zeffix os fl 240ml 5mg/ml lamivudina glaxosmithkline spa

Che cosa è zeffix os fl 240ml 5mg/ml?

Zeffix soluzione orale prodotto da glaxosmithkline spa
è un farmaco etico della categoria specialita' medicinali con prescrizione medica che appartiene alla fascia A che comprende tutti i farmaci essenziali e per malattie croniche, che sono gratuiti per il cittadino, su questi farmaci le Regioni sono comunque libere di applicare eventualmente un ticket .
Zeffix risulta in commercio nelle farmacie italiane

E' utilizzato per la cura di antivirali per uso sistemico, nucleosidi e nucleotidi inibitori dellatrascrittasi inversa.
Contiene i principi attivi: lamivudina
Composizione Qualitativa e Quantitativa: lamivudina.
Codice AIC: 034506030 Codice EAN: 0

Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?

Il farmaco e' indicato per il trattamento dell'epatite cronica B nei pazienti adulti con: malattia epatica compensata con evidenza di attiva replicazione virale, livelli sierici di alanina aminotransferasi (ALT) persistentemente elevati ed evidenza istologica di infiammazione attiva del fegato e/o fibrosi. L'inizio del trattamento con lamivudina deve essere considerato solo quando non sia disponibile o appropriato l'impiego di un agente antivirale alternativo con una barriera geneticamaggiore alla resistenza. malattia epatica scompensata in associazione con un secondo agente senza resistenza crociata alla lamivudina.

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Posologia

Posologia: la terapia con il farmaco deve essere iniziata da un medico esperto nel trattamento dell'epatite cronica B. Adulti: la dose raccomandata del medicinale e' di 100 mg una volta al giorno. Nei pazienticon malattia epatica scompensata, la lamivudina deve essere sempre usata in associazione con un secondo agente antivirale senza resistenza crociata alla lamivudina per ridurre il rischio di resistenza ed ottenere una rapida soppressione virale. Durata del trattamento: la durata ottimale del trattamento non e' nota. Nei pazienti con epatite cronicaB (CHB) HBeAg positiva senza cirrosi, il trattamento deve essere somministrato per almeno 6-12 mesi dopo che la sieroconversione HBeAg (scomparsa di HBeAg e HBV DNA con rilevazione di HBeAb) e' stata confermata, per limitare il rischio di ricaduta virologica o fino alla sieroconversione HBsAg o se si verifica perdita di efficacia. I livelli sierici di ALT e HBV DNA devono essere monitorati regolarmente dopo la sospensione del trattamento per rilevare ogni ricaduta virologica tardiva. Nei pazienti con CHB HBeAg negativa (mutanti pre-core), senza cirrosi,il trattamento deve essere somministrato almeno fino alla sieroconversione HBs o se vi e' evidenza di perdita di efficacia. Con il trattamento prolungato si raccomanda un regolare controllo per confermare che la continuazione della terapia scelta rimanga appropriata per il paziente. Nei pazienti con malattia epatica scompensata o cirrosi e in quelli sottoposti a trapianto di fegato non e' raccomandata la sospensionedel trattamento. In caso di interruzione del farmaco, i pazienti devono essere periodicamente controllati allo scopo di evidenziare una epatite recidivante. Resistenza clinica: nei pazienti con CHB, sia HBeAg positiva che HBeAg negativa, lo sviluppo del mutante YMDD (tirosina-metionina-aspartato-aspartato) dell'HBV puo' portare ad una diminuita risposta terapeutica alla lamivudina, evidenziata da un aumento dell'HBVDNA e delle ALT rispetto ai precedenti livelli in corso di trattamento. Per ridurre il rischio di resistenza nei pazienti trattati con lamivudina in monoterapia deve essere presa in considerazione una modificadel trattamento qualora l'HBV DNA rimanga rilevabile a 24 settimane ooltre di trattamento. Nei pazienti con mutante YMDD dell'HBV si deve prendere in considerazione l'aggiunta di un agente alternativo senza resistenza crociata alla lamivudina. Popolazioni speciali. Popolazione pediatrica: la sicurezza e l'efficacia del farmaco nei bambini e negliadolescenti al di sotto dei 18 anni di eta' non sono state stabilite.Insufficienza renale: nei pazienti con insufficienza renale da moderata a grave, le concentrazioni di lamivudina nel siero (AUC) sono aumentate a causa della ridotta clearance renale. Il dosaggio deve pertantoessere ridotto nei pazienti con clearance della creatinina inferiore a 50 ml/minuto. Se sono richieste dosi inferiori ai 100 mg, si deve impiegare la soluzione orale del farmaco. Tabella 1: dosaggio del farmaco nei pazienti con clearance renale ridotta. Clearance della creatinina (ml/min) 30-<15, dose iniziale del farmaco soluzione orale 20 ml (100 mg), dose di mantenimento 1 volta al girno 10 ml (5 mg); clearance della creatinina 15-<30, dose iniziale 20 ml (100 mg), dose di mantenimento 5 ml (25 mg); clearance della creatinina 5-<15, dose iniziale 7 ml (35 mg), dose di mantenimento 3 ml (15 mg); clearance della creatinina <5, dose iniziale 7 ml (35 mg), dose di mantenimento 2 ml (10 mg). I dati disponibili in pazienti sottoposti ad emodialisi intermittente (per una durata inferiore o uguale a 4 ore di dialisi 2-3 volte a settimana) indicano che dopo la riduzione della dose iniziale di lamivudina per compensare la clearance della creatinina, durante la dialisi none' necessaria nessun'altra modifica di dosaggio. Insufficienza epatica: i dati ottenuti nei pazienti con insufficienza epatica, compresi quelli con malattia epatica avanzata in attesa di trapianto, mostrano che la farmacocinetica della lamivudina non e' significativamente influenzata da disfunzioni epatiche. In base a tali dati, non e' necessario un aggiustamento della posologia nei pazienti con insufficienza epatica a meno che non sia accompagnata ad insufficienza renale. Modo di somministrazione: il farmaco puo' essere preso con o senza cibo.

Effetti indesiderati

Le reazioni avverse piu' comunemente riportate sono state malessere ed affaticamento, infezioni del tratto respiratorio, mal di gola e disturbi tonsillari, cefalea, dolore o crampi addominali, nausea, vomito ediarrea. >>Patologie del sistema emolinfopoietico. Non nota: trombocitopenia. >>Disturbi del sistema immunitario. Raro: angioedema. >>Patologie epatobiliari. Molto comune: aumento dei livelli di ALT. Le riacutizzazioni dell'epatite rilevate essenzialmente dagli incrementi delle ALT sieriche sono state riportate durante il trattamento e dopo la sospensione della lamivudina. La maggior parte degli eventi e' stata di natura autolimitante; tuttavia molto raramente sono stati osservati casi fatali. >>Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: eruzione cutanea, prurito. >>Patologie del sistema muscoloscheletrico edel tessuto connettivo. Comune: aumento dei livelli di CPK, disturbi muscolari, comprendenti mialgia e crampi. Non nota: rabdomiolisi. In pazienti con infezioni da HIV sono stati riferiti casi di pancreatite eneuropatie periferiche (o parestesie). Casi di acidosi lattica, talvolta fatali, generalmente associati a epatomegalia grave e steatosi epatica, sono stati riferiti durante la terapia di associazione con analoghi nucleosidici in pazienti con HIV. Sono stati riferiti casi di acidosi lattica in pazienti trattati con lamivudina per l'epatite B.

Indicazioni

Il farmaco e' indicato per il trattamento dell'epatite cronica B nei pazienti adulti con: malattia epatica compensata con evidenza di attiva replicazione virale, livelli sierici di alanina aminotransferasi (ALT) persistentemente elevati ed evidenza istologica di infiammazione attiva del fegato e/o fibrosi. L'inizio del trattamento con lamivudina deve essere considerato solo quando non sia disponibile o appropriato l'impiego di un agente antivirale alternativo con una barriera geneticamaggiore alla resistenza. malattia epatica scompensata in associazione con un secondo agente senza resistenza crociata alla lamivudina.

Controindicazioni ed effetti secondari

Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.

Composizione ed Eccipienti

Saccarosio (20 % p/v), metile paraidrossibenzoato (E218), propile paraidrossibenzoato (E216), acido citrico (anidro), glicole propilenico, sodio citrato, aroma artificiale di fragola, aroma artificiale di banana, acqua depurata.

Avvertenze

La somministrazione di lamivudina non e' attualmente raccomandata neibambini (dai due anni in poi) a negli adolescenti con epatite cronicaB compensata. L'efficacia della lamivudina in pazienti con concomitante infezione da epatite Delta o epatite C non e' stata stabilita e si raccomanda cautela. Durante la terapia con il farmaco i pazienti devono essere controllati regolarmente. I livelli delle ALT e l'HBV DNA devono essere controllati ad intervalli di 3 mesi e nei pazienti HBeAG positivi, l'HBeAG deve essere valutato ogni 6 mesi. Riacutizzazione dell'epatite durante il trattamento: le riacutizzazioni spontanee dell'epatite cronica B sono relativamente comuni e sono caratterizzate da aumenti transitori dell'ALT nel siero. Nei pazienti con malattia epatica compensata questi aumenti dell'ALT del siero in generale non sono statiaccompagnati da un aumento delle concentrazioni della bilirubina sierica o da segni di scompenso epatico. Con una terapia prolungata sono state identificate sub-popolazioni virali HBV con ridotta suscettibilita' alla lamivudina (mutante YMDD dell'HBV). In alcuni pazienti lo sviluppo del mutante YMDD dell'HBV puo' portare a riacutizzazione dell'epatite evidenziata. Nei pazienti con presenza del mutante YMDD dell'HBV si deve considerare l'aggiunta di un secondo agente senza resistenza crociata alla lamivudina. Riacutizzazione dopo la sospensione del trattamento: riacutizzazione acuta dell'epatite e' stata osservata nei pazienti che avevano sospeso la terapia per l'epatite B ed era in generaleevidenziata dall'aumento delle ALT sieriche e dalla ricomparsa dell'HBV-DNA. Per i pazienti trattati con lamivudina la maggior parte degli aumenti delle ALT dopo trattamento si e' verificata tra le 8 e le 12 settimane dopo il trattamento. Se il farmaco viene sospeso i pazienti devono essere periodicamente monitorati sia a livello clinico che attraverso la valutazione di test sierici di funzionalita' epatica per almeno 4 mesi, e in seguito come previsto dalla pratica clinica. Riacutizzazione nei pazienti con cirrosi scompensata: coloro che subiscono il trapianto e i pazienti con cirrosi scompensata corrono maggior rischio di replicazione virale attiva. A causa di una ridotta funzionalita' epatica in questi pazienti, la riattivazione dell'epatite dovuta alla sospensione della lamivudina o alla perdita di efficacia durante il trattamenti puo' provocare scompenso grave. Questi pazienti devono essere controllati per i parametri clinici, virologici e sierologici associati con l'epatite B, per la funzione renale ed epatica e per la rispostaantivirale. I parametri di laboratorio da controllare devono includere l'ALT sierica, la bilirubina, l'albumina, l'azotemia, la creatinina e lo stato virologico: antigeni/anticorpi HBV, e dove possibile, le concentrazioni sieriche di DNA dell'HBV. Co-infezione da HIV: nei pazienti con co-infezione da HIV e che ricevono, o stanno per ricevere, la terapia con lamivudina o l'associazione lamivudina/zidovudina, deve essere mantenuta la dose di lamivudina prescritta per l'infezione da HIV.Trasmissione dell'epatite B: non esistono informazioni sulla trasmissione materno-fetale dell'epatite B nelle donne gestanti trattate con lamivudina. Devono essere seguite le normali procedure raccomandate perl'immunizzazione contro il virus dell'epatite B nei bambini. Intolleranza agli eccipienti: i pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al fruttosio, di malassorbimento del glucosio-galattosio o deficienza della sucrasi-isomaltasi non devono prendere questo medicinale.Il paziente diabetico deve tenere presente che ciascuna dose di soluzione orale contiene 4 g di saccarosio. La soluzione orale contiene propile e metile paraidrossibenzoato che possono causare una reazione allergica in alcuni individui. Acidosi lattica e grave epatomegalia con steatosi: con l'uso di analoghi nucleosidici sono stati riportati casi di acidosi lattica, talvolta fatali, di solito associati ad epatomegalia grave e steatosi epatica. Il trattamento con analoghi nucleosidici deve essere interrotto nel caso si verifichi un rapido innalzamento dei livelli di amonitransferasi, epatomegalia progressiva o acidosi metabolica/lattica ad eziologia sconosciuta. Sintomi non gravi a carico dell'apparato digerente come nausea, vomito e dolore addominale potrebbero essere indicativi di sviluppo di acidosi lattica. Casi gravi sono stati associati a pancreatite, insufficienza epatica/steatosi epatica, insufficienza renale ed elevati livelli di lattato sierico. Disfunzione mitocondriale: gli analoghi nucleosidici e nucleotidici sia in vivo che in vitro causano un grado variabile di danno mitocondriale. Sono stati riportati casi di disfunzione mitocondriale in neonati esposti agli analoghi mucleosidici in utero e/o dopo la nascita. I principali eventi avversi riportati sono disturbi ematologici, disturbi metabolici.Sono stati riportati disturbi neurologici a comparsa ritardata. I disturbi neurologici potrebbero essere transitori o permanenti. Il farmaco non deve essere preso con qualsiasi altro medicinale contenente lamivudina o medicinali contenenti emtricitabina.

Gravidanza e Allattamento

Gravidanza: una grande quantita' di dati su donne in gravidanza (piu'di 1000 casi di esposizione) non indicano alcuna tossicita' relativa a malformazioni. Il farmaco puo' essere usato in gravidanza se clinicamente necessario. Per le pazienti che vengono trattate con lamivudina e successivamente iniziano una gravidanza, si deve considerare la possibilita' di una ricomparsa dell'epatite a seguito della sospensione della lamivudina. Allattamento: sulla base di piu' di 130 coppie madre/figlio in trattamento per l'HIV, le concentrazioni sieriche della lamivudina nei bambini allattati al seno da madri in trattamento per l'HIV sono molto basse (circa 0,06-4% delle concentrazioni sieriche materne)e progressivamente diminuiscono a livelli non rilevabili quando i bambini allattati al seno raggiungono le 24 settimane di eta'. La quantita' totale di lamivudina ingerita da un bambino allattato al seno e' molto bassa e pertanto e' probabile che cio' porti ad esposizioni che esercitano un effetto antivirale sub-ottimale. L'epatite B materna non comporta una controindicazione all'allattamento al seno se il neonato viene adeguatamente gestito per la prevenzione dell'epatite B alla nascita e non vi e' evidenza che la bassa concentrazione di lamivudina nellatte materno comporti effetti indesiderati nei bambini allattati al seno. Pertanto l'allattamento al seno puo' essere preso in considerazione nelle madri che allattano trattate con lamivudina per l'HBV tenendo in considerazione il beneficio dell'allattamento al seno per il bambino e il beneficio della terapia per la madre. Qualora vi sia trasmissione materna dell'HBV, nonostante l'adeguata profilassi, deve essere presa in considerazione l'interruzione dell'allattamento al seno per ridurre il rischio di emergenza di mutanti resistenti alla lamivudina nel neonato. Fertilita': nessun dato disponibile. Disfunzione mitocondriale: e' stato dimostrato che gli analoghi nucleosidici e nucleotidici sia in vivo che in vitro causano un grado variabile di danno mitocondriale. Sono stati riportati casi di disfunzione mitocondriale in neonati esposti agli analoghi nucleosidici in utero e/o dopo la nascita.

Interazioni con altri prodotti

Sono stati effettuati studi di interazione solo negli adulti. La probabilita' di interazioni metaboliche e' bassa a causa del limitato metabolismo, del basso legame con le proteine plasmatiche e della eliminazione renale pressoche' completa della sostanza nella sua forma immodificata. La lamivudina e' prevalentemente eliminata per secrezione cationica attiva. Deve esser tenuta in considerazione la possibilita' di interazioni con altri medicinali somministrati in concomitanza, particolarmente se la loro via di eliminazione principale e' la secrezione renale attiva per mezzo del sistema di trasporto dei cationi organici peresempio trimetoprim. Altri medicinali (per esempio ranitidina, cimetidina) vengono eliminati solo in parte tramite questo meccanismo e non hanno mostrato di interagire con la lamivudina. Le sostanze prevalentemente escrete tramite il sistema attivo degli anioni organici oppure tramite filtrazione glomerulare difficilmente danno luogo ad interazioni significative, dal punto di vista clinico, con la lamivudina. La somministrazione di trimetoprim/sulfametossazolo 160 mg/800 mg determina un aumento di circa il 40% nei livelli plasmatici di lamivudina. La lamivudina non ha alcun effetto sulla farmacocinetica del trimetoprim o del sulfametossazolo. Tuttavia, non e' necessaria alcuna modifica posologica della lamivudina, a meno che il paziente non abbia insufficienza renale. E' stato osservato un lieve aumento della Cmax (28%) della zidovudina quando somministrata in associazione alla lamivudina; tuttavia l'esposizione complessiva (AUC) non risulta alterata in modo significativo. La zidovudina non ha effetti sulla farmacocinetica della lamivudina. La lamivudina non presenta alcuna interazione farmacocinetica con l'alfa-interferone, quando i due medicinali sono somministrati insieme. Nei pazienti che ricevevano lamivudina in concomitanza con comuni medicinali immunosoppressori (per es. ciclosporina A) non e' stata riscontrata alcuna interazione sfavorevole rilevante dal punto di vistaclinico. Tuttavia, non sono stati realizzati studi formali sulle interazioni.

Forme Farmacologiche


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Conservazione del prodotto

Conservare a temperatura non superiore ai 25 gradi C.