paclitaxel san*ev fl150mg 6mg/ paclitaxel sandoz spa

Che cosa è paclitaxel san ev fl150mg 6mg/?

Paclitaxel san soluzione per infusione conc prodotto da sandoz spa
è un farmaco generico della categoria farmaci preconfezionati prodotti industrialmente - generici che appartiene alla fascia H che comprende i farmaci di esclusivo uso ospedaliero, non vendibili ai cittadini presso le farmacie aperte al pubblico, ma utilizzabili o distribuibili solo nell'ambito delle strutture sanitarie pubbliche .
Paclitaxel san risulta disponibile solo nelle farmaice ospedaliere o specialistico

E' utilizzato per la cura di alcaloidi derivati da piante ed altri prodotti naturali.
Contiene i principi attivi: paclitaxel
Composizione Qualitativa e Quantitativa: paclitaxel.
Codice AIC: 037807031 Codice EAN: 0

Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?

Trattamento di pazienti con carcinoma avanzato o con malattia residua(>1 cm) dopo la laparotomia iniziale; in combinazione con cisplatino,trattamento del carcinoma ovarico metastatico dopo fallimento della terapia standard a base di platino; trattamento di pazienti con carcinoma della mammella linfonodi-positivo, dopo terapia con antracicline e ciclofosfamide (AC). Il trattamento adiuvante con paclitaxel deve essere considerato un'alternativa a una terapia protratta con AC; trattamento iniziale del cancro della mammella localmente avanzato o metastatico, in combinazione con antracicline nelle pazienti in cui quest'ultima terapia e' adatta, o in combinazione con trastuzumab in quelle che iperesprimono HER-2 a livello di 3+, quale determinato con metodo immunoistochimico, o in cui le antracicline non sono appropriate. In monoterapia, trattamento del carcinoma della mammella metastatico nelle pazienti in cui la terapia standard a base di antracicline ha fallito o che non sono candidate ad essa. In combinazione con cisplatino, e' indicato nel trattamento del cancro del polmone non a piccole cellule (NSCLC) nei pazienti che non sono candidati alle terapie chirurgica e/o radiante potenzialmente curative; trattamento di pazienti con sarcoma di Kaposi (SK) avanzato AIDS- correlato, in cui una precedente terapia con antracicline liposomiali non ha avuto successo.

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Posologia

Prima del trattamento con paclitaxel, in tutti pazienti va eseguita una premedicazione con corticosteroidi, antistaminici e H 2 -antagonisti. Desametasone: 20 mg p.o.; per la somministrazione orale: circa 12 e 6 ore, oppure per somministrazione EV: 30-60 minuti; difenidramina: 50 mg e.v.; somministrazione: 30-60 minuti; cimetidina o ranitidina: 300 mg e.v. o 50 mg e.v.; somministrazione: 30-60 minuti. Trattamento di prima linea del carcinoma ovarico: sebbene altri regimi posologici siano oggetto di studio, si raccomanda il trattamento combinato con paclitaxel e cisplatino. A seconda della durata dell'infusione, vengono raccomandati due differenti dosaggi: paclitaxel 175 mg/m^2somministratoendovena in 3 ore, seguito da cisplatino 75 mg/m^2, ogni 3 settimane,oppure paclitaxel 135 mg/m^2 in infusione della durata di 24 ore, seguito da cisplatino 75 mg/m^2, con un intervallo di 3 settimane tra i cicli. Trattamento di seconda linea del carcinoma ovarico: 175 mg/m^2, somministrati in un periodo di 3 ore, con un intervallo di 3 settimanetra i cicli. Chemioterapia adiuvante nel carcinoma della mammella: 175 mg/m^2, somministrati in un periodo di 3 ore, ogni 3 settimane per 4cicli, dopo la terapia con AC. Trattamento di prima linea del carcinoma della mammella: quando usato in combinazione con doxorubicina (50 mg/m^2), il paclitaxel va somministrato 24 ore dopo la doxorubicina. Ladose di paclitaxel raccomandata e' di 220 mg/m^2, somministrati in unperiodo di 3 ore, con un intervallo di 3 settimane tra i cicli. Quando usato in combinazione con trastuzumab, la dose di paclitaxel raccomandata e' di 175 mg/m^2, somministrati endovena in un periodo di 3 ore con un intervallo di 3 settimane tra i cicli. L'infusione di paclitaxel deve essere iniziata il giorno dopo la prima dose di trastuzumab o subito dopo le successive dosi di trastuzumab, a condizione che la doseprecedente di trastuzumab sia stata ben tollerata. Trattamento di seconda linea del carcinoma della mammella: 175 mg/m^2, somministrati in un periodo di 3 ore, con un intervallo di 3 settimane tra i cicli. Trattamento del NSCLC avanzato: 175 mg/m^2, somministrati in un periodo di 3 ore e seguiti da cisplatino 80 mg/m^2, con un intervallo di 3 settimane tra i cicli. Trattamento del SK AIDS-correlato: 100 mg/m^2, somministrati in un periodo di 3 ore ogni 2 settimane. Le successive dosi vanno somministrate a seconda della tolleranza dei singoli pazienti. Il trattamento con paclitaxel non va ripetuto fino a quando il numero dei granulociti neutrofili sia >=1.500/mm^3(>=1.000/mm^3nei pazienti con SK), e quello delle piastrine sia >=10.000/mm^3(>=75.000/mm^3nei pazienti con SK). Nei pazienti con neutropenia severa (neutrofili =7 giorni) o severa neuropatia periferica, nei cicli successivila dose va ridotta del 20% (del 25% nei pazienti con SK). Pazienti con compromissione epatica: non si dispone di dati sufficienti per poterraccomandare modificazioni posologiche nei pazienti con compromissione epatica da lieve a moderata. I pazienti con compromissione epatica grave non devono essere trattati con paclitaxel.

Effetti indesiderati

Esami diagnostici. Comuni: aumento di grado severo di AST (SGOT) e fosfatasi alcalina; non comuni: aumento di grado severodella bilirubina sierica; rari: aumento della creatinina sierica. Patologie cardiache. Comuni: bradicardia; non comuni: cardiomiopatia, tachicardia ventricolare asintomatica, tachicardia con bigeminismo, blocco AV e sincope, infarto miocardico; molto rari: fibrillazione atriale, tachicardia sopraventricolare. Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto comuni: mielodepressione, neutropenia, anemia, piastrinopenia, leucopenia, emorragie; rari: neutropenia febbrile; molto rari: leucemia mieloide acuta,sindrome mielodisplastica. Patologie del sistema nervoso. Molto comuni: neurotossicita' (principalmente neuropatia periferica); rari: neuropatia motoria (con risultante debolezza distale minore); molto rari: neuropatia autonomica (con conseguenti ileo paralitico e ipotensione ortostatica), grande male, convulsioni, encefalopatia, disturbi dell'equilibrio, cefalea, atassia. Patologie dell'occhio. Molto rari: disturbia carico del nervo ottico e/o disturbi visivi (scotomi scintillanti),particolarmente in pazienti che hanno ricevuto dosi superiori a quelle raccomandate. Patologie dell'orecchio e del labirinto. Molto rari: ototossicita', perdita dell'udito, tinnito, vertigini. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Rari: dispnea, versamento pleurico,polmonite interstiziale, fibrosi polmonare, embolia polmonare, insufficienza respiratoria; molto rari: tosse. Patologie gastrointestinali. Molto comuni: nausea, vomito, diarrea, infiammazione delle mucose; rari: occlusione intestinale, perforazione intestinale, colite ischemica,pancreatite; molto rari: trombosi mesenterica, colite pseudomembranosa, esofagite, stipsi, ascite, colite neutropenia. Patologie della cutee del tessuto sottocutaneo. Molto comuni: alopecia; comuni: alterazioni lievi e transitorie delle unghie e della cute; rari: prurito, rash,eritema; molto rari: sindrome di Stevens-Johnson, necrolisi epidermica, eritema multiforme, dermatite esfoliativa, orticaria, onicolisi (i pazienti in terapia devono proteggere mani e piedi). Patologie del sistema muscolo-scheletrico e del tessuto connettivo. Molto comuni: artralgie, mialgia. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Molto rari: anoressia. Infezioni ed infestazioni. Molto comuni: infezioni (soprattutto delle vie urinarie o delle prime vie respiratorie), con casi descritti di esito fatale; non comuni: shock settico; rari: polmonite, peritonite, sepsi. Patologie vascolari. Molto comuni: ipotensione Non comuni: ipertensione, trombosi, tromboflebite; molto rari: shock. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comuni: reazioni nel sito di iniezione (inclusi edema, dolore, eritema,e indurimento localizzati; talvolta lo stravaso puo' dare origine a cellulite, fibrosi cutanea e necrosi cutanea); rari: astenia, piressia,disidratazione, edema. Disturbi del sistema immunitario. Molto comuni: reazioni minori di ipersensibilita' (principalmente vampate e rash cutanei); non comuni: reazioni significative di ipersensibilita' che richiedono trattamento; rari: reazioni anafilattiche; molto rari: shock anafilattico. Patologie epatobiliari. Molto rari: necrosi epatica, encefalopatia epatica . Disturbi psichiatrici. Molto rari: stato confusionale. Pazienti con cancro della mammella trattate con paclitaxel in ambito adiuvante dopo la terapia AC hanno presentato maggiori tossicita'neurosensoriali, reazioni di ipersensibilita', artralgia/mialgia, anemia, infezioni, febbre, nausea/vomito e diarrea, rispetto alle pazienti trattate soltanto con AC. Somministrato con uno schema di infusione della durata di 3 ore per il trattamento di prima linea del carcinoma ovarico, neurotossicita', artralgia/mialgia e ipersensibilita' sono state riscontrate piu' frequentemente e con caratteristiche di maggiore gravita' nelle pazienti trattate con paclitaxel seguito da cisplatino,rispetto a quelle trattate con ciclofosfamide seguita da cisplatino. La mielodepressione e' apparsa meno frequente e meno grave con l'infusione di 3 ore del paclitaxel seguita da cisplatino, rispetto al trattamento con ciclofosfamide seguita da cisplatino. Quando il paclitaxel e' stato somministrato con uno schema di infusione della durata di 3 ore, 24 ore dopo la doxorubicina (50 mg/m^2), nella chemioterapia di prima linea del carcinoma della mammella metastatico, sono stati riportati piu' frequentemente e con caratteristiche di maggiore gravita': neutropenia, anemia, neuropatia periferica, artralgia/mialgia, astenia, febbre e diarrea, rispetto alla terapia standard FAC. Durante il trattamento con il regime paclitaxel (220 mg/m^2)/doxorubicina (50 mg/m^2), nausea e vomito sono stati riportati con minori frequenza e gravita' rispetto alla terapia standard FAC. L'uso di corticosteroidi puo' aver contribuito alle minori frequenza e gravita' di nausea e vomito della nausea e del vomito nel braccio paclitaxel/doxorubicina. Quando il paclitaxel e' stato somministrato con uno schema di infusione della duratadi 3 ore, in combinazione con trastuzumab per il trattamento di primalinea di pazienti con cancro della mammella metastatico, i seguenti eventi sono stati riportati piu' frequentemente che non con il paclitaxel in monoterapia: insufficienza cardiaca, infezioni, brividi, febbre,tosse, rash, artralgia, tachicardia, diarrea, ipertonia, epistassi, acne, herpes simplex, lesioni accidentali, insonnia, rinite, sinusite, e reazione nel sito di iniezione. In alcuni case le differenze nella frequenza possono essere dovute all'incremento del numero e della durata dei trattamenti con la combinazione paclitaxel/trastuzumab, rispettoal paclitaxel in monoterapia. Insufficienza cardiaca congestizia e' stata osservata in meno dell'1% dei casi in entrambi i bracci trattati con paclitaxel/doxorubicina e con la terapia standard FAC. La somministrazione di trastuzumab in combinazione con paclitaxel in pazienti precedentemente trattate con antracicline ha provocato un aumento della frequenza e della gravita' della disfunzione cardiaca , rispetto alle pazienti trattate con paclitaxel in monoterapia, e raramente e' stata associata a morte. Polmonite da radiazioni e' stata descritta in pazienti contemporaneamente sottoposti a radioterapia. Sarcoma di Kaposi AIDS-correlato: frequenza e gravita' degli effetti indesiderati, ad eccezione di quelli ematologici ed epatici, sono generalmente simili tanto nei soggetti trattati per SK quanto in quelli trattati con paclitaxel in monoterapia per altri tipi di tumori solidi. Disturbi a carico del sangue e del sistema linfatico: la mielodepressione e' stata la tossicita' dose-limitante piu' importante. La neutropenia e' la piu' importante tossicita' ematologica.

Indicazioni

Trattamento di pazienti con carcinoma avanzato o con malattia residua(>1 cm) dopo la laparotomia iniziale; in combinazione con cisplatino,trattamento del carcinoma ovarico metastatico dopo fallimento della terapia standard a base di platino; trattamento di pazienti con carcinoma della mammella linfonodi-positivo, dopo terapia con antracicline e ciclofosfamide (AC). Il trattamento adiuvante con paclitaxel deve essere considerato un'alternativa a una terapia protratta con AC; trattamento iniziale del cancro della mammella localmente avanzato o metastatico, in combinazione con antracicline nelle pazienti in cui quest'ultima terapia e' adatta, o in combinazione con trastuzumab in quelle che iperesprimono HER-2 a livello di 3+, quale determinato con metodo immunoistochimico, o in cui le antracicline non sono appropriate. In monoterapia, trattamento del carcinoma della mammella metastatico nelle pazienti in cui la terapia standard a base di antracicline ha fallito o che non sono candidate ad essa. In combinazione con cisplatino, e' indicato nel trattamento del cancro del polmone non a piccole cellule (NSCLC) nei pazienti che non sono candidati alle terapie chirurgica e/o radiante potenzialmente curative; trattamento di pazienti con sarcoma di Kaposi (SK) avanzato AIDS- correlato, in cui una precedente terapia con antracicline liposomiali non ha avuto successo.

Controindicazioni ed effetti secondari

Ipersensibilita' al paclitaxel o a qualsiasi altro componente della formulazione, e in particolare all'olio di ricino poliossietilato (macrogol glicerolo ricinoleato); gravidanza e l'allattamento. Il paclitaxel non va usato in pazienti con un numero basale di neutrofili <1.500/mm^3 (<1.000/mm^3 nei pazienti con SK); controindicato anche nei pazienti con infezioni concomitanti gravi e non controllate.

Composizione ed Eccipienti

Olio di ricino polietossilato (macrogol glicerolo ricinoleato), alcool etilico.

Avvertenze

Il paclitaxel deve essere somministrato sotto la supervisione di un medico esperto nell'uso di agenti chemioterapici. Potendosi verificare gravi reazioni di ipersensibilita', occorre disporre di adeguate attrezzature per la terapia di supporto. I pazienti devono essere pretrattati con corticosteroidi, antistaminici e H 2 -antagonisti. Quando usatoin combinazione, il paclitaxel deve essere somministrato prima del cisplatino. Reazioni significative di ipersensibilita', caratterizzate da dispnea e ipotensione e che richiedono trattamento, angioedema e orticaria generalizzata sono state osservate in meno dell'1% dei pazientiche hanno ricevuto paclitaxel dopo adeguata premedicazione. Queste reazioni sono probabilmente mediate dall'istamina. In caso di reazioni di ipersensibilita' gravi l'infusione, occorre sospendere immediatamente l'infusione di paclitaxel e iniziare la terapia sintomatica; il paziente non deve essere piu' riesposto al farmaco. La depressione midollare (principalmente la neutropenia) e' la tossicita' dose-limitante. Durante il trattamento con paclitaxel deve essere istituito un monitoraggio frequente dell'esame emocromocitometrico. Il trattamento non va ripreso fino a quando il numero di neutrofili non ritorni a valori >=1.500/mm^3 (>=1.000/mm^3nei pazienti con SK), e quello delle piastrine a >=10.000/mm^3(>=75.000/mm^3nei pazienti con SK). Nello studio clinico condotto nel SK, la maggior parte dei pazienti venivano trattati con il fattore stimolante la formazione di colonie di granulociti (G-CSF). Anomalie gravi della conduzione cardiaca sono state riportate raramente con il paclitaxel in monoterapia. Se durante la somministrazione di paclitaxel il paziente sviluppa anomalie significative della conduzione (ad es., blocco atrioventricolare, tachicardia ventricolare), va iniziata una appropriata terapia, e durante le successive somministrazioni di paclitaxel va eseguito il monitoraggio cardiaco continuo. Ipotensione, ipertensione e bradicardia sono state osservate durante la somministrazione di paclitaxel; i pazienti sono di solito asintomatici e ingenere non richiedono alcun trattamento. Si raccomanda di monitorare frequentemente i parametri vitali, particolarmente nel corso della prima ora dell'infusione. Eventi cardiovascolari frequenti sono stati osservati con maggiore frequenza nei pazienti con NSCLC che nelle donne con carcinoma della mammella o dell'ovaio. Nello studio clinico del SK AIDS- correlato si e' riscontrato un solo caso di insufficienza cardiaca in rapporto con il paclitaxel. Quando il paclitaxel e' usato in combinazione con doxorubicina o trastuzumab nel trattamento iniziale del cancro della mammella metastatico, occorre considerare con grande attenzione il monitoraggio della funzione cardiaca. I pazienti candidati al trattamento con paclitaxel in questi regimi di combinazione vanno sottoposti a una valutazione cardiaca basale, comprendente, anamnesi, esame obiettivo, ECG, ecocardiogramma e/o scintigrafia MUGA. La funzionecardiaca va ulteriormente controllata nel corso del trattamento (ad es., ogni 3 mesi). Il monitoraggio puo' aiutare a identificare i pazienti che sviluppano una disfunzione cardiaca, e per decidere la frequenza con cui valutare la funzione ventricolare i medici curanti devono valutare attentamente la dose cumulativa (mg/m^2) di antracicline somministrata. Quando i test indicano un deterioramento, sia pure asintomatico, di tale funzione, i medici curanti devono valutare con gran cura ivantaggi clinici della prosecuzione della terapia contro la possibilita' che essa produca danni cardiaci, compresi quelli potenzialmente irreversibili. Qualora il trattamento venga continuato, occorre aumentare la frequenza del monitoraggio della funzione cardiaca (ad es., ogni 1- 2 cicli). Sebbene spesso si verifichi una neuropatia periferica, raramente si sviluppano sintomi gravi. Nei casi gravi, si raccomanda di ridurre del 20% (del 25% nei pazienti con SK) il dosaggio del paclitaxel in tutti i successivi cicli. Nei pazienti con NSCLC e nelle donne con cancro dell'ovaio trattati in prima linea, la somministrazione di paclitaxel in infusione della durata di 3 ore, in combinazione con cisplatino, ha avuto quale conseguenza una incidenza di neurotossicita' severa maggiore di quella osservata sia con il paclitaxel e la ciclofosfamide in monoterapia, segui'ti da cisplatino. I pazienti con funzione epatica compromessa possono essere ad aumentato rischio di tossicita',in particolare di mielodepressione di grado III-IV. Non esistono evidenze che indichino un aumento di tossicita' del paclitaxel somministrato in infusione della durata di 3 ore a pazienti con funzione epatica lievemente alterata. Una aumentata mielodepressione si puo' osservare quando il paclitaxel viene somministrato sotto forma di infusione di maggiore durata a soggetti con compromissione epatica da moderata a severa. Non sono disponibili dati relativi a pazienti con colestasi severa al basale. I pazienti con grave compromissione epatica non devono essere trattati con paclitaxel. Poiche' il paclitaxel contiene etanolo (403,7 mg/mL), va presa in considerazione la possibilita' di effetti sul SNC e di altro tipo. Occorre prestare speciale attenzione onde evitare la somministrazione intra-arteriosa di paclitaxel, poiche' in studidi tolleranza locale condotti in animali sono state osservate gravi reazioni tessutali dopo questo tipo di applicazione. Raramente e' statariportata colite pseudomembranosa, inclusi casi verificatisi in pazienti non trattati contemporaneamente con antibiotici. Questa reazione va tenuta presente nella diagnosi differenziale dei casi di diarrea grave o persistente che si verificano durante o subito dopo il trattamento con paclitaxel. La combinazione di paclitaxel e radioterapia del polmone, indipendentemente dal loro ordine cronologico, puo' contribuire allo sviluppo di polmonite interstiziale . Nei pazienti con SK, una grave mucosite e' rara. Se essa si verifica, il dosaggio del paclitaxel deve essere ridotto del 25%. Poiche' contiene olio di ricino polietossilato (macrogol glicerolo ricinoleato), il Paclitaxel puo' causare gravi reazioni allergiche.

Gravidanza e Allattamento

E' stato dimostrato che nei conigli il paclitaxel e' embriotossico e fetotossico, e che nei ratti riduce la fertilita'. Non si hanno informazioni sull'impiego del paclitaxel in donne gravide. Al pari di altri agenti citotossici, il paclitaxel puo' causare danni al feto, se somministrato durante la gestazione. Il paclitaxel e' controindicato in gravidanza. Occorre consigliare alle donne di non rimanere incinte durante la terapia con paclitaxel e, qualora cio' dovesse verificarsi, di informarne immediatamente il medico curante. Non si sa se il paclitaxel viene escreto nel latte materno. Il paclitaxel e' controindicato nell'allattamento al seno, che durante il trattamento con il farmaco va sospeso. Durante il trattamento, tanto gli uomini che le donne sessualmente attivi devono usare metodi contraccettivi efficaci.

Interazioni con altri prodotti

La clearance del paclitaxel non e' influenzata dalla premedicazione con cimetidina. Nella chemioterapia di prima linea del carcinoma ovarico, il regime di somministrazione consigliato per il paclitaxel e' che esso preceda il cisplatino. Quando il paclitaxel viene somministrato prima del cisplatino, il suo profilo di tossicita' e' sovrapponibile a quello riportato per l'impiego in monoterapia. Quando il paclitaxel e'stato invece somministrato dopo il cisplatino, i pazienti mostravano una mielodepressione piu' profonda e una diminuzione di circa il 20% della sua clearance. Le pazienti con neoplasie ginecologiche trattate con paclitaxel e cisplatino possono essere ad aumentato rischio di insufficienza renale, rispetto a quelle trattate con il solo cisplatino. Poiche' l'eliminazione della doxorubicina e dei suoi metaboliti attivi puo' essere ridotta quando paclitaxel e doxorubicina sono somministrati in tempi ravvicinati, nel trattamento iniziale del cancro della mammella metastatico il paclitaxel deve essere somministrato 24 ore dopo la doxorubicina. Il metabolismo del paclitaxel e' catalizzato, in parte, dagli isoenzimi CYP2C8 e CYP3A4 del citocromo P450. Studi clinici hanno dimostrato che il metabolismo del paclitaxel mediato dal CYP2C8 a 6alfa-idrossipaclitaxel e' la principale via metabolica nell'uomo. La co-somministrazione di ketoconazolo, un potente inibitore del CYP3A4, non inibisce l'eliminazione del paclitaxel nei pazienti; pertanto, i due farmaci possono essere somministrati insieme, senza che siano necessari aggiustamenti posologici. Ulteriori dati sulle potenziali interazioni farmacologiche tra paclitaxel e altri substrati/inibitori del CYP3A4 sono limitati. Occorre quindi usare cautela nel somministrare paclitaxel in concomitanza con farmaci che notoriamente inibiscono (ad es., eritromicina, fluoxetina, gemfibrozil) o inducono (ad es., rifampicina, carbamazepina, fenitoina, fenobarbital, efavirenz, nevirapina) siaCYP2C8 che CYP3A4. Studi condotti in pazienti con SK che contemporaneamente assumevano numerosi altri farmaci indicano che la clearance sistemica del paclitaxel era significativamente ridotta in presenza di nelfinavir e ritonavir, ma non con indinavir. Non ci sono informazioni sufficienti sulle interazioni con altri inibitori delle proteasi. Di conseguenza, il paclitaxel va somministrato con cautela nei pazienti chericevono inibitori delle proteasi quale terapia concomitante.

Forme Farmacologiche


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