nexavar*112cpr riv 200mg sorafenib bayer spa

Che cosa è nexavar 112cpr riv 200mg?

Nexavar compresse rivestite prodotto da bayer spa
è un farmaco osped. esitabile della categoria specialita' medicinali con prescrizione medica che appartiene alla fascia H che comprende i farmaci di esclusivo uso ospedaliero, non vendibili ai cittadini presso le farmacie aperte al pubblico, ma utilizzabili o distribuibili solo nell'ambito delle strutture sanitarie pubbliche .
Nexavar risulta disponibile solo nelle farmaice ospedaliere o specialistico

E' utilizzato per la cura di agenti antineoplastici, inibitori delle protein-chinasi.
Contiene i principi attivi: sorafenib tosilato
Composizione Qualitativa e Quantitativa: ogni compressa rivestita con film contiene 200 mg di sorafenib (come tosilato).
Codice AIC: 037154010 Codice EAN: 0

Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?

Trattamento dell'epatocarcinoma. Trattamento di pazienti con carcinoma a cellule renali avanzato dopo fallimento terapeutico ad una precedente terapia a base di interferone alfa o interleuchina-2, o che sono considerati non idonei a ricevere tale terapia.

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Posologia

Il trattamento deve avvenire sotto la supervisione di un medico con esperienza nell'uso di terapie antitumorali. La dose raccomandata negliadulti e' di 400 mg (due compresse da 200 mg) due volte al giorno (equivalente a una dose totale giornaliera di 800 mg). Il trattamento deve continuare fino a quando si osserva un beneficio clinico, o finche' non compaiono tossicita' inaccettabili. Adeguamento della dose: la gestione di sospette reazioni avverse al farmaco puo' richiedere l'interruzione temporanea o la riduzione del dosaggio. Quando si rende necessaria una riduzione della dose, la dose deve essere ridotta a due compresse da 200 mg una volta al giorno. La sicurezza e l'efficacia del farmaco in bambini e adolescenti di eta' < 18 anni non sono state ancora studiate. Per la popolazione anziana (> 65 anni di eta') non e' necessario alcun adeguamento della posologia. Non e' necessario alcun adeguamento della posologia per pazienti con compromissione della funzionalita' renale lieve, moderata o severa. Non sono disponibili dati relativia pazienti in dialisi. E' consigliabile il monitoraggio dell'equilibrio idro-elettrolitico in pazienti a rischio di insufficienza renale. Non e' necessario alcun adeguamento della posologia per pazienti con compromissione della funzionalita' epatica Child Pugh A o B. Non sono disponibili dati su pazienti con compromissione della funzionalita' epatica Child Pugh C grave. Per uso orale. Sorafenib deve essere somministrato lontano dai pasti o con un pasto a contenuto lipidico basso o moderato. Se il paziente intende fare un pasto con alto contenuto lipidico, le compresse di sorafenib vanno prese almeno un'ora prima o due oredopo il pasto. Le compresse devono essere deglutite con un bicchiere d'acqua.

Effetti indesiderati

Infezioni ed infestazioni. Non comune: follicoline, infezione. Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto comune: linfopenia; comune: leucopenia, neutropenia, anemia, trombocitopenia. Disturbi del sistema immunitario. Non comune: reazioni di ipersensibilita' (incluse reazionicutanee e orticaria); rara: angioedema, reazione anafilattica. Patologie endocrine. Non comune: ipotiroidismo, ipertiroidismo. Disturbi delmetabolismo e della nutrizione. Molto comune: ipofosfatemia; comune: anoressia; non comune: iponatremia, disidratazione. Disturbi psichiatrici. Comune: depressione. Patologie del sistema nervoso. Comune: neuropatia sensoriale periferica; non comune: leucoencefalopatia posteriorereversibile. Patologie dell'orecchio e del labirinto. Comune: tinnito. Patologie cardiache. Comune: insufficienza cardiaca congestizia, ischemia miocardica e infarto; rara: prolungamento QT. Patologie vascolari. Molto comune: emorragia (incluse emorragie gastrointestinali, dellevie respiratorie e cerebrali), ipertensione; non comune: crisi ipertensiva. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: raucedine; non comune: rinorrea, eventi simil -malattie interstiziale del polmone (polmonite, polmonite da raggi, sofferenza respiratoria acuta,etc). Patologie gastrointestinali. Molto comune: diarrea, nausea, vomito; comune: costipazione, stomatite (incluse bocca secca e glossodinia), dispepsia, disfagia; non comune: riflusso gastroesofageo, pancreatite, gastrite, perforazione gastrointestinali. Patologie epatobiliari.Non comune: aumento della bilirubina e ittero, colecistite, angiocolite; rara: epatite da farmaci. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Molto comune: rash, alopecia, sindrome mano-piede, eritema, prurito; comune: secchezza della cute, dermatite esfoliative, acne, desquamazione della cute; non comune: eczema, eritema multiforme cheratoacantoma/tumore benigno della pelle a celle squamose; rara: sindrome diStevens-Johnson. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comune: artralgia, mialgia. Patologie renali ed urinarie. Comune: insufficienza renale. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Comune: disfunzione erettile; non comune: ginecomastia. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comune: fatica, dolore (compreso dolore alla bocca, addominale, osseo, dolore oncologico e cefalea); comune: astenia, febbre, malessere simil-influenzale. Esami diagnostici. Molto comune: aumento dell'amilasi, aumento della lipasi; comune: perdita di peso, aumento transitorio delle transaminasi; non comune: aumento transitorio della fosfatasi alcalina nel sangue, anomalie dell'INR e del livello di protrombina. Alterazioni negli esami di laboratorio: un aumento della lipasi e dall'amilasi e' stato segnalato molto comunemente. E' stata segnalata pancreatite. E' stata osservata ipofosfatemia e' un reperto di laboratorio molto comune, ed e' stata osservata rispettivamente nel 45% enel 35% dei pazienti trattati con il farmaco nello studio 1 e nello studio 3, contro rispettivamente il 12% e l'11% dei pazienti trattati con placebo. L'eziologia dell'ipofosfatemia associata con il medicinalenon e' nota. Anomalie di laboratorio di grado 3 o 4 CTCAE, comprese linfopenia e neutropenia, sono state osservate in >= 5% dei pazienti trattati con il farmaco.

Indicazioni

Trattamento dell'epatocarcinoma. Trattamento di pazienti con carcinoma a cellule renali avanzato dopo fallimento terapeutico ad una precedente terapia a base di interferone alfa o interleuchina-2, o che sono considerati non idonei a ricevere tale terapia.

Controindicazioni ed effetti secondari

Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.

Composizione ed Eccipienti

Nucleo della compressa: croscarmellosa sodica, cellulosa microcristallina, ipromellosa, sodio laurilsolfato, magnesio stearato. Rivestimento della compressa: ipromellosa, macrogol (3350), titanio diossido (E 171), ferro ossido rosso (E 172).

Avvertenze

Tossicita' dermatologica: reazione cutanea mano-piede e rash rappresentano le piu' comuni reazioni avverse. La gestione della tossicita' dermatologica puo' includere terapie topiche per alleviare la sintomatologia, temporanea interruzione del trattamento e/o una variazione del suo dosaggio, oppure in casi gravi o persistenti l'interruzione definitiva della sua somministrazione. In pazienti trattati con il farmaco sie' osservata una maggiore incidenza d'ipertensione arteriosa. In questi pazienti l'ipertensione era solitamente da lieve a moderata, si manifestava nelle prime fasi di trattamento e rispondeva alla terapia antiipertensiva standard. La pressione arteriosa deve essere monitorata regolarmente e trattata. In caso di ipertensione grave o persistente, odi crisi ipertensive, nonostante sia stata iniziata una terapia antiipertensiva, si raccomanda di considerare l'eventuale interruzione definitiva della somministrazione di medicinale. Il rischio di sanguinamento puo' aumentare a seguito della somministrazione del farmaco. Se un episodio di sanguinamento necessita di intervento medico, si raccomanda di considerare l'eventualita' di interrompere definitivamente la somministrazione di medicinale. L'incidenza di infarto o ischemia cardiaca insorti durante il trattamento era maggiore nel gruppo trattato con il farmaco che nel gruppo trattato con placebo. Pazienti con malattia coronarica instabile o con infarto del miocardio recente erano esclusida questi studi. La necessita' di una sospensione temporanea o definitiva del trattamento deve essere considerata nei pazienti che sviluppano un'ischemia cardiaca e/o un infarto. E' stato dimostrato che il farmaco prolunga l'intervallo QT/QTc, il che puo' portare ad un aumentatorischio di aritmia ventricolare. Usare con prudenza sorafenib nei pazienti che hanno o possono sviluppare un prolungamento del QTc, come i pazienti con una Sindrome Congenita del QT lungo, quelli trattati con una dose cumulativa elevata di antracicline, i pazienti che assumono alcuni farmaci antiaritmici o altri medicinali che possano portare ad un prolungamento del QT, e quelli con alterazioni degli elettroliti. Quando si utilizza il medicinale in questi pazienti, devono essere effettuati controlli periodici elettrocardiografici e dosaggio degli elettroliti durante il periodo di trattamento. La perforazione gastrointestinale e' un evento non comune. In alcuni casi non vi era associazione con un tumore intra- addominale evidente. In caso di perforazione gastrointestinale la somministrazione di sorafenib deve essere interrotta. Non sono disponibili dati in pazienti con compromissione grave della funzionalita' epatica (Child Pugh C). In tali pazienti l'esposizione potrebbe risultare aumentata poiche' sorafenib e' eliminato principalmente attraverso la via epatica. Episodi di sanguinamento non frequenti oun aumento nel valore del INR sono stati segnalati in alcuni pazientiche assumevano warfarin durante la terapia con farmaco. I pazienti interapia con warfarin o fenprocumone devono essere monitorati regolarmente relativamente a variazioni nel tempo di protrombina, INR o episodi di sanguinamento di rilevanza clinica. Non sono stati condotti studiformali sull'effetto del sorafenib sulla cicatrizzazione delle ferite. Si raccomanda la sospensione temporanea del trattamento nei pazientiche devono sottoporsi a interventi di chirurgia maggiore. L'esperienza clinica in merito al momento in cui riprendere la terapia dopo interventi chirurgici maggiori, e' limitata. Pertanto la decisione di riprendere la terapia dopo un intervento chirurgico maggiore deve basarsi su una valutazione clinica di adeguata guarigione delle ferite. L'esperienza sull'uso del farmaco in pazienti anziani e' limitata. Sono statiriportati casi di insufficienza renale: monitorare la funzionalita' renale. Pazienti ad alto rischio non sono stati inclusi nello studio clinico di fase III nel carcinoma a cellule renali, e il rapporto rischio-beneficio in questi pazienti non e' stato valutato. Si raccomanda cautela quando si somministra il farmaco con sostanze che sono metabolizzate e/o eliminate prevalentemente attraverso le vie metaboliche dellaUGT1A1 o della UGT1A9. Si raccomanda cautela in caso di somministrazione concomitante di sorafenib e docetaxel. L'associazione con neomicina o con altri antibiotici in grado di provocare gravi disturbi ecologici nella microflora gastrointestinale puo' portare ad una diminuzione della biodisponibilita' di sorafenib. Il rischio di una diminuzione della concentrazione plasmatici di sorafenib deve essere valutato prima di iniziare un ciclo di trattamento con antibiotici. Una mortalita' piu' elevata e' stata osservata in pazienti affetti da carcinoma del polmone a cellule squamose e trattati con sorafenib in combinazione con chemioterapia a base di platino. Nei pazienti trattati con sorafenib inaggiunta ad una terapia basata sul platino e' stata osservata una maggiore incidenza di insufficienza respiratoria, emorragie ed infezioni.

Gravidanza e Allattamento

Non vi sono dati sull'uso del sorafenib in donne in gravidanza. Gli studi eseguiti nell'animale hanno evidenziato tossicita' riproduttiva, incluse le malformazioni. Il farmaco non deve essere usato in gravidanza, a meno che sia chiaramente necessario, e solo dopo un'attenta valutazione delle necessita' della madre e del rischio per il feto. Le donne in eta' fertile devono usare efficaci metodi contraccettivi duranteil trattamento. Non e' noto se il sorafenib venga escreto nel latte materno. Poiche' il sorafenib potrebbe danneggiare la crescita e lo sviluppo del neonato, le donne devono sospendere l'allattamento al seno durante il trattamento. Sorafenib puo' compromettere la fertilita' maschile e femminile.

Interazioni con altri prodotti

Induttori di enzimi metabolici: la somministrazione di rifampicina per 5 giorni prima della somministrazione di una singola dose di sorafenib ha portato ad una riduzione dell'AUC di sorafenib. Altri induttori del CYP3A4 e/o della glucuronizzazione possono aumentare il metabolismo di sorafenib e in questo modo ridurne la concentrazione. Il ketoconazolo somministrato una volta al giorno non ha alterato l'AUC media di una singola dose di sorafenib. Questi dati suggeriscono che le interazioni clinico-farmacocinetiche del sorafenib con gli inibitori del CYP3A4 sono improbabili. In vitro sorafenib inibisce il CYP2B6, il CYP2C8 ed il CYP2C9 con potenza pressoche' uguale. Tuttavia, negli studi di farmacocinetica clinica, la co-somministrazione di sorafenib 400 mg duevolte al giorno con ciclofosfamide o paclitaxel non ha portato ad un'inibizione clinicamente significativa. Questi dati suggeriscono che sorafenib, alla dose raccomandata di 400 mg due volte al giorno, puo' non essere un inibitore in vivo del CYP2B6 o del CYP2C8. Inoltre, il trattamento concomitante con sorafenib e warfarin non ha portato a cambiamenti nel PT-INR medio rispetto al placebo. Percio', anche il rischio di un'inibizione in vivo clinicamente rilevante del CYP2C9 da parte disorafenib puo' essere considerato basso. Comunque, i pazienti che assumono warfarin o fenprocumone devono tenere regolarmente sotto controllo l'INR. La co-somministrazione di sorafenib e midazolam, destrometorfano o omeprazolo non ha alterato l'esposizione a questi agenti: il sorafenib non e' ne' un inibitore ne' un induttore di questi isoenzimi del citocromo P450. Pertanto le interazioni clinico- farmacocinetiche del sorafenib con substrati di questi enzimi sono improbabili. In vitro, sorafenib inibiva la glucuronizzazione mediante UGT1A1 e UGT1A9. Leattivita' del CYP1A2 e del CYP3A4 non risultavano alterate dopo esposizione di colture di epatociti umani a sorafenib, indicando cosi' che e' improbabile che il sorafenib sia un induttore del CYP1A2 e del CYP3A4. In vitro , sorafenib ha mostrato di inibire la proteina di trasporto p-glicoproteina (P-gp). In caso di trattamento concomitante con sorafenib non si puo' escludere un aumento della concentrazione plasmatica di substrati per P-gp, come la digossina. In studi clinici, il farmaco e' stato somministrato con una serie di altri agenti antineoplastici alla loro posologia comunemente usata. Il sorafenib non ha avuto effetti clinicamente rilevanti sulla farmacocinetica di gemcitabina, cisplatino, oxaliplatino o ciclofosfamide. La somministrazione di paclitaxel (225 mg/m^2) e carboplatino (AUC = 6) con sorafenib (<= 400 mg due volte al giorno), con l'interruzione di 3 giorni nella somministrazione di sorafenib (i due giorni precedenti ed il giorno della somministrazione di paclitaxel/carboplatino), non ha avuto effetti significativi sulla farmacocinetica di paclitaxel. La co-somministrazione di paclitaxel (225 mg/m^2, una somministrazione ogni 3 settimane) e carboplatino(AUC=6) con sorafenib (400 mg due volte al giorno, senza interruzionedella somministrazione di sorafenib) ha portato ad un aumento nell'esposizione a sorafenib, un aumento nell'esposizione al paclitaxel e ad un aumento nell'esposizione al 6-OH paclitaxel. La farmacocinetica delcarboplatino non e' stata influenzata: non e' necessario alcun adeguamento della posologia quando paclitaxel e carboplatino sono co-somministrati con sorafenib con l'interruzione di 3 giorni nella somministrazione di sorafenib (i due giorni precedenti ed il giorno della somministrazione di paclitaxel/carboplatino). Non e' nota la rilevanza clinicadell'aumento dell'esposizione a sorafenib e paclitaxel subito dopo laco-somministrazione di sorafenib senza interruzione della somministrazione. La co-somministrazione di capecitabina (750-1050 mg/m^2 due volte al giorno, giorni 1-14 ogni 21 giorni) e sorafenib (200 o 400 mg due volte al giorno senza interruzione della somministrazione) non ha portato a cambiamenti significativi nell'esposizione a sorafenib, ma ad un aumento nell'esposizione a capecitabina e ad un aumento nell'esposizione a 5-FU. Il trattamento concomitante con il farmaco ha indotto unaumento del 21% nell'AUC della doxorubicina. Quando somministrato conirinotecan si e' verificato un aumento del 67-120% nell'AUC del SN-38e del 26- 42% nell'AUC dell'irinotecan. Docetaxel (una dose di 75 o 100 mg/m^2 ogni 21 giorni) co-somministrato con sorafenib (200 mg o 400mg due volte al giorno dal giorno 2 al giorno 19 di un ciclo di terapia di 21 giorni, con un'interruzione di 3 giorni in corrispondenza conla somministrazione di docetaxel) ha indotto un aumento nella AUC e nella Cmax di docetaxel rispettivamente del 36-80% e del 16-32%. Si raccomanda cautela in caso di somministrazione concomitante di sorafenib e docetaxel. L'associazione con neomicina interferisce con il ricircolo enteroepatico di sorafenib, comportando una diminuita esposizione a sorafenib. Non sono stati studiati gli effetti di altri antibiotici, ma molto probabilmente dipenderanno dalla loro capacita' di interferirecon microrganismi con attivita' glucuronidasica.

Forme Farmacologiche


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Conservazione del prodotto

Non conservare a temperatura superiore ai 25 gradi C.