ranitidina sand*20cpr riv300mg ranitidina sandoz spa

Che cosa è ranitidina sand 20cpr riv300mg?

Ranitidina sand compresse rivestite prodotto da sandoz spa
è un farmaco generico della categoria farmaci preconfezionati prodotti industrialmente - generici che appartiene alla fascia A che comprende tutti i farmaci essenziali e per malattie croniche, che sono gratuiti per il cittadino, su questi farmaci le Regioni sono comunque libere di applicare eventualmente un ticket .
Ranitidina sand risulta non in commercio nelle farmacie italiane

E' utilizzato per la cura di antiulcera peptica e malattia da reflusso gastroesof. (gord)
Contiene i principi attivi: ranitidina cloridrato
Codice AIC: 035665090 Codice EAN: 0

Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?

E' un farmaco indicato per il trattamento delle ulcere gastriche benigne e delle ulcere duodenali. E' anche indicato nella sindrome di Zollinger-Ellison e per la terapia dell'esofagite da riflusso. E' indicatoper il trattamento a lungo termine delle ulcere duodenali e delle ulcere gastriche benigne per la prevenzione delle recidive. Il trattamento a lungo termine e' indicato nei pazienti con precedenti di ulcera ricorrente.

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Posologia

Adulti. La dose abituale e' di 150 mg due volte al di', da assumere al mattino e alla sera. Ai pazienti con ulcere gastriche o duodenali puo' essere somministrata una singola dose da 300 mg prima del riposo notturno. Il trattamento puo' essere proseguito per 4 8 settimane. Nella fase di mantenimento, la dose abituale e' di 150 mg prima del riposonotturno. Per il trattamento dell'esofagite da riflusso, la dose consigliata e' di 150 mg due volte al di' o di 300 mg prima del riposo notturno, solitamente per un periodo fino a 8 settimane che, se necessario, puo' essere prolungato fino a un massimo di 12 settimane. Sindrome di Zollinger-Ellison: Un dosaggio iniziale di 150 mg, tre volte al di', puo' essere incrementato fino a 300 mg tre volte al di'. Dosi giornaliere successive fino ad un totale di 6 g sono state utilizzate e sonorisultate ben tollerate. Anziani. Nei pazienti con funzionalita' renale normale, il dosaggio e' lo stesso indicato per gli adulti piu' giovani. Bambini. L'esperienza di terapia pediatrica con ranitidina e' limitata. La dose orale raccomandata per la terapia delle ulcere pepticheattive e' pari a 2 4 mg/kg, due volte al di', fino a una dose giornaliera massima di 300 mg di ranitidina, suddivisa in piu' dosi. Le compresse da 300 mg non sono comunque adatte ad essere somministrate ai bambini, perche' non sono suddivisibili. Insufficienza renale. Nei pazienti con funzionalita' renale ridotta (clearance della creatinina 5-50 ml/min), i livelli plasmatici del farmaco risultano piu' elevati. Per questo tipo di pazienti il dosaggio e' di 150 mg la sera per 4-8 settimane. Per il mantenimento si applica lo stesso dosaggio. In assenza diguarigione, devono essere assunti 150 mg due volte al giorno, seguitida una dose di mantenimento di 150 mg la sera. Viene eliminata dall'emodialisi. I pazienti dializzati devono quindi assumere dopo ogni seduta di dialisi.

Effetti indesiderati

Ipersensibilita'. Ranitidina e' stata di rado associata a reazioni diipersensibilita' (eosinofilia, orticaria, edema angioneurotico, febbre, laringospasmo, broncospasmo, dolore al petto, ipotensione, shock anafilattico), occasionalmente dopo l'assunzione di una singola dose. Sono state riportate epatiti da ipersensibilita' al farmaco. Renale. Raramente si e' verificato un incremento della creatinina plasmatica. Tale aumento e' risultato in genere lieve ed e' rientrato nella normalita' durante la prosecuzione del trattamento con ranitidina. Disordini cardiaci. Come nel caso di altri antagonisti dei recettori H2, sono stati riferiti rari casi di bradicardia, tachicardia e di blocco A-V. Sangue. L'uso di ranitidina e' stato raramente associato alle seguenti discrasie ematiche: leucopenia e trombocitopenia (solitamente reversibili), agranulocitosi, e pancitopenia, a volte con ipoplasia o aplasia delmidollo osseo. Pelle. Poco comuni: rash cutaneo, compresi rari casi di prurito da eritema multiforme. In casi estremamente rari, durante iltrattamento con ranitidina si e' verificato un incremento dell'alopecia. Gastrointestinale. Poco comuni: diarrea, costipazione o nausea. Muscoloscheletrico. Sono stati riportati rari casi di sintomi muscoloscheletrici, per esempio artralgia e mialgia. Sistema nervoso. Poco comuni: in una piccola proporzione di pazienti sono stati riferiti mal di testa, a volte severo, e vertigini. Durante il trattamento con ranitidina si e' occasionalmente verificato affaticamento. Sono stati osservati, principalmente in pazienti affetti da gravi patologie e negli anziani, confusione mentale e agitazione, risultati reversibili con l'interruzione della terapia con ranitidina, depressione e allucinazioni. Occhi. Anche in casi isolati di visione confusa (forse dovuti a una disfunzione dell'accomodamento) il sintomo e' risultato reversibile. Disordini epatici. Possono essere riscontrate alterazioni transitorie dei risultati dei test di funzionalita' epatica (aumento degli enzimi epatici). Rari: e' stata osservata epatite (epatocellulare, epatocanalicolare o mista) con o senza ittero. Questi effetti sono in genere risultatireversibili, ma sono stati riportati casi fatali. Sono stati osservati rari casi di pancreatite acuta. Sistema riproduttivo e patologie a carico del seno. Sono stati osservati rari casi di rigonfiamento e/o sensazione di disagio a livello delle mammelle nei maschi (ginecomastia), alcuni dei quali si sono risolti con il proseguimento dell'uso di ranitidina. L'interruzione della terapia puo' essere indicata per individuare la causa alla base del problema. Molto raramente sono stati riportati casi di disfunzione erettile. Non sono state osservate alterazioni clinicamente significative della funzionalita' endocrina o delle gonadi. La terapia con antagonisti H2 dell'istamina puo' mascherare i sintomi dei carcinomi dello stomaco, ritardandone cosi' la diagnosi. Di conseguenza, ove sussista una diagnosi di ulcera gastrica, oppure nei pazienti di mezza eta' o negli anziani con sintomatologia dispeptica di recente insorgenza o da poco modificata, prima di intraprendere la terapia e' necessario escludere la possibilita' di un tumore maligno. Nei pazienti con ulcere peptiche deve essere verificata l'eventuale presenza di H. pylori. Nel caso di risultato positivo alla ricerca, deve essere avviato un idoneo regime di eradicazione del batterio. Bisogna osservare prudenza nei pazienti che presentino gravi disfunzioni epatiche, dal momento che ranitidina viene metabolizzata nel fegato. Nei pazienti con funzionalita' renale insufficiente e' necessaria una riduzione del dosaggio. Quando si aggiunge o si interrompe la somministrazione, oppure quando si applicano variazioni del dosaggio, devono essere tenute sotto controllo le concentrazioni plasmatiche di teofillina. Puo' risultare necessario un adeguamento della posologia.

Indicazioni

E' un farmaco indicato per il trattamento delle ulcere gastriche benigne e delle ulcere duodenali. E' anche indicato nella sindrome di Zollinger-Ellison e per la terapia dell'esofagite da riflusso. E' indicatoper il trattamento a lungo termine delle ulcere duodenali e delle ulcere gastriche benigne per la prevenzione delle recidive. Il trattamento a lungo termine e' indicato nei pazienti con precedenti di ulcera ricorrente.

Controindicazioni ed effetti secondari

Ipersensibilita' nei confronti di ranitidina o di qualsiasi altro componente presente. L'uso delle compresse deve essere evitato nei pazienti con anamnesi di porfiria acuta intermittente. L'esperienza clinica sulle donne in gravidanza e' limitata. Gli studi condotti sugli animali non indicano effetti nocivi diretti o indiretti relativi alla gravidanza, allo sviluppo embrionale o fetale, al parto o allo sviluppo postnatale. Il farmaco va comunque prescritto con cautela alle donne gravide. Allattamento. Ranitidina viene escreta nel latte materno. Poiche' non ci sono informazioni sugli effetti dell'ingestione di ranitidina da parte di neonati, e dal momento che non si possono escludere eventuali disfunzioni nella secrezione degli acidi gastrici, deve essere evitato l'allattamento al seno durante la terapia con ranitidina.

Interazioni con altri prodotti

Ranitidina non inibisce il citocromo epatico P450 associato al sistema delle ossigenasi a funzione mista. Di conseguenza, ranitidina non potenzia l'azione dei farmaci inattivati da questo enzima. Tra tali farmaci rientrano diazepam, lidocaina, fenitoina, propanololo e warfarin. Deve essere evitata la combinazione di ranitidina e ketoconazolo o altri farmaci ad assorbimento pH-dipendente, dal momento che la dissoluzione di questi farmaci diminuisce in presenza di pH piu' elevati e non vengono in questo modo raggiunti i livelli plasmatici efficaci. Ranitidina puo' far incrementare i livelli plasmatici e potenziare gli effetti ipoglicemizzanti di glipizide. Possono risultare necessari aggiustamenti del dosaggio. Ranitidina puo' incrementare i livelli plasmatici di teofillina. I livelli plasmatici di teofillina devono quindi esseretenuti sotto controllo nei pazienti che assumono contemporaneamente ranitidina e teofillina. La somministrazione di sucralfato, ad alti dosaggi, e' stata associata a una riduzione dell'assorbimento di ranitidina. Tale effetto non si produce se l'assunzione di sucralfato avviene 2 ore dopo quella di ranitidina. La somministrazione concomitante di forti antiacidi provoca una riduzione della biodisponibilita' di ranitidina. A dosaggi piu' elevati di ranitidina puo' verificarsi una riduzione nell'escrezione di procainamide e di N-acetilprocainamide dovuta all'inibizione della secrezione tubulare. L'assunzione delle compresse di ranitidina puo' potenziare gli effetti dell'alcol.

Equivalenti in base alle liste di trasparenza

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Forme Farmacologiche


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