mirtazapina rat*30cpr riv 30mg mirtazapina ratiopharm italia srl

Che cosa è mirtazapina rat 30cpr riv 30mg?

Mirtazapina rat compresse rivestite prodotto da ratiopharm italia srl
è un farmaco generico della categoria farmaci preconfezionati prodotti industrialmente - generici che appartiene alla fascia A che comprende tutti i farmaci essenziali e per malattie croniche, che sono gratuiti per il cittadino, su questi farmaci le Regioni sono comunque libere di applicare eventualmente un ticket .
Mirtazapina rat risulta non in commercio nelle farmacie italiane

E' utilizzato per la cura di antidepressivi.
Contiene i principi attivi: mirtazapina
Composizione Qualitativa e Quantitativa: mirtazapina 30 mg (come emidrato).
Codice AIC: 036763062 Codice EAN: 0

Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?

Episodi di depressione maggiore.

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Posologia

Le compresse si devono inghiottire senza masticare, con sufficiente liquido. Adulti: la dose iniziale e' di 30 mg da somministrare preferibilmente la sera. La dose di mantenimento va solitamente da 15 a 45 mg/die. Anziani: come per gli adulti. Modifiche, soprattutto incrementi, di dosaggio devono essere effettuate con cautela sotto stretta supervisione medica. La mirtazapina non deve essere utilizzata per il trattamento di bambini e adolescenti al di sotto dei 18 anni di eta'. L'eliminazione di mirtazapina puo' essere minore nei casi di insufficienza renale od epatica. Cio' deve essere preso in considerazione quando si prescrive mirtazapina a questi pazienti oppure in sede di interpretazione delle risposte cliniche. Il medicinale puo' essere somministrato unavolta al giorno poiche' la sua emivita di eliminazione e' di 20-40 ore. Il farmaco si deve assumere preferibilmente in un'unica dose immediatamente prima di coricarsi. La dose giornaliera puo' anche essere divisa in due somministrazioni (una al mattino ed una alla sera). La dosepiu' consistente deve essere somministrata alla sera. L'effetto antidepressivo della mirtazapina diventa evidente dopo 1-2 settimane dall'inizio del trattamento. Con una posologia adatta, la risposta si ottiene solitamente nel giro di 2-4 settimane. Quando la risposta e' insufficiente, si puo' aumentare la dose fino alla dose massima. Dal momento che si ottiene un ottimale effetto clinico con paziente privo di sintomi il trattamento deve essere continuato per 4-6 mesi, dopodiche' e' possibile prendere in considerazione una sospensione graduale. Se non si osserva alcuna risposta entro le 2-4 settimane di trattamento alla dose massima, il trattamento deve essere gradualmente sospeso. Una riduzione graduale del dosaggio e' necessaria al fine di evitare la comparsa di sintomi da sospensione.

Effetti indesiderati

Patologie del sistema emolinfopoietico. Rari: depressione midollare acuta (eosinofilia, granulocitopenia, agranulocitosi, anemia aplastica e trombocitopenia). Disturbi del metabolismo e disturbi della nutrizione. Frequenti: aumento dell'appetito ed aumento di peso Disturbi psichiatrici; raro: mania, confusione, allucinazioni, ansia, insonnia, incubi/sogni intensi, agitazione; non nota: ideazione suicida e comportamento suicida (subito dopo la sospensione del trattamento). Patologie del sistema nervoso. Comune: sonnolenza (che puo' pregiudicare lo stato di vigilanza), che solitamente si manifesta durante le prime settimanedi terapia (N.B. la riduzione della dose non attenua normalmente la sedazione, ma puo' compromettere l'efficacia antidepressiva), vertigini, cefalea; raro: convulsioni (crisi epilettiche), tremore, mioclono, parestesia, sindrome delle gambe senza riposo. Patologie cardiache. Raro: ipotensione (ortostatica), sincope. Patologie gastrointestinali. Non comune: nausea. raro: secchezza delle fauci, diarrea. Patologie epatobiliari. Raro: aumento dei livelli sierici delle transaminasi. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Raro: esantema. Patologie del sistema muscoloschelettrico e del tessuto connettivo. Raro: dolore articolare, mialgia. Patologie sistemiche. Comune: edema locale o generalizzato, solitamente accompagnato da un incremento di peso, raro: affaticamento. Sebbene mirtazapina non determini dipendenza, l'esperienza di post-marketing mostra che una cessazione improvvisa del trattamento dopo una somministrazione protratta nel tempo puo' talvolta causaresintomi da sospensione. La maggior parte delle reazioni di astinenza sono leggere ed auto-limitanti. Tra i vari sintomi d'astinenza segnalati, nausea, ansia ed agitazione sono i piu' frequenti. Il trattamento a base di mirtazapina deve essere sospeso in modo graduale.

Indicazioni

Episodi di depressione maggiore.

Controindicazioni ed effetti secondari

Ipersensibilita' alla mirtazapina o ad uno qualsiasi degli eccipienti.

Composizione ed Eccipienti

Nucleo: lattosio monoidrato, cellulosa in polvere, sodio amido glicolato, amido di mais pregelatinizzato, silice colloidale anidra, magnesio stearato. Rivestimento: metil-idrossipropilcellulosa, titanio diossido (E171), ossido di ferro giallo (E172), ossido di ferro rosso (E172), talco, macrogol 6000.

Avvertenze

La mirtazapina non deve essere utilizzata per il trattamento di bambini e adolescenti al di sotto dei 18 anni di eta'. Comportamenti suicidari (tentativi di suicidio e ideazione suicidaria) e ostilita' (essenzialmente aggressivita', comportamento di opposizione e collera) sono stati osservati con maggiore frequenza negli studi clinici effettuati su bambini ed adolescenti trattati con antidepressivi rispetto a quellitrattati con placebo. Qualora, in base ad esigenze mediche, dovesse essere presa la decisione di effettuare il trattamento, il paziente deve essere sorvegliato attentamente per quanto concerne la comparsa di sintomi suicidari. Non sono disponibili i dati sulla sicurezza a lungo termine per i bambini e gli adolescenti per quanto concerne la crescita, la maturazione e lo sviluppo cognitivo e comportamentale. La depressione e' associata ad un aumento del rischio di ideazione suicida, autolesionismo e suicidio (eventi correlati al suicidio). Questo rischio puo' persistere fino al manifestarsi di una significativa remissione dei sintomi. Il miglioramento potrebbe non verificarsi durante la primesettimane di terapia o anche per un periodo di tempo piu' lungo. L'esperienza clinica generale dimostra che nelle terapie antidepressive ilrischio di suicidio puo' aumentare nelle fasi iniziali della guarigione. I pazienti con storia di eventi correlati al suicidio, o coloro che mostrano un grado significativo di ideazione suicida prima dell'inizio del trattamento, sono maggiormente a rischio di pensieri o tentativi di suicidio, e devono percio' essere attentamente monitorati duranteil trattamento. Uno studio di meta-analisi condotto sulla base di studi clinici controllati verso placebo con l'uso di farmaci antidepressivi in pazienti adulti con disturbi psichiatrici, ha mostrato un aumento del rischio di comportamento suicida con gli antidepressivi rispettoal placebo nei pazienti di eta' inferiore ai 25 anni. Una stretta supervisione dei pazienti, in particolare di quelli ad alto rischio e' necessaria specialmente nelle fasi iniziali della terapia e a seguito divariazioni dei dosaggi. I pazienti devono essere allertati in merito alla necessita' di monitorare qualsiasi peggioramento del quadro clinico, comportamento o ideazione suicida o cambiamenti inusuali del comportamento. E' stata segnalata depressione del midollo osseo negli utilizzatori di mirtazapina, che normalmente si manifesta in forma di granulocitopenia o agranulocitosi. Questo effetto solitamente compare dopo 4-6 settimane di trattamento e generalmente scompare dopo la sospensione del trattamento. Agranulocitosi reversibile e' stata anche riportata come raro effetto collaterale in studi clinici con mirtazapina. E' necessario fare particolare attenzione alla comparsa di febbre, mal di gola, stomatite o altri segni e sintomi di infezione. Se si manifestano questi sintomi, si deve sospendere il trattamento ed eseguire una completa conta ematica. Il farmaco deve essere usato con cautela e si deve effettuare un attento monitoraggio dei pazienti nei seguenti casi: epilessia e sindrome organica cerebrale, sebbene l'esperienza clinica indica che raramente si verificano accessi convulsivi epilettici durante il trattamento con mirtazapina; insufficienza epatica o renale; malattia cardiaca, come disturbi della conduzione, angina pectoris oppureinfarto miocardico recente, nel qual caso si richiedono normali precauzioni e cautela durante la concomitante somministrazione di altri farmaci; ipotensione. Come con altri antidepressivi, occorre prestare cautela nel somministrare questo farmaco a pazienti con: disturbi della minzione, come l'iperplasia della prostata (anche se la mirtazapina e' un anticolinergico leggero); glaucoma acuto ad angolo stretto ed aumento della pressione intraoculare (il rischio che insorgano questi disturbi durante il trattamento con mirtazapina e' molto basso visto il debole effetto anticolinergico della mirtazapina); diabete mellito. In caso di ittero, si deve sospendere il trattamento. Come in caso di altrifarmaci antidepressivi si devono tenere in considerazione i seguenti punti: puo' verificarsi un'esacerbazione dei sintomi psicotici, quandosi trattano pazienti schizofrenici o altri pazienti psicotici con antidepressivi; anche l'ideazione paranoie puo' intensificarsi; quando lafase depressiva di un disturbo bipolare viene trattata con antidepressivi, puo' verificarsi il passaggio alla fase maniacale; a causa del rischio di suicidio, si deve somministrare al paziente, soprattutto all'inizio del trattamento, solo un numero limitato di compresse di mirtazapina; anche se gli antidepressivi non danno dipendenza, l'interruzione improvvisa di un trattamento a lungo termine con mirtazapina puo' causare nausea, cefalea, malore, ansia ed agitazione; i pazienti anziani sono spesso maggiormente sensibili soprattutto agli effetti indesiderati degli antidepressivi. Negli studi clinici con mirtazapina l'incidenza riportata di effetti indesiderati non e' stata superiore nei pazienti anziani rispetto ad altre fasce d'eta' Tuttavia, esiste solo un'esperienza limitata.

Gravidanza e Allattamento

Non sono disponibili dati adeguati relativi all'uso di mirtazapina durante la gravidanza. Gli studi sugli animali non hanno evidenziato alcun effetto teratogeno o tossicita' riproduttiva di rilevanza clinica. Il rischio potenziale nell'uomo non e' noto. La mirtazapina non deve essere utilizzata in gravidanza, a meno che il suo utilizzo non sia espressamente indicato dopo attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio. Dati epidemiologici suggeriscono che l'uso di farmaci SSRI in gravidanza, in particolare nella tarda gravidanza, puo' aumentare il rischio di ipertensione polmonare persistente nel neonato (IPPN). Sebbene nessuno studio abia indagato la possibile associazione tra IPPN e trattamento con mirtazapina, questo rischio potenziale non puo' essere escluso, tenendo conto del meccanismo d'azione correlato (aumento delleconcentrazioni di serotonina). Sebbene gli studi sugli animali evidenziano che la mirtazapina viene escreta nel latte materno solo in concentrazioni molto piccole, il suo utilizzo durante l'allattamento non e'raccomandato. Non sono disponibili dati nell'uomo.

Interazioni con altri prodotti

Interazioni farmacodinamiche: la mirtazapina non deve essere utilizzata in concomitanza con gli inibitori della MAO, ne' per 2 settimane dopo l'interruzione del trattamento con inibitori della MAO. Il farmaco puo' potenziare gli effetti sedativi delle benzodiazepine o di altri sedativi. Si deve usare cautela quando questi prodotti medicinali vengono prescritti insieme a mirtazapina. La mirtazapina puo' potenziare gli effetti depressivi dell'alcool sull'SNC. Si deve consigliare ai pazienti di evitare l'assunzione di bevande alcoliche. Qualora si utilizzino altri farmaci serotoninergici (ad es. SSRI) in concomitanza con mirtazapina, esiste il rischio di interazione che puo' portare alla sindrome da serotonina. L'esperienza post-marketing evidenzia che la sindrome da serotonina si verifica molto raramente in pazienti trattati con mirtazapina da sola o combinata con gli SSRI. Se tale associazione dovesse risultare necessaria sotto il profilo terapeutico si raccomanda di adattare il dosaggio con cautela e di mantenere un monitoraggio sufficientemente stretto per l'individuazione dei segnali di una iniziale eccessiva stimolazione serotoninergica. Non sono stati osservati effetti clinici rilevanti o modificazioni nella farmacocinetica in caso di somministrazione contemporanea di mirtazapina e litio. Interazioni farmacocinetiche: la mirtazapina viene metabolizzata essenzialmente daglienzimi CYP2D6 e CYP3A4 e, in misura minore, dall'enzima CYP1A2. La paroxetina, un inibitore del CYP2D6, non ha alcun effetto sulla farmacocinetica di mirtazapina allo stato stazionario. La somministrazione concomitante di Ketoconazolo, potente inibitore del CYP3A4, ha comportatoun aumento dei livelli di picchi plasmatici e dell'AUC di mirtazapinarispettivamente di circa il 40% e 50%. La somministrazione concomitante di mirtazapina con potenti inibitori del CYP3A4, inibitori dell'HIV-proteasi, azoli antimicotici, eritromicina o nefazodone, richiede unaparticolare attenzione. La carbamazepina, che e' un induttore del CYP3A4, raddoppia la clearance della mirtazapina, le cui concentrazioni plasmatiche diminuiscono del 45-60%. Quando vengono aggiunti carbamazepina o un altro induttore del metabolismo epatico (per es. rifampicina o fenitoina), puo' essere necessario aumentare la dose di mirtazapina.Se la somministrazione di questi farmaci viene sospesa, puo' essere necessario ridurre la dose di mirtazapina. La biodisponibilita' della mirtazapina puo' aumentare di piu' del 50% se viene somministrata in concomitanza con cimetidina. La dose di mirtazapina puo' dover essere diminuita durante un trattamento concomitante con cimetidina ed aumentata quando quel trattamento si interrompe. In studi di interazione in vivo, mirtazapina non ha influenzato la farmacocinetica di risperidone oparoxetina (substrato del CYP2D6), carbamazepina (substrato del CYP3A4), amitriptillina e cimetidina. Il farmaco assunto al dosaggio di 30 mg una volta al giorno ha determinato un leggero, ma statisticamente significativo, aumento dell'INR in soggetti trattati con warfarin. Datoche a seguito di somministrazione di piu' alte dosi di mirtazapina non si puo' escludere l'insorgenza di un effetto piu' pronunciato si raccomanda di controllare l'INR in caso di trattamento concomitante di warfarin e mirtazapina.

Forme Farmacologiche


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Conservazione del prodotto

Questo medicinale non richiede alcuna condizione di conservazione.