neupogen*5sir 30mu 0,5ml filgrastim dompe' biotec spa

Che cosa è neupogen 5sir 30mu 0,5ml?

Neupogen 30 preparazione iniettabile prodotto da dompe' biotec spa
è un farmaco etico della categoria specialita' medicinali con prescrizione medica .
Neupogen 30 risulta non in commercio nelle farmacie italiane

E' utilizzato per la cura di citochine.
Contiene i principi attivi: filgrastim
Codice AIC: 028216087 Codice EAN: 0

Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?

E' indicato nel ridurre la durata della neutropenia e l'incidenza della neutropenia febbrile in pazienti trattati con chemioterapia citotossica standard per affezioni maligne (con l'eccezione della leucemia mieloide cronica e delle sindromi mielodisplastiche) e nel ridurre la durata della neutropenia in pazienti sottoposti a terapia mieloablativa seguita da trapianto di midollo osseo considerati a maggior rischio dineutropenia severa prolungata. La sicurezza e l'efficacia di Neupogensono simili negli adulti e nei bambini trattati con chemioterapia citotossica. Neupogen e' indicato per la mobilizzazione delle cellule progenitrici del sangue periferico (PBPC). In pazienti, bambini o adulti,con neutropenia grave congenita, ciclica o idiopatica, con una CAN (conta assoluta dei neutrofili) < 0,5 x 109/l e una storia di infezioni gravi o ricorrenti, una somministrazione a lungo termine di Neupogen e' indicata per incrementare la conta dei neutrofili e per ridurre l'incidenza e la durata delle complicanze infettive. Neupogen e' indicato nel trattamento della neutropenia persistente (CAN uguale o minore di 1,0 x 109/l) in pazienti con infezione da HIV avanzata, per ridurre ilrischio di infezioni batteriche quando non siano appropriate altre opzioni per controllare la neutropenia.

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Posologia

Chemioterapia citotossica standard: La dose raccomandata di Neupogen e' di 0,5 MU (5 mcg)/kg/die. La prima dose di Neupogen non deve esseresomministrata prima di 24 ore dal termine della chemioterapia citotossica. Neupogen puo' essere somministrato quotidianamente tramite iniezione sottocutanea oppure diluito in soluzione glucosata al 5% come infusione endovenosa somministrata in 30 minuti. La via sottocutanea e' preferita nella maggior parte dei casi. Uno studio effettuato per somministrazioni singole ha permesso di osservare che la somministrazione endovenosa puo' abbreviare la durata dell'effetto. Non e' chiara la rilevanza clinica di questo dato in caso di somministrazione multipla. Lascelta della via di somministrazione deve dipendere dalle condizioni cliniche individuali. Negli studi clinici randomizzati, Neupogen e' stato utilizzato per via sottocutanea alla dose di 230 mcg/m2/die (4,0-8,4 mcg/kg/die). Neupogen deve essere somministrato quotidianamente fino a quando l'atteso nadir dei neutrofili non sia stato superato e questi non siano tornati ad un livello normale. Dopo chemioterapia standard per tumori solidi, linfomi e leucemia linfoide, la durata del trattamento richiesta per soddisfare questi criteri potrebbe raggiungere i 14 giorni. Dopo terapia di induzione e consolidamento per leucemia mieloide acuta la durata del trattamento puo' essere sostanzialmente piu' lunga (fino a 38 giorni) in funzione del tipo, della dose e dello schema di chemioterapia citotossica usata. In pazienti sottoposti a chemioterapia citotossica, solitamente gia' 1-2 giorni dopo l'inizio della terapia con Neupogen si riscontra un aumento transitorio del numero di neutrofili. Per ottenere una risposta terapeutica prolungata, la terapia con Neupogen non deve essere interrotta prima del raggiungimento del nadir previsto e prima che la conta dei neutrofili sia ritornata a livelli normali. Pertanto si sconsiglia un'interruzione prematura dellaterapia con Neupogen, prima del raggiungimento del previsto nadir deineutrofili. Pazienti trattati con terapia mieloablativa seguita da trapianto di midollo osseo. La dose iniziale raccomandata di Neupogen e'di 1,0 MU (10 mcg)/kg/die somministrata in infusione endovenosa di 30minuti o di 24 ore oppure 1,0 MU (10 mcg)/kg/die somministrata in infusione sottocutanea continua di 24 ore. Neupogen deve essere diluito in 20 ml di soluzione glucosata al 5%. La prima dose di Neupogen deve essere somministrata dopo almeno 24 ore dalla chemioterapia citotossicaed entro 24 ore dall'infusione di midollo osseo. Una volta che il nadir dei neutrofili e' stato superato, la dose giornaliera di Neupogen deve essere adattata alla risposta dei neutrofili come nella tabella seguente: Conta dei neutrofili: >1,0 x 109/l per 3 giorni consecutivi. Aggiustamento della dose di Neupogen: ridurre a 0,5 MU/kg/die. Quindi, se CAN rimane >1,0 x 109/l -> sospendere Neupogen per altri 3 giorni consecutivi. Se CAN diminuisce a valori <1,0 x 109/l durante il periododi trattamento, la dose di Neupogen deve essere ripristinata in modo scalare in base alle indicazioni precedenti. CAN = conta assoluta dei neutrofili. Per la mobilizzazione delle cellule progenitrici del sangue periferico (PBPC) in pazienti sottoposti a terapia mielosoppressiva o mieloablativa seguita da trapianto autologo di cellule progenitrici del sangue periferico. Il dosaggio raccomandato di Neupogen per la mobilizzazione delle PBPC quando usato da solo e' di 1,0 MU (10 mcg)/kg/die in infusione sottocutanea continua di 24 ore o come singola iniezione sottocutanea giornaliera per 5-7 giorni consecutivi. Nel caso vengasomministrato per infusione, Neupogen deve essere diluito in 20 ml disoluzione glucosata al 5%. Periodo di effettuazione delle leucoaferesi: una o due leucoaferesi nei giorni 5 e 6 sono generalmente sufficienti. In altre circostanze, possono rendersi necessarie leucoaferesi addizionali. Il dosaggio di Neupogen deve essere mantenuto fino all'ultima leucoaferesi. La dose raccomandata di Neupogen per la mobilizzazionedelle PBPC dopo chemioterapia mielosoppressiva e' di 0,5 MU (5mcg)/kg/die somministrata giornalmente per iniezione sottocutanea a partire dal primo giorno successivo al completamento della chemioterapia, fino al superamento del nadir atteso dei neutrofili e fino al recupero di una conta normale dei neutrofili. Le leucoaferesi devono essere effettuate nel periodo in cui la CAN sale da < 0,5 x 109/l fino a piu' di 5,0x 109/l. Nei pazienti che non siano stati pretrattati con chemioterapia ad alte dosi e' spesso sufficiente una singola leucoaferesi. Negli altri casi sono raccomandate ulteriori leucoaferesi. Per la mobilizzazione delle cellule progenitrici del sangue periferico (PBPC) in donatori sani prima del trapianto allogenico delle cellule progenitrici del sangue periferico. Per la mobilizzazione delle PBPC in donatori sani, Neupogen deve essere somministrato per via sottocutanea alla dose di 10 mcg/kg/die per 4-5 giorni consecutivi. La leucoaferesi deve essere iniziata al giorno 5 e deve proseguire fino al giorno 6, se necessario,al fine di raccogliere un numero di cellule CD34+ pari a 4x106 per kgdi peso corporeo del ricevente. Pazienti con neutropenia cronica grave: Neutropenia congenita: la dose iniziale raccomandata e' di 1,2 MU (12 mcg)/kg/die per via sottocutanea in dose singola o in dosi suddivise. Neutropenia idiopatica o ciclica: la dose iniziale raccomandata e' di 0,5 MU (5 mcg)/kg/die per via sottocutanea in dose singola o in dosi suddivise. Aggiustamento della posologia: Neupogen deve essere somministrato quotidianamente per iniezione sottocutanea fino a quando venga raggiunta, e possa essere mantenuta, una conta dei neutrofili superiore a 1,5 x 109/l. Una volta ottenuta la risposta, deve essere stabilita la dose minima efficace a mantenere questo livello. È necessaria una somministrazione quotidiana per lungo tempo al fine di mantenere unaconta dei neutrofili adeguata. Dopo 1-2 settimane di terapia la dose iniziale puo' essere raddoppiata o dimezzata in base alla risposta delpaziente. Successivamente il dosaggio puo' essere aggiustato individualmente ogni 1-2 settimane allo scopo di mantenere una conta di neutrofili media tra 1,5 x 109/l e 10 x 109/l. Uno schema piu' rapido di incremento progressivo della dose puo' essere preso in considerazione neipazienti che presentano infezioni gravi. Negli studi clinici il 97% dei pazienti responsivi ha ottenuto una risposta completa a dosi < 24 mcg/kg/die. La sicurezza a lungo termine della somministrazione di Neupogen a dosi maggiori di 24 mcg/kg/die in pazienti affetti da neutropenia cronica grave non e' stata stabilita.

Effetti indesiderati

Pazienti neoplastici: Negli studi clinici il piu' frequente effetto indesiderato attribuibile a Neupogen alla dose raccomandata e' stato: dolore muscolo-scheletrico lieve o moderato nel 10% dei pazienti e grave nel 3%. Il dolore muscoloscheletrico e' normalmente controllabile con gli analgesici. Gli effetti indesiderati meno frequenti includono disturbi urinari, per lo piu' lieve o moderata disuria. Negli studi randomizzati, con controllo placebo, Neupogen non ha aumentato l'incidenzadegli effetti indesiderati associati alla chemioterapia citotossica. Gli effetti indesiderati che si sono presentati con uguale frequenza nei pazienti trattati con Neupogen/chemioterapia e placebo/chemioterapia comprendono nausea e vomito, alopecia, diarrea, astenia, anoressia, mucositi, emicrania, tosse, rash cutaneo, dolore toracico, spossatezza, mal di gola, costipazione e dolore non specifico. Con Neupogen, alledosi consigliate, si sono verificati aumenti reversibili, dose-dipendenti, di solito lievi o moderati, di lattico-deidrogenasi, fosfatasi alcalina, acido urico e gamma-glutamil transpeptidasi, rispettivamente nel 50%, 35%, 25% e 10% circa dei pazienti trattati. Una riduzione transitoria della pressione sanguigna, non richiedente trattamento, e' stata riportata occasionalmente. Disturbi vascolari, compresi sindrome veno-occlusiva e disturbi dell'omeostasi idrica, sono stati occasionalmente osservati in pazienti trattati con alte dosi di chemioterapia seguita da trapianto autologo di midollo osseo. La relazione causale con Neupogen non e' stata determinata. Casi molto rari di vasculite cutanea sono stati riportati in pazienti trattati con Neupogen. Il meccanismo della vasculite nei pazienti che hanno assunto Neupogen e' sconosciuto. È stata riportata occasionalmente la comparsa di Sindrome di Sweet(dermatosi febbrile acuta). Comunque, poiche' una significativa percentuale di questi pazienti presentava una diagnosi di leucemia, una condizione che notoriamente si associa con la Sindrome di Sweet, non e' stata stabilita una relazione causale con Neupogen. In casi singoli e' stata osservata l'esacerbazione di artrite reumatoide. Sono stati riportati rari casi di reazioni avverse a localizzazione polmonare fra cuipolmonite interstiziale, edema polmonare e infiltrati polmonari, in alcuni casi risultanti in insufficienza respiratoria o sindrome da sofferenza respiratoria dell'adulto (ARDS) che possono essere fatali. Reazioni allergiche: Reazioni di tipo allergico, inclusa anafilassi, rash cutaneo, orticaria, angioedema, dispnea e ipotensione sono state riportate in pazienti che ricevevano filgrastim all'inizio della terapia o durante trattamenti successivi. In generale le segnalazioni sono statepiu' comuni dopo somministrazione endovenosa. In alcuni casi i sintomi si sono nuovamente verificati dopo risomministrazione di filgrastim il che suggerisce una relazione causale. Neupogen deve essere definitivamente sospeso nei pazienti nei quali si e' manifestata una grave reazione allergica. In pazienti con malattia a cellule falciformi sono stati osservati episodi isolati di crisi della malattia. Frequenza: Effetto indesiderato: Molto comune (>10%). Nausea/Vomito. Aumento GGT. Aumento Fosfatasi Alcalina. Aumento LDH. Iperuricemia. Comune (1-10%): Astenia. Spossatezza. Cefalea. Costipazione. Anoressia. Diarrea. Mucosite. Dolore toracico. Dolore muscoloscheletrico. Tosse. Mal di gola. Alopecia. Rash cutaneo. Non comune (< 1%): Dolore non specifico. Raro (< 0,1%): Reazione allergica. Esacerbazione dell’artrite reumatoide. Infiltrati polmonari. Sindrome di Sweet. Vasculite cutanea. Disturbi urinari. Mobilizzazione delle cellule progenitrici del sangue periferico indonatori sani: L'effetto indesiderato piu' frequentemente riportato e' stato il dolore muscolo-scheletrico transitorio da lieve a moderato.E' stata riportata leucocitosi (leucociti > 50x109/l) nel 41% dei donatori e trombocitopenia transitoria (piastrine < 100x109/l) successivaalla somministrazione di filgrastim e leucoaferesi nel 35% dei donatori. Incrementi minori e transitori di fosfatasi alcalina, LDH, SGOT e acido urico sono stati riportati in donatori sani che hanno ricevuto filgrastim, senza pero' dare origine ad effetti clinici. Un peggioramento dei sintomi artritici e' stato osservato molto raramente. Sono stati riportatati molto raramente sintomi indicativi di reazioni allergiche gravi. Negli studi su donatori di PBPC sono state registrate cefalee, ritenute essere provocate da filgrastim. Sono stati riportati casi comuni ma generalmente asintomatici di splenomegalia e casi molto rari di rottura splenica in donatori sani e pazienti dopo somministrazione di fattori di crescita delle colonie granulocitarie (G-CSF). Molto comune (> 10%): Cefalea. Leucocitosi. Piastrinopenia. Dolore muscoloscheletrico. Comune (1-10%): Aumento Fosfatasi alcalina. Aumento LDH. Non comune (<1%): Reazione allergica severa. Disturbi alla milza. Aumento SGOT. Iperuricemia. Esacerbazione dell’artrite reumatoide. Pazienti conneutropenia cronica grave (NCG): Sono stati riportati effetti indesiderati correlati alla terapia con Neupogen in pazienti affetti da NCG eper alcuni di questi la frequenza tende a diminuire con il tempo. Glieffetti indesiderati piu' frequenti attribuibili a Neupogen sono stati dolore osseo e dolore muscolo-scheletrico generalizzato. Altri effetti indesiderati comprendono splenomegalia, che puo' essere progressivain una minoranza dei casi, e piastrinopenia. Cefalea e diarrea sono stati riportati subito dopo l'inizio della terapia con Neupogen in menodel 10% dei pazienti. Sono state riportate anche anemia ed epistassi.Sono stati osservati incrementi transitori dell'uricemia, della lattico-deidrogenasi e della fosfatasi alcalina, non associati a sintomi clinici. Sono state inoltre riportate riduzioni transitorie e moderate della glicemia misurata non a digiuno. Eventi avversi, possibilmente correlati alla somministrazione di Neupogen e generalmente riscontrabiliin < 2% dei pazienti con NCG, sono stati: reazioni a livello del sitodi iniezione, cefalea, epatomegalia, artralgia, alopecia, osteoporosie rash. Nel corso di somministrazioni prolungate e' stata osservata nel 2% dei pazienti con NCG vasculite cutanea. In qualche raro caso si e' notata proteinuria/ematuria. Molto comune (>10%): Anemia. Splenomegalia. Ipoglicemia. Aumento Fosfatasi Alcalina. Aumento LDH. Iperuricemia. Dolore muscoloscheletrico. Epistassi. Cefalea. Diarrea. Piastrinopenia. Epatomegalia. Osteoporosi. Alopecia. Vasculite Cutanea. Dolore nel sito d’iniezione. Rash. Non comune (<1%): Disturbi alla milza. Ematuria. Proteinuria. Negli studi clinici, l'unico evento avverso considerato correlato alla terapia con Neupogen e' stato dolore muscolo-scheletrico, principalmente mialgia e dolore osseo da lieve a moderato.

Indicazioni

E' indicato nel ridurre la durata della neutropenia e l'incidenza della neutropenia febbrile in pazienti trattati con chemioterapia citotossica standard per affezioni maligne (con l'eccezione della leucemia mieloide cronica e delle sindromi mielodisplastiche) e nel ridurre la durata della neutropenia in pazienti sottoposti a terapia mieloablativa seguita da trapianto di midollo osseo considerati a maggior rischio dineutropenia severa prolungata. La sicurezza e l'efficacia di Neupogensono simili negli adulti e nei bambini trattati con chemioterapia citotossica. Neupogen e' indicato per la mobilizzazione delle cellule progenitrici del sangue periferico (PBPC). In pazienti, bambini o adulti,con neutropenia grave congenita, ciclica o idiopatica, con una CAN (conta assoluta dei neutrofili) < 0,5 x 109/l e una storia di infezioni gravi o ricorrenti, una somministrazione a lungo termine di Neupogen e' indicata per incrementare la conta dei neutrofili e per ridurre l'incidenza e la durata delle complicanze infettive. Neupogen e' indicato nel trattamento della neutropenia persistente (CAN uguale o minore di 1,0 x 109/l) in pazienti con infezione da HIV avanzata, per ridurre ilrischio di infezioni batteriche quando non siano appropriate altre opzioni per controllare la neutropenia.

Controindicazioni ed effetti secondari

Non deve essere somministrato a pazienti con ipersensibilita' nota a filgrastim o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Neupogen non deve essere utilizzato per aumentare la dose di chemioterapia citotossica oltrei dosaggi standard. Neupogen non deve essere somministrato a pazienticon neutropenia grave congenita (sindrome di Kostman) portatori di anomalie citogenetiche.

Avvertenze

L'utilizzo di Neupogen non e' indicato in queste patologie. Deve essere prestata particolare attenzione nel distinguere la diagnosi di trasformazione blastica della leucemia mieloide cronica da quella di leucemia mieloide acuta. La sicurezza e l'efficacia della somministrazione di Neupogen in pazienti affetti da leucemia mieloide acuta di nuova diagnosi, con < 55 anni di eta' e buon profilo citogenetico (t(8;21), t(15;17) e inv(16)), non sono state stabilite. I pazienti affetti da grave osteoporosi, se trattati con Neupogen per un periodo superiore a 6 mesi, dovrebbero sottoporsi a controlli della densita' ossea. L'insorgenza di sintomi polmonari, come tosse, febbre e dispnea in associazione con evidenze radiologiche di infiltrati polmonari e deterioramento della funzionalita' polmonare possono costituire i sintomi iniziali della sindrome da sofferenza respiratoria dell'adulto (ARDS). E' necessario interrompere la terapia con Neupogen e intraprendere un trattamentoidoneo. In previsione dei rischi potenziali associati ad una marcata leucocitosi, il numero dei globuli bianchi deve essere controllato ad intervalli regolari durante il trattamento. Se la conta dei leucociti supera il valore di 50 x 109/l dopo il previsto nadir, la somministrazione di Neupogen deve essere interrotta immediatamente. Tuttavia, durante il periodo di mobilizzazione delle PBPC con Neupogen e' necessariointerrompere la somministrazione di Neupogen o ridurre il suo dosaggio se la conta dei leucociti e' > 70 x 109/l. Il trattamento con solo Neupogen non evita la piastrinopenia e l'anemia dovute alla chemioterapia mielosoppressiva. A seguito della possibilita' di ricevere dosaggi piu' alti di chemioterapia (es.: dosaggi pieni secondo lo schema previsto) il paziente puo' essere esposto ad un rischio maggiore di piastrinopenia ed anemia. Si raccomandano controlli regolari della conta piastrinica e dell'ematocrito. Particolare attenzione deve essere posta durante la somministrazione di agenti chemioterapici, singoli o in combinazione, che causano piastrinopenia grave. L'impiego delle PBPC mobilizzate da Neupogen ha dimostrato di ridurre la gravita' e la durata della piastrinopenia conseguente a chemioterapia mielosoppressiva o mieloablativa. Agisce principalmente sui precursori dei neutrofili per svolgere il suo effetto di aumento della conta dei neutrofili stessi. Quindi in pazienti con numero ridotto di precursori dei neutrofili (come quelli pretrattati con radioterapia o chemioterapia estensive o quelli con infiltrazione tumorale del midollo) la risposta puo' essere minore. Neupogen contiene sorbitolo come eccipiente ad una concentrazione di50 mg/ml. È improbabile che, come conseguenza del trattamento, venga infuso sorbitolo in quantita' sufficiente a causare tossicita' clinicamente rilevante in pazienti che presentano tale intolleranza. Si raccomanda, comunque, cautela nei casi di IEF. L'aumentata attivita' ematopoietica del midollo osseo in risposta alla terapia con fattore di crescita e' stata associata a referti radiologici ossei transitoriamente positivi. La scelta del metodo di mobilizzazione deve essere ponderata per ogni singolo paziente in relazione agli obiettivi generali del trattamento. I pazienti che sono stati molto pesantemente pretrattati conterapia mielosoppressiva possono non ottenere una mobilizzazione di PBPC sufficiente a raggiungere il numero minimo raccomandato di cellule(> 2,0 x 106 cellule CD34+/kg) o lo stesso grado di accelerazione delrecupero delle piastrine. Farmaci quali melfalan, carmustina (BCNU) ecarboplatino, se somministrati per un periodo prolungato prima del tentativo di mobilizzare le cellule progenitrici, possono ridurre la successiva raccolta. Tuttavia la cosomministrazione si e' dimostrata efficace per la mobilizzazione delle cellule progenitrici. I risultati della conta delle cellule CD34+ mediante citometria a flusso variano a seconda della specifica metodologia utilizzata e i numeri ricavati da studi condotti in laboratori diversi devono essere interpretati con cautela. L'analisi statistica del rapporto tra il numero di cellule CD34+ reinfuse e il tasso di recupero delle piastrine dopo chemioterapia ad alte dosi indica una relazione complessa ma continua. La mobilizzazione di PBPC deve essere presa in considerazione solo in donatori che presentino normali criteri, clinici e di laboratorio, di eleggibilita' per la donazione di cellule staminali, con particolare attenzione ai valori ematologici e alla presenza di malattie infettive. La sicurezza e l'efficacia del farmaco non sono state valutate in donatori sani con eta' < 16 anni o > 60 anni. Non si deve eseguire una leucoaferesi nei donatori in terapia con anticoagulanti o che abbiano alterazioni note dell'emostasi. La somministrazione di Neupogen deve essere interrotta oil suo dosaggio deve essere ridotto se la conta dei leucociti raggiunge valori > 70 x 109/l. Il follow up sulla sicurezza a lungo termine nei donatori e' in corso. Nei donatori sani non si sono registrate alterazioni della ematopoiesi ad un follow up di 4 anni. Dopo somministrazione di fattori di crescita delle colonie granulocitarie (G-CSF), sonostati riportati casi comuni ma generalmente asintomatici di splenomegalia e casi molto rari di rottura della milza in donatori sani (e pazienti). Alcuni casi di rottura della milza sono stati fatali. I dati attuali indicano che le interazioni immunologiche tra le PBPC allogeniche e il ricevente possono essere associate a un rischio maggiore di malattia da reazione del trapianto verso l'ospite, acuta e cronica, in confronto al trapianto di midollo osseo. Le conte piastriniche devono essere monitorate attentamente, specialmente durante le prime settimane della terapia con Neupogen. Possono verificarsi altre alterazioni del quadro ematologico, tra cui anemia ed incrementi transitori nei progenitori mieloidi, che richiedono un attento monitoraggio delle conte cellulari. Una speciale attenzione deve essere prestata alla diagnosi delle neutropenie croniche gravi per distinguerle da altri disordini ematologici quali l'anemia aplastica, la mielodisplasia e la leucemia mieloide. Devono essere effettuate prima dell'inizio del trattamento contedifferenziali delle cellule ematiche e conte piastriniche, nonche' una valutazione della morfologia del midollo osseo e del cariotipo. Le cause di neutropenia transitoria, come infezioni virali, devono essere escluse. Si e' verificata ematuria/proteinuria in un piccolo numero dipazienti. Non sono state stabilite la sicurezza e l'efficacia in neonati e pazienti con neutropenia autoimmune.

Gravidanza e Allattamento

Non ci sono dati circa la sicurezza di Neupogen nelle donne in gravidanza. Esistono dati pubblicati in letteratura che dimostrano il passaggio transplacentare di filgrastim nelle donne in gravidanza. Non esistono evidenze, in base agli studi effettuati su ratti e conigli, che Neupogen abbia effetti teratogeni. stata osservata nei conigli un'aumentata incidenza di aborti, ma non e' stata riscontrata nessuna malformazione. In gravidanza il possibile rischio per il feto derivante dall'uso di Neupogen deve essere valutato nei confronti dei benefici terapeutici attesi. Non e' noto se Neupogen sia escreto nel latte materno. L'uso di Neupogen non e' raccomandato durante l'allattamento.

Interazioni con altri prodotti

La sicurezza e l'efficacia di Neupogen somministrato negli stessi giorni della chemioterapia citotossica mielosoppressiva non sono state stabilite in modo definitivo. Dal momento che le cellule mieloidi in rapida divisione sono sensibili alla chemioterapia citotossica mielosoppressiva, si sconsiglia l'uso di Neupogen nelle 24 ore precedenti e successive alla chemioterapia. Dati preliminari su un piccolo numero di pazienti trattati contemporaneamente con Neupogen e 5-fluorouracile indicano che la neutropenia puo' essere aggravata. Le possibili interazioni con altri fattori di crescita emopoietici e citochine non sono stateancora studiate. Poiche' il litio promuove il rilascio dei neutrofili, esso puo' potenziare l'effetto di Neupogen. Sebbene questa interazione non sia stata formalmente studiata, non vi e' evidenza che essa siadannosa.

Forme Farmacologiche


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