tacrolimus acc*20cps 1mg tacrolimus accord healthcare italia srl

Che cosa è tacrolimus acc 20cps 1mg?

Tacrolimus acc capsule prodotto da accord healthcare italia srl
è un farmaco generico della categoria farmaci preconfezionati prodotti industrialmente - generici .
Tacrolimus acc risulta non in commercio nelle farmacie italiane

E' utilizzato per la cura di inibitori della calcineurina.
Contiene i principi attivi: tacrolimus
Composizione Qualitativa e Quantitativa: tacrolimus.
Codice AIC: 040384063 Codice EAN: 0

Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?

Profilassi del rigetto del trapianto nei pazienti riceventi trapiantoallogenico di fegato, rene o cuore. Trattamento del rigetto di trapianto allogenico resistente al trattamento con altri medicinali immunosoppressori.

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Posologia

Lo scambio involontario tra le formulazioni a rilascio immediato e a rilascio prolungato e' pericoloso. Mantenere i pazienti in terapia conuna sola formulazione di tacrolimus. Dopo il trasferimento a una qualsiasi formulazione alternativa, effettuare il monitoraggio terapeuticodel farmaco e gli aggiustamenti di dose per assicurare che sia mantenuta l'esposizione sistemica al tacrolimus. Nella fase inziale del periodo post-operatorio, viene somministrato normalmente in associazione ad altri farmaci immunosoppressori: la dose puo' variare. >>Trapianto di fegato: profilassi del rigetto di trapianto. Adulti: 0,10-0,20 mg/kg/die per via orale in 2 dosi e 12 ore dopo il termine dell'intervento chirurgico. Se le condizioni cliniche non permettono la somministrazione orale, iniziare la somministrazione e.v. di 0,01-0,05 mg/kg/die mediante infusione continua per 24 ore. Bambini: 0,30 mg/kg/die per via orale in 2 dosi. Se le condizioni cliniche non permettono la somministrazione orale, somministrare una dose e.v. di 0,05 mg/kg/die mediante infusione continua per 24 ore. Terapia antirigetto. Adulti e bambini: sono stati utilizzati l'aumento delle dosi di tacrolimus, la associazione di terapie supplementari a base di corticosteroidi e l'introduzionedi brevi cicli di trattamento con anticorpi monoclonali/policlonali; se si osservano segni di tossicita' ridurre la dose di tacrolimus. Cominciare la terapia con una dose orale iniziale raccomandata per l'immunosoppressione primaria. >>Trapianto di rene: profilassi del rigetto di trapianto. Adulti: 0,20-0,30 mg/kg/die per via orale in 2 dosi entro24 ore dal termine dell'intervento chirurgico. Se le condizioni cliniche del paziente non permettono la somministrazione orale, iniziare laterapia mediante infusione e.v. continua per 24 ore con dosi pari a 0,05-0,10 mg/kg/die. Bambini: 0,30 mg/kg/die per via orale in 2 dosi. Se le condizioni del paziente non permettono la somministrazione orale,somministrare una dose e.v. iniziale di 0,075-0,100 mg/kg/die mediante infusione continua per 24 ore. Le dosi di tacrolimus vengono ridottenel periodo post-trapianto. Terapia antirigetto. Adulti e bambini: per gestire episodi di rigetto, sono stati utilizzati l'aumento delle dosi di tacrolimus, terapia aggiuntiva con corticosteroidi, e l'introduzione di brevi cicli di trattamento con anticorpi monoclonali/policlonali. Se si osservano segni di tossicita' e' necessaria la riduzione della dose di tacrolimus. >>Trapianto di cuore: profilassi del rigetto ditrapianto. Adulti: tacrolimus puo' essere utilizzato con l'induzione con un anticorpo o senza induzione con un anticorpo. Dopo l'induzione con un anticorpo cominciare la terapia orale con 0,075 mg/kg/die somministrati in 2 dosi entro 5 giorni dal termine dell'intervento chirurgico, appena le condizioni cliniche del paziente si sono stabilizzate. Se le condizioni cliniche del paziente non permettono la somministrazione orale, iniziare la terapia mediante infusione e.v. continua per 24 ore con dosi pari a 0,01-0,02 mg/kg/die. E' stata pubblicata una strategia alternativa, in cui il tacrolimus orale e' stato somministrato entro 12 ore dal trapianto. Questo approccio terapeutico e' stato riservato a pazienti senza disfunzione d'organo ed e' stata utilizzata una dose orale iniziale di tacrolimus di 2-4 mg per giorno in associazione con micofenolato mofetile e corticosteroidi o in associazione con sirolimus e corticosteroidi. Bambini: tacrolimus e' stato utilizzato con osenza induzione con anticorpo in pazienti pediatrici sottoposti a trapianto di cuore. In pazienti senza induzione con anticorpo, se la terapia con tacrolimus viene iniziata per via e.v., la dose iniziale raccomandata e' 0,03-0,05 mg/kg/die mediante infusione e.v. continua per 24ore con l'obiettivo di raggiungere la concentrazione ematica di tacrolimus pari a 15-25 ng/ml. Convertire i pazienti alla terapia orale appena le condizioni cliniche lo permettono. La prima dose di terapia orale deve essere di 0,30 mg/kg/die, cominciando 8-12 ore dopo la sospensione della terapia e.v.. In seguito all'induzione con anticorpo, se laterapia con tacrolimus viene cominciata per via orale, la dose iniziale raccomandata e' 0,10-0,30 mg/kg/die somministrata in 2 dosi. Le dosi di tacrolimus vengono in genere ridotte nel periodo post-trapianto. Terapia antirigetto. Adulti e bambini: per gestire episodi di rigetto,sono stati utilizzati l'aumento delle dosi di tacrolimus, l'associazione di terapie supplementari a base di corticosteroidi e l'introduzione di brevi cicli di anticorpi monoclonali/policlonali. Nei pazienti adulti trasferiti alla terapia con tacrolimus, una dose orale iniziale di 0,15 mg/kg/die deve essere somministrata in 2 dosi. Nei pazienti pediatrici trasferiti alla terapia con tacrolimus, una dose orale iniziale di 0,20-0,30 mg/kg/die deve essere somministrata in 2 dosi. In pazienti sottoposti a trapianto di polmone, tacrolimus e' stato utilizzato ad una dose orale iniziale di 0,10-0,15 mg/kg/die, in pazienti sottoposti a trapianto di pancreas ad una dose orale iniziale di 0,2 mg/kg/die e in pazienti sottoposti a trapianto di intestino ad una dose orale iniziale di 0,3 mg/kg/die. Nei pazienti con grave compromissione epatica puo' rendersi necessaria la riduzione della dose. Compromissione renale: non e' necessario un aggiustamento posologico, monitorare la funzionalita' renale. I pazienti pediatrici richiedono dosi 1 e mezzo/2 volte superiori a quelle degli adulti per raggiungere livelli ematici simili. Prestare attenzione quando si convertono i pazienti in terapia con ciclosporina alla terapia con tacrolimus. In presenza di elevati livelli ematici di ciclosporina ritardare la somministrazione di tacrolimus. Controllare i livelli ematici di ciclosporina anche dopo il trasferimento alla nuova terapia. Monitorare i livelli ematici minimi di tacrolimus nel periodo post-trapianto. Quando viene somministrato per via orale, valutare i livelli ematici minimi dopo 12 ore circa dalla somministrazione, circa 2 volte alla settimana durante il primo periodo post-trapianto e poi periodicamente durante la terapia di mantenimento; anche dopo ogni aggiustamento posologico, dopo variazioni del regimeimmunosoppressore o dopo la somministrazione contemporanea di sostanze che possono alterare le concentrazioni ematiche del tacrolimus. La maggior parte dei pazienti puo' essere trattata con successo se i livelli ematici minimi di tacrolimus sono mantenuti sotto i 20 ng/ml. Nellapratica clinica i livelli ematici minimi sono in genere compresi nell'intervallo tra 5 e 20 ng/ml nei pazienti trapiantati di fegato e tra 10 e 20 ng/ml nei pazienti trapiantati di rene e di cuore. Successivamente le concentrazioni ematiche sono state comprese nell'intervallo tra 5 e 15 ng/ml nei pazienti sottoposti a trapianto di fegato, di cuoree di rene.

Effetti indesiderati

La somministrazione orale risulta associata ad una minore incidenza di reazioni avverse rispetto all'impiego per via endovenosa. Le seguenti reazioni avverse sono state segnalate nell'esperienza post-marketing. Patologie cardiache. Comune da >= 1/100 a < 1/10: disturbi ischemicidelle coronarie, tachicardia; non comune da >= 1/1000 a < 1/100: aritmie ventricolari e arresto cardiaco, insufficienza cardiaca, cardiomiopatie, ipertrofia ventricolare, aritmie sopraventricolari, aritmie, palpitazioni, esami ECG alterati, esami della frequenza e delle pulsazioni cardiache alterati; raro da >= 1/10000 a < 1/1000: versamento pericardico; molto raro < 1/10000: ecocardiogramma alterato. Patologie del sistema emolinfopoietico. Comune: anemia, leucopenia, trombocitopenia,leucocitosi, anomalie nelle analisi dei globuli rossi; non comune: coagulopatie, anomalie nelle analisi della coagulazione e del sanguinamento, pancitopenia, neutropenia; raro: porpora trombotica trombocitopenica, ipoprotrombinemia. Patologie del sistema nervoso. Molto comune >=1/10: tremore, cefalea; comune: convulsioni, alterazioni della coscienza, parestesia e disestesia, neuropatie periferiche, capogiri, incapacita' di scrivere, disturbi del sistema nervoso; non comune: coma, emorragie nel sistema nervoso centrale e accidenti cerebrovascolari, paralisi e paresi, encefalopatia, alterazioni del linguaggio e dell'espressione, amnesia; raro: ipertono; molto raro: miastenia. Patologie dell'occhio. Comune: vista annebbiata, fotofobia, disturbi oculari; non comune: cataratta; raro: cecita'. Patologie dell'orecchio e del labirinto. Comune: tinnito; non comune: ipoacusia; raro: sordita'; molto raro: compromissione dell'udito. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: dispnea, disturbi del parenchima polmonare, versamentopleurico, faringite, tosse, congestione nasale e infiammazioni; non comune: insufficienza respiratoria, disturbi delle vie respiratorie, asma; raro: sindrome da distress respiratorio acuto. Patologie gastrointestinali. Molto comune: diarrea, nausea; comune: condizioni di infiammazione del tratto gastrointestinale, ulcerazione e perforazione del tratto gastrointestinale, emorragie gastrointestinali, stomatite e ulcera, ascite, vomito, dolore gastrointestinale e addominale, segni e sintomi di dispepsia, stipsi, flatulenza, gonfiore e distensione, feci molli, segni e sintomi gastrointestinali; non comune: ileo paralitico, peritonite, pancreatite acuta e cronica, aumento dell'amilasi nel sangue, reflusso gastroesofageo, compromissione dello svuotamento gastrico; raro: ileo subocclusivo, pseudocisti pancreatiche. Patologie renali e urinarie. Molto comune: compromissione renale; comune: insufficienza renale, insufficienza renale acuta, oliguria, necrosi tubulo-renale, nefropatia tossica, alterazioni urinarie, sintomi vescicali e uretrali; non comune: anuria, sindrome uremica emolitica; molto raro: nefropatia, cistite emorragica. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo.Comune: prurito, eruzione cutanea, alopecia, acne, aumento della sudorazione; non comune: dermatite, fotosensibilita'; raro: necrolisi epidermica tossica; molto raro: sindrome di Stevens-Johnson. Patologie delsistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comune: artralgia, crampi muscolari, dolori agli arti, dolore alla schiena; raro: disturbi articolari. Patologie endocrine. Raro: irsutismo. Patologie del metabolismo e della nutrizione. Molto comune: iperglicemia, diabete mellito, iperkalemia; comune: ipomagnesiemia, ipofosfatemia, ipokaliemia,ipocalcemia, iponatriemia, sovraccarico di liquidi, iperuricemia, riduzione dell'appetito, anoressia, acidosi metaboliche, iperlipidemia, ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia, altre alterazioni elettrolitiche; non comune: disidratazione, ipoproteinemia, iperfosfatemia, ipoglicemia. Infezioni ed infestazioni: i pazienti trattati con tacrolimus sono spesso soggetti ad un rischio maggiore di infezioni; il decorso diinfezioni preesistenti puo' essere aggravato. Le infezioni possono verificarsi sia in forma generalizzata che in forma localizzata. In pazienti trattati con tacrolimus sono stati segnalati casi di nefropatia associata a virus BK, nonche' casi di leucoencefalopia multifocale progressiva (PML) associata a virus JC. Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura. Comune: disfunzione da trapianto primario, errori di terapia compreso lo scambio involontario dalle formulazioni a rilascio immediato o a rilascio prolungato di tacrolimus. E' stato segnalato un numero di casi di rigetto dell'organo ad esso associati. Tumori benigni, maligni e non specificati: i pazienti trattati con immunosoppressori hanno un rischio maggiore di sviluppo di tumori maligni; sono state segnalate neoplasie benigne e maligne. Patologie vascolari. Molto comune: ipertensione; comune: emorragie, eventi tromboembolici e ischemici, disturbi vascolari periferici, disturbi vascolari ipotensivi; non comune: infarto, trombosi venosa profonda dell'arto, shock. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: condizioni di astenia, disturbi febbrili, edema, dolore e sensazione di disagio, aumento di fosfatasi alcalina, aumento di peso, alterazione della percezione della temperatura corporea¸non comune: insufficienza della funzionalita' multi-organo, malattia simil-influenzale,intolleranza alla temperatura, sensazione di oppressione toracica, sensazione di irrequietezza, sensazione di anormalita', aumento della lattato deidrogenasi ematica, perdita di peso¸raro: sete, lipotimia, costrizione toracica, ridotta mobilita', ulcera; molto raro: aumento del tessuto adipose. Disturbi del sistema immunitario: sono state osservate reazioni allergiche e anafilattoidi. Patologie epatobiliari. Comune:alterazione degli enzimi epatici e della funzionalita' epatica, colestasi e ittero, danno epatocellulare ed epatite, colangite; raro: trombosi dell'arteria epatica, epatopatia veno-occlusiva; molto raro: insufficienza epatica, stenosi del condotto biliare. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Non comune: dismenorrea e sanguinamento uterino. Disturbi psichiatrici. Molto comune: insomnia; comune: sintomi di ansia, confusione e disorientamento, depressione, umore depresso, alterazioni e turbe dell'umore, incubi, allucinazioni, disturbi mentali; non comune: disturbi psicotici.

Indicazioni

Profilassi del rigetto del trapianto nei pazienti riceventi trapiantoallogenico di fegato, rene o cuore. Trattamento del rigetto di trapianto allogenico resistente al trattamento con altri medicinali immunosoppressori.

Controindicazioni ed effetti secondari

Ipersensibilita' al tacrolimus o ad altri macrolidi. Ipersensibilita'ad uno qualsiasi degli eccipienti.

Composizione ed Eccipienti

Contenuto delle capsule rigide: lattosio monoidrato, croscarmellosa sodica (E468), ipromellosa (E464), magnesio stearato (E572). Involucro della capsula: gelatina, titanio diossido (E 171), ferro ossido giallo(E 172), sodio laurilsolfato. Inchiostro di stampa dell'involucro delle capsule rigide: gomma lacca, propilenglicole, potassio idrossido, ferro ossido nero (E172).

Avvertenze

Durante il periodo iniziale post-trapianto, deve essere effettuato regolarmente il monitoraggio dei seguenti parametri: pressione sanguigna, ECG, controllo neurologico e oculistico, glicemia a digiuno, elettroliti, test di funzionalita' epatica e renale, parametri ematologici, parametri della coagulazione e determinazioni delle proteine plasmatiche. Se si osservano variazioni clinicamente significative, devono essere prese in considerazione opportune modifiche del regime immunosoppressivo. Sono stati osservati errori di somministrazione del farmaco tra le formulazioni a rilascio immediato e a rilascio prolungato di tacrolimus: cio' ha portato a gravi eventi avversi, compreso il rigetto dell'organo trapiantato. I pazienti devono essere mantenuti in terapia conuna sola formulazione di tacrolimus con il corrispondente regime posologico giornaliero; cambi della formulazione o del regime devono essere effettuati solo sotto la stretta supervisione di uno specialista in trapianti. L'assunzione di preparati fitoterapici contenenti l'erba diSan Giovanni o di altri preparati di origine vegetale deve essere evitata durante l'assunzione di tacrolimus a causa del rischio di interazioni con conseguente diminuzione delle concentrazioni di tacrolimus nel sangue e riduzione dell'efficacia clinica. Poiche' i livelli ematicidi tacrolimus possono variare in modo significativo durante episodi di diarrea, si raccomanda un monitoraggio supplementare delle concentrazioni di tacrolimus durante questi episodi. La somministrazione di ciclosporina e tacrolimus in associazione deve essere evitata ed e' necessario prestare particolare attenzione quando il tacrolimus viene somministrato a pazienti precedentemente in terapia con ciclosporina. Sono state osservate ipertrofia ventricolare o ipertrofia del setto: nella maggior parte dei casi si sono dimostrate reversibili, dato che si sono manifestate principalmente in bambini con concentrazioni ematiche minime di tacrolimus molto piu' alte dei livelli massimi raccomandati. Altri fattori ritenuti in grado di aumentare il rischio di queste condizioni cliniche includevano malattie cardiache preesistenti, uso di corticosteroidi, ipertensione, disfunzione renale o epatica, infezioni, sovraccarico volemico e edema. I pazienti ad alto rischio devono esserecontrollati con esami strumentali quali ecocardiografia, o ECG prima e dopo il trapianto. Nel caso in cui insorgessero alterazioni, si deveprendere in considerazione la riduzione della dose di tacrolimus o iltrasferimento ad un altro farmaco immunosoppressivo. Si raccomanda cautela nei pazienti con diagnosi o con sospetto di sindrome congenita del prolungamento dell'intervallo QT. E' stato segnalato che pazienti trattati con tacrolimus hanno sviluppato malattie linfoproliferative associate ad infezione da virus di Epstein-Barr (EBV). I pazienti trasferiti alla terapia con tacrolimus non devono ricevere un trattamento antilinfocitario concomitante. E' stato segnalato un rischio maggiore disviluppo di malattie linfoproliferative in bambini molto piccoli (< 2anni) EBV-VCA negativi. Durante la terapia, si raccomanda un accuratocontrollo con EBV-PCR. La positivita' di EBV-PCR puo' persistere per mesi e non e' di per se' indicativa di malattia linfoproliferativa o di linfoma. E' stato riportato che pazienti trattati con tacrolimus hanno sviluppato sindrome da encefalopatia posteriore reversibile (PRES).Se viene diagnosticata la PRES, si raccomanda un opportuno controllo della pressione sanguigna e delle convulsioni e l'immediata interruzione del tacrolimus sistemico. I pazienti trattati con il tacrolimus, sono esposti a maggior rischio di infezioni opportunistiche. Fra queste patologie sono annoverate la nefropatia associata al virus BK e la leucoencefalopia multifocale progressiva (PML) associata al virus JC. Queste infezioni sono spesso correlate a un alto carico immunosoppressivototale e possono causare patologie gravi o fatali che i medici devonotenere in considerazione nella diagnosi differenziale in pazienti immunosoppressi con peggioramento della funzionalita' renale o con sintomi neurologici. L'esposizione alla luce del sole e ai raggi ultravioletti deve essere limitata indossando indumenti protettivi e applicando un filtro solare con un alto fattore di protezione. Non e' noto il rischio di un tumore secondario. Contiene lattosio. E' essenzialmente privo di sodio.

Gravidanza e Allattamento

Il tacrolimus puo' essere preso in considerazione nelle donne in gravidanza quando non esiste un'alternativa piu' sicura e quando i benefici percepiti giustifichino il rischio potenziale per il feto. In caso di esposizione in utero, e' raccomandato il monitoraggio del neonato per controllare i potenziali effetti avversi del tacrolimus. Esiste un rischio di parto prematuro come anche di iperkaliemia nel neonato. Le donne in terapia con tacrolimus non devono allattare.

Interazioni con altri prodotti

Il tacrolimus disponibile per via sistemica viene metabolizzato tramite il CYP3A4 epatico nel fegato. L'uso concomitante di medicinali o dirimedi fitoterapici che inibiscono o inducono il CYP3A4 puo' influiresul metabolismo del tacrolimus e quindi aumentarne o diminuirne i livelli ematici. Si consiglia quindi di monitorare i livelli ematici di tacrolimus quando vengono utilizzate contemporaneamente sostanze in grado di alterare il metabolismo di CYP3A, e di aggiustare la dose di tacrolimus in modo appropriato per mantenere una costante esposizione al tacrolimus. Le seguenti sostanze hanno dimostrato di incrementare i livelli ematici di tacrolimus: ketoconazolo, fluconazolo, itraconazolo evoriconazolo, l'antibiotico macrolide eritromicina o gli inibitori della proteasi HIV. L'uso concomitante di queste sostanze puo' richiedere la riduzione delle dosi di tacrolimus in quasi tutti i pazienti. Interazioni piu' deboli sono state osservate con clotrimazolo, claritromicina, iosamicina, nifedipina, nicardipina, diltiazem, verapamil, danazolo, etinilestradiolo, omeprazolo e nefazodone. Le seguenti sostanze hanno dimostrato essere potenziali inibitori del metabolismo di tacrolimus: bromocriptina, cortisone, dapsone, ergotamina, gestodene, lidocaina, mefenitoina, miconazolo, midazolam, nilvadipina, noretisterone, quinidina, tamoxifene, troleandomicina. E' stato segnalato che l'assunzione di succo di pompelmo provoca un aumento del livello ematico di tacrolimus e deve essere quindi evitata. Le seguenti sostanze hanno dimostrato di diminuire i livelli ematici di tacrolimus: rifampicina, fenitoina e con l'erba di San Giovanni che possono richiedere l'aumento delle dosi di tacrolimus. Interazioni sono state segnalate anche con il fenobarbital. I corticosteroidi alle dosi di mantenimento hanno dimostrato di ridurre i livelli ematici di tacrolimus. Alte dosi di prednisolone o metilprednisolone hanno il potenziale di aumentare e diminuire ilivelli ematici di tacrolimus. Carbamazepina, metamizolo e isoniazidehanno il potenziale di ridurre le concentrazioni di tacrolimus. L'usoconcomitante di tacrolimus con medicinali noti essere metabolizzati dal CYP3A4 puo' interferire con il metabolismo di questi medicinali. L'emivita della ciclosporina viene prolungata in caso di somministrazione contemporanea di tacrolimus. Inoltre si possono verificare effetti nefrotossici sinergici/additivi. La somministrazione concomitante di ciclosporina e tacrolimusnon e' raccomandata e si deve fare attenzione quando il tacrolimus viene somministrato in pazienti che hanno precedentemente ricevuto ciclosporina. E' stato dimostrato che il tacrolimus aumenta il livello ematico di fenitoina. Occorre prestare particolare attenzione quando vengono decise le misure anticoncezionali. La farmacocinetica delle statine e' in gran parte immodificata dalla somministrazione contemporanea di tacrolimus. Il tacrolimus potrebbe ridurre potenzialmente la clearance e aumentare l'emivita di pentobarbital e fenazone. L'uso concomitante di tacrolimus con medicinali noti per i loro effetti nefrotossici o neurotossici puo' aumentare questi effetti. Dopola somministrazione di amfotericina B e ibuprofene contemporaneamenteal tacrolimus e' stata osservata una maggiore nefrotossicita'. E' necessario evitare l'assunzione di potassio a dosi elevate, o di diuretici risparmiatori di potassio. Deve essere evitato l'uso di vaccini viviattenuati. Il tacrolimus e' ampiamente legato alle proteine plasmatiche. Devono essere considerate le possibili interazioni con altri medicinali noti per l'alta affinita' con le proteine plasmatiche, anticoagulanti orali o antidiabetici orali.

Forme Farmacologiche


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Conservazione del prodotto

Conservare a temperatura inferiore a 25 gradi C. Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dall'umidita'. Le capsule rigide devono essere prese immediatamente dopo la rimozione dal blister.