oxaliplatino sand*ev 1fl 150mg oxaliplatino sandoz spa

Che cosa è oxaliplatino sand ev 1fl 150mg?

Oxaliplatino sand soluzione per infusione polv prodotto da sandoz spa
è un farmaco generico della categoria farmaci preconfezionati prodotti industrialmente - generici che appartiene alla fascia H che comprende i farmaci di esclusivo uso ospedaliero, non vendibili ai cittadini presso le farmacie aperte al pubblico, ma utilizzabili o distribuibili solo nell'ambito delle strutture sanitarie pubbliche .
Oxaliplatino sand risulta non in commercio nelle farmacie italiane
E' stato sostituito dal prodotto oxaliplatino sand inf fl 150mg

E' utilizzato per la cura di antineoplastici.
Contiene i principi attivi: oxaliplatino
Composizione Qualitativa e Quantitativa: oxaliplatino.
Codice AIC: 037876036 Codice EAN: 0

Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?

Trattamento adiuvante del cancro del colon allo stadio III (C di Duke) dopo asportazione completa del tumore primario; trattamento del cancro colorettale metastatico.

Vedi il foglio illustrativo completo

Posologia

Adulti: la dose raccomandata di oxaliplatino in ambito adiuvante e' di 85 mg/m^2 somministrati endovena, ripetuti ogni 2 settimane per 12 cicli (6 mesi). La dose raccomandata di oxaliplatino nel trattamento del cancro colorettale metastatico e' di 85 mg/m^2 somministrati endovena, ripetuti ogni 2 settimane. La posologia va aggiustata a seconda della tollerabilita'. Oxaliplatino va somministrato sempre prima delle fluoropirimidine. Oxaliplatino viene somministrato come infusione endovenosa della durata di 2-6 ore in 250-500 mL di soluzione di glucosio 5%, per avere una concentrazione compresa tra 0,2 e 0,7 mg/mL; nella pratica clinica, 0,7 mg/mL e' la concentrazione massima per una dose di oxaliplatino di 85 mg/m^2. Oxaliplatino era usato principalmente in regimi di combinazione a base di infusione continua di 5- fluorouracile. Per gli schemi di trattamento ogni 2 settimane, venivano impiegati regimi di 5- fluorouracile in bolo e in infusione endovenosa continua. Compromissione renale: oxaliplatino non e' stato studiato in pazienti con grave compromissione renale. In pazienti con compromissione renale di grado moderato, il trattamento puo' essere iniziato alla dose normalmente raccomandata. Nella disfunzione renale lieve non sono necessari aggiustamenti posologici. Compromissione epatica: in uno studio di fase I che comprendeva pazienti con vari gradi di compromissione epatica,la frequenza e la gravita' delle affezioni epato-biliari sembravano essere correlata alla progressione della malattia e alla alterazione dei test di funzione epatica nelle condizioni basali. Nel corso dello sviluppo clinico non e' stato eseguito alcuno specifico aggiustamento posologico per i pazienti con test di funzione epatica anormali. Pazienti anziani: nessun aumento delle tossicita' severe e' stato osservato quando l'oxaliplatino era usato in monoterapia o in combinazione con 5-fluorouracile in pazienti ultrasessantacinquenni. Di conseguenza, nei pazienti anziani non e' necessario alcuno specifico aggiustamento posologico. Modalita' di somministrazione: oxaliplatino viene somministrato per infusione endovenosa. La somministrazione dell'oxaliplatino non richiede iperidratazione. Oxaliplatino diluito in 250-500 mL di soluzione di glucosio 5% per dare una concentrazione non minore di 0,2 mg/mL, deve essere infuso in una linea venosa centrale o in una vena periferica in 2-6 ore. L'infusione di oxaliplatino deve precedere sempre quella di 5-fluorouracile. In caso di stravaso, la somministrazione deve essere immediatamente interrotta. La preparazione delle soluzioni iniettabili di agenti citotossici deve essere eseguita da personale specializzato addestrato con conoscenze sui farmaci usati, in condizioni chegarantiscano l'integrita' del prodotto medicinale, la protezione dell'ambiente, e in particolare quella del personale che li manipola, in accordo con la politica dell'ospedale. Essa richiede un'area riservata destinata a questo scopo. In questa area e' proibito fumare, mangiare o bere.

Effetti indesiderati

Le frequenze sono definite usando la seguente convenzione: molto comuni (>1/10), comuni (>1/100, <=1/10), non comuni (>1/1.000, <=1/100), rari (>1/10.000, <=1/1.000), molto rari (<=1/10.000), inclusi le segnalazioni isolate. Infezioni e infestazioni. Molto comuni: infezioni; comuni: neutropenia febbrile/sepsi neutropenica, rinite, infezione delle vie respiratorie superiori. Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto comuni: anemia, neutropenia, piastrinopenia, leucopenia, linfopenia; rari: trombocitopenia immunoallergica, anemia emolitica. Disturbi del sistema immunitario. Molto comuni: allergia/reazione allergica. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Molto comuni: anoressia, anomalie della glicemia, ipopotassiemia, anomalie della natremia; comuni:disidratazione; non comuni: acidosi metabolica. Disturbi psichiatrici. Comuni: depressione, insonnia; non comuni: nervosismo. Patologie delsistema nervoso. Molto comuni: neuropatia periferica sensitiva, cefalea, disturbo sensitivo, perversione del gusto; comuni: vertigini, neurite motoria, meningismo; rari: disartria. Patologie dell'occhio. Comuni: congiuntivite, visione anormale; rari: diminuzione transitoria dell'acuita' visiva, disturbi del campo visivo, neurite ottica. Patologie dell'orecchio e del labirinto. Non comuni: ototossicita'; rari: sordita'. Patologie vascolari. Molto comuni: epistassi; comuni: emorragia, tromboflebite profonda, embolia polmonare, rettorragia, vampate. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Molto comuni: dispnea, tosse; comuni: dolore toracico, singhiozzo; rari: polmonite interstiziale, fibrosi polmonare. Patologie gastrointestinali. Molto comuni: diarrea, nausea, vomito, stomatite/mucosite, dolori addominali, stipsi; comuni: dispepsia, reflusso gastroesofageo; non comuni: ileo, occlusione intestinale; rari: colite, inclusa diarrea da Clostridium difficile; molto rari: pancreatite. Patologie epatobiliari. Molto comuni: aumento di fosfatasi alcalina,incremento di bilirubina,incremento di LDH, incremento di enzimi epatici (SGPT/ALT, SGOT/AST); molto rari: sindrome daostruzione dei sinusoidi epatici. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Molto comuni: patologie della pelle, alopecia; comuni: esfoliazione cutanea, eruzione eritematosa, aumentata sudorazione, patologia delle unghie. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Molto comuni: mal di schiena; comuni: artralgie, dolori scheletrici. Patologie renali e urinarie. Comuni: disuria, anormalefrequenza delle minzioni, aumento della creatinina, ematuria; molto rari: nefropatia tubulo-interstiziale acuta. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comuni: febbre, senso di affaticamento, astenia, dolore, incremento ponderale (in ambito adiuvante), reazioni nel sito di iniezione; comune: calo ponderale (ambito metastatico). >>Tossicita' ematologica. Oxaliplatino e 5-FU/AF85 mg/m^2 ogni 2 settimane: anemia, neutropenia, piastrinopenia, neutropenia febbrile, sepsi neutropenia. >>Tossicita' digestiva. Oxaliplatino e 5-FU/AF 85 mg/m^2 ogni 2 settimane: nausea, diarrea, vomito, mucosite/stomatite. Profilassi e/o trattamento con potenti farmaci antiemetici sono indicati: disidratazione, ileo paralitico, occlusione intestinale, ipopotassiemia, acidosi metabolica e compromissione renale possono essere causate da diarrea/vomito gravi, specialmente con la combinazione di oxaliplatino e 5-fluorouracile. In casi isolati viene riportata pancreatite. Sistema nervoso: la tossicita' dose-limitante dell'oxaliplatino e' neurologica. Essa comporta una neuropatia periferica sensitiva caratterizzata da disestesie e/o parestesie degli arti, accompagnata o meno da crampi e spesso scatenata dal freddo. La durata di questi sintomi, che di solito regrediscono nell'intervallo tra i cicli di trattamento, aumenta con il numero dei cicli. La comparsa di dolore e/o di un disturbo funzionale costituiscono indicazioni, a seconda della durata dei sintomi, per l'aggiustamento della posologia, o financheper l'interruzione del trattamento. Questo disturbo funzionale include difficolta' nella esecuzione di movimenti delicati, ed e' una possibile conseguenza della compromissione sensitiva. Nella maggioranza dei casi, segni e sintomi neurologici migliorano o scompaiono completamente quando il trattamento viene interrotto. In ambito adiuvante nel cancro del colon, 6 mesi dopo la cessazione del trattamento l'87% dei pazienti non hanno sintomi o questi sono lievi. Dopo un follow-up fino a 3anni, circa il 3% dei pazienti presentavano ancora parestesie localizzate di moderata intensita' (2,3%) o in grado di interferire con le attivita' funzionali (0,5%). Sono state riportate manifestazioni neurosensoriali. Esse cominciano entro alcune ore dalla somministrazione e spesso si verificano per esposizione al freddo. Si presentano come parestesie, disestesie o ipoestesie transitorie. Una sindrome acuta di disestesia faringolaringea e' caratterizzata da sensazioni soggettive di disfagia o dispnea/senso di soffocamento, senza che siano evidenti segni oggettivi di distress respiratorio o di laringospasmo o broncospasmo(non stridor o sibili). Sebbene in tali casi siano stati somministrati antistaminici e broncodilatatori, i sintomi sono rapidamente reversibili anche in assenza di trattamento. Il prolungamento dell'infusione contribuisce a ridurre l'incidenza di questa sindrome. Tra gli altri sintomi a volte osservati vi sono spasmi muscolari della mandibola, spasmi-muscolari, contrazioni involontarie/mioclono, anormale coordinazione/deambulazione anormale/atassia/disturbi dell'equilibrio, stretta/senso di oppressione/fastidio/dolore alla gola o al torace. Inoltre, disfunzioni dei nervi cranici possono esservi associate o verificarsi sotto forma di eventi isolati, quali ptosi, diplopia, afonia/disfonia/raucedine, descritta a volte come paralisi delle corde vocali, sensazioneabnorme a carico della lingua o disartria, descritta talora come afasia, nevralgia trigeminale/dolore facciale/dolore oculare, ridotta acuita' visiva, alterazioni del campo visivo. Altri sintomi neurologici, come perdita dei riflessi osteotendinei e segno di Lhermitte, sono stati riportati durante il trattamento con oxaliplatino. Sono stati descritti anche casi isolati di neurite ottica. >>Reazioni allergiche. Oxaliplatino e 5-FU/AF 85 mg/m^2 ogni 2 settimane: reazioni allergiche/allergia. Patologie epatobiliari: sindrome da occlusione dei sinusoidi epatici, nota anche come malattia veno- occlusiva del fegato, o manifestazioni patologiche a essa correlate, tra cui peliosi epatica, iperplasia rigenerativa nodulare, fibrosi perisinusoidale. Manifestazioni cliniche possono essere l'ipertensione portale e/o l'aumento delle transaminasi. Patologie renali ed urinarie: nefropatia acuta tubulo-interstiziale con esito in insufficienza renale acuta.

Indicazioni

Trattamento adiuvante del cancro del colon allo stadio III (C di Duke) dopo asportazione completa del tumore primario; trattamento del cancro colorettale metastatico.

Controindicazioni ed effetti secondari

Ipersensibilita' al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti; allattamento al seno; mielodepressione presente prima dell'inizio del primo ciclo, quale documentata da un numero di leucociti neutrofili POSOLOGIAAdulti: la dose raccomandata di oxaliplatino in ambito adiuvante e' di 85 mg/m^2 somministrati endovena, ripetuti ogni 2 settimane per 12 cicli (6 mesi). La dose raccomandata di oxaliplatino nel trattamento del cancro colorettale metastatico e' di 85 mg/m^2 somministrati endovena, ripetuti ogni 2 settimane. La posologia va aggiustata a seconda della tollerabilita'. Oxaliplatino va somministrato sempre prima delle fluoropirimidine. Oxaliplatino viene somministrato come infusione endovenosa della durata di 2-6 ore in 250-500 mL di soluzione di glucosio 5%, per avere una concentrazione compresa tra 0,2 e 0,7 mg/mL; nella pratica clinica, 0,7 mg/mL e' la concentrazione massima per una dose di oxaliplatino di 85 mg/m^2. Oxaliplatino era usato principalmente in regimi di combinazione a base di infusione continua di 5- fluorouracile. Per gli schemi di trattamento ogni 2 settimane, venivano impiegati regimi di 5- fluorouracile in bolo e in infusione endovenosa continua. Compromissione renale: oxaliplatino non e' stato studiato in pazienti con grave compromissione renale. In pazienti con compromissione renale di grado moderato, il trattamento puo' essere iniziato alla dose normalmente raccomandata. Nella disfunzione renale lieve non sono necessari aggiustamenti posologici. Compromissione epatica: in uno studio di fase I che comprendeva pazienti con vari gradi di compromissione epatica,la frequenza e la gravita' delle affezioni epato-biliari sembravano essere correlata alla progressione della malattia e alla alterazione dei test di funzione epatica nelle condizioni basali. Nel corso dello sviluppo clinico non e' stato eseguito alcuno specifico aggiustamento posologico per i pazienti con test di funzione epatica anormali. Pazienti anziani: nessun aumento delle tossicita' severe e' stato osservato quando l'oxaliplatino era usato in monoterapia o in combinazione con 5-fluorouracile in pazienti ultrasessantacinquenni. Di conseguenza, nei pazienti anziani non e' necessario alcuno specifico aggiustamento posologico. Modalita' di somministrazione: oxaliplatino viene somministrato per infusione endovenosa. La somministrazione dell'oxaliplatino non richiede iperidratazione. Oxaliplatino diluito in 250-500 mL di soluzione di glucosio 5% per dare una concentrazione non minore di 0,2 mg/mL, deve essere infuso in una linea venosa centrale o in una vena periferica in 2-6 ore. L'infusione di oxaliplatino deve precedere sempre quella di 5-fluorouracile. In caso di stravaso, la somministrazione deve essere immediatamente interrotta. La preparazione delle soluzioni iniettabili di agenti citotossici deve essere eseguita da personale specializzato addestrato con conoscenze sui farmaci usati, in condizioni chegarantiscano l'integrita' del prodotto medicinale, la protezione dell'ambiente, e in particolare quella del personale che li manipola, in accordo con la politica dell'ospedale. Essa richiede un'area riservata destinata a questo scopo. In questa area e' proibito fumare, mangiare o bere.CONSERVAZIONEFarmaco come confezionato per la vendita: per le conservazioni di questo farmaco non e' richiesta alcuna condizione particolare.AVVERTENZEOxaliplatino deve essere impiegato soltanto in reparti specializzati in oncologia, e somministrato sotto la supervisione di un oncologo esperto. A causa delle limitate informazioni sulla sicurezza nei pazienticon compromissione renale di grado moderato, la somministrazione va presa in considerazione dopo adeguata valutazione del rapporto rischio/beneficio per il paziente. In tale situazione, la funzione renale deveessere accuratamente monitorata, e la posologia aggiustata in rapporto alla tossicita'. I pazienti con trascorsi di reazione allergica a composti del platino vanno monitorati per i sintomi allergici. In caso di reazione simil-anafilattica all'oxaliplatino, occorre sospendere immediatamente l'infusione e iniziare un appropriato trattamento sintomatico. La risomministrazione del farmaco e' controindicata. In caso di stravaso dell'oxaliplatino, l'infusione va immediatamente arrestata, e iniziato l'usuale trattamento sintomatico locale. La tossicita' neurologica dell'oxaliplatino va accuratamente monitorata, specialmente nel caso di co-somministrazione di altri farmaci con tossicita' neurologica specifica. Un esame neurologico deve essere eseguito prima di ogni somministrazione, e periodicamente in seguito. Nei pazienti che sviluppano una disestesia laringofaringea acuta durante o nelle 2 ore che seguono l'infusione, la durata della somministrazione successiva deve essere di 6 ore. Se si verificano sintomi neurologici (parestesie, disestesie), l'aggiustamento raccomandato della posologia dell'oxaliplatino deve basarsi sulla durata e la gravita' di tali sintomi, come di seguito indicato: se i sintomi durano piu' di 7 giorni e sono fastidiosi, le dosi successive di oxaliplatino devono essere ridotte da 85 mg/m^2 a65 mg/m^2 (ambito metastatico) o 75 mg/m^2 (ambito adiuvante); se le parestesie senza compromissione funzionale persistono fino al ciclo seguente, la posologia successiva dell'oxaliplatino deve essere ridotta da 85 mg/m^2 a 65 mg/m^2 (ambito metastatico) o 75 mg/m^2(ambito adiuvante); se le parestesie con compromissione funzionale persistono fino al ciclo seguente, l'oxaliplatino deve essere sospeso; se questi sintomi migliorano dopo la sospensione della terapia con l'oxaliplatino, puo' essere presa in considerazione la ripresa della terapia. I pazientidevono essere informati della possibilita' che i sintomi della neuropatia periferica sensitiva persistano anche dopo la fine del trattamento. Le parestesie localizzate di grado moderato o quelle che possono interferire con le attivita' funzionali possono persistere per periodi di tempo fino a 3 anni dopo la cessazione del trattamento adiuvante. Latossicita' gastrointestinale, che si manifesta con nausea e vomito, giustifica il trattamento anti-emetico profilattico e/o terapeutico. Diarrea/vomito possono causare disidratazione, ileo paralitico, occlusione intestinale, ipopotassiemia, acidosi metabolica e compromissione renale, specialmente quando l'oxaliplatino e' combinato con il 5-flruorouracile. Sono stati riportati casi isolati di pancreatite. Se si verifica tossicita' ematologica (leucociti neutrofili <1,5 x 10^9 /L o piastrine =1,5 x 10^9 /L. Per il trattamento combinato dell'oxaliplatino con il 5-fluorouracile (con o senza acido folinico), si devono operare gli usuali aggiustamenti posologici per le tossicita' associate al 5-fluorouracile. Se riverificano unadiarrea di grado 4, una neutropenia di grado 3-4 (leucociti neutrofili <1,0 x 10^9 /L), una piastrinopenia di grado 3-4 (piastrine INTERAZIONINei pazienti che hanno ricevuto un'unica dose di 85 mg/m^2 di oxaliplatino immediatamente prima della somministrazione di 5-fluorouracile, non sono stati osservati cambiamenti nel livello di esposizione a quest'ultimo composto. In vitro, non e' stato osservato alcun significativo spostamento dell'oxaliplatino legato alle proteine plasmatiche, da parte dei seguenti farmaci: eritromicina, salicilati, granisetron, paclitaxel e valproato di sodio.EFFETTI INDESIDERATILe frequenze sono definite usando la seguente convenzione: molto comuni (>1/10), comuni (>1/100, <=1/10), non comuni (>1/1.000, <=1/100), rari (>1/10.000, <=1/1.000), molto rari (<=1/10.000), inclusi le segnalazioni isolate. Infezioni e infestazioni. Molto comuni: infezioni; comuni: neutropenia febbrile/sepsi neutropenica, rinite, infezione delle vie respiratorie superiori. Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto comuni: anemia, neutropenia, piastrinopenia, leucopenia, linfopenia; rari: trombocitopenia immunoallergica, anemia emolitica. Disturbi del sistema immunitario. Molto comuni: allergia/reazione allergica. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Molto comuni: anoressia, anomalie della glicemia, ipopotassiemia, anomalie della natremia; comuni:disidratazione; non comuni: acidosi metabolica. Disturbi psichiatrici. Comuni: depressione, insonnia; non comuni: nervosismo. Patologie delsistema nervoso. Molto comuni: neuropatia periferica sensitiva, cefalea, disturbo sensitivo, perversione del gusto; comuni: vertigini, neurite motoria, meningismo; rari: disartria. Patologie dell'occhio. Comuni: congiuntivite, visione anormale; rari: diminuzione transitoria dell'acuita' visiva, disturbi del campo visivo, neurite ottica. Patologie dell'orecchio e del labirinto. Non comuni: ototossicita'; rari: sordita'. Patologie vascolari. Molto comuni: epistassi; comuni: emorragia, tromboflebite profonda, embolia polmonare, rettorragia, vampate. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Molto comuni: dispnea, tosse; comuni: dolore toracico, singhiozzo; rari: polmonite interstiziale, fibrosi polmonare. Patologie gastrointestinali. Molto comuni: diarrea, nausea, vomito, stomatite/mucosite, dolori addominali, stipsi; comuni: dispepsia, reflusso gastroesofageo; non comuni: ileo, occlusione intestinale; rari: colite, inclusa diarrea da Clostridium difficile; molto rari: pancreatite. Patologie epatobiliari. Molto comuni: aumento di fosfatasi alcalina,incremento di bilirubina,incremento di LDH, incremento di enzimi epatici (SGPT/ALT, SGOT/AST); molto rari: sindrome daostruzione dei sinusoidi epatici. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Molto comuni: patologie della pelle, alopecia; comuni: esfoliazione cutanea, eruzione eritematosa, aumentata sudorazione, patologia delle unghie. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Molto comuni: mal di schiena; comuni: artralgie, dolori scheletrici. Patologie renali e urinarie. Comuni: disuria, anormalefrequenza delle minzioni, aumento della creatinina, ematuria; molto rari: nefropatia tubulo-interstiziale acuta. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comuni: febbre, senso di affaticamento, astenia, dolore, incremento ponderale (in ambito adiuvante), reazioni nel sito di iniezione; comune: calo ponderale (ambito metastatico). >>Tossicita' ematologica. Oxaliplatino e 5-FU/AF85 mg/m^2 ogni 2 settimane: anemia, neutropenia, piastrinopenia, neutropenia febbrile, sepsi neutropenia. >>Tossicita' digestiva. Oxaliplatino e 5-FU/AF 85 mg/m^2 ogni 2 settimane: nausea, diarrea, vomito, mucosite/stomatite. Profilassi e/o trattamento con potenti farmaci antiemetici sono indicati: disidratazione, ileo paralitico, occlusione intestinale, ipopotassiemia, acidosi metabolica e compromissione renale possono essere causate da diarrea/vomito gravi, specialmente con la combinazione di oxaliplatino e 5-fluorouracile. In casi isolati viene riportata pancreatite. Sistema nervoso: la tossicita' dose-limitante dell'oxaliplatino e' neurologica. Essa comporta una neuropatia periferica sensitiva caratterizzata da disestesie e/o parestesie degli arti, accompagnata o meno da crampi e spesso scatenata dal freddo. La durata di questi sintomi, che di solito regrediscono nell'intervallo tra i cicli di trattamento, aumenta con il numero dei cicli. La comparsa di dolore e/o di un disturbo funzionale costituiscono indicazioni, a seconda della durata dei sintomi, per l'aggiustamento della posologia, o financheper l'interruzione del trattamento. Questo disturbo funzionale include difficolta' nella esecuzione di movimenti delicati, ed e' una possibile conseguenza della compromissione sensitiva. Nella maggioranza dei casi, segni e sintomi neurologici migliorano o scompaiono completamente quando il trattamento viene interrotto. In ambito adiuvante nel cancro del colon, 6 mesi dopo la cessazione del trattamento l'87% dei pazienti non hanno sintomi o questi sono lievi. Dopo un follow-up fino a 3anni, circa il 3% dei pazienti presentavano ancora parestesie localizzate di moderata intensita' (2,3%) o in grado di interferire con le attivita' funzionali (0,5%). Sono state riportate manifestazioni neurosensoriali. Esse cominciano entro alcune ore dalla somministrazione e spesso si verificano per esposizione al freddo. Si presentano come parestesie, disestesie o ipoestesie transitorie. Una sindrome acuta di disestesia faringolaringea e' caratterizzata da sensazioni soggettive di disfagia o dispnea/senso di soffocamento, senza che siano evidenti segni oggettivi di distress respiratorio o di laringospasmo o broncospasmo(non stridor o sibili). Sebbene in tali casi siano stati somministrati antistaminici e broncodilatatori, i sintomi sono rapidamente reversibili anche in assenza di trattamento. Il prolungamento dell'infusione contribuisce a ridurre l'incidenza di questa sindrome. Tra gli altri sintomi a volte osservati vi sono spasmi muscolari della mandibola, spasmi-muscolari, contrazioni involontarie/mioclono, anormale coordinazione/deambulazione anormale/atassia/disturbi dell'equilibrio, stretta/senso di oppressione/fastidio/dolore alla gola o al torace. Inoltre, disfunzioni dei nervi cranici possono esservi associate o verificarsi sotto forma di eventi isolati, quali ptosi, diplopia, afonia/disfonia/raucedine, descritta a volte come paralisi delle corde vocali, sensazioneabnorme a carico della lingua o disartria, descritta talora come afasia, nevralgia trigeminale/dolore facciale/dolore oculare, ridotta acuita' visiva, alterazioni del campo visivo. Altri sintomi neurologici, come perdita dei riflessi osteotendinei e segno di Lhermitte, sono stati riportati durante il trattamento con oxaliplatino. Sono stati descritti anche casi isolati di neurite ottica. >>Reazioni allergiche. Oxaliplatino e 5-FU/AF 85 mg/m^2 ogni 2 settimane: reazioni allergiche/allergia. Patologie epatobiliari: sindrome da occlusione dei sinusoidi epatici, nota anche come malattia veno- occlusiva del fegato, o manifestazioni patologiche a essa correlate, tra cui peliosi epatica, iperplasia rigenerativa nodulare, fibrosi perisinusoidale. Manifestazioni cliniche possono essere l'ipertensione portale e/o l'aumento delle transaminasi. Patologie renali ed urinarie: nefropatia acuta tubulo-interstiziale con esito in insufficienza renale acuta.GRAVIDANZA E ALLATTAMENTOFino ad oggi non sono disponibili informazioni sulla sicurezza di impiego nelle donne gravide. Negli studi sugli animali e' stata osservatatossicita' riproduttiva. Di conseguenza, l'oxaliplatino e' sconsigliato durante la gravidanza e nelle donne in eta' fertile che non adottano misure contraccettive. L'uso dell'oxaliplatino deve essere preso in considerazione soltanto dopo avere debitamente informato la paziente del rischio per il feto, e averne ottenuto il consenso. Appropiate misure contraccettive devono essere prese durante e dopo la cessazione deltrattamento per altri 4 mesi per le donne e 6 mesi per gli uomini. L'escrezione nel latte non e' stata studiata. L'allattamento al seno e' controindicato durante la terapia con oxaliplatino. L'oxaliplatino ha un effetto anti-fertilita'.

Composizione ed Eccipienti

Lattosio monoidrato.

Avvertenze

Oxaliplatino deve essere impiegato soltanto in reparti specializzati in oncologia, e somministrato sotto la supervisione di un oncologo esperto. A causa delle limitate informazioni sulla sicurezza nei pazienticon compromissione renale di grado moderato, la somministrazione va presa in considerazione dopo adeguata valutazione del rapporto rischio/beneficio per il paziente. In tale situazione, la funzione renale deveessere accuratamente monitorata, e la posologia aggiustata in rapporto alla tossicita'. I pazienti con trascorsi di reazione allergica a composti del platino vanno monitorati per i sintomi allergici. In caso di reazione simil-anafilattica all'oxaliplatino, occorre sospendere immediatamente l'infusione e iniziare un appropriato trattamento sintomatico. La risomministrazione del farmaco e' controindicata. In caso di stravaso dell'oxaliplatino, l'infusione va immediatamente arrestata, e iniziato l'usuale trattamento sintomatico locale. La tossicita' neurologica dell'oxaliplatino va accuratamente monitorata, specialmente nel caso di co-somministrazione di altri farmaci con tossicita' neurologica specifica. Un esame neurologico deve essere eseguito prima di ogni somministrazione, e periodicamente in seguito. Nei pazienti che sviluppano una disestesia laringofaringea acuta durante o nelle 2 ore che seguono l'infusione, la durata della somministrazione successiva deve essere di 6 ore. Se si verificano sintomi neurologici (parestesie, disestesie), l'aggiustamento raccomandato della posologia dell'oxaliplatino deve basarsi sulla durata e la gravita' di tali sintomi, come di seguito indicato: se i sintomi durano piu' di 7 giorni e sono fastidiosi, le dosi successive di oxaliplatino devono essere ridotte da 85 mg/m^2 a65 mg/m^2 (ambito metastatico) o 75 mg/m^2 (ambito adiuvante); se le parestesie senza compromissione funzionale persistono fino al ciclo seguente, la posologia successiva dell'oxaliplatino deve essere ridotta da 85 mg/m^2 a 65 mg/m^2 (ambito metastatico) o 75 mg/m^2(ambito adiuvante); se le parestesie con compromissione funzionale persistono fino al ciclo seguente, l'oxaliplatino deve essere sospeso; se questi sintomi migliorano dopo la sospensione della terapia con l'oxaliplatino, puo' essere presa in considerazione la ripresa della terapia. I pazientidevono essere informati della possibilita' che i sintomi della neuropatia periferica sensitiva persistano anche dopo la fine del trattamento. Le parestesie localizzate di grado moderato o quelle che possono interferire con le attivita' funzionali possono persistere per periodi di tempo fino a 3 anni dopo la cessazione del trattamento adiuvante. Latossicita' gastrointestinale, che si manifesta con nausea e vomito, giustifica il trattamento anti-emetico profilattico e/o terapeutico. Diarrea/vomito possono causare disidratazione, ileo paralitico, occlusione intestinale, ipopotassiemia, acidosi metabolica e compromissione renale, specialmente quando l'oxaliplatino e' combinato con il 5-flruorouracile. Sono stati riportati casi isolati di pancreatite. Se si verifica tossicita' ematologica (leucociti neutrofili <1,5 x 10^9 /L o piastrine =1,5 x 10^9 /L. Per il trattamento combinato dell'oxaliplatino con il 5-fluorouracile (con o senza acido folinico), si devono operare gli usuali aggiustamenti posologici per le tossicita' associate al 5-fluorouracile. Se riverificano unadiarrea di grado 4, una neutropenia di grado 3-4 (leucociti neutrofili <1,0 x 10^9 /L), una piastrinopenia di grado 3-4 (piastrine INTERAZIONINei pazienti che hanno ricevuto un'unica dose di 85 mg/m^2 di oxaliplatino immediatamente prima della somministrazione di 5-fluorouracile, non sono stati osservati cambiamenti nel livello di esposizione a quest'ultimo composto. In vitro, non e' stato osservato alcun significativo spostamento dell'oxaliplatino legato alle proteine plasmatiche, da parte dei seguenti farmaci: eritromicina, salicilati, granisetron, paclitaxel e valproato di sodio.EFFETTI INDESIDERATILe frequenze sono definite usando la seguente convenzione: molto comuni (>1/10), comuni (>1/100, <=1/10), non comuni (>1/1.000, <=1/100), rari (>1/10.000, <=1/1.000), molto rari (<=1/10.000), inclusi le segnalazioni isolate. Infezioni e infestazioni. Molto comuni: infezioni; comuni: neutropenia febbrile/sepsi neutropenica, rinite, infezione delle vie respiratorie superiori. Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto comuni: anemia, neutropenia, piastrinopenia, leucopenia, linfopenia; rari: trombocitopenia immunoallergica, anemia emolitica. Disturbi del sistema immunitario. Molto comuni: allergia/reazione allergica. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Molto comuni: anoressia, anomalie della glicemia, ipopotassiemia, anomalie della natremia; comuni:disidratazione; non comuni: acidosi metabolica. Disturbi psichiatrici. Comuni: depressione, insonnia; non comuni: nervosismo. Patologie delsistema nervoso. Molto comuni: neuropatia periferica sensitiva, cefalea, disturbo sensitivo, perversione del gusto; comuni: vertigini, neurite motoria, meningismo; rari: disartria. Patologie dell'occhio. Comuni: congiuntivite, visione anormale; rari: diminuzione transitoria dell'acuita' visiva, disturbi del campo visivo, neurite ottica. Patologie dell'orecchio e del labirinto. Non comuni: ototossicita'; rari: sordita'. Patologie vascolari. Molto comuni: epistassi; comuni: emorragia, tromboflebite profonda, embolia polmonare, rettorragia, vampate. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Molto comuni: dispnea, tosse; comuni: dolore toracico, singhiozzo; rari: polmonite interstiziale, fibrosi polmonare. Patologie gastrointestinali. Molto comuni: diarrea, nausea, vomito, stomatite/mucosite, dolori addominali, stipsi; comuni: dispepsia, reflusso gastroesofageo; non comuni: ileo, occlusione intestinale; rari: colite, inclusa diarrea da Clostridium difficile; molto rari: pancreatite. Patologie epatobiliari. Molto comuni: aumento di fosfatasi alcalina,incremento di bilirubina,incremento di LDH, incremento di enzimi epatici (SGPT/ALT, SGOT/AST); molto rari: sindrome daostruzione dei sinusoidi epatici. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Molto comuni: patologie della pelle, alopecia; comuni: esfoliazione cutanea, eruzione eritematosa, aumentata sudorazione, patologia delle unghie. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Molto comuni: mal di schiena; comuni: artralgie, dolori scheletrici. Patologie renali e urinarie. Comuni: disuria, anormalefrequenza delle minzioni, aumento della creatinina, ematuria; molto rari: nefropatia tubulo-interstiziale acuta. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comuni: febbre, senso di affaticamento, astenia, dolore, incremento ponderale (in ambito adiuvante), reazioni nel sito di iniezione; comune: calo ponderale (ambito metastatico). >>Tossicita' ematologica. Oxaliplatino e 5-FU/AF85 mg/m^2 ogni 2 settimane: anemia, neutropenia, piastrinopenia, neutropenia febbrile, sepsi neutropenia. >>Tossicita' digestiva. Oxaliplatino e 5-FU/AF 85 mg/m^2 ogni 2 settimane: nausea, diarrea, vomito, mucosite/stomatite. Profilassi e/o trattamento con potenti farmaci antiemetici sono indicati: disidratazione, ileo paralitico, occlusione intestinale, ipopotassiemia, acidosi metabolica e compromissione renale possono essere causate da diarrea/vomito gravi, specialmente con la combinazione di oxaliplatino e 5-fluorouracile. In casi isolati viene riportata pancreatite. Sistema nervoso: la tossicita' dose-limitante dell'oxaliplatino e' neurologica. Essa comporta una neuropatia periferica sensitiva caratterizzata da disestesie e/o parestesie degli arti, accompagnata o meno da crampi e spesso scatenata dal freddo. La durata di questi sintomi, che di solito regrediscono nell'intervallo tra i cicli di trattamento, aumenta con il numero dei cicli. La comparsa di dolore e/o di un disturbo funzionale costituiscono indicazioni, a seconda della durata dei sintomi, per l'aggiustamento della posologia, o financheper l'interruzione del trattamento. Questo disturbo funzionale include difficolta' nella esecuzione di movimenti delicati, ed e' una possibile conseguenza della compromissione sensitiva. Nella maggioranza dei casi, segni e sintomi neurologici migliorano o scompaiono completamente quando il trattamento viene interrotto. In ambito adiuvante nel cancro del colon, 6 mesi dopo la cessazione del trattamento l'87% dei pazienti non hanno sintomi o questi sono lievi. Dopo un follow-up fino a 3anni, circa il 3% dei pazienti presentavano ancora parestesie localizzate di moderata intensita' (2,3%) o in grado di interferire con le attivita' funzionali (0,5%). Sono state riportate manifestazioni neurosensoriali. Esse cominciano entro alcune ore dalla somministrazione e spesso si verificano per esposizione al freddo. Si presentano come parestesie, disestesie o ipoestesie transitorie. Una sindrome acuta di disestesia faringolaringea e' caratterizzata da sensazioni soggettive di disfagia o dispnea/senso di soffocamento, senza che siano evidenti segni oggettivi di distress respiratorio o di laringospasmo o broncospasmo(non stridor o sibili). Sebbene in tali casi siano stati somministrati antistaminici e broncodilatatori, i sintomi sono rapidamente reversibili anche in assenza di trattamento. Il prolungamento dell'infusione contribuisce a ridurre l'incidenza di questa sindrome. Tra gli altri sintomi a volte osservati vi sono spasmi muscolari della mandibola, spasmi-muscolari, contrazioni involontarie/mioclono, anormale coordinazione/deambulazione anormale/atassia/disturbi dell'equilibrio, stretta/senso di oppressione/fastidio/dolore alla gola o al torace. Inoltre, disfunzioni dei nervi cranici possono esservi associate o verificarsi sotto forma di eventi isolati, quali ptosi, diplopia, afonia/disfonia/raucedine, descritta a volte come paralisi delle corde vocali, sensazioneabnorme a carico della lingua o disartria, descritta talora come afasia, nevralgia trigeminale/dolore facciale/dolore oculare, ridotta acuita' visiva, alterazioni del campo visivo. Altri sintomi neurologici, come perdita dei riflessi osteotendinei e segno di Lhermitte, sono stati riportati durante il trattamento con oxaliplatino. Sono stati descritti anche casi isolati di neurite ottica. >>Reazioni allergiche. Oxaliplatino e 5-FU/AF 85 mg/m^2 ogni 2 settimane: reazioni allergiche/allergia. Patologie epatobiliari: sindrome da occlusione dei sinusoidi epatici, nota anche come malattia veno- occlusiva del fegato, o manifestazioni patologiche a essa correlate, tra cui peliosi epatica, iperplasia rigenerativa nodulare, fibrosi perisinusoidale. Manifestazioni cliniche possono essere l'ipertensione portale e/o l'aumento delle transaminasi. Patologie renali ed urinarie: nefropatia acuta tubulo-interstiziale con esito in insufficienza renale acuta.GRAVIDANZA E ALLATTAMENTOFino ad oggi non sono disponibili informazioni sulla sicurezza di impiego nelle donne gravide. Negli studi sugli animali e' stata osservatatossicita' riproduttiva. Di conseguenza, l'oxaliplatino e' sconsigliato durante la gravidanza e nelle donne in eta' fertile che non adottano misure contraccettive. L'uso dell'oxaliplatino deve essere preso in considerazione soltanto dopo avere debitamente informato la paziente del rischio per il feto, e averne ottenuto il consenso. Appropiate misure contraccettive devono essere prese durante e dopo la cessazione deltrattamento per altri 4 mesi per le donne e 6 mesi per gli uomini. L'escrezione nel latte non e' stata studiata. L'allattamento al seno e' controindicato durante la terapia con oxaliplatino. L'oxaliplatino ha un effetto anti-fertilita'.

Gravidanza e Allattamento

Fino ad oggi non sono disponibili informazioni sulla sicurezza di impiego nelle donne gravide. Negli studi sugli animali e' stata osservatatossicita' riproduttiva. Di conseguenza, l'oxaliplatino e' sconsigliato durante la gravidanza e nelle donne in eta' fertile che non adottano misure contraccettive. L'uso dell'oxaliplatino deve essere preso in considerazione soltanto dopo avere debitamente informato la paziente del rischio per il feto, e averne ottenuto il consenso. Appropiate misure contraccettive devono essere prese durante e dopo la cessazione deltrattamento per altri 4 mesi per le donne e 6 mesi per gli uomini. L'escrezione nel latte non e' stata studiata. L'allattamento al seno e' controindicato durante la terapia con oxaliplatino. L'oxaliplatino ha un effetto anti-fertilita'.

Interazioni con altri prodotti

Nei pazienti che hanno ricevuto un'unica dose di 85 mg/m^2 di oxaliplatino immediatamente prima della somministrazione di 5-fluorouracile, non sono stati osservati cambiamenti nel livello di esposizione a quest'ultimo composto. In vitro, non e' stato osservato alcun significativo spostamento dell'oxaliplatino legato alle proteine plasmatiche, da parte dei seguenti farmaci: eritromicina, salicilati, granisetron, paclitaxel e valproato di sodio.

Forme Farmacologiche


Clicca qui per consultare il foglio illustrativo e riassunto delle caratteristiche di oxaliplatino sand

Conservazione del prodotto

Farmaco come confezionato per la vendita: per le conservazioni di questo farmaco non e' richiesta alcuna condizione particolare.