ceftriaxone rat*ev fl1g+f 10ml ceftriaxone ratiopharm italia srl

Che cosa è ceftriaxone rat ev fl1g+f 10ml?

Ceftriaxone rat soluzione iniett polv solv prodotto da ratiopharm italia srl
è un farmaco generico della categoria farmaci preconfezionati prodotti industrialmente - generici che appartiene alla fascia H che comprende i farmaci di esclusivo uso ospedaliero, non vendibili ai cittadini presso le farmacie aperte al pubblico, ma utilizzabili o distribuibili solo nell'ambito delle strutture sanitarie pubbliche .
Ceftriaxone rat risulta disponibile solo nelle farmaice ospedaliere o specialistico

E' utilizzato per la cura di antibatterici per uso sistemico.
Contiene i principi attivi: ceftriaxone disodico
Composizione Qualitativa e Quantitativa: polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso intramuscolare da 250 mg/2 ml: ceftriaxone bisodico 3,5 h 2 o 298,2 mg pari a ceftriaxone 250 mg; un flacone di polvere da 500 mg/2 ml contiene: ceftriaxonebisodico 3,5 h 2 o 596,5 mg pari a ceftriaxone
Codice AIC: 035802040 Codice EAN: 0

Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?

Di uso elettivo e specifico in infezioni batteriche gravi di accertata o presunta origine da Gram-negativi "difficili" o da flora mista conpresenza di Gram-negativi resistenti ai piu' comuni antibiotici. In particolare il prodotto trova indicazione, nelle suddette infezioni, inpazienti defedati e/o immunodepressi. Profilassi delle infezioni chirurgiche.

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Posologia

Non utilizzare diluenti contenenti calcio per ricostituire le fiale di ceftriaxone o per diluire ulteriormente le fiale ricostituite per lasomministrazione IV, dato che puo' formarsi un precipitato. La precipitazione del ceftriaxone con il calcio puo' anche avvenire quando il ceftriaxone e' mescolato con soluzioni contenenti calcio nella stessa linea di somministrazione IV. Pertanto, non mescolare o co-somministrare il ceftriaxone e le soluzioni contenenti calcio insieme. Adulti e bambini oltre 12 anni: la dose consigliata e' di 1 g del farmaco una volta al giorno (ogni 24 ore). Nei casi piu' gravi o in infezioni causateda microrganismi moderatamente sensibili, la dose puo' raggiungere i 4 g somministrati in un'unica soluzione. Neonati (fino a 2 settimane):la dose giornaliera e' di 20-50 mg/kg di peso corporeo in monosomministrazione; a causa della immaturita' dei loro sistemi enzimatici non bisognerebbe superare i 50 mg/Kg. Bambini (da 3 settimane a 12 anni): la dose giornaliera puo' variare tra 20 e 80 mg/Kg. Per dosi endovenosepari o superiori a 50 mg/Kg si consiglia di utilizzare una perfusionedella durata di almeno 30 minuti. Per i bambini di peso superiore a 50 Kg andra' usato il dosaggio proprio degli adulti. Anziani: lo schemaposologico degli adulti non richiede modificazioni nel caso di pazienti anziani. La durata della terapia e' in funzione del decorso dell'infezione. In generale la somministrazione del farmaco va protratta per un minimo di 48-72 ore dopo lo sfebbramento o dopo la dimostrazione dicompleta eradicazione batterica. Per la prevenzione delle infezioni post-operatorie verranno somministrati, in relazione a tipo e rischio di contaminazione dell'intervento, 1 g i.m. o 1-2 g e.v. in dose singola, un'ora prima dell'intervento. Insufficienza renale: in soggetti conclearance della creatinina maggiore di 10 ml/min la posologia resta inalterata. In caso di clearance della creatinina uguale o minore di 10ml/min si puo' somministrare fino ad un massimo di 2 g una volta al giorno. Insufficienza epatica: posologia normale. Insufficienza renale ed epatica associate: controllare le concentrazioni plasmatiche del ceftriaxone. Prematuri: dose massima 50 mg/kg una volta al giorno. Da unpunto di vista microbiologico il prodotto dovrebbe essere usato immediatamente dopo la ricostituzione. Se non utilizzato immediatamente, lecondizioni e il periodo di conservazione prima dell'uso sono responsabilita' dell'utilizzatore. La stabilita' chimica e fisica del medicinale dopo ricostituzione e' stata dimostrata per 24 ore tra +2 gradi C e+8 gradi C e per 6 ore per il prodotto conservato a temperatura inferiore a 25 gradi C. Possono variare nella colorazione da giallo pallidoad ambra in funzione della concentrazione e del periodo di conservazione; tale caratteristica non ha influenza sull'efficacia o sulla tollerabilita' del farmaco. Per praticare l'iniezione intramuscolare, sciogliere il farmaco i.m. con l'apposito solvente (soluzione di lidocaina 1%) che e' di ml 2 per il farmaco da 250 mg e 500 mg, e di 3,5 ml per il farmaco da 1 g: iniettare profondamente la soluzione estemporanea cosi' ottenuta nel gluteo, alternando i glutei nelle successive iniezioni. La soluzione di lidocaina non deve essere somministrata endovena. Soluzione per uso endovenoso Per praticare l'iniezione e.v., sciogliere il farmaco con l'apposito solvente (acqua per preparazioni iniettabili) che e' di ml 10 ml per il farmaco da 1 g, e iniettare direttamentein vena nel tempo di 2-4 minuti. Per praticare la perfusione endovenosa sciogliere il farmaco in ragione di 2 g in 40 ml di liquido di perfusione privo di ioni di calcio (soluzione fisiologica, soluzione glucosata al 5% o al 10%, soluzione di levulosio al 5%, soluzione glucosatadi destrano al 6%, soluzioni di NaCl 0,45% + glucosio 2,5%). La perfusione avra' una durata di almeno 30 minuti. Le soluzioni del farmaco non dovrebbero essere mescolate in soluzioni contenenti altri farmaci antimicrobici o con soluzioni diluenti diverse da quelle sopra elencateper possibile incompatibilita'.

Effetti indesiderati

Di solito gli effetti indesiderati sono lievi e di breve durata. Disturbi gastrointestinali: feci non formate, diarrea, nausea, vomito, stomatite, glossite, raramente ispessimento della bile. Modificazioni ematologiche (circa il 2%): eosinofilia, leucopenia, granulocitopenia, anemia emolitica, trombocitopenia. E' stata riportata con frequenza sconosciuta, agranulocitosi (< 500/mm^3), nella maggior parte dei casi dopo 10 gg di trattamento e dopo dosi totali di 20 g o piu'. Reazioni cutanee: esantema, dermatite allergica, prurito, orticaria ed edema. Frequenza sconosciuta: sono note gravi reazioni cutanee (eritema multiforme, sindrome di Stevens Johnson o sindrome di Lyell/necrolisi epidermica tossica). Altri effetti indesiderati rari: mal di testa, vertigini ecapogiri, precipitazione sintomatica di sali di ceftriaxone calcico nella cistifellea, aumento delle transaminasi, glicosuria, ematuria, oliguria, aumento dei valori sierici della creatinina, micosi del trattogenitale, brividi, febbre e reazioni anafilattiche o anafilattoidi adesempio broncospasmo. La comparsa di shock anafilattico e' estremamente rara e richiede immediate contromisure quali la somministrazione endovena di adrenalina seguita da un glucocorticoide. Rari casi di enterocolite pseudomembranosa e modifiche dei parametri emocoagulativi sonostati riportati in seguito all'uso di cefalosporine. Sono noti casi di anemia emolitica in seguito a trattamento con cefalosporine. Non miscelare o co-somministrare il farmaco con soluzioni o prodotti contenenti calcio, anche se infusi separatamente. Sono note reazioni avverse rare, gravi, e in alcuni casi fatali nei neonati pretermine e a termine(eta' = 80 mg/kg/die) o dosi totali superiori a 10 g. e che presentavano fattori di rischio (es. ritenzione idrica, allettamento, ecc.). Il rischio della formazione di precipitato aumenta in pazienti immobilizzati o disidratati. Questo evento puo' essere sintomatico o asintomatico, puo' portare ad insufficienza renale ed anuria ed e' reversibile dopo la sospensione di ceftriaxone. La precipitazione di ceftriaxone come sale di calcio nella cistifellea e' nota principalmente in pazienti trattati con dosi superiori a quelle raccomandate come dose standard. Nei bambini, studi prospettici hanno mostrato un'incidenza variabile di precipitazione con l'applicazione endovenosa, in alcuni studioltre il 30%. L'incidenza sembra essere minore con l'infusione lenta (20-30 minuti). L'effetto e' di solito asintomatico, ma in rari casi, la precipitazione e' stata accompagnata da sintomi clinici come dolore, nausea e vomito. In questi casi si raccomanda un trattamento sintomatico. La precipitazione e' di solito reversibile dopo la sospensione di ceftriaxone. Vi sono stati isolati casi di pancreatite. Disturbi della coagulazione sono stati riportati come effetto collaterale molto raro. Effetti indesiderati a livello locale In rari casi sono comparse reazioni flebitiche dopo somministrazione e.v.; tali reazioni possono comunque essere evitate mediante iniezione lenta (2-4 minuti) del farmaco. L'iniezione intramuscolare senza lidocaina e' dolorosa. In soggetti predisposti possono manifestarsi reazioni di ipersensibilita'. Influenza sui test diagnostici In pazienti trattati con ceftriaxone, il test di Coomb puo' in rari casi, fornire dei falsi-positivi. Ceftriaxone puo' dare falsi-positivi nei test per la galattosemia. Allo stesso modo i metodi non-enzimatici per la determinazione del glucosio nelle urine possono fornire risultati falsi-positivi. Per questo motivo, la determinazione del livello di glucosio nelle urine durante la terapia conceftriaxone deve essere eseguita con metodi enzimatici.

Indicazioni

Di uso elettivo e specifico in infezioni batteriche gravi di accertata o presunta origine da Gram-negativi "difficili" o da flora mista conpresenza di Gram-negativi resistenti ai piu' comuni antibiotici. In particolare il prodotto trova indicazione, nelle suddette infezioni, inpazienti defedati e/o immunodepressi. Profilassi delle infezioni chirurgiche.

Controindicazioni ed effetti secondari

Il farmaco e' controindicato nei pazienti con ipersensibilita' accertata agli antibiotici betalattamici. Ipersensibilita' alle cefalosporine o ad uno qualsiasi degli eccipienti. In caso di ipersensibilita' alle penicilline, si deve tener presente la possibile insorgenza di allergia crociata. Nelle donne in stato di gravidanza e nella primissima infanzia il prodotto va somministrato nei casi di effettiva necessita' esotto il diretto controllo del medico. I neonati iperbilirubinemici ei prematuri non devono essere trattati con ceftriaxone. Studi in vitro hanno dimostrato che ceftriaxone puo' spostare la bilirubina dai suoi siti di legame all'albumina plasmatica ed e' possibile che in questipazienti si sviluppi un'encefalopatia da bilirubina. Trattamento con calcio, a causa del rischio di formazione di precipitazione di Sali dicalcio-ceftriaxone nei natia termine. Il ceftriaxone e' inoltre controindicato nei neonati prematuri fino ad una eta' corretta di 41 settimane (settimane di gestazione + settimane di vita); neonati a termine (fino a 28 giorni di eta') con ittero o presenza di ipoalbuminemia o acidosi dato che queste sono condizioni nelle quali la bilirubina potrebbe essere alterata o se dovessero richiedere (o si pensa che possano richiedere) un trattamento IV con calcio o con infusioni che contengonocalcio a causa del rischio di precipitazione del ceftriaxone con il calcio. Le controindicazioni relative alla lidocaina devono essere escluse prima dell'iniezione intramuscolare di ceftriaxone quando la lidocaina e' usata come solvente.

Composizione ed Eccipienti

Polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso intramuscolare: la fiala solvente contiene lidocaina cloridrato. Polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso endovenoso: la fiala solvente contieneacqua per preparazioni iniettabili.

Avvertenze

Possibile shock anafilattico anche con accurata anamnesi del paziente. 1 g di farmaco contiene 3,6 mmol di sodio, tenere in considerazione durante una dieta controllata di sodio. Clostridium difficile con diarrea (CDAD) e' noto con l'uso di ceftriaxone; la gravita' puo' variare da diarrea lieve a colite con esito fatale. Il trattamento con agenti antibatterici altera la normale flora del colon con conseguente eccessiva crescita di C. difficile. Questo produce tossine A e B che contribuiscono allo sviluppo di CDAD. I ceppi di C. difficile iperproduttori di tossina causano un aumento di morbilita' e mortalita' poiche' tali infezioni possono resistere alla terapia antimicrobica e possono richiedere una resezione del colon. Considerare la CDAD in pazienti che presentano diarrea dopo l'uso di antibiotici. La CDAD e' nota anche oltre2 mesi dopo la somministrazione di agenti antibatterici: fare un'accurata anamnesi. Se una CDAD e' sospettata o confermata puo' essere necessario sospendere l'uso di antibiotici non diretti contro il C. difficile. Istituire un'appropriata gestione dei liquidi e degli elettroliti, supplementi di proteine, trattamento antibiotico del C. difficile e valutazione chirurgica. Superinfezioni con microrganismi non sensibilipossono comparire. Immagini erroneamente scambiate per calcoli, note in ecografie della cistifellea di solito dopo dosi maggiori di quelle standard, sono precipitati di ceftriaxone calcico che scompaiono al completamento o alla sospensione della terapia con ceftriaxone. Raramente la loro presenza e' associata a sintomi. Nei casi sintomatici considerare un trattamento conservativo. Eliminazione del farmaco: 56% attraverso le urine e per il 44% attraverso la bile in forma microbiologicamente attiva. Nelle feci e' presente soprattutto in forma inattiva. Con ridotta funzionalita' renale e' eliminato in quota piu' elevata per via biliare con le feci. In tal caso il tempo di emivita risulta leggermente aumentato: di solito non e' necessario ridurre la posologia delfarmaco a condizione che la funzionalita' epatica sia normale. Solo in presenza di una gravissima insufficienza renale ridurre la dose di mantenimento ogni 24 ore alla meta' rispetto alla dose abituale. Il ceftriaxone puo' parzialmente interferire con i siti di legame della bilirubina con l'albumina plasmatica. Le cefalosporine di terza generazione possono indurre resistenza microbica e tale evenienza e' maggiore verso organismi opportunisti specialmente Enterobacteriaceae e Pseudomonas, in soggetti immunodepressi e probabilmente associando tra loro piu' betalattamine. Trattamenti prolungati: effettuare regolari controllidella crasi ematica. In casi molto rari con dosi elevate l'ultrasonografia della cistifellea ha evidenziato reperti interpretabili come ispessimento della bile. Tale condizione e' regredita all'interruzione o al termine della terapia. Anche se tali riscontri fossero sintomatici effettuare un trattamento puramente conservativo. Possibilità di positivita' dei test di Coombs in corso di trattamento con cefalosporine. Prima di iniziare la terapia col farmaco svolgere un'indagine accurata per stabilire se il paziente ha manifestato in passato fenomeni di ipersensibilita' alle cefalosporine, penicilline ed altri farmaci. Somministrare il prodotto con cautela in pazienti allergici alla penicillinaper possibilità di ipersensibilita' crociata fra penicilline e cefalosporine. Per l'immaturita' delle funzioni organiche non trattare i prematuri con dosi del farmaco superiori a 50 mg/Kg/die. L'impiego protratto puo' favorire lo sviluppo di batteri resistenti. Reazioni acute diipersensibilita': misure di emergenza come l'uso dell'adrenalina. Nonsomministrare le preparazioni contenenti lidocaina per via endovenosaed a pazienti allergici a questo anestetico locale. Con segni di infezione isolare il microrganismo responsabile ed adottare un'opportuna terapia basata sui test di sensibilita'. Effettuare analisi su campioniraccolti prima dell'inizio della terapia per determinare la sensibilita' a ceftriaxone del microrganismo responsabile. Si può iniziare la terapia col farmaco in attesa dei risultati di tali analisi e modificare il trattamento secondo i risultati delle analisi. Controllare la funzionalita' renale. Coliti pseudomembranose sono note dopo l'uso di cefalosporine; e' importante soprattutto con manifestazione di diarrea dopo l'uso di antibiotico. Sono note reazioni fatali dovute alla presenza di precipitati di calcio a livello polmonare e renale in neonati prematuri e a termine di eta' inferiore ad 1 mese. Ad almeno uno di tali neonati era stato somministrato ceftriaxone e calcio in momenti differenti e attraverso vie di infusione differenti. Non risultano casi di precipitazione intravascolare confermata in pazienti che non siano neonati trattati con ceftriaxone e soluzioni contenenti calcio o qualsiasialtro prodotto contenente calcio. Non mescolare o co-somministrare ilceftriaxone con soluzioni contenenti calcio per somministrazione IV in pazienti di qualsiasi eta' anche se per linee di infusione differenti o in siti di infusione diversi. Non somministrare soluzioni o prodotti contenenti calcio nelle 48 ore successive all'ultima somministrazione del farmaco. Pazienti di eta' maggiore di 28 giorni: il ceftriaxonee le soluzioni contenenti calcio è possibile somministrarli uno dopo l'altro se si utilizzano linee di infusione in siti differenti; se le linee di infusione sono sostituite; se sono accuratamente lavate con soluzione fisiologica salina tra le 2 infusioni per evitare la precipitazione. In pazienti che necessitano infusione continua di soluzioni TNP di sali di calcio considerare l'uso di un antibatterico alternativo che sia privo del rischio di precipitazione. In pazienti che necessitano nutrizione continua la soluzione TNP e il ceftriaxone si possono co-somministrare attraverso linee di infusione differenti in siti differenti. Altrimenti interrompere l'infusione delle soluzioni TNP durante l'infusione di ceftriaxone lavando le linee di infusione tra la somministrazione delle 2 soluzioni. Sono noti casi rari di pancreatite, la cui eziologia e' forse attribuibile ad ostruzione biliare, in pazienti trattati con ceftriaxone. Di solito si presentano fattori di rischio per una stasi biliare e per depositi biliari come: precedenti importanti terapie, gravi malattie e nutrizione parenterale totale. Non escludere un ruolo scatenante o come co-fattore di ceftriaxone. Nell'insufficienza renale o epatica grave ridurre la dose. Ceftriaxone puo' spostare le bilirubina dall'albumina sierica. Non usare ceftriaxone nei neonati a rischio di sviluppare encefalopatia da bilirubina. Trattamenti prolungati: eseguire un conteggio completo delle cellule ematiche ad intervalli regolari. Se si usa lidocaina come solvente usare le soluzionidi ceftriaxone solo per iniezione intramuscolare.

Gravidanza e Allattamento

Il ceftriaxone attraversa la barriera placentare. La sicurezza nella gravidanza umana non e' ancora stata stabilita. Studi riproduttivi negli animali non hanno mostrato evidenza di embriotossicita', fetotossicita', teratogenicita' o effetti avversi sulla fertilita' maschile o femminile, sulla nascita e sullo sviluppo perinatale e postatale. Nei primati non sono state osservate embriotossicita' o teratogenicita'. Basse concentrazioni di ceftriaxone vengono escrete nel latte umano. Si deve usare cautela quando si somministra ceftriaxone a donne che allattano. Nelle donne in stato di gravidanza, durante l'allattamento e nella primissima infanzia, il prodotto va somministrato nei casi di effettiva necessita' e sotto il diretto controllo del medico.

Interazioni con altri prodotti

La co-somministrazione di alte dosi del farmaco con diuretici ad elevata attivita' (es. furosemide) a forti dosaggi non ha sinora evidenziato disturbi della funzionalita' renale. Non c'e' alcuna evidenza che il farmaco aumenti la tossicita' renale degli aminoglicosidi. L'ingestione di alcool successiva alla somministrazione del farmaco non da' effetti simili a quelli del disulfiram; il ceftriaxone, infatti, non contiene il gruppo N-metiltiotetrazolico ritenuto responsabile sia della possibile intolleranza all'alcool sia delle manifestazioni emorragiche verificatesi con altre cefalosporine. L'eliminazione del farmaco non e' modificata dal probenecid. In uno studio in vitro sono stati osservati effetti antagonistici con l'associazione di cloramfenicolo e ceftriaxone. E' stato dimostrato in condizioni sperimentali sinergismo d'azione tra il farmaco e aminoglicosidi nei confronti di molti germi Gram-negativi. Il potenziamento di attivita' di tali associazioni, sebbene non sempre predicibile, dovra' essere tenuto in considerazione in tutte quelle infezioni gravi, resistenti ad altri trattamenti, dovute ad organismi quali Pseudomonas aeruginosa. A causa di incompatibilita' fisiche i due farmaci vanno somministrati separatamente alle dosi raccomandate. Non aggiungere il farmaco a soluzioni che contengono calcio, quali le soluzioni Hartmann e Ringer. Non devono essere utilizzati diluenti contenenti calcio come soluzione di Ringer o di Hartmann, per ricostituire le fiale di ceftriaxone o per diluire ulteriormente le fiale ricostituite per la somministrazione e.v., dato che puo' formarsi un precipitato. La precipitazione del ceftriaxone con il calcio puo' avvenire anche quando il ceftriaxone e' mescolato con soluzioni contenenti calcio nella stessa linea di somministrazione e.v.. Non co-somministrare ceftriaxone a soluzioni per via e.v. contenenti calcio, incluse le infusioni continue contenenti calcio come quelle parenterali somministrate mediante un raccordo ad Y. Tuttavia, in pazienti diversi dai neonati, ceftriaxone e soluzioni contenenti calcio, possono essere somministrati in sequenza, uno dopo l'altra, se le linee di infusione sono accuratamente lavate, tra le due infusioni, con un liquido compatibile. Studi in vitro con plasma di adulti e neonatale del cordone ombelicale, hanno dimostrato che i neonati presentano un rischio aumentato di precipitazione di ceftriaxone-calcio. Sulla base di rapporti di letteratura, il ceftriaxone e' incompatibile con amsacrina, vancomicina, fluconazolo e amino-glicosidi. In pazienti trattati con ceftriaxone, il test di Coomb puo' in rari casi, fornire dei falsi-positivi. Ceftriaxone puo' dare falsi-positivi nei test per la galattosemia. Allo stesso modo i metodi non-enzimatici per la determinazione del glucosio nelle urine possono fornire risultati falsi-positivi. Per questo motivo, la determinazione del livello di glucosio nelle urine durante la terapia conceftriaxone deve essere eseguita con metodi enzimatici. Il ceftriaxone puo' influenzare negativamente l'efficacia dei contraccettivi ormonali. Di conseguenza si consiglia di usare misure contraccettive supplementari (non ormonali), durante il trattamento e nel mese successivo altrattamento.

Forme Farmacologiche


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Conservazione del prodotto

Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare per la conservazione.