nopar*40cpr 0,25mg pergolide eli lilly italia spa

Che cosa è nopar 40cpr 0,25mg?

Nopar compresse prodotto da eli lilly italia spa
è un farmaco etico della categoria specialita' medicinali con prescrizione medica che appartiene alla fascia C che comprende quei farmaci che, non essendo considerati essenziali, sono completamente a carico del cittadino ma richiedono comunque prescrizione .
Nopar risulta non in commercio nelle farmacie italiane

Contiene i principi attivi: pergolide mesilato
Codice AIC: 028507022 Codice EAN: 0

Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?

Quando si ritiene opportuno un trattamento con un farmaco dopamino agonista, la pergolide e' indicata come terapia di seconda linea in pazienti intolleranti alla terapia con farmaci non derivati dall'ergotamina o che non abbiano risposto a tale terapia, sia in monoterapia che inassociazione alla levodopa (in associazione con un inibitore periferico della decarbossilasi) nel trattamento dei segni e sintomi della malattia di Parkinson. Il trattamento deve essere iniziato sotto la supervisione di un medico specialista. Il beneficio, derivante da un trattamento continuato, deve essere controllato periodicamente tenendo contodel rischio di reazioni fibrotiche e di valvulopatia.

Vedi il foglio illustrativo completo

Posologia

Esclusivamente per somministrazione orale a pazienti adulti. In monoterapia, per le fasi iniziali del suo impiego, si consiglia di seguire lo schema di titolazione riportato: GIORNO 1: 0,05 mg/die totali; GIORNI 2-4: 0,10 mg/die totali; GIORNI 5-7: 0,20 mg/die totali; GIORNI 8-10: 0,30 mg/die totali; GIORNI 11-13: 0,40 mg/die totali; GIORNI 14-17:0,60 mg/die totali; GIORNI 18-21: 0,75 mg/die totali; GIORNI 22-24: 1,00 mg/die totali; GIORNI 25-27: 1,25 mg/die totali; GIORNI 28-30: 1,5mg/die totali. Dopo il 30 giorno, la dose giornaliera deve essere gradualmente incrementata con incrementi non superiori a 0,25 mg due volte alla settimana fino al raggiungimento di una risposta terapeutica ottimale. Generalmente, la pergolide viene somministrata in dosi frazionate 3 volte al giorno. Negli studi clinici con pergolide in monoterapia , la dose giornaliera media fu di 2,1 mg dopo tre mesi di trattamento e di 2,51 mg dopo un anno. Pergolide in associazione alla levodopa. La somministrazione della pergolide deve essere iniziata con una singola dose giornaliera di 0,05 mg per i primi due giorni. In seguito, il dosaggio dovrebbe essere aumentato gradualmente da 0,1 fino a 0,15 mg/die ogni terzo giorno nel corso dei 12 giorni successivi. La posologiapuo' essere poi aumentata di 0,25 mg/die ogni terzo giorno fino al raggiungimento della dose terapeutica ottimale. La pergolide viene usualmente somministrata in 3 dosi giornaliere. Durante la fase di titolazione la posologia della levodopa/carbidopa puo' essere ridotta con cautela. In studi clinici, la dose media della pergolide con efficacia terapeutica e' stata pari a 3 mg/die. Il dosaggio concomitante di levodopa/carbidopa (espresso come levodopa) e' stato, in media, di 650 mg/diecirca. Schema posologico per la fase di titolazione: GIORNI 1-2: 0,05mg/die totali; GIORNI 3-4: 0,15 mg/die totali; GIORNI 5-6: 0,25 mg/die totali; GIORNI 7-8: 0,35 mg/die totali; GIORNI 9-10: 0,45 mg/die totali; GIORNI 11-12: 0,6 mg/die totali; GIORNI 13-14: 0,75 mg/die totali; GIORNI 15-16: 1 mg/die totali; GIORNI 17-18: 1,25 mg/die totali; GIORNI 19-20: 1,5 mg/die totali; GIORNI 21-22: 1,75 mg/die totali; GIORNI23-24: 2 mg/die totali; GIORNI 25-26: 2,25 mg/die totali; 27-28 GIORNO: 2,5 mg/die totali; GIORNI 29-30: 2,75 mg/die totali; dal 31 GIORNO:3 mg/die totali. L'uso della pergolide in dosaggi superiori a 5 mg/die (5000 microgrammi/die) non e' raccomandato ne' in monoterapia, ne' in associazione a levodopa.

Effetti indesiderati

Pergolide in monoterapia. Gli effetti indesiderati osservati durante l'uso in monoterapia, in genere corrispondono qualitativamente a quelli che si verificano quando pergolide viene impiegata come trattamento aggiuntivo alla levodopa. Negli studi clinici effettuati in monoterapia, l'incidenza totale della nausea e' stata piu' elevata di quella osservata negli studi in cui pergolide fu impiegata come trattamento aggiuntivo. Complessivamente, il 3,2% dei pazienti ha interrotto la terapia per nausea o per nausea e vomito. Al contrario, negli studi in monoterapia, e' stata osservata un'incidenza inferiore di discinesie, allucinazioni e capogiro rispetto a quanto osservato negli studi in cui fu impiegata come terapia aggiuntiva. Pergolide in associazione con levodopa Gli effetti indesiderati, elencati e presentati in ordine decrescente d'incidenza per sistema o apparato, sono stati osservati nel corsodi studi clinici controllati con placebo con una frequenza pari o superiore all'1% e con una frequenza significativamente superiore rispetto al placebo (P< 0.05). Corpo in toto: dolori, dolori addominali, febbre. Apparato gastro-enterico: nausea, vomito, dispepsia. Sistema nervoso: discinesie, allucinazioni, capogiro. Pergolide puo' provocare sonnolenza e raramente e' stata associata ad eccessiva sonnolenza diurna ed a episodi di attacchi di sonno improvviso. Apparato respiratorio: rinite, dispnea. Organi di senso: diplopia, disturbi visivi. Cute ed annessi: eruzione cutanea. Altri eventi segnalati: insonnia, stato confusionale, costipazione, diarrea, ipotensione ortostatica, extrasistolia atriale, tachicardia sinusale, palpitazioni e sincope. Gli eventi che hanno indotto con maggior frequenza la sospensione della terapia sono stati quelli a carico del SNC, principalmente allucinazioni e stato confusionale. Alcuni effetti indesiderati (come discinesie e allucinazioni) sono osservati frequentemente nei pazienti che assumono levodopa, pergolide e/o altri dopamino agonisti. Queste manifestazioni sono dosedipendenti e tendono a migliorare con la riduzione del dosaggio dellalevodopa o della pergolide. Molto raramente le allucinazioni possono persistere dopo l'interruzione della pergolide. L'ipotensione ortostatica e la nausea sono gli effetti indesiderati piu' frequentemente lamentati nella fase iniziale di titolazione. L'incidenza di aumento deglienzimi epatici (SGOT, SGPT) per persona, per anno di trattamento con pergolide, e' dello 0,75%. Nella maggior parte dei casi il fenomeno e'reversibile all'interruzione della terapia. Segnalazioni spontanee dieventi avversi temporalmente associati alla assunzione di pergolide, successive alla commercializzazione e la cui etiologia puo' non essereattribuita al farmaco, comprendono la Sindrome Maligna da Neurolettici (S.N.M.). Manifestazioni cliniche di tale sindrome sono: iperpiressia, rigidita' muscolare, acinesia, disturbi vegetativi (irregolarita' del polso e della pressione arteriosa, sudorazione, tachicardia, aritmie), alterazioni dello stato di coscienza che possono progredire fino allo stupore e al coma. Il trattamento della S.N.M. consiste nel sospendere immediatamente la somministrazione del farmaco e di altri farmacinon essenziali e nell'istituire una terapia sintomatica intensiva (particolare cura deve essere posta nel ridurre l'ipertermia e nel correggere la disidratazione). Dopo la commercializzazione della pergolide, si sono avute segnalazioni di casi di fibrosi e di patologie infiammatorie a carico delle sierose come pleurite, versamento pleurico, fibrosi pleurica, fibrosi polmonare, pericardite, versamento pericardico, valvulopatia cardiaca e fibrosi retroperitoneale nei pazienti in trattamento con questo farmaco. L'incidenza della valvulopatia nei pazienti in trattamento con pergolide non e' nota; comunque, sulla base di studirecenti sulla prevalenza del riflusso valvolare (l'indice ecocardiografico piu' sensibile per la valvulopatia restrittiva), la prevalenza del riflusso (virtualmente tutti casi asintomatici), potenzialmente attribuibile alla pergolide, puo' essere dell'ordine del 20% o anche maggiore. Sono disponibili informazioni limitate riguardo alla reversibilita' di queste reazioni.

Indicazioni

Quando si ritiene opportuno un trattamento con un farmaco dopamino agonista, la pergolide e' indicata come terapia di seconda linea in pazienti intolleranti alla terapia con farmaci non derivati dall'ergotamina o che non abbiano risposto a tale terapia, sia in monoterapia che inassociazione alla levodopa (in associazione con un inibitore periferico della decarbossilasi) nel trattamento dei segni e sintomi della malattia di Parkinson. Il trattamento deve essere iniziato sotto la supervisione di un medico specialista. Il beneficio, derivante da un trattamento continuato, deve essere controllato periodicamente tenendo contodel rischio di reazioni fibrotiche e di valvulopatia.

Controindicazioni ed effetti secondari

Pazienti con ipersensibilita' alla pergolide, a uno qualsiasi degli eccipienti, agli alcaloidi della segale cornuta o a sostanze strettamente correlate dal punto di vista chimico. Storia clinica di fibrosi. Evidenza anatomica di valvulopatia cardiaca a qualunque livello valvolare (ad es. un ecocardiogramma che mostri ispessimento dei lembi valvolari, restringimento della valvola, restringimento-stenosi valvolare combinati). Gravidanza accertata o presunta. Allattamento. Bambini. La pergolide mesilato nei soggetti affetti da porfiria acuta non deve essere somministrata poiche' puo' provocare crisi di tale malattia. L'uso della pergolide e' controindicato durante la gravidanza. Non esistono studi adeguati e ben controllati su donne in gravidanza. In studi pre-registrativi si sono verificate 33 gravidanze con bambini nati sani e 6gravidanze con nascita di bambini portatori di anomalie congenite; tuttavia non e' stato evidenziato un nesso di causalita' con il farmaco.Non e' noto se lo stesso venga escreto nel latte materno. Il meccanismo di azione della pergolide fa supporre un'interferenza con l'allattamento. Poiche' molti farmaci sono escreti nel latte materno e, potenzialmente, si potrebbero verificare nel lattante effetti indesiderati gravi da pergolide mesilato, il medico dovra' decidere se far interrompere l'allattamento o la terapia, tenendo conto dell'importanza del farmaco per la madre.

Interazioni con altri prodotti

I farmaci dopamino antagonisti come i neurolettici (fenotiazine, butirrofenoni, tioxantine) o la metoclopramide non dovrebbero essere somministrati in associazione con la pergolide (dopamino agonista) poiche' possono diminuirne l'efficacia. Poiche' la pergolide si lega per circail 90% alle proteine plasmatiche, si consiglia attenzione alla somministrazione concomitante di altri farmaci che possono interferire con il legame sieroproteico. Non sono disponibili studi che valutino la terapia concomitante con warfarin. Quando questi due farmaci sono prescritti in associazione, si deve controllare accuratamente la funzione coagulativa e, se necessario, si dovrebbe riaggiustare il dosaggio. Per il rischio di ipotensione ortostatica e/o ipotensione marcata in pazienti in trattamento con pergolide, si dovrebbe porre molta attenzione alla contemporanea assunzione di farmaci antipertensivi.

Forme Farmacologiche


Clicca qui per consultare il foglio illustrativo e riassunto delle caratteristiche di nopar