintomatico dell'ansia; usare alprazolam se il disturbo e' grave o sta provocando uno stato di invalidita', oppure se il paziente sta avvertendo una sofferenza eccessiva in conseguenza del suo disturbo.

Controindicazioni ed effetti secondari

Miastenia grave; ipersensibilita' alle benzodiazepine, all'aprazolam o ad uno degli eccipienti della compressa; grave insufficienza respiratoria; sindrome dell'apnea notturna; grave insufficienza epatica.

Composizione ed Eccipienti

Sodio docusato, sodio benzoato, amido pregelatinizzato (amido di patata), cellulosa microcristallina, lattosio monoidrato, magnesio stearato, silice colloidale anidra, blu indigotina (E132).

Avvertenze

Tolleranza: dopo un uso ripetuto per alcune settimane puo' manifestarsi una perdita di efficacia delle benzodiazepine relativamente agli effetti ipnotici. Dipendenza: l'impiego di benzodiazepine puo' comportare lo sviluppo di dipendenza fisica e psichica da questi farmaci. Il rischio di dipendenza aumenta con la dose e la durata del trattamento; esso e' maggiore in pazienti con una storia di abuso di stupefacenti o alcool. La farmacodipendenza puo' avvenire a dosi terapeutiche e/o in pazienti senza fattore di rischio individuale. Vi e' un aumento del rischio di farmacodipendenza con l'uso combinato di alcune benzodiazepine senza tener conto degli effetti ansiolitico o ipnotici. Sono stati riportati casi di abuso. Una volta che si e' sviluppata la dipendenza fisica, la sospensione brusca del trattamento sara' accompagnata dai sintomi da astinenza. Questi possono consistere in emicrania, dolori muscolari, ansia di estrema gravita', tensione, irrequietezza, confusione, irritabilita'. Nei casi gravi possono manifestarsi i seguenti sintomi: depersonalizzazione, derealizzazione, iperacusia, intorpidimento e formicolio delle estremita', ipersensibilita' alla luce, al rumore e al contatto fisico, allucinazioni o crisi epilettiche. I sintomi da astinenza possono comparire alcuni giorni dopo la fine del trattamento. Insonnia e ansia da rimbalzo: all'interruzione del trattamento puo' presentarsi una sindrome transitoria in cui i sintomi che hanno condotto al trattamento con benzodiazepine, ricorrono in forma aggravata. Puo' essere accompagnata da altre reazioni, compresi cambiamenti di umore, ansia o disturbi del sonno e irrequietezza. Poiche' il rischio di fenomeni da astinenza o da rimbalzo e' maggiore dopo una rapida riduzione della dose o la sospensione brusca del trattamento, si consiglia di diminuire gradualmente il dosaggio. La durata del trattamento deve essere la piu' breve possibile a seconda delle indicazioni, ma non deve superare, in casi d'ansia e tensione, le 8-12 settimane, compreso il periodo di sospensione graduale. L'estensione della terapia oltre questo periodo non deve avvenire senza un'accurata rivalutazione della situazione clinica. Puo' essere utile informare il paziente quando il trattamento e' iniziato che esso sara' di durata limitata e spiegare precisamente come il dosaggio deve essere diminuito progressivamente. Inoltre e' importante che il paziente sia informato della possibilita' di fenomeni di rimbalzo, al fine di minimizzare la reazione ansiosa che l'eventuale comparsa di tali sintomi potrebbe scatenare alla sospensione del medicinale. E' accertato che, nel caso di benzodiazepine con una breve durata di azione, possono comparire sintomi da astinenza nell'intervallo tra una dose e l'altra, particolarmente per dosaggi elevati. Quando si usano benzodiazepine con una lunga durata di azione, e' importante avvisare il paziente che e' sconsigliabile il cambiamento improvviso con una benzodiazepina a breve durata di azione, poiche' possono comparire sintomi da astinenza. Amnesia: come avviene con altre benzodiazepine, alprazolam puo' indurre amnesia anterograda. Questa condizioneaccade piu' spesso molte ore dopo l'assunzione del prodotto e, quindiper ridurre il rischio i pazienti dovrebbero accertarsi di avere un sonno ininterrotto per 7-8 ore. Reazioni psichiatriche e paradosse: e' noto che l'uso di benzodiazepine puo' indurre reazioni come irrequietezza, agitazione, irritabilita', aggressivita', delusione, collera incubi notturni, allucinazioni, psicosi, comportamento improprio ed altri effetti comportamentali indesiderati. Se cio' dovesse avvenire, l'uso del medicinale deve essere sospeso. Tali reazioni sono piu' frequenti nei bambini e negli anziani. La sicurezza e l'efficacia di alprazolam non sono state dimostrate nei bambini e negli adolescenti al di sotto dei 18 anni; pertanto l'uso non e' raccomandato. Si consiglia di usaresempre la dose efficace piu' bassa nei pazienti anziani e/o debilitati per evitare l'atassia o un'ipersedazione. In pazienti con insufficienza respiratoria cronica bisogna somministrare una dose inferiore, data la possibilita' di depressione respiratoria. Si raccomanda cautela nel trattamento di pazienti con funzionalita' renale compromessa o insufficienza epatica di grado da lieve a moderato. Le benzodiazepine non sono indicate per il trattamento di pazienti con gravi disturbi epatici, dato che possono favorire lo sviluppo di encefalopatia. Le benzodiazepine non sono efficaci per il trattamento primario delle psicosi. Inalcuni casi sono stati segnalati episodi maniacali in pazienti con depressione latente. Nei pazienti che presentano una depressione maggiore o ansia associata a depressione, le benzodiazepine e gli agenti benzodiazepino-simili non devono essere usati da soli per il trattamento della depressione in quando potrebbero accelerare o aumentare il rischio di suicidio. Pertanto, alprazolam deve essere usato con cautela e laprescrizione deve essere limitata nei pazienti con segni e sintomi diun disturbo depressivo o tendenze al suicidio. Le benzodiazepine devono essere usate con estrema cautela anche in pazienti con anamnesi di abuso di alcool o di droghe. Il medicinale contiene lattosio.

Gravidanza e Allattamento

Una grande quantita' di dati basati su studi di coorte indicano che l'esposizione durante il primo trimestre alle benzodiazepine non e' associata ad un maggiore incremento del rischio di malformazioni. Tuttavia, alcuni studi epidemiologici caso-controllo hanno rilevato un aumento del rischio di schisi orale. I dati indicano che il rischio di avereun neonato con schisi orale in seguito all'esposizione materna alle benzodiazepine e' inferiore a 2/1000 rispetto alla percentuale previstadi circa 1/1000 nella popolazione generale. Il trattamento con le benzodiazepine ad alti dose, durante il secondo e/o terzo trimestre di gravidanza, ha rilevato una diminuzione dei movimenti attivi fetali ed una variabilita' del ritmo cardiaco fetale. Quando il trattamento e' stato somministrato per ragioni mediche durante l'ultimo periodo della gravidanza, anche a bassi dosaggi, puo' essere osservata la sindrome del "bambino flaccido"con ipotonia assiale, problemi di suzione che causano un incremento ponderale limitato. Questi segni sono reversibili mapossono durare da 1 a 3 settimane, in base all'emivita del prodotto. Ad alti dosi, possono presentarsi depressione respiratoria o apnea e ipotermia nei neonati. Inoltre, i sintomi da astinenza neonatali con ipereccitabilita', agitazione e tremore possono essere osservati pochi giorni dopo la nascita, anche se non compare alcuna sindrome del "bambino flaccido". La comparsa dei sintomi da astinenza dopo la nascita dipendono dall'emivita della sostanza. Considerando questi dati, l'uso dialprazolam durante la gravidanza puo' essere considerato, se vengono rispettate rigorosamente le indicazioni terapeutiche e la posologia. Se il trattamento con alprazolam e' necessario durante l'ultimo periododella gravidanza, occorre evitare dosi alte e monitorare nei neonati i sintomi da astinenza e/o la sindrome del "bambino flaccido". Alprazolam viene escreto nel latte materno in piccole quantita'. Tuttavia, siconsiglia alle donne di non allattare durante l'assunzione di alprazolam.

Interazioni con altri prodotti

Le benzodiazepine producono un effetto ulteriore se somministrate contemporaneamente ad alcool o a ad altri depressori del SNC. L'assunzione concomitante di alcool va evitata. Particolare attenzione deve essere posta con farmaci che rallentano la funzione respiratoria quali oppiodi (analgesici, farmaci antitosse, trattamenti sostitutivi), soprattutto negli anziani. Alprazolam deve essere usato con cautela se combinato ai farmaci deprimenti il SNC. L'effetto depressivo centrale puo' aumentare nei casi di uso concomitante di antipsicotici (neurolettici), ansiolitici/sedativi, alcuni antidepressivi, oppioidi, anticonvulsivi,H1- antistaminici sedativi. Tuttavia, se presi in combinazione con narcotici analgesici puo' verificarsi un aumento dell'effetto euforizzante del narcotico e un aumento della dipendenza psichica. Le interazioni farmacocinetiche possono verificarsi quando alprazolam viene somministrato in contemporanea con farmaci che inibiscono l'enzima epatico CYP3A4 aumentando i livelli plasmatici di alprazolam. Per la somministrazione contemporanea di alprazolam con potenti inibitori del CYP3A4 come antimicotici azoici (ketoconazolo, itraconazolo, posaconazolo, voriconazolo), inibitori della proteasi, nefazodone, fluvoxamina, fluoxetina, carbamazepina, dextropropossifene, cimetidina, contraccettivi orali, sertralina, diltiazem o alcuni macrolidi (eritromicina, claritromicina, telitromicina) deve essere prestata molta cautela e occorre considerare una sostanziale riduzione del dosaggio. Digossina: e' stato segnalato un aumento dei livelli plasmatici di digossina con il concomitante impiego di 1 mg di alprazolam al giorno, specialmente negli anziani. Pertanto, i pazienti che ricevono in concomitanza alprazolam e digossina devono essere attentamente monitorati per riscontrare eventuali segni e sintomi di tossicita' da digossina. Carbamazepina: considerandole interazioni farmacocinetiche, potrebbe verificarsi un effetto ridotto di alprazolam in pazienti che assumono carbamazepina (induttore del citocromo P450 3A4). Le concentrazioni plasmatiche di alprazolam nella fase di eliminazione dipendono da alcuni enzimi epatici (in particolare il citocromo P450 3A4) per il metabolismo e sono ridotte da farmaci che inducono questi enzimi. Miorilassanti: bisogna considerare un aumento dell'effetto miolitico quando si usa alprazolam durante la terapia con un miorilassante, specialmente durante l'inizio del trattamento con alprazolam. Imipramina e desipramina: e' stato riferito che la concomitante somministrazione di alprazolam (a dosi fino a 4 mg/die) con imipramina e desipramina ha provocato un aumento rispettivamente del31% e del 20% dei livelli plasmatici allo stato stazionario di questesostanze. Non si sa ancora se questi cambiamenti abbiano un significato clinico. Warfarin: non si e' potuto stabilire se vi siano effetti sui tempi di protrombina e sui livelli plasmatici di warfarin. Non e' stata riscontrata alcuna interazione con propranololo, fenitoina e disulfiram.

Forme Farmacologiche


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Conservazione del prodotto

Non conservare a temperatura superiore ai 25 gradi C.