lisinopril sandoz*30cpr 5mg lisinopril sandoz spa

Che cosa è lisinopril sandoz 30cpr 5mg?

Lisinopril sandoz compresse prodotto da sandoz spa
è un farmaco generico della categoria farmaci preconfezionati prodotti industrialmente - generici .
Lisinopril sandoz risulta non in commercio nelle farmacie italiane

E' utilizzato per la cura di inibitore dell'enzima convertitore dell'angiotensina.
Contiene i principi attivi: lisinopril diidrato
Codice AIC: 037471240 Codice EAN: 0

Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?

Ipertensione arteriosa. Trattamento dell'ipertensione arteriosa. Insufficienza Cardiaca. Trattamento dell'insufficienza cardiaca sintomatica. Infarto miocardico acuto. Trattamento di breve periodo (6 settimane) di pazienti emodimanicamente stabili entro 24 ore da infarto miocardico acuto. Complicanze renali del Diabete Mellito. Trattamento della malattia renale in pazienti ipertesi con diabete mellito di Tipo 2 e nefropatia incipiente.

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Posologia

Come gli altri farmaci da assumersi una volta die, lisinopril va preso ogni giorno approssimativamente alla stessa ora. L'assorbimento delle compresse di lisinopril non risulta influenzato dal cibo. Il dosaggio va individualizzato in base al profilo del paziente ed alla rispostadella pressione sanguigna. Ipertensione arteriosa. Lisinopril puo' essere utilizzato sia in monoterapia, sia in combinazione con altre classi di farmaci utilizzate nella terapia antiipertensiva. Nei pazienti affetti da ipertensione arteriosa, il dosaggio iniziale solitamente raccomandato risulta pari a 10 mg. I pazienti con un sistema renina-angiotensina-aldosterone fortemente attivato (in particolare, ipertensione nefrovascolare, deplezione di sodio e/o del volume, scompenso cardiaco, o ipertensione grave) potrebbero manifestare un'eccessiva caduta della pressione sanguigna dopo l'assunzione della prima dose. In tali casi, pertanto, si raccomanda un dosaggio iniziale pari a 2.5-5 mg e l'inizio della terapia dovrebbe avvenire sotto sorveglianza medica. In presenza di alterazione della funzione renale, si richiede un dosaggio iniziale inferiore (vedere la Tabella 1 in basso). L'abituale dose di mantenimento efficace e' pari a 20 mg assunti in un singolo dosaggio giornaliero. In generale, se l'effetto terapeutico desiderato non viene raggiunto in un periodo compreso tra le 2 e le 4 settimane ad un certo livello di dosaggio, quest'ultimo puo' essere ulteriormente incrementato. Il dosaggio massimo somministrato nel corso di sperimentazioni cliniche controllate su lungo periodo e' risultato pari a 80 mg/die. All'inizio della terapia con lisinopril potrebbe verificarsi ipotensione sintomatica. Cio' e' piu' probabile che accada nel caso di pazienti cheassumano contemporaneamente diuretici. Pertanto, occorre prestare cautela, in quanto tali pazienti potrebbero manifestare deplezione di elettroliti e/o del volume. Se possibile, il diuretico va sospeso 2 o 3 giorni prima di iniziare la terapia con lisinopril. Nei pazienti ipertesi che non possano interrompere la terapia con diuretici, il trattamento con lisinopril va iniziato ad un dosaggio di 5 mg. Occorre monitorare la funzionalita' renale ed il potassio sierico. Le dosi successive di lisinopril devono essere riviste in base alla risposta della pressione sanguigna. Se necessario, la terapia a base di diuretici puo' essere ripresa. Aggiustamento del dosaggio in caso di disfunzione renale. Il dosaggio, nei pazienti con alterazioni della funzione renale, dipende dalla clearance della creatinina. Clearance della Creatinina (ml/min): inferiore ai 10 ml/min (inclusi i pazienti in dialisi), dose iniziale (mg/die): 2,5 mg. Clearance della Creatinina (ml/min):10-30 ml/min, dose iniziale (mg/die): 2,5-5 mg. Clearance della Creatinina (ml/min): 31-80 ml/min, dose iniziale (mg/die): 5-10 mg. Il dosaggio e/o la frequenza di somministrazione vanno aggiustati secondo la risposta della pressione sanguigna. Il dosaggio puo' essere titolato verso l'alto fino al controllo della pressione sanguigna, o fino ad un massimo di 40mg giornalieri. Nei pazienti affetti da insufficienza cardiaca sintomatica, lisinopril va utilizzato quale terapia aggiuntiva a diuretici e, quando appropriati, digitale o beta-bloccanti. Lisinopril puo' essere assunto con dose iniziale pari a 2,5 mg una volta al di', somministrata sotto sorveglianza medica per determinare l'effetto iniziale sullapressione sanguigna. Il dosaggio di lisinopril va incrementato: ad incrementi non superiori a 10 mg, ad intervalli non inferiori a 2 settimane, al piu' elevato dosaggio tollerato dai pazienti, fino ad un massimo di 35 mg una volta die. Gli aggiustamenti del dosaggio dipendono dalla risposta clinica individuale dei pazienti. I pazienti ad alto rischio di ipotensione sintomatica, come quelli sodio depleti, con o senzaiponatriemia, quelli ipovolemici o che abbiano seguito una forte terapia con diuretici, devono correggere queste condizioni, se possibile, prima di iniziare il trattamento con lisinopril. Occorre monitorare lafunzionalita' renale ed il potassio sierico. I pazienti dovrebbero ricevere, se indicati, i trattamenti standard raccomandati, come trombolitici, aspirina e beta-bloccanti. In associazione con il dosaggio iniziale (primi 3 giorni dopo l'infarto) potrebbe essere utilizzato gliceril trinitato per via endovenosa o transdermica. Il trattamento con lisinopril puo' cominciare entro 24 ore dall'inizio dei sintomi. Esso nonva iniziato se la pressione sanguigna sistolica e' inferiore ai 100 mm Hg. La prima dose di lisinopril e' pari a 5 mg somministrati oralmente, seguiti da 5 mg dopo 24 ore, 10 mg dopo 48 ore ed infine 10 mg unavolta die. I pazienti la cui pressione sistolica risulti bassa (120 mm Hg o inferiore), all'inizio del trattamento o durante i primi 3 giorni dall'infarto, dovrebbero assumere una dose inferiore - 2.5 mg in forma orale. In caso di alterazioni della funzione renale (clearance della creatinina AVVERTENZETra i pazienti ipertesi che stiano assumendo lisinopril, l'ipotensione e' piu' probabile in quelli che abbiano manifestato deplezione del volume, o che presentino grave ipertensione renino-dipendente. Nei pazienti con aumentato rischio di ipotensione sintomatica, l'inizio della terapia e gli aggiustamenti nel dosaggio vanno strettamente monitorati. In alcuni pazienti con insufficienza cardiaca la cui pressione sanguigna risulti normale o bassa, con lisinopril potrebbe verificarsi un'ulteriore riduzione della pressione sanguigna sistemica. L'effetto e' previsto e di solito non rappresenta motivo per interrompere il trattamento. Se l'ipotensione diventa sintomatica, potrebbe rendersi necessaria una riduzione nel dosaggio o l'interruzione di lisinopril. Il trattamento con lisinopril non deve essere iniziato in pazienti con infartomiocardico acuto a rischio di ulteriore grave deterioramento emodinamico in seguito a terapia con un vasodilatatore. Si tratta di quei pazienti la cui pressione sanguigna sistolica risulti pari a 100 mm Hg o piu' bassa e di quelli con shock cardiogeno. Durante i primi 3 giorni successivi all'infarto, occorre ridurre il dosaggio nei casi in cui la pressione sanguigna sistolica sia pari a 120 mm Hg o piu' bassa. La dose di mantenimento va ridotta a 5 mg o, temporaneamente, a 2.5 mg se la pressione sanguigna sistolica risulta pari a 100 mm Hg o piu' bassa.In caso di ipotensione persistente (pressione sanguigna sistolica inferiore ai 90 mm Hg per piu' di 1 ora), lisinopril va sospeso. Prescrivere con cautela ai pazienti affetti da stenosi della valvola mitrale ed ostruzione nel tratto di deflusso del ventricolo sinistro, come stenosi aortica o cardiomiopatia ipertrofica. In questi casi, e' stata riportata insufficienza renale acuta, generalmente reversibile. In alcunipazienti con stenosi bilaterale dell'arteria renale o con stenosi dell'arteria in monorene, trattati con inibitori dell'enzima convertitoredell'angiotensina, sono stati osservati un incremento dell'urea ematica e della creatinina sierica, solitamente reversibili una volta interrotta la terapia. Cio' e' soprattutto probabile nei pazienti con insufficienza renale. Se e' presente anche ipertensione nefrovascolare, esiste un rischio potenziato di grave ipotensione ed insufficienza renale. Dal momento che la terapia con diuretici potrebbe contribuire a creare tali condizioni, essi andrebbero sospesi e la funzionalita' renale andrebbe monitorata durante le prime settimane di terapia con lisinopril. In caso di infarto miocardico acuto, il trattamento con lisinoprilnon deve essere somministrato a pazienti con segni di disfunzione renale, resa manifesta da una concentrazione di creatinina sierica superiore a 177 micromol/l e/o da proteinuria superiore ai 500 mg/24 h. Se in corso di trattamento con lisinopril dovesse svilupparsi disfunzione renale (concentrazioni di creatinina sierica superiori a 265 micromol/l o raddoppiate rispetto ai valori precedenti il trattamento), considerare la possibilita' di sospendere lisinopril. Raramente, in pazienti trattati con inibitori dell'enzima convertitore dell'angiotensina, incluso lisinopril e' stato riportato angioedema del viso, delle estremita', delle labbra, della lingua, della glottide e/o della laringe. Cio'potrebbe verificarsi in qualsiasi momento durante la terapia. Nei casi in cui ci sia solo gonfiore della lingua, senza presenza di deficit respiratorio, i pazienti potrebbero necessitare di prolungata osservazione, dal momento che il trattamento con antistaminici e corticosteroidi potrebbe non risultare sufficiente. Molto raramente, sono stati riportati esiti fatali dovuti ad angioedema associato ad edema laringeo oedema della lingua. In tali casi va somministrata prontamente una terapia di emergenza. Gli inibitori dell'enzima convertitore dell'angiotensina causano una maggiore percentuale di angioedema nei pazienti di razza nera rispetto ai pazienti bianchi. I pazienti con storia di angioedema non collegato a terapia con un ACE inibitore potrebbero essere arischio aumentato di angioedema durante assunzione di un ACE inibitore. Reazioni anafilattoidi sono state riportate da pazienti in dialisi con membrane ad alto flusso (come AN 69), trattati contemporaneamente con un ACE inibitore. Nel caso di questi pazienti, va presa in considerazione la possibilita' di utilizzare membrane dialitiche di diverso tipo o agenti antiipertensivi appartenenti a diversi gruppi. Raramente,i pazienti che avessero assunto ACE inibitori durante aferesi delle lipoproteine a bassa densita' (LDL) con destrano solfato, hanno manifestato reazioni anafilattoidi con pericolo per la vita. Tali reazioni sono state evitate sospendendo temporaneamente la terapia a base di ACE inibitori prima di ogni aferesi. I pazienti che ricevono ACE inibitoriin corso di trattamento di desensibilizzazione (come con veleno di hymenoptera) hanno reazioni anafilattoidi persistenti, tali reazioni sono state evitate sospendendo temporaneamente gli ACE inibitori, ma sonocomparse nuovamente in caso di involontaria riassunzione del prodotto. Molto raramente, gli ACE inibitori sono stati associati ad una sindrome che ha inizio con ittero colestatico e progredisce fino a necrosi fulminante ed (alcune volte) alla morte, quindi interrompere lisinopril ed effettuare un appropriato follow-up. Neutropenia/agranulocitosi, trombocitopenia ed anemia sono state riportate in pazienti che abbianoassunto ACE inibitori. Lisinopril va utilizzato con estrema cautela nei pazienti con vasculopatie da collagenopatia, in terapia con immunodepressori, in trattamento con allopurinolo o procainamide, o nei casi di combinazione di questi fattori di complicazione, soprattutto se eragia' presente un'alterazione della funzionalita' renale. Come nel caso di altri ACE inibitori, lisinopril potrebbe risultare meno efficace nell'abbassamento della pressione sanguigna tra i pazienti di razza nera, rispetto a quelli bianchi, probabilmente a causa di una piu' elevata prevalenza di situazioni di bassa renina nei pazienti ipertesi di razza nera. In seguito all'utilizzo di ACE inibitori, e' stata riscontrata tosse che si risolve con l'interruzione della terapia. Nei pazienti sottoposti ad interventi di alta chirurgia o durante anestesia con agenti che provocano ipotensione, lisinopril potrebbe bloccare la formazione di angiotensina II secondaria al rilascio compensatorio di renina. Se si verifica ipotensione e si ritiene che essa sia dovuta a tale meccanismo, essa puo' essere corretta attraverso espansione della volemia. In alcuni pazienti trattati con ACE inibitori, incluso lisinopril, e' stata osservata elevazione del potassio sierico. Nei pazienti diabetici trattati con agenti antidiabetici orali o con insulina, occorreeffettuare uno stretto monitoraggio del controllo glicemico durante il primo mese di trattamento con un ACE inibitore.INTERAZIONINei casi in cui un diuretico sia aggiunto alla terapia con lisinopril, solitamente si verifica un effetto antipertensivo aggiuntivo. I pazienti gia' in terapia con diuretici e, soprattutto, quelli che abbiano recentemente iniziato una terapia a base di diuretici, una volta aggiunto lisinopril, potrebbero occasionalmente manifestare una eccessiva caduta della pressione sanguigna. La possibilita' di ipotensione sintomatica con lisinopril puo' essere ridotta al minimo sospendendo il diuretico prima di iniziare il trattamento con lisinopril. Anche se nelle sperimentazioni cliniche il potassio sierico solitamente e' rimasto nei limiti della norma, in alcuni pazienti si e' verificata iperkaliemia. I fattori di rischio di sviluppo di iperkaliemia includono l'insufficienza renale, il diabete mellito e l'utilizzo contemporaneo di diuretici risparmiatori di potassio (come spironolattone, triamterene o amiloride), di integratori di potassio o di sostituti salini contenenti potassio. L'utilizzo di integratori di potassio, diuretici risparmiatoridi potassio o di sostituti salini contenenti potassio, soprattutto inpazienti la cui funzionalita' renale sia alterata, potrebbe comportare significativi incrementi di potassio sierico. Se lisinopril viene somministrato in associazione a un diuretico che induce perdite di potassio, potrebbe migliorare l'ipokaliemia diuretico-indotta. In caso di assunzione contemporanea di litio e di ACE inibitori, e' stato riportato un incremento reversibile nelle concentrazioni sieriche di litio, oltre a tossicita'. L'utilizzo contemporaneo di diuretici tiazidici potrebbe incrementare il rischio di tossicita' da litio e potrebbe potenziare la gia' incrementata tossicita' da litio derivante dall'assunzionedi ACE inibitori. L'utilizzo di lisinopril con il litio non e' raccomandata, tuttavia se la combinazione si rende necessaria, va effettuatoun attento monitoraggio dei livelli sierici di litio. Farmaci antiinfiammatori non-steroidei (FANS), incluso acido acetilsalicilico = 3g/di'. La somministrazione cronica di FANS potrebbe ridurre l'efficacia antipertensiva dell'ACE inibitore. I FANS e gli ACE inibitori esercitanoun effetto aggiuntivo sull'incremento del potassio sierico e potrebbero portare ad un deterioramento delle funzioni renali. Questi effetti sono di solito reversibili. Raramente, potrebbe verificarsi insufficienza renale acuta, soprattutto nei pazienti la cui funzione renale sia compromessa, come quelli anziani o disidratati. L'utilizzo contemporaneo di questi agenti puo' incrementare l'effetto ipotensivo di lisinopril. L'associazione con gliceril trinitrato e con altri nitrati, o con altri vasodilatatori, puo' determinare un'ulteriore riduzione della pressione sanguigna. L'utilizzo concomitante di alcuni farmaci anestetici, di antidepressivi triciclici e di antipsicotici con ACE inibitori potrebbe determinare un'ulteriore riduzione della pressione sanguigna. I simpaticomimetici possono ridurre gli effetti antiipertensivi degli ACE inibitori. Gli studi epidemiologici suggeriscono che la somministrazione contemporanea di ACE inibitori ed antidiabetici (insulina, agenti ipoglicemizzanti orali) puo' potenziare l'effetto di riduzione della glicemia, con conseguente rischio di ipoglicemia. Tale fenomeno appare piu' probabile durante le prime settimane di terapia combinata e nei pazienti con alterazione della funzione renale. Lisinopril puo' essere utilizzato in associazione ad acido acetilsalicilico (alle dosi cardiologiche), tromboliti, betabloccanti e/o nitrati.EFFETTI INDESIDERATIIn corso di trattamento con lisinopril e con altri ACE inibitori, sono stati osservati e riportati i seguenti effetti indesiderati, con la seguente frequenza: Molto comuni (>=1/10), comuni (>=1/100,=1/1000, =1/10.000,GRAVIDANZA E ALLATTAMENTONon va utilizzato durante il primo trimestre di gravidanza. Quando lagravidanza sia programmata o confermata, il passaggio ad un trattamento alternativo va iniziato il piu' presto possibile. Studi controllaticon ACE inibitori non sono stati compiuti nell'uomo, ma un numero limitato di casi di esposizione a tossicita' nel primo trimestre non ha mostrato la produzione di malformazioni coerenti con l'ipotesi di fetotossicita' umana, come descritto successivamente. Lisinopril e' controindicato nel secondo e terzo trimestre di gravidanza. E' noto che la prolungata esposizione ad ACE inibitori nel corso del secondo e terzo trimestre induce fetotossicita' umana (diminuzione delle funzioni renali, oligoidramnios, ritardata ossificazione del cranio) e tossicita' neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia). Se dal secondo trimestre di gravidanza si e' avuta esposizione a lisinopril, si raccomanda un controllo ecografico delle funzioni renali e del cranio. Ineonati, le cui madri abbiano assunto lisinopril, vanno strettamente osservati per il rischio di ipotensione, oliguria ed iperkaliemia. Lisinopril, che attraversa la placenta, e' stato rimosso dalla circolazione neonatale attraverso dialisi peritoneale con alcuni benefici clinici, e teoricamente potrebbe essere eliminato attraverso exsanguino-trasfusione. Non e' noto se lisinopril sia escreto nel latte materno, ma e' escreto nel latte dei ratti. L'utilizzo di lisinopril durante il periodo di allattamento non e' raccomandato.

Effetti indesiderati

In corso di trattamento con lisinopril e con altri ACE inibitori, sono stati osservati e riportati i seguenti effetti indesiderati, con la seguente frequenza: Molto comuni (>=1/10), comuni (>=1/100,=1/1000, =1/10.000,GRAVIDANZA E ALLATTAMENTONon va utilizzato durante il primo trimestre di gravidanza. Quando lagravidanza sia programmata o confermata, il passaggio ad un trattamento alternativo va iniziato il piu' presto possibile. Studi controllaticon ACE inibitori non sono stati compiuti nell'uomo, ma un numero limitato di casi di esposizione a tossicita' nel primo trimestre non ha mostrato la produzione di malformazioni coerenti con l'ipotesi di fetotossicita' umana, come descritto successivamente. Lisinopril e' controindicato nel secondo e terzo trimestre di gravidanza. E' noto che la prolungata esposizione ad ACE inibitori nel corso del secondo e terzo trimestre induce fetotossicita' umana (diminuzione delle funzioni renali, oligoidramnios, ritardata ossificazione del cranio) e tossicita' neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia). Se dal secondo trimestre di gravidanza si e' avuta esposizione a lisinopril, si raccomanda un controllo ecografico delle funzioni renali e del cranio. Ineonati, le cui madri abbiano assunto lisinopril, vanno strettamente osservati per il rischio di ipotensione, oliguria ed iperkaliemia. Lisinopril, che attraversa la placenta, e' stato rimosso dalla circolazione neonatale attraverso dialisi peritoneale con alcuni benefici clinici, e teoricamente potrebbe essere eliminato attraverso exsanguino-trasfusione. Non e' noto se lisinopril sia escreto nel latte materno, ma e' escreto nel latte dei ratti. L'utilizzo di lisinopril durante il periodo di allattamento non e' raccomandato.

Indicazioni

Ipertensione arteriosa. Trattamento dell'ipertensione arteriosa. Insufficienza Cardiaca. Trattamento dell'insufficienza cardiaca sintomatica. Infarto miocardico acuto. Trattamento di breve periodo (6 settimane) di pazienti emodimanicamente stabili entro 24 ore da infarto miocardico acuto. Complicanze renali del Diabete Mellito. Trattamento della malattia renale in pazienti ipertesi con diabete mellito di Tipo 2 e nefropatia incipiente.

Controindicazioni ed effetti secondari

Ipersensibilita' a lisinopril, ad uno qualsiasi degli eccipienti o a qualsiasi altro inibitore dell'enzima convertitore dell'angiotensina (ACE). Storia di angioedema associato a precedente terapia con ACE inibitori. Angioedema idiopatico ereditario. Secondo o terzo trimestre di gravidanza.

Avvertenze

Tra i pazienti ipertesi che stiano assumendo lisinopril, l'ipotensione e' piu' probabile in quelli che abbiano manifestato deplezione del volume, o che presentino grave ipertensione renino-dipendente. Nei pazienti con aumentato rischio di ipotensione sintomatica, l'inizio della terapia e gli aggiustamenti nel dosaggio vanno strettamente monitorati. In alcuni pazienti con insufficienza cardiaca la cui pressione sanguigna risulti normale o bassa, con lisinopril potrebbe verificarsi un'ulteriore riduzione della pressione sanguigna sistemica. L'effetto e' previsto e di solito non rappresenta motivo per interrompere il trattamento. Se l'ipotensione diventa sintomatica, potrebbe rendersi necessaria una riduzione nel dosaggio o l'interruzione di lisinopril. Il trattamento con lisinopril non deve essere iniziato in pazienti con infartomiocardico acuto a rischio di ulteriore grave deterioramento emodinamico in seguito a terapia con un vasodilatatore. Si tratta di quei pazienti la cui pressione sanguigna sistolica risulti pari a 100 mm Hg o piu' bassa e di quelli con shock cardiogeno. Durante i primi 3 giorni successivi all'infarto, occorre ridurre il dosaggio nei casi in cui la pressione sanguigna sistolica sia pari a 120 mm Hg o piu' bassa. La dose di mantenimento va ridotta a 5 mg o, temporaneamente, a 2.5 mg se la pressione sanguigna sistolica risulta pari a 100 mm Hg o piu' bassa.In caso di ipotensione persistente (pressione sanguigna sistolica inferiore ai 90 mm Hg per piu' di 1 ora), lisinopril va sospeso. Prescrivere con cautela ai pazienti affetti da stenosi della valvola mitrale ed ostruzione nel tratto di deflusso del ventricolo sinistro, come stenosi aortica o cardiomiopatia ipertrofica. In questi casi, e' stata riportata insufficienza renale acuta, generalmente reversibile. In alcunipazienti con stenosi bilaterale dell'arteria renale o con stenosi dell'arteria in monorene, trattati con inibitori dell'enzima convertitoredell'angiotensina, sono stati osservati un incremento dell'urea ematica e della creatinina sierica, solitamente reversibili una volta interrotta la terapia. Cio' e' soprattutto probabile nei pazienti con insufficienza renale. Se e' presente anche ipertensione nefrovascolare, esiste un rischio potenziato di grave ipotensione ed insufficienza renale. Dal momento che la terapia con diuretici potrebbe contribuire a creare tali condizioni, essi andrebbero sospesi e la funzionalita' renale andrebbe monitorata durante le prime settimane di terapia con lisinopril. In caso di infarto miocardico acuto, il trattamento con lisinoprilnon deve essere somministrato a pazienti con segni di disfunzione renale, resa manifesta da una concentrazione di creatinina sierica superiore a 177 micromol/l e/o da proteinuria superiore ai 500 mg/24 h. Se in corso di trattamento con lisinopril dovesse svilupparsi disfunzione renale (concentrazioni di creatinina sierica superiori a 265 micromol/l o raddoppiate rispetto ai valori precedenti il trattamento), considerare la possibilita' di sospendere lisinopril. Raramente, in pazienti trattati con inibitori dell'enzima convertitore dell'angiotensina, incluso lisinopril e' stato riportato angioedema del viso, delle estremita', delle labbra, della lingua, della glottide e/o della laringe. Cio'potrebbe verificarsi in qualsiasi momento durante la terapia. Nei casi in cui ci sia solo gonfiore della lingua, senza presenza di deficit respiratorio, i pazienti potrebbero necessitare di prolungata osservazione, dal momento che il trattamento con antistaminici e corticosteroidi potrebbe non risultare sufficiente. Molto raramente, sono stati riportati esiti fatali dovuti ad angioedema associato ad edema laringeo oedema della lingua. In tali casi va somministrata prontamente una terapia di emergenza. Gli inibitori dell'enzima convertitore dell'angiotensina causano una maggiore percentuale di angioedema nei pazienti di razza nera rispetto ai pazienti bianchi. I pazienti con storia di angioedema non collegato a terapia con un ACE inibitore potrebbero essere arischio aumentato di angioedema durante assunzione di un ACE inibitore. Reazioni anafilattoidi sono state riportate da pazienti in dialisi con membrane ad alto flusso (come AN 69), trattati contemporaneamente con un ACE inibitore. Nel caso di questi pazienti, va presa in considerazione la possibilita' di utilizzare membrane dialitiche di diverso tipo o agenti antiipertensivi appartenenti a diversi gruppi. Raramente,i pazienti che avessero assunto ACE inibitori durante aferesi delle lipoproteine a bassa densita' (LDL) con destrano solfato, hanno manifestato reazioni anafilattoidi con pericolo per la vita. Tali reazioni sono state evitate sospendendo temporaneamente la terapia a base di ACE inibitori prima di ogni aferesi. I pazienti che ricevono ACE inibitoriin corso di trattamento di desensibilizzazione (come con veleno di hymenoptera) hanno reazioni anafilattoidi persistenti, tali reazioni sono state evitate sospendendo temporaneamente gli ACE inibitori, ma sonocomparse nuovamente in caso di involontaria riassunzione del prodotto. Molto raramente, gli ACE inibitori sono stati associati ad una sindrome che ha inizio con ittero colestatico e progredisce fino a necrosi fulminante ed (alcune volte) alla morte, quindi interrompere lisinopril ed effettuare un appropriato follow-up. Neutropenia/agranulocitosi, trombocitopenia ed anemia sono state riportate in pazienti che abbianoassunto ACE inibitori. Lisinopril va utilizzato con estrema cautela nei pazienti con vasculopatie da collagenopatia, in terapia con immunodepressori, in trattamento con allopurinolo o procainamide, o nei casi di combinazione di questi fattori di complicazione, soprattutto se eragia' presente un'alterazione della funzionalita' renale. Come nel caso di altri ACE inibitori, lisinopril potrebbe risultare meno efficace nell'abbassamento della pressione sanguigna tra i pazienti di razza nera, rispetto a quelli bianchi, probabilmente a causa di una piu' elevata prevalenza di situazioni di bassa renina nei pazienti ipertesi di razza nera. In seguito all'utilizzo di ACE inibitori, e' stata riscontrata tosse che si risolve con l'interruzione della terapia. Nei pazienti sottoposti ad interventi di alta chirurgia o durante anestesia con agenti che provocano ipotensione, lisinopril potrebbe bloccare la formazione di angiotensina II secondaria al rilascio compensatorio di renina. Se si verifica ipotensione e si ritiene che essa sia dovuta a tale meccanismo, essa puo' essere corretta attraverso espansione della volemia. In alcuni pazienti trattati con ACE inibitori, incluso lisinopril, e' stata osservata elevazione del potassio sierico. Nei pazienti diabetici trattati con agenti antidiabetici orali o con insulina, occorreeffettuare uno stretto monitoraggio del controllo glicemico durante il primo mese di trattamento con un ACE inibitore.

Gravidanza e Allattamento

Non va utilizzato durante il primo trimestre di gravidanza. Quando lagravidanza sia programmata o confermata, il passaggio ad un trattamento alternativo va iniziato il piu' presto possibile. Studi controllaticon ACE inibitori non sono stati compiuti nell'uomo, ma un numero limitato di casi di esposizione a tossicita' nel primo trimestre non ha mostrato la produzione di malformazioni coerenti con l'ipotesi di fetotossicita' umana, come descritto successivamente. Lisinopril e' controindicato nel secondo e terzo trimestre di gravidanza. E' noto che la prolungata esposizione ad ACE inibitori nel corso del secondo e terzo trimestre induce fetotossicita' umana (diminuzione delle funzioni renali, oligoidramnios, ritardata ossificazione del cranio) e tossicita' neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia). Se dal secondo trimestre di gravidanza si e' avuta esposizione a lisinopril, si raccomanda un controllo ecografico delle funzioni renali e del cranio. Ineonati, le cui madri abbiano assunto lisinopril, vanno strettamente osservati per il rischio di ipotensione, oliguria ed iperkaliemia. Lisinopril, che attraversa la placenta, e' stato rimosso dalla circolazione neonatale attraverso dialisi peritoneale con alcuni benefici clinici, e teoricamente potrebbe essere eliminato attraverso exsanguino-trasfusione. Non e' noto se lisinopril sia escreto nel latte materno, ma e' escreto nel latte dei ratti. L'utilizzo di lisinopril durante il periodo di allattamento non e' raccomandato.

Interazioni con altri prodotti

Nei casi in cui un diuretico sia aggiunto alla terapia con lisinopril, solitamente si verifica un effetto antipertensivo aggiuntivo. I pazienti gia' in terapia con diuretici e, soprattutto, quelli che abbiano recentemente iniziato una terapia a base di diuretici, una volta aggiunto lisinopril, potrebbero occasionalmente manifestare una eccessiva caduta della pressione sanguigna. La possibilita' di ipotensione sintomatica con lisinopril puo' essere ridotta al minimo sospendendo il diuretico prima di iniziare il trattamento con lisinopril. Anche se nelle sperimentazioni cliniche il potassio sierico solitamente e' rimasto nei limiti della norma, in alcuni pazienti si e' verificata iperkaliemia. I fattori di rischio di sviluppo di iperkaliemia includono l'insufficienza renale, il diabete mellito e l'utilizzo contemporaneo di diuretici risparmiatori di potassio (come spironolattone, triamterene o amiloride), di integratori di potassio o di sostituti salini contenenti potassio. L'utilizzo di integratori di potassio, diuretici risparmiatoridi potassio o di sostituti salini contenenti potassio, soprattutto inpazienti la cui funzionalita' renale sia alterata, potrebbe comportare significativi incrementi di potassio sierico. Se lisinopril viene somministrato in associazione a un diuretico che induce perdite di potassio, potrebbe migliorare l'ipokaliemia diuretico-indotta. In caso di assunzione contemporanea di litio e di ACE inibitori, e' stato riportato un incremento reversibile nelle concentrazioni sieriche di litio, oltre a tossicita'. L'utilizzo contemporaneo di diuretici tiazidici potrebbe incrementare il rischio di tossicita' da litio e potrebbe potenziare la gia' incrementata tossicita' da litio derivante dall'assunzionedi ACE inibitori. L'utilizzo di lisinopril con il litio non e' raccomandata, tuttavia se la combinazione si rende necessaria, va effettuatoun attento monitoraggio dei livelli sierici di litio. Farmaci antiinfiammatori non-steroidei (FANS), incluso acido acetilsalicilico = 3g/di'. La somministrazione cronica di FANS potrebbe ridurre l'efficacia antipertensiva dell'ACE inibitore. I FANS e gli ACE inibitori esercitanoun effetto aggiuntivo sull'incremento del potassio sierico e potrebbero portare ad un deterioramento delle funzioni renali. Questi effetti sono di solito reversibili. Raramente, potrebbe verificarsi insufficienza renale acuta, soprattutto nei pazienti la cui funzione renale sia compromessa, come quelli anziani o disidratati. L'utilizzo contemporaneo di questi agenti puo' incrementare l'effetto ipotensivo di lisinopril. L'associazione con gliceril trinitrato e con altri nitrati, o con altri vasodilatatori, puo' determinare un'ulteriore riduzione della pressione sanguigna. L'utilizzo concomitante di alcuni farmaci anestetici, di antidepressivi triciclici e di antipsicotici con ACE inibitori potrebbe determinare un'ulteriore riduzione della pressione sanguigna. I simpaticomimetici possono ridurre gli effetti antiipertensivi degli ACE inibitori. Gli studi epidemiologici suggeriscono che la somministrazione contemporanea di ACE inibitori ed antidiabetici (insulina, agenti ipoglicemizzanti orali) puo' potenziare l'effetto di riduzione della glicemia, con conseguente rischio di ipoglicemia. Tale fenomeno appare piu' probabile durante le prime settimane di terapia combinata e nei pazienti con alterazione della funzione renale. Lisinopril puo' essere utilizzato in associazione ad acido acetilsalicilico (alle dosi cardiologiche), tromboliti, betabloccanti e/o nitrati.

Forme Farmacologiche


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