rebif*sc 3sir 6mui 22mcg interferone beta-1a merck serono spa

Che cosa è rebif sc 3sir 6mui 22mcg?

Rebif soluzione iniettabile prodotto da merck serono spa
è un farmaco etico della categoria specialita' medicinali con prescrizione medica che appartiene alla fascia C che comprende quei farmaci che, non essendo considerati essenziali, sono completamente a carico del cittadino ma richiedono comunque prescrizione .
Rebif risulta non in commercio nelle farmacie italiane

E' utilizzato per la cura di immunostimolanti, interferoni.
Contiene i principi attivi: interferone beta 1a
Composizione Qualitativa e Quantitativa: ogni siringa pre-riempita (0,5 ml) contiene 22 mcg (6 mui) di interferone beta-1a. mui: milioni di unita' internazionali, misurati con saggio biologico dell'effetto citopatico (cpe) contro uno standard internodi ifn beta-1a, a sua volta calibrato contro i
Codice AIC: 034091025 Codice EAN: 0

Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?

Il medicinale e' indicato nel trattamento della sclerosi multipla conrecidive. Negli studi clinici, cio' veniva caratterizzato da due o piu' esacerbazioni nei due anni precedenti. Non e' stata dimostrata l'efficacia nei pazienti con sclerosi multipla secondaria progressiva in assenza di esacerbazioni.

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Posologia

Iniziare il trattamento sotto la supervisione di un medico esperto nel trattamento della malattia. Sono disponibili tre dosaggi: 8,8 mcg, 22 mcg e 44 mcg. Per i pazienti che iniziano il trattamento, e' disponibile una confezione con dosaggi da 8,8 mcg e 22 mcg, che corrispondonoalle necessita' del paziente durante il primo mese di inizio terapia.La posologia consigliata e' di 44 mcg tre volte a settimana per iniezione sottocutanea. Una dose inferiore, di 22 mcg, sempre tre volte a settimana per iniezione sottocutanea, e' consigliabile per i pazienti che non tollerano il dosaggio piu' elevato, secondo il parere del medico. Quando si inizia per la prima volta il trattamento, la dose va aumentata gradualmente, per permettere lo sviluppo della tachifilassi e quindi una riduzione delle reazioni avverse. La confezione iniziale corrisponde alla dose necessaria al paziente per il primo mese di trattamento. >>Modo di somministrazione. Prima di effettuare l'iniezione e 24 ore dopo ogni iniezione si consiglia di somministrare un analgesico antipiretico per attenuare i sintomi simil-influenzali associati alla somministrazione del farmaco. Al momento non e' noto per quanto tempo i pazienti devono essere trattati. La sicurezza e l'efficacia non sono state dimostrate oltre 4 anni di trattamento. Si raccomanda di monitorare i pazienti almeno ogni 2 anni nei primi 4 anni di trattamento, e prendere la decisione di proseguire con una terapia a lungo termine in base alla situazione di ogni singolo paziente. >>Uso pediatrico. Non sono stati condotti studi clinici o di farmacocinetica su bambini o adolescenti. Tuttavia i pochi dati pubblicati suggeriscono che il profilo di sicurezza del medicinale in adolescenti fra 12 e 16 anni di eta', che ricevono 22 mcg tre volte alla settimana per iniezione sottocutanea, e' simile a quello osservato in pazienti adulti. Le informazioni sull'uso in bambini al di sotto dei 12 anni di eta' sono molto limitate epercio' non deve essere usato in questa popolazione.

Effetti indesiderati

La piu' alta incidenza di reazioni avverse associate al trattamento e' correlata alla sindrome simil-influenzale. I sintomi simil-influenzali tendono ad essere maggiori all'inizio del trattamento e a diminuiredi frequenza con il proseguimento del trattamento. Durante i primi 6 mesi di trattamento con il prodotto il 70% circa dei pazienti potrebbemanifestare i sintomi della sindrome simil-influenzale caratteristicadell'interferone. Nel 30% circa dei pazienti si osservano anche reazioni nel sito di iniezione, quali lievi infiammazioni o eritema. Sono frequenti aumenti asintomatici dei parametri di funzionalita' epatica eriduzioni della conta leucocitaria (WBC). La maggior parte delle reazioni avverse osservate durante il trattamento con l'interferone beta-1a sono lievi e reversibili, e rispondono bene a riduzioni del dosaggio. Nel caso di effetti indesiderati gravi o persistenti, a discrezione del medico, la dose del medicinale puo' essere temporaneamente ridottao sospesa. Le reazioni avverse riportate di seguito sono classificatein base alla loro frequenza: molto comuni (>=1/10), comuni (>=1/100 -=1/1.000 - =1/10.000 - GRAVIDANZA E ALLATTAMENTOSull'uso in gravidanza, sono disponibili informazioni limitate. I dati disponibili indicano che si potrebbe verificare un aumento del rischio di aborto spontaneo. Pertanto l'inizio del trattamento in gravidanza e' controindicato. Le donne in eta' fertile devono adottare opportune misure contraccettive. Le pazienti in trattamento che iniziano una gravidanza o che hanno desiderio di avere figli devono essere informatesui rischi potenziali e sulla possibilita' di interrompere il trattamento. Nelle pazienti che, prima dell'inizio del trattamento, presentano un elevato tasso di ricadute, deve essere valutata, in caso di gravidanza, la decisione di interrompere il trattamento, rischiando una grave ricaduta o di proseguirlo, aumentando il rischio di aborto spontaneo. Non e' noto se venga escreto nel latte materno. Tenuto conto del potenziale rischio di gravi effetti collaterali nei lattanti, e' necessario decidere se interrompere l'allattamento o la terapia.

Indicazioni

Il medicinale e' indicato nel trattamento della sclerosi multipla conrecidive. Negli studi clinici, cio' veniva caratterizzato da due o piu' esacerbazioni nei due anni precedenti. Non e' stata dimostrata l'efficacia nei pazienti con sclerosi multipla secondaria progressiva in assenza di esacerbazioni.

Controindicazioni ed effetti secondari

Inizio del trattamento in gravidanza. Ipersensibilita' all'interferone beta naturale o ricombinante, o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Depressione grave e/o ideazioni suicide.

Composizione ed Eccipienti

Mannitolo, polossamero 188, l-metionina, alcool benzilico, sodio acetato, acido acetico per regolazione del pH, sodio idrossido per regolazione del pH, acqua per preparazioni iniettabili.

Avvertenze

I pazienti devono essere informati sulle piu' frequenti reazioni avverse associate alla somministrazione di interferone beta, inclusi i sintomi della sindrome simil-influenzale. Questi sintomi sono piu' evidenti all'inizio della terapia e diminuiscono in frequenza e gravita' conil proseguire del trattamento. Somministrare con cautela ai pazienti con disturbi depressivi pregressi o in corso ed in particolare a quelli con precedenti ideazioni suicide. E' noto che depressione e ideazioni suicide sono presenti con maggior frequenza nella popolazione dei malati di sclerosi multipla ed in associazione con l'uso dell'interferone. I pazienti in trattamento con il farmaco devono essere avvisati di riferire immediatamente al loro medico l'eventuale comparsa di sintomidepressivi o ideazioni suicide. I pazienti affetti da depressione devono essere tenuti sotto stretto controllo medico durante la terapia con il prodotto e trattati in modo appropriato. La sospensione della terapia deve essere presa in considerazione. Somministrare con cautela aipazienti con una storia di epilessia, a quelli in trattamento con farmaci anti-epilettici ed in particolare se la loro epilessia non e' adeguatamente controllata dagli anti-epilettici. I pazienti con malattia cardiaca, quale angina, scompenso cardiaco congestizio o aritmie, devono essere tenuti sotto stretto controllo per osservare eventuali peggioramenti delle loro condizioni cliniche durante l'inizio della terapiacon interferone beta-1a. I sintomi della sindrome simil-influenzale associati alla terapia con interferone beta-1a possono essere fonte di stress nei pazienti con problemi cardiaci. Sono stati descritti casi di necrosi sul sito di iniezione (NSI) in pazienti in terapia con il farmaco. Per ridurre al minimo il rischio di necrosi sul sito di iniezione i pazienti devono essere informati di usare tecniche di iniezione asettiche e di variare il sito di iniezione ad ogni dose. Le procedure per l'auto-somministrazione devono essere periodicamente riesaminate soprattutto se si sono verificate reazioni nel sito di iniezione. Se ilpaziente presenta un qualsiasi tipo di lesione cutanea, accompagnata da edema o essudazione dal sito di iniezione, il paziente deve essere avvisato di consultare il proprio medico prima di continuare le iniezioni del medicinale. Se i pazienti presentano lesioni multiple, interrompere fino alla completa cicatrizzazione delle lesioni. I pazienti conlesioni singole possono continuare la terapia se la necrosi non e' troppo estesa. In studi clinici con il medicinale aumenti asintomatici dei livelli delle transaminasi epatiche (in particolare alanina-aminotransferasi (ALT)) sono stati frequenti e una percentuale pari al 1-3% dei pazienti ha sviluppato incrementi delle transaminasi epatiche alti piu' di 5 volte il limite superiore della norma. In assenza di sintomiclinici, i livelli sierici di ALT devono essere monitorati prima dell'inizio della terapia e a 1, 3 e 6 mesi dall'inizio della terapia, e in seguito, controllati periodicamente. Una riduzione della dose deve essere presa in considerazione nel caso i livelli di ALT siano alti piu' di 5 volte il limite superiore della norma e la dose deve essere gradualmente riaumentata quando i livelli enzimatici si normalizzano. Somministrare con cautela nei pazienti con anamnesi di patologie epatichesignificative o evidenza clinica di patologia epatica in forma attivao abuso di alcool o incremento dei livelli di ALT (>2,5 volte i limiti superiori della norma). Il trattamento deve essere interrotto in caso di comparsa di ittero o altri sintomi clinici di disfunzione epatica. Il farmaco, come altri interferoni beta, puo' causare danni epatici gravi, tra cui l'insufficienza epatica acuta. Non e' noto il meccanismo d'azione dei rari casi di disfunzione epatica sintomatica. Non sono stati identificati specifici fattori di rischio. All'impiego di interferoni sono associate alterazioni degli esami di laboratorio. Pertanto,oltre ai test di laboratorio normalmente richiesti per monitorare i pazienti con la sclerosi multipla, si raccomanda di eseguire il monitoraggio degli enzimi epatici, e la conta leucocitaria con formula e la conta delle piastrine, ad intervalli regolari (1, 3 e 6 mesi) dopo l'inizio della terapia con il medicinale e in seguito periodicamente anchein assenza di sintomi clinici. I pazienti in trattamento possono occasionalmente sviluppare alterazioni alla tiroide o peggioramento di alterazioni preesistenti. Un test di funzionalita' tiroidea deve essere effettuato al basale e, se alterato, ripetuto ogni 6-12 mesi dall'inizio del trattamento. Se i valori al basale sono normali, non e' necessario un esame di controllo che deve invece essere effettuato qualora si manifesti una sintomatologia clinica di disfunzione tiroidea. Cautela e stretta sorveglianza devono essere adottate nella somministrazione dell'interferone beta-1a a pazienti con grave insufficienza renale ed epatica e a pazienti con grave mielosoppressione. Possono svilupparsi anticorpi neutralizzanti anti-interferone beta-1a. L'esatta incidenza di tali anticorpi non e' ancora definita. I dati clinici suggeriscono che tra i 24 e 48 mesi di trattamento con 22 mcg, circa il 24% dei pazienti sviluppa anticorpi sierici persistenti contro l'interferone beta-1a. E' stato dimostrato che la presenza di anticorpi attenua la risposta farmacodinamica all'interferone beta-1a (Beta-2 microglobulina e neopterina). Sebbene l'importanza clinica della comparsa degli anticorpinon sia stata completamente chiarita, lo sviluppo di anticorpi neutralizzanti si associa ad una riduzione dell'efficacia su parametri clinici e di risonanza magnetica. Qualora un paziente dimostri una scarsa risposta alla terapia ed abbia sviluppato anticorpi neutralizzanti, rivalutare il rapporto beneficio/rischio per proseguire o meno il trattamento con il prodotto. L'uso di vari metodi per la determinazione deglianticorpi sierici e le diverse definizioni di positivita' degli anticorpi limitano la possibilita' di confrontare l'antigenicita' tra prodotti differenti. Solo scarsi dati di sicurezza ed efficacia sono disponibili nei pazienti, non in grado di deambulare, affetti da sclerosi multipla. Il medicinale non e' stato sperimentato su pazienti con sclerosi multipla progressiva primaria e non deve essere usato su questi pazienti. Questo medicinale contiene 2,5 mg di alcool benzilico per ogni dose. Non deve essere somministrato a prematuri o neonati. Puo' causare reazioni tossiche e anafilattoidi nei lattanti e nei bambini di eta'inferiore a 3 anni.

Gravidanza e Allattamento

Sull'uso in gravidanza, sono disponibili informazioni limitate. I dati disponibili indicano che si potrebbe verificare un aumento del rischio di aborto spontaneo. Pertanto l'inizio del trattamento in gravidanza e' controindicato. Le donne in eta' fertile devono adottare opportune misure contraccettive. Le pazienti in trattamento che iniziano una gravidanza o che hanno desiderio di avere figli devono essere informatesui rischi potenziali e sulla possibilita' di interrompere il trattamento. Nelle pazienti che, prima dell'inizio del trattamento, presentano un elevato tasso di ricadute, deve essere valutata, in caso di gravidanza, la decisione di interrompere il trattamento, rischiando una grave ricaduta o di proseguirlo, aumentando il rischio di aborto spontaneo. Non e' noto se venga escreto nel latte materno. Tenuto conto del potenziale rischio di gravi effetti collaterali nei lattanti, e' necessario decidere se interrompere l'allattamento o la terapia.

Interazioni con altri prodotti

Non sono stati effettuati studi di interazione con interferone beta-1a nell'uomo. E noto che gli interferoni riducono l'attivita' degli enzimi dipendenti dal citocromo epatico P450 nell'uomo e negli animali. Occorre prestare attenzione quando si somministra il prodotto in associazione ad altri farmaci con stretto indice terapeutico e in larga misura dipendenti per la loro eliminazione dal sistema epatico del citocromo P450, quali antiepilettici ed alcune classi di antidepressivi. Non e' stata studiata in maniera sistematica l'interazione del medicinale con corticosteroidi o con ormone adrenocorticotropico (ACTH). Studi clinici indicano che i pazienti con sclerosi multipla possono essere trattati con il prodotto e corticosteroidi o ACTH durante le riacutizzazioni.

Forme Farmacologiche


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Conservazione del prodotto

Conservare in frigorifero (2 gradi C-8 gradi C) lontano dalla grigliarefrigerante. Non congelare. Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce. Il paziente puo' conservare la confezione in uso fuori dal frigorifero ad una temperatura non superiore ai 25 gradi C per una sola volta per un periodo della durata massima di 14 giorni. Successivamente riporre nuovamente nel frigorifero ed utilizzato prima della data di scadenza.