perindopril san.gmbh 30 compresse 8mg ntc srl

Che cosa è perindopril san.gmbh 30cpr 8mg?

Perindopril san.gmbh compresse prodotto da ntc srl
è un farmaco generico della categoria farmaci preconfezionati prodotti industrialmente - generici che appartiene alla fascia A che comprende tutti i farmaci essenziali e per malattie croniche, che sono gratuiti per il cittadino, su questi farmaci le Regioni sono comunque libere di applicare eventualmente un ticket .
Perindopril san.gmbh risulta non in commercio nelle farmacie italiane

E' utilizzato per la cura di ace inibitori, semplici.
Contiene i principi attivi: perindopril erbumina (tert-butilamina)
Composizione Qualitativa e Quantitativa: ogni compressa contiene 8 mg di perindopril tert-butilamina, equivalenti a 7.092 mg di perindopril come sale sodico (formato in sito) ed equivalente a 6.676 mg di perindopril.
Codice AIC: 040305068 Codice EAN: 0

Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?

Trattamento dell'ipertensione; patologia arteriosa coronarica stabile: riduzione del rischio di eventi cardiaci in pazienti con un passato di infarto del miocardio e/o rivascolarizzazione.

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Posologia

Modalita' di somministrazione: uso orale. Si raccomanda di somministrare il prodotto una volta al giorno di mattina prima del pasto. La dose dovrebbe essere soggettiva in base al profilo del paziente e alla risposta pressoria. Non tutte le posologie menzionate sono possibili conil prodotto in questo SmPC. Ipertensione: il farmaco puo' essere usato come monoterapia o in combinazione con altre classi di farmaci di terapia antipertensiva. La dose iniziale raccomandata e' di 4 mg data una volta al giorno di mattina. Nei pazienti con forte stimolazione del sistema renina-angiotensina-aldosterone (in particolare ipertensione renovascolare, deplezione idrosalina, scompenso cardiaco o ipertensionegrave) si puo' verificare una diminuzione eccessiva della pressione arteriosa in seguito all'assunzione della dose iniziale. Una dose iniziale di 2 mg e' raccomandata in tali pazienti e il trattamento dovrebbeiniziato dietro supervisione medica. La dose puo' essere aumentata a 8 mg una volta al giorno dopo un mese di trattamento. Si puo' avere ipotensione sintomatica in seguito all'inizio della terapia; cio' e' piu' probabile che si verifichi in pazienti che sono in trattamento concomitante con diuretici. Di conseguenza si raccomanda cautela, dato che questi pazienti possono presentare deplezione idrosalina. Se possibile, il diuretico deve essere interrotto 2 o 3 giorni prima di iniziare il trattamento. Nei pazienti ipertesi in cui il diuretico non puo' essere sospeso, il trattamento deve essere iniziato alla posologia di 2 mg. La funzionalita' renale e la potassiemia devono essere tenute sotto controllo. La posologia deve essere successivamente adattata in funzione della risposta pressoria. Se necessario, il trattamento con il diuretico puo' essere reintrodotto. Nei pazienti anziani il trattamento deve essere iniziato alla posologia di 2 mg che, se necessario, puo' essere progressivamente aumentata a 4 mg dopo un mese di trattamento e quindi a 8 mg in base alla funzione renale (vedere la tabella 1 sottostante). Patologia arteriosa coronarica stabile: il medicinale dovrebbe essere introdotto ad una dose di 4 mg una volta al giorno per due settimane, poi incrementata ad 8 mg una volta al giorno, in base alla funzionalita' renale e a condizione che la dose da 4 mg sia ben tollerata. Pazienti anziani dovrebbero ricevere 2 mg al giorno per una settimana,poi 4 mg al giorno la settimana successiva, prima di incrementare la dose a 8 mg una volta al giorno in base alla funzionalita' renale. La dose dovrebbe essere incrementata solo se la precedente dose piu' bassa e' ben tollerata. Il dosaggio nei pazienti con disfunzione renale dovrebbe essere basato sulla clereance della creatinina. Dosaggio nella disfunzione renale. Clcr >=60: 4 mg al giorno; 30=1/10); comuni (>=1/100, =1/1000, < 1/100); rare (>=1/10000, GRAVIDANZA E ALLATTAMENTOL'uso degli ACE inibitori non e' raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza e controindicato durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza. L'evidenza epidemiologica relativa al rischio di teratogenesi a seguito di esposizione agli ACE inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non e' definitiva; tuttavia un piccolo aumentodel rischio non puo' essere escluso. A meno che la continuazione con un ACE-inibitore sia considerata essenziale, le pazienti che pianificano una gravidanza devono essere trasferite a trattamenti antiipertensivi alternativi che abbiano un profilo di sicurezza adeguato all'uso ingravidanza. Se viene accertata la gravidanza, il trattamento con ACE inibitori deve essere sospeso immediatamente e, se necessario, deve essere iniziata una terapia alternativa. E' noto che l'esposizione alla terapia con ACE inibitori durante il secondo e terzo trimestre puo' indurre fetotossicita' umana (diminuzione della funzionalita' renale, oligoidramnio, ritardo dell'ossificazione del cranio) e tossicita' neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperpotassiemia). Se l'esposizione all'ACE inibitore e' avvenuta a partire dal secondo trimestre digravidanza, si raccomanda un'ecografia della funzione renale e del cranio. I neonati le cui madri hanno preso ACE inibitori devono essere attentamente monitorati per la possibilita' di ipotensione. Siccome nessuna informazione e' disponibile riguardo l'uso durante l'allattamento, il farmaco non e' raccomandato e terapie alternative con profili di sicurezza migliori durante l'allattamento sono preferiti, specialmentementre una madre allatta un neonato o un bambino prematuro.

Effetti indesiderati

Durante il trattamento sono stati segnalati i seguenti effetti indesiderati che sono stati classificati secondo le seguenti frequenze: molto comuni (>=1/10); comuni (>=1/100, =1/1000, < 1/100); rare (>=1/10000, GRAVIDANZA E ALLATTAMENTOL'uso degli ACE inibitori non e' raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza e controindicato durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza. L'evidenza epidemiologica relativa al rischio di teratogenesi a seguito di esposizione agli ACE inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non e' definitiva; tuttavia un piccolo aumentodel rischio non puo' essere escluso. A meno che la continuazione con un ACE-inibitore sia considerata essenziale, le pazienti che pianificano una gravidanza devono essere trasferite a trattamenti antiipertensivi alternativi che abbiano un profilo di sicurezza adeguato all'uso ingravidanza. Se viene accertata la gravidanza, il trattamento con ACE inibitori deve essere sospeso immediatamente e, se necessario, deve essere iniziata una terapia alternativa. E' noto che l'esposizione alla terapia con ACE inibitori durante il secondo e terzo trimestre puo' indurre fetotossicita' umana (diminuzione della funzionalita' renale, oligoidramnio, ritardo dell'ossificazione del cranio) e tossicita' neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperpotassiemia). Se l'esposizione all'ACE inibitore e' avvenuta a partire dal secondo trimestre digravidanza, si raccomanda un'ecografia della funzione renale e del cranio. I neonati le cui madri hanno preso ACE inibitori devono essere attentamente monitorati per la possibilita' di ipotensione. Siccome nessuna informazione e' disponibile riguardo l'uso durante l'allattamento, il farmaco non e' raccomandato e terapie alternative con profili di sicurezza migliori durante l'allattamento sono preferiti, specialmentementre una madre allatta un neonato o un bambino prematuro.

Indicazioni

Trattamento dell'ipertensione; patologia arteriosa coronarica stabile: riduzione del rischio di eventi cardiaci in pazienti con un passato di infarto del miocardio e/o rivascolarizzazione.

Controindicazioni ed effetti secondari

Ipersensibilita' al principio attivo o a qualcuno degli eccipienti o a qualunque altro ACE inibitore; anamnesi di angioedema correlato a precedente terapia altro ACE inibitore; angioedema ereditario o idiopatico; secondo e terzo trimestre di gravidanza.

Composizione ed Eccipienti

Lattosio anidro, amido di mais, cellulosa microcristallina, talco, magnesio stearato.

Avvertenze

Gli ACE inibitori possono provocare una caduta della pressione arteriosa. Nei pazienti con insufficienza cardiaca sintomatica, con o senza insufficienza renale associata, e' stata osservata un'ipotensione sintomatica. Questo si verifica con piu' probabilita' in quei pazienti coninsufficienza cardiaca di grado severo, come reso evidente dalla somministrazione di dosi elevate di diuretici dell'ansa, dall'iponatriemiao dalla compromissione della funzionalita' renale. L'inizio del trattamento e gli adattamenti posologici devono essere accuratamente controllati nei pazienti a rischio elevato di ipotensione sintomatica. Analoghe considerazioni valgono su pazienti con cardiopatia ischemica o disturbi cerebrovascolari nei quali una eccessiva caduta di pressione puo' portare ad un infarto del miocardio o un evento cerebrovascolare. Sesi verifica l' ipotensione, il paziente dovrebbe essere posto in posizione supina e, se necessario, dovrebbe ricevere un'infusione intravenosa di una soluzione di cloruro di sodio 9 mg/ml. In alcuni pazienti con insufficienza cardiaca congestizia e con pressione arteriosa normale o bassa, si puo' verificare un'ulteriore riduzione della pressione arteriosa sistemica in seguito alla somministrazione. Se l'ipotensione diviene sintomatica, puo' rendersi necessaria una riduzione della posologia o l'interruzione del trattamento. Al pari degli altri ACE inibitori, il prodotto deve essere somministrato con cautela in pazienti constenosi della valvola mitrale e ostruzione del tratto d'efflusso del ventricolo sinistro, quali la stenosi aortica o la cardiomiopatia ipertrofica. Nei pazienti con insufficienza cardiaca sintomatica, l'ipotensione conseguente all'inizio della terapia con ACE inibitori puo' determinare un'ulteriore compromissione della funzione renale. In tale situazione e' stata riferita insufficienza renale acuta generalmente reversibile. In alcuni pazienti con stenosi bilaterale dell'arteria renaleo stenosi dell'arteria di un singolo rene, trattati con ACE inibitori, e' stato osservato un aumento dell'azotemia e della creatinina plasmatica, generalmente reversibile all'arresto della terapia. La contemporanea presenza di ipertensione renovascolare aumenta il rischio di ipotensione grave e di insufficienza renale. In questi pazienti il trattamento deve essere iniziato sotto stretto controllo medico con posologie ridotte e accuratamente titolate. In alcuni pazienti ipertesi senza apparente malattia renovascolare pregressa, e' stato riscontrato un aumento generalmente lieve e transitorio dell'azotemia e della creatinina sierica, soprattutto quando il medicinale e' stato somministrato in concomitanza a un diuretico. Reazioni anafilattiche sono state riscontrate in pazienti in dialisi con un alto flusso membranario, e trattatiin concomitanza con ACE inibitori. Per questi pazienti dovrebbe essere preso in considerazione l'impiego di un tipo diverso di membrane perdialisi o di una classe diversa di agenti antiipertensivi. Non vi sono esperienze sulla somministrazione di perindopril in pazienti sottoposti di recente a trapianto di rene. Un angioedema al volto, alle estremita', alle labbra, alle mucose, alla lingua, alla glottide e/o alla laringe e' stato raramente riscontrato in pazienti trattati con ACE inibitori. In questi casi il medicinale deve essere immediatamente sospeso e il paziente tenuto sotto osservazione fino a completa risoluzione dei sintomi. L'angioedema associato a un edema laringeo puo' essere fatale. Qualora vi sia un interessamento della lingua, della glottide o della laringe che possa provocare l'ostruzione delle vie aeree deve essere rapidamente adottata una terapia di emergenza. In tal caso si deve prevedere la somministrazione di adrenalina e/o il mantenimento della pervieta' delle vie aeree. L'angioedema intestinale e' stato riportato raramente in pazienti trattati con ACE inibitori. Raramente in pazienti in trattamento con ACE inibitori sottoposti ad aferesi delle lipoproteine a bassa densita' (LDL) con destran solfato sono stati riportati casi di reazioni anafilattoidi con rischio per la vita. In pazientiin terapia con ACE inibitori sottoposti a un trattamento desensibilizzante sono stati riportati casi di reazioni anafilattoidi. Raramente, il trattamento con ACE inibitori e' stato associato ad una sindrome che ha inizio con ittero colestatico e progredisce fino alla necrosi epatica fulminante e (talora) alla morte. Il meccanismo di questa sindrome e' sconosciuto. In pazienti trattati con ACE inibitori sono stati riscontrati casi di neutropenia/agranulocitosi/ trombocitopenia e anemia. Perindopril deve essere somministrato con estrema cautela a pazienticon collagenopatie, trattati con agenti immunosoppressori, con allopurinolo o procainamide, o che presentino una combinazione di questi fattori di complicazione, specialmente in presenza di precedente compromissione renale. Se questi pazienti vengono trattati, si raccomanda di eseguire un controllo periodico della conta dei globuli bianchi. Gli ACE inibitori possono provocare la comparsa di angioedema con maggiore frequenza nei pazienti di razza nera rispetto ai pazienti di altre razze. Al pari di altri ACE inibitori, il perindopril puo' essere meno efficace nel ridurre la pressione arteriosa in pazienti di razza nera rispetto ai pazienti di altre razze, probabilmente a causa di una maggiore prevalenza di ridotte concentrazioni di renina nella popolazione ipertesa di razza nera. A seguito di somministrazione di ACE inibitori e'stata riportata la comparsa di tosse. Questa tosse caratteristica e' secca, persistente e si risolve alla sospensione del trattamento. In pazienti sottoposti a interventi di chirurgia maggiore o in corso di anestesia con agenti che provocano ipotensione, perindopril puo' bloccare la formazione di angiotensina II, secondaria alla liberazione compensatoria di renina. Il trattamento deve essere interrotto un giorno prima dell'intervento. Se si manifesta ipotensione e la si ritiene correlata al suddetto meccanismo, deve essere corretta mediante espansione della volemia. In alcuni pazienti in terapia con ACE inibitori, perindopril incluso, e' stato segnalato un aumento delle concentrazioni plasmatiche di potassio. L'iperkalemia puo' causare serie, a volte fatali aritmie. In pazienti diabetici trattati con agenti antidiabetici orali o insulina, la glicemia deve essere attentamente controllata durante il primo mese di terapia con un ACE inibitore. L'associazione di litio e perindopril e' generalmente sconsigliata. L'associazione di perindopril con diuretici risparmiatori di potassio, integratori di potassio osostituti del sale contenenti potassio e' generalmente sconsigliata. La terapia con ACE-inibitori non deve essere iniziata durante la gravidanza. Il prodotto contiene lattosio.

Gravidanza e Allattamento

L'uso degli ACE inibitori non e' raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza e controindicato durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza. L'evidenza epidemiologica relativa al rischio di teratogenesi a seguito di esposizione agli ACE inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non e' definitiva; tuttavia un piccolo aumentodel rischio non puo' essere escluso. A meno che la continuazione con un ACE-inibitore sia considerata essenziale, le pazienti che pianificano una gravidanza devono essere trasferite a trattamenti antiipertensivi alternativi che abbiano un profilo di sicurezza adeguato all'uso ingravidanza. Se viene accertata la gravidanza, il trattamento con ACE inibitori deve essere sospeso immediatamente e, se necessario, deve essere iniziata una terapia alternativa. E' noto che l'esposizione alla terapia con ACE inibitori durante il secondo e terzo trimestre puo' indurre fetotossicita' umana (diminuzione della funzionalita' renale, oligoidramnio, ritardo dell'ossificazione del cranio) e tossicita' neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperpotassiemia). Se l'esposizione all'ACE inibitore e' avvenuta a partire dal secondo trimestre digravidanza, si raccomanda un'ecografia della funzione renale e del cranio. I neonati le cui madri hanno preso ACE inibitori devono essere attentamente monitorati per la possibilita' di ipotensione. Siccome nessuna informazione e' disponibile riguardo l'uso durante l'allattamento, il farmaco non e' raccomandato e terapie alternative con profili di sicurezza migliori durante l'allattamento sono preferiti, specialmentementre una madre allatta un neonato o un bambino prematuro.

Interazioni con altri prodotti

I pazienti in trattamento con diuretici e specialmente quelli con deplezione idrosalina, possono manifestare una riduzione eccessiva della pressione arteriosa dopo l'inizio di una terapia con ACE inibitori. Lacomparsa di effetti ipotensivi puo' essere diminuita sospendendo il diuretico, espandendo la volemia o aumentando l'assunzione di sale prima di iniziare una terapia con perindopril, a posologie basse e progressive. Sebbene le concentrazioni plasmatiche di potassio rimangano di solito entro limiti normali, in alcuni pazienti in trattamento con perindopril puo' insorgere iperkalemia. I diuretici risparmiatori di potassio (ad es. spironolattone, triamterene o amiloride), gli integratori di potassio o i sostituti del sale contenenti potassio possono provocare aumenti significativi delle concentrazioni plasmatiche di potassio.Pertanto si sconsiglia l'associazione di perindopril con i medicinalisopra citati. Se l'uso concomitante dei medicinali sopra citati e' ritenuto appropriato, a causa di una ipopotassiemia accertata, essi devono essere impiegati con cautela e con frequenti controlli della potassiemia. Aumenti reversibili delle concentrazioni plasmatiche e della tossicita' del litio sono stati riscontrati in seguito a somministrazione concomitante di litio e ACE inibitori. Il concomitante uso di diuretici tiazidici possono aumentare il rischio della tossicita' dal litio con ACE inibitori. L'uso di perindopril con il litio non e' raccomandato, tuttavia se ritenuta necessaria, deve essere eseguito un accurato monitoraggio dei livelli sierici di litio. Quando gli ACE inibitori sono somministrati simultaneamente con i farmaci antiinfiammatori non steroidei (per esempio acido acetilsalicilico a regime di dosaggio ad antinfiammatori, COX-2 inibitori e non selettivi FANS), puo' verificarsiun'attenuazione dell'effetto antipertensivo. L'associazione degli ACEinibitori e FANS puo' portare ad un aumento del peggioramento delle funzioni renali, inclusa la possibile insufficienza renale acuta, e un incremento di potassemia, specialmente in pazienti con funzione renalelimitata. La combinazione dovrebbe essere somministrata con cautela, specialmente negli anziani. I pazienti dovrebbero essere adeguatamenteidratati e attenzione dovrebbe essere fatta monitorando le funzioni renali dopo l'inizio di tale associazione e poi periodicamente. La somministrazione concomitante di questi farmaci puo' aumentare l'effetto ipotensivo di perindopril. La somministrazione contemporanea di nitroglicerina e altri nitrati o altri vasodilatatori puo' ridurre ulteriormente la pressione arteriosa. Studi epidemiologici suggeriscono che la somministrazione concomitante di ACE inibitori e farmaci antidiabetici (insulina, agenti ipoglicemizzanti orali) puo' provocare una eccessivariduzione del glucosio nel sangue con rischio di ipoglicemia. La comparsa di tale fenomeno sembra essere piu' probabile durante le prime settimane di trattamento combinato e in pazienti con insufficienza renale. La somministrazione concomitante di ACE inibitori e taluni anestetici, antidepressivi triciclici e antipsicotici puo' provocare una ulteriore diminuzione della pressione arteriosa. Gli agenti simpaticomimetici possono ridurre l'efficacia antiipertensiva degli ACE inibitori. Perindopril puo' essere somministrato contemporaneamente ad acido acetilsalicilico (se usato come trombolitico), trombolitici, beta-bloccanti e/o nitrati. Reazioni nitritoidi (sintomi che includono il rossore facciale, nausea, vomito e ipotensione) sono stati riportati raramente inpazienti in terapia con oro iniettabile (sodio aurotiomalato) e la terapia concomitante con ACE inibitore incluso perindopril.

Equivalenti in base alle liste di trasparenza

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Forme Farmacologiche


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Conservazione del prodotto

Non conservare al di sopra dei 25 gradi C. Conservare nella confezione originale per proteggere dalla luce.