suboxone*28cpr subling 8mg+2mg buprenorfina, indivior italia srl

Che cosa è suboxone 28cpr subling 8mg+2mg?

Suboxone compresse sublinguali prodotto da indivior italia srl
è un farmaco solo uso ospedaliero della categoria specialita' medicinali con prescrizione medica .
Suboxone risulta non in commercio nelle farmacie italiane

E' utilizzato per la cura di farmaci utilizzati nei disturbi da dipendenza.
Contiene i principi attivi: buprenorfina cloridrato/naloxone cloridrato diidrato
Composizione Qualitativa e Quantitativa: buprenorfina e naloxone.
Codice AIC: 037604042 Codice EAN: 0

Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?

Trattamento sostitutivo per la dipendenza da oppioidi, nell'ambito diun trattamento medico, sociale e psicologico. L'obiettivo del componente naloxone e' di scoraggiarne l'uso improprio per via endovenosa. Iltrattamento e' destinato all'uso su adulti e adolescenti di eta' superiore ai 15 anni che abbiano dato il proprio consenso al trattamento della dipendenza.

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Posologia

Il trattamento deve avvenire sotto la supervisione di un medico esperto nel trattamento della dipendenza da oppioidi. Prima di iniziare la terapia si raccomanda l'esecuzione di prove di funzionalita' epatica edi test per l'epatite virale al basale. I pazienti con test positivi per l'epatite virale, sottoposti a trattamento concomitante con altri medicinali e/o affetti da disfunzione epatica sono a rischio di accelerazione di lesioni epatiche. Si raccomanda un regolare monitoraggio della funzionalita' epatica. Prima dell'inizio del trattamento, occorre prendere in considerazione il tipo di dipendenza da oppioidi (ovvero, oppioide a lunga o breve durata d'azione), il lasso di tempo trascorsodall'ultimo consumo di oppioidi e il grado di dipendenza dagli oppioidi. Al fine di evitare la precipitazione dei sintomi di astinenza, l'induzione con buprenorfina/naloxone o con sola buprenorfina deve essereintrapresa solo in presenza di sintomi oggettivi e chiari di astinenza. Nei pazienti dipendenti da eroina o da oppioidi a breve durata d'azione, la prima dose di buprenorfina/naloxone deve essere assunta alla comparsa dei primi segni di astinenza, ma non prima che siano trascorse almeno 6 ore dall'ultima assunzione di oppioidi da parte del paziente. Per i pazienti cui viene somministrato metadone, la dose di metadone deve essere ridotta fino ad un massimo di 30 mg/die prima di iniziare la terapia con buprenorfina/naloxone. Occorre considerare la lunga emivita del metadone quando si inizia la terapia con buprenorfina/naloxone. La prima dose di buprenorfina/naloxone deve essere assunta solo alla comparsa dei primi segni d'astinenza, ma non prima che siano trascorse almeno 24 ore dall'ultima assunzione di metadone da parte del paziente. La buprenorfina puo' causare la precipitazione dei sintomi di astinenza in pazienti con dipendenza da metadone. Terapia iniziale (induzione): la dose iniziale raccomandata negli adulti e adolescenti di eta' superiore ai 15 anni corrisponde a una o due compresse da 2 mg/0,5mg. Il primo giorno, e' possibile somministrare una o due compresse ulteriori da 2 mg/0,5 mg in base alle singole esigenze del paziente. Durante l'inizio del trattamento, si raccomanda la supervisione giornaliera della somministrazione per assicurare il corretto posizionamento sublinguale della dose e per osservare la risposta del paziente al trattamento, quale guida a un'efficace titolazione della dose secondo l'effetto clinico. In seguito all'induzione del trattamento del primo giorno, il paziente deve essere stabilizzato a una dose di mantenimento nei giorni successivi adattando progressivamente la dose secondo l'effetto clinico del singolo paziente. La titolazione della dose in regimi di 2-8 mg e' guidata dalla nuova valutazione dello stato clinico e psicologico del paziente, e non deve superare la dose giornaliera massima di 24 mg. Somministrazione a giorni alterni: una volta raggiunta una stabilizzazione soddisfacente e' possibile diminuire la frequenza dellasomministrazione adottando un regime a giorni alterni corrispondente al doppio della dose giornaliera titolata su base individuale. Ad esempio, a un paziente stabilizzato alla somministrazione di una dose giornaliera di 8 mg possono essere somministrati 16 mg a giorni alterni, senza alcuna somministrazione nei giorni interposti. In alcuni pazienti, dopo il raggiungimento di una stabilizzazione soddisfacente, e' possibile diminuire la frequenza della somministrazione fino a 3 volte a settimana (ad esempio lunedi', mercoledi' e venerdi'). La dose del lunedi' e del mercoledi' deve corrispondere al doppio della dose giornaliera titolata su base individuale, e quella del venerdi' al triplo delladose giornaliera titolata su base individuale, senza alcuna somministrazione nei giorni interposti. Tuttavia, la dose somministrata in un determinato giorno non deve superare i 24 mg. Per i pazienti che richiedono una titolazione della dose giornaliera > 8 mg/die questo regime potrebbe non essere adeguato. Una volta raggiunta una stabilizzazione soddisfacente e previo consenso del paziente, e' possibile ridurre gradualmente il dosaggio a una dose di mantenimento inferiore; in casi particolarmente favorevoli e' possibile interrompere il trattamento. La disponibilita' di dosi da 2 mg/0,5 mg e 8 mg/2 mg consente una titolazione del dosaggio verso il basso. Per i pazienti che richiedono una dose inferiore di buprenorfina, e' possibile utilizzare buprenorfina 0,4 mg. E' opportuno monitorare i pazienti dopo la sospensione, a causa della possibilita' di ricadute. Anziani: la sicurezza e l'efficacia di buprenorfina/naloxone non sono state stabilite. Non e' possibile fare raccomandazioni sulla posologia. Compromissione epatica: prima di iniziare la terapia si raccomanda l'esecuzione di prove di funzionalita' epatica e di test per l'epatite virale al basale. I pazienti con test positivi per l'epatite virale, sottoposti a trattamento concomitante conaltri medicinali e/o affetti da disfunzione epatica sono a rischio diaccelerazione di lesioni epatiche. Si raccomanda un regolare monitoraggio della funzionalita' epatica. L'effetto della compromissione epatica sulla farmacocinetica di buprenorfina e naloxone non e' noto. Poiche' entrambi i principi attivi vengono largamente metabolizzati, si prevedono livelli plasmatici superiori in pazienti affetti da compromissione epatica moderata e grave. Non e' noto se entrambi i principi attivi siano interessati dal fenomeno in uguale misura. Dal momento che la farmacocinetica di buprenorfina/naloxone puo' essere alterata nei pazienti con compromissione epatica, si raccomandano dosi iniziali inferiori e un'accurata titolazione della dose nei pazienti con compromissione epatica da lieve a moderata. L'uso di buprenorfina/naloxone e' controindicato nei pazienti con grave disfunzione epatica. Danno renale: non e' necessario modificare la dose. Si raccomanda cautela nella somministrazione del medicinale a pazienti con grave danno renale. Popolazione pediatrica: la sicurezza e l'efficacia di buprenorfina/naloxone nonsono state stabilite. Non vi sono dati disponibili. La somministrazione sublinguale rappresenta l'unica via di somministrazione efficace e sicura per questo medicinale. La compressa deve essere posta sotto la lingua fino a completa dissoluzione. I pazienti non devono ingerire o consumare cibi o bevande fino alla completa dissoluzione della compressa. La dose e' costituita da compresse da 2 mg/0,5 mg e 8 mg/2 mg, chepossono essere assunte contemporaneamente o in due porzioni separate;la seconda porzione deve essere assunta immediatamente dopo la dissoluzione della prima.

Effetti indesiderati

La frequenza dei possibili effetti indesiderati elencati di seguito viene definita usando la seguente convenzione: molto comune (>=1/10), comune (>=1/100, =1/1.000, =1/10.000, >Reazioni avverse riportate per la sola buprenorfina per il trattamento della dipendenza da oppioidi. Disturbidel sistema immunitario. Raro: shock anafilattico; non nota: sepsi. Disturbi psichiatrici. Molto comune: insonnia; raro: allucinazione; nonnota: uso errato intenzionale del farmaco. Patologie del sistema nervoso. Molto comune: cefalea; comune: capogiri, sonnolenza, sincope. Patologie vascolari. Comune: ipotensione ortostatica. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Raro: depressione respiratoria, broncospasmo. Patologie gastrointestinali. Molto comune: nausea, vomito; comune: stipsi. Patologie epatobiliari. Raro: necrosi epatica, epatite. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: iperidrosi; raro: angioedema. Condizioni di gravidanza, puerperio e perinatali. Non nota: aborto spontaneo. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: astenia; non nota: sindrome da astinenza da droghe, sindrome da astinenza da droga neonatale, reazione locale. Le reazioni avverse elencate con frequenza non nota sono state riportate nelle seguenti circostanze: in caso di uso improprio per viaendovenosa del farmaco, sono state segnalate reazioni locali, talvolta settiche, ed epatite acuta potenzialmente grave; nei pazienti che presentano una spiccata dipendenza da droghe, l'iniziale somministrazione di buprenorfina puo' produrre una sindrome da astinenza da droghe simile a quella associata al naloxone; e' stato segnalato aborto spontaneo sia con buprenorfina che con buprenorfina/naloxone. Non e' possibile stabilire una relazione causale o determinare la frequenza poiche' icasi di aborto spontaneo implicano, notoriamente, l'utilizzo di altrifarmaci o l'esistenza di fattori di rischio. E' stata riportata una sindrome da astinenza da droga neonatale fra i neonati di donne che avevano assunto buprenorfina durante la gravidanza. La sindrome puo' essere piu' lieve e piu' protratta di quella determinata da agonisti pienia breve durata d'azione dei recettori mc degli oppioidi. La natura della sindrome puo' variare in base al passato da tossicodipendente della madre.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTOI dati relativi all'uso del medicinale in donne in gravidanza non sono sufficienti. Gli studi sugli animali hanno mostrato una tossicita' riproduttiva. Il rischio potenziale per gli esseri umani non e' noto. Verso il termine della gravidanza, dosi elevate di buprenorfina possonoindurre depressione respiratoria nei neonati anche dopo un breve periodo di somministrazione. La somministrazione a lungo termine di buprenorfina durante gli ultimi tre mesi di gravidanza puo' determinare una sindrome da astinenza neonatale. Nel caso in cui intervenga una gravidanza durante il trattamento con buprenorfina/naloxone, la madre e il feto devono essere strettamente monitorati e, qualora sia richiesto un ulteriore trattamento, intervenire optando per un trattamento con solabuprenorfina. Non e' noto se naloxone sia escreto nel latte materno. Buprenorfina e i suoi metaboliti sono escreti nel latte materno. Nei ratti, e' stato rilevato che la buprenorfina inibisce l'allattamento. Si raccomanda pertanto di interrompere l'allattamento durante il trattamento con il farmaco. Studi sugli animali hanno mostrato una riduzionedella fertilita' femminile ad alte dosi (esposizione sistemica > 2,4 volte l'esposizione umana alla dose massima raccomandata di 24 mg di buprenorfina, in base all'AUC).

Indicazioni

Trattamento sostitutivo per la dipendenza da oppioidi, nell'ambito diun trattamento medico, sociale e psicologico. L'obiettivo del componente naloxone e' di scoraggiarne l'uso improprio per via endovenosa. Iltrattamento e' destinato all'uso su adulti e adolescenti di eta' superiore ai 15 anni che abbiano dato il proprio consenso al trattamento della dipendenza.

Controindicazioni ed effetti secondari

Ipersensibilita' ai principi attivi o ad uno qualsiasi degli eccipienti; grave insufficienza respiratoria; grave compromissione epatica; alcolismo acuto o delirium tremens.

Composizione ed Eccipienti

Lattosio monoidrato, mannitolo, amido di mais, povidone K 30, acido citrico anidro, citrato di sodio, magnesio stearato, acesulfame potassio, aroma naturale di limone e lime.

Avvertenze

Avvertenze generali relative alla somministrazione di oppioidi: l'usodi buprenorfina/naloxone puo' produrre ipotensione ortostatica nei pazienti ambulatoriali. Occorre cautela nei pazienti che usano buprenorfina che presentino traumatismo al capo, pressione endocranica aumentata, ipotensione, ipertrofia prostatica o stenosi uretrale. La buprenorfina e' un oppioide e come tale puo' attenuare il dolore, sintomo di una patologia. In base all'esperienza con la morfina, l'uso concomitantedi inibitori delle monoaminossidasi (IMAO) puo' provocare un'esacerbazione degli effetti di altri oppioidi. Uso improprio, abuso e diversione: la buprenorfina puo' essere oggetto di uso improprio o di abuso. Alcuni dei rischi di uso improprio e abuso includono il sovradosaggio, diffusione di infezioni virali di origine ematogena, depressione respiratoria e danni epatici. L'uso improprio di buprenorfina da parte di qualcuno che non sia il paziente predestinato, pone il rischio aggiuntivo di nuovi soggetti con dipendenza da droghe che usano la buprenorfina come droga d'abuso principale, cio' potrebbe verificarsi se il medicinale viene distribuito per uso illecito direttamente dal paziente predestinato, oppure se il medicinale non viene salvaguardato dal furto. L'uso subottimale di buprenorfina/naloxone potrebbe provocare l'uso errato da parte del paziente, portando al sovradosaggio o all'abbandono del trattamento. Un paziente sottoposto a sotto-dosaggio con buprenorfina/naloxone potrebbe continuare a rispondere ai sintomi di astinenza non controllati ricorrendo ad automedicazioni con oppioidi, alcol o altri sedativi ipnotici, come le benzodiazepine. Per ridurre al minimo il rischio di uso improprio, abuso e diversione, i medici devono adottare le precauzioni appropriate nel prescrivere e distribuire la buprenorfina, ad esempio evitare di prescrivere piu' rinnovi in una fase precoce del trattamento, e svolgere visite di follow-up del paziente con un monitoraggio clinico adeguato alle esigenze del paziente. La combinazione di buprenorfina e naloxone nel farmaco mira a scoraggiare l'uso improprio e l'abuso della buprenorfina. Si ritiene che l'uso improprioendovenoso o intranasale del medicinale sia meno probabile rispetto alla sola buprenorfina, dal momento che il naloxone contenuto nel farmaco puo' causare la precipitazione dei sintomi di astinenza in individui dipendenti da eroina, metadone, o altri antagonisti degli oppioidi. Depressione respiratoria: sono stati riportati alcuni casi di morte, in particolare quando la buprenorfina veniva utilizzata in combinazionecon benzodiazepine, oppure quando la buprenorfina non veniva utilizzata secondo quanto riportato nel riassunto delle caratteristiche del prodotto. Sono stati segnalati casi di morte anche in associazione alla somministrazione concomitante di buprenorfina e altri depressori come alcool o altri oppioidi. Questo prodotto deve essere utilizzato con cautela in pazienti affetti da asma o insufficienza respiratoria. Depressione del sistema nervoso centrale: l'associazione buprenorfina/naloxone puo' causare sonnolenza, in particolare con l'assunzione concomitante di alcool o altri depressori del sistema nervoso centrale. La buprenorfina e' un antagonista parziale che si lega ai recettori micro (mu)-oppiacei e la somministrazione cronica produce dipendenza del tipo oppioide. Studi sugli animali, nonche' l'esperienza clinica, hanno dimostrato che la buprenorfina puo' produrre dipendenza, ma ad un livello inferiore rispetto a un antagonista pieno, ad es. la morfina. Si sconsiglia una brusca interruzione del trattamento, dal momento che potrebbecausare una sindrome da astinenza la cui insorgenza potrebbe essere ritardata. Epatite ed eventi epatici: sono stati riportati in soggetti dipendenti da oppioidi, tanto nelle sperimentazioni cliniche quanto nelle segnalazioni post-marketing relative alle reazioni avverse. Lo spettro delle anomalie varia dall'aumento transitorio asintomatico delle transaminasi epatiche all'insufficienza epatica, alla necrosi epatica,alla sindrome epatorenale e all'encefalopatia epatica. In molti casi la presenza di preesistenti anomalie degli enzimi epatici, infezioni da virus dell'epatite B o C, l'uso concomitante di altri farmaci potenzialmente epatotossici e di sostanze d'abuso per via iniettiva possono avere un ruolo causale o aggiuntivo. E' opportuno tener conto di questi importanti fattori prima di prescrivere buprenorfina/naloxone e durante il trattamento. Laddove si sospetti un evento epatico, e' necessario condurre un'ulteriore valutazione biologica ed eziologica. In base ai risultati, il medicinale puo' essere sospeso con cautela, al fine di prevenire i sintomi di astinenza e il nuovo ricorso all'uso di droghe illecite. Qualora si decida di continuare il trattamento, e' necessario monitorare attentamente la funzionalita' epatica. Precipitazione della sindrome da astinenza da oppioidi: nell'iniziare il trattamento con buprenorfina/naloxone, occorre essere consapevole del profilo di parziale antagonista della buprenorfina e che questa possa precipitare isintomi di astinenza nei pazienti dipendenti da oppioidi, in modo particolare nel caso in cui la somministrazione avvenga a meno di 6 ore dall'assunzione dell'ultima dose di eroina o di altro oppioide a breve durata d'azione, oppure nel caso in cui la somministrazione avvenga a meno di 24 ore dall'assunzione dell'ultima dose di metadone. Poiche' sono stati segnalati sintomi di astinenza, e' necessario monitorare attentamente i pazienti durante il periodo di passaggio da buprenorfina ometadone a buprenorfina/naloxone. Al fine di evitare la precipitazione dei sintomi di astinenza, l'induzione con buprenorfina/naloxone deveessere intrapresa in presenza di sintomi oggettivi di astinenza. I sintomi di astinenza possono essere anche associati a dosaggio subottimale. Compromissione epatica: il metabolismo epatico della buprenorfina puo' essere alterato, cio' potrebbe determinare l'aumento delle concentrazioni plasmatiche della buprenorfina. Potrebbe essere necessaria una riduzione della dose di buprenorfina/naloxone. Danno renale: l'eliminazione per via renale potrebbe essere prolungata, dal momento che il 30 % della dose somministrata viene eliminata per via renale. Uso negli adolescenti (eta' 15-<18): i pazienti in questo gruppo d'eta' devonoessere monitorati ancora piu' attentamente durante il trattamento. Inibitori del CYP 3A: i medicinali che inibiscono l'enzima CYP3A4 possono produrre l'aumento delle concentrazioni di buprenorfina. Potrebbe essere necessaria una riduzione della dose di buprenorfina/naloxone. Neipazienti gia' trattati con inibitori del CYP3A4, la dose di buprenorfina/naloxone deve essere accuratamente titolata, dal momento che una dose ridotta potrebbe essere sufficiente per questi pazienti. Il farmaco contiene lattosio.

Gravidanza e Allattamento

I dati relativi all'uso del medicinale in donne in gravidanza non sono sufficienti. Gli studi sugli animali hanno mostrato una tossicita' riproduttiva. Il rischio potenziale per gli esseri umani non e' noto. Verso il termine della gravidanza, dosi elevate di buprenorfina possonoindurre depressione respiratoria nei neonati anche dopo un breve periodo di somministrazione. La somministrazione a lungo termine di buprenorfina durante gli ultimi tre mesi di gravidanza puo' determinare una sindrome da astinenza neonatale. Nel caso in cui intervenga una gravidanza durante il trattamento con buprenorfina/naloxone, la madre e il feto devono essere strettamente monitorati e, qualora sia richiesto un ulteriore trattamento, intervenire optando per un trattamento con solabuprenorfina. Non e' noto se naloxone sia escreto nel latte materno. Buprenorfina e i suoi metaboliti sono escreti nel latte materno. Nei ratti, e' stato rilevato che la buprenorfina inibisce l'allattamento. Si raccomanda pertanto di interrompere l'allattamento durante il trattamento con il farmaco. Studi sugli animali hanno mostrato una riduzionedella fertilita' femminile ad alte dosi (esposizione sistemica > 2,4 volte l'esposizione umana alla dose massima raccomandata di 24 mg di buprenorfina, in base all'AUC).

Interazioni con altri prodotti

Il medicinale non deve essere assunto con: bevande alcoliche o medicinali contenenti alcool, poiche' l'alcool aumenta l'effetto sedativo della buprenorfina. Il farmaco deve essere assunto con cautela se somministrato insieme a: benzodiazepine; questa combinazione puo' provocare decesso dovuto a depressione respiratoria di origine centrale. Pertanto i dosaggi devono essere limitati e questa combinazione deve essere evitata laddove vi sia il rischio di uso errato. I pazienti devono essere avvisati dell'estremo pericolo legato all'autosomministrazione di benzodiazepine non prescritte durante l'assunzione di questo prodotto; sara' inoltre opportuno rammentare che l'uso di benzodiazepine in concomitanza con questo prodotto dovra' avvenire unicamente in base alle indicazioni del proprio medico; altri depressori del sistema nervoso centrale, altri derivati oppioidi (ad es. metadone, analgesici e antitosse), alcuni antidepressivi, sedativi antagonisti dei recettori H 1 , barbiturici, ansiolitici diversi dalle benzodiazepine, neurolettici, clonidina e sostanze correlate: queste combinazioni aumentano la depressione del sistema nervoso centrale. Il ridotto livello di attenzione puo' rendere pericoloso l'uso di auto e macchinari; inibitori del CYP3A4: uno studio di interazione di buprenorfina con ketoconazolo (un potente inibitore del CYP3A4), ha evidenziato un aumento del C max e dell'AUC (area sotto la curva) di buprenorfina (rispettivamente 70 % e 50 %)e, in misura inferiore, di norbuprenorfina. I pazienti cui viene somministrato il medicinale devono essere attentamente monitorati e potrebbero necessitare di una riduzione della dose laddove siano associati apotenti inibitori del CYP3A4 (ad es. inibitori delle proteasi quali ritonavir, nelfinavir o indinavir o azoli antifungini come ketoconazoloo itraconazolo); induttori del CYP3A4: l'interazione di buprenorfina con induttori del CYP3A4 non e' stata studiata. Pertanto, nel caso di somministrazione concomitante di induttori enzimatici (ad es. fenobarbital, carbamazepina, fenitoina, rifampicina), si raccomanda che i pazienti cui viene somministrato il farmaco siano attentamente monitorati.In base all'esperienza con la morfina, l'uso concomitante di inibitori delle monoaminossidasi (IMAO) puo' provocare un'esacerbazione degli effetti di altri oppioidi. Ad oggi, non sono state osservate interazioni degne di nota con la cocaina, l'agente usato piu' di frequente dai soggetti che abusano di piu' farmaci, in associazione con gli oppioidi.

Forme Farmacologiche


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Conservazione del prodotto

Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.