amoxicillina ac cla ibi*ev 2g+ amoxicillina ibigen srl

Che cosa è amoxicillina ac cla ibi ev 2g+?

Amoxicillina ac cla ibi soluzione per infusione polv prodotto da ibigen srl
è un farmaco generico della categoria farmaci preconfezionati prodotti industrialmente - generici che appartiene alla fascia H che comprende i farmaci di esclusivo uso ospedaliero, non vendibili ai cittadini presso le farmacie aperte al pubblico, ma utilizzabili o distribuibili solo nell'ambito delle strutture sanitarie pubbliche .
Amoxicillina ac cla ibi risulta non in commercio nelle farmacie italiane

Contiene i principi attivi: amoxicillina sodica/potassio clavulanato
Codice AIC: 036766020 Codice EAN: 0

Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?

La soluzione iniettabile e' indicata per la terapia di infezioni batteriche sostenute da germi sensibili, quali comunemente si riscontrano nelle: infezioni delle basse e alte vie respiratorie;infezioni delle vie urogenitali; infezioni della pelle e dei tessuti molli; infezioni ossee ed articolari; infezioni gastro-intestinali; setticemie; peritoniti; endocarditi; sepsi postoperatorie; profilassi in chirurgia.

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Posologia

Adulti, inclusi gli anziani: 600 mg (amoxicilina 500 mg + acido clavulanico 100 mg) - 1,2 g (amoxicilina 1000 mg + acido clavulanico 200 mg), per iniezione e.v. lenta, ogni 8 ore Infezioni gravi: 2,2 g (amoxicillina 2000 mg + acido clavulanico 200 mg) per infusione della durata di 30 minuti, ogni 8 ore. Se necessario, si puo' somministrare una infusione fino a 6 volte/die. Posologia nell'insufficienca renale: con clearance di creatinina 10-30 ml/min somministare una dose iniziale di 1,2 g, e successivamente 600 mg ogni 12 ore; con clearance di creatinina INTERAZIONISi sconsiglia l'uso concomitante di probenecid. Il probenecid diminuisce la secrezione tubulare renale di amoxicillina: la contemporanea somministrazione con il farmaco, puo' determinare un aumento e un prolungamento nel tempo dei livelli ematici di amoxicillina, ma non di acidoclavulanico. La contemporanea assunzione di allopurinolo e amoxicillina puo' aumentare la probabilita' che insorgano reazioni allergiche cutanee. Non sono disponibili dati sull'uso concomitante con allopurinolo. Il prodotto puo' ridurre l'efficacia dei contraccettivi orali e di cio' devono essere avvisati i pazienti. In caso di impiego combinato, la soluzione e.v. non deve essere miscelata con aminoglicosidi nella stessa siringa o nello stesso contenitore per infusione, dal momento che in queste condizioni si produce una perdita di potenza dell'aminoglicoside. L'acido acetilsalicilico, il fenilbutazone o altri farmaci antinfiammatori a forti dosi, somministrati in concomitanza con penicilline, ne aumentano i livelli plasmatici e l'emivita.EFFETTI INDESIDERATILa seguente convenzione e' stata utilizzata per la classificazione delle frequenze. Molto comune: > 1/10; comune: > 1/100 e < 1/10; non comune: > 1/10000 e < 1/100; raro: > 1/10000 e < 1/1000; molto raro: < 1/10000. Infezioni ed infestazioni. Comuni: candidiasi mucocutanea. Disturbi ematici e del sistema linfatico. Rari: leucopenia (compresa neutropenia) e trombocitopenia reversibili; molto rari: agranulocitosi ed anemia emolitica reversibili; prolungamento del tempo di sanguinamentoe di protrombina. Porpora, eosinofilia. Disturbi del sistema immunitario. Molto rari: edema angioneurotico, anafilassi, sindrome tipo malattia da siero, vasculite da ipersensibilita'. Disturbi del sistema nervoso centrale. Non comuni: vertigini, mal di testa; molto rari: iperattivita' reversibile e convulsioni. Le convulsioni possono verificarsi in pazienti con funzionalita' renale compromessa o in pazienti trattati con dosi elevate di farmaco. Disturbi vascolari. Rari: tromboflebitenel sito di iniezione. Disturbi gastrointestinali. Comuni: diarrea; non comuni: nausea, vomito, cattiva digestione; molto rari: colite associata ad antibiotici (inclusa colite pseudomembranosa e colite emorragica) che si presenta meno probabilmente dopo somministrazione parenterale. Glossite. Disturbi epato-biliari. Non comuni: moderati incrementidei livelli delle transaminasi, AST e/o ALT, si sono osservati in pazienti trattati con antibiotici della classe dei beta-Iattamici, ma il loro significato non e' noto; molto rari: epatite ed ittero colestatico. Tali eventi sono stati segnalati con altre penicilline e cefalosporine. Gli eventi epatici sono stati riportati prevalentemente nei pazienti di sesso maschile e nei pazienti anziani e possono essere associati al trattamento prolungato. Segni e sintomi, di solito, compaiono durante o subito dopo il trattamento, ma in alcuni casi si possono manifestare dopo molte settimane dalla fine del trattamento. Questi sono di solito reversibili. Gli eventi epatici possono essere gravi e solo in circostanze estremamente rare sono stati segnalati eventi fatali. Talicasi si sono presentati quasi sempre in pazienti affetti da gravi patologie di base o che assumevano in concomitanza farmaci di cui e' notala potenzialita' di indurre effetti epatici. Disturbi dermatologici edel tessuto sottocutaneo. Non comuni: rash cutaneo, prurito, orticaria; rari: eritema multiforme; molto rari: sindrome di Stevens-Johnson, necrolisi epidermica tossica, dermatite esfoliativa bollosa, pustolosiesantematosa generalizzata acuta. Sospendere il trattamento qualora compaiano reazioni d'ipersensibilita' di tipo dermatologico. L'incidenza di reazioni cutanee puo' essere piu' alta in pazienti con mononucleosi infettiva o leucemia linfatica. Disturbi renali ed urinari. Molto rari: nefrite interstiziale, cristalleria. Prima di iniziare una terapia, condurre un'indagine accurata riguardante precedenti reazioni di ipersensibilita' alle penicilline, alle cefalosporine o ad altri allergeni. In pazienti in terapia con penicilline sono state segnalate reazioni di ipersensibilita' grave, occasionalmente fatali (reazioni anafilattoidi) ed angioedema. Tali reazioni sono state riportate per lo piu' a seguito di impiego parenterale di penicilline, molto raramente a seguito di impiego orale. L'insorgenza di tali reazioni e', comunque, piu' frequente in soggetti con anamnesi di ipersensibilita' alle penicilline. Puo' esistere allergenicita' crociata con penicilline e cefalosporine. In caso di reazione allergica si deve interrompere il trattamento ed istituire una terapia idonea (amine vasopressorie, antistaminici,corticosteroidi) o, in presenza di anafilassi, immediato trattamento con adrenalina e altre opportune misure di emergenza. Evitare la somministrazione qualora si sospetti la mononucleosi infettiva, poiche' in questa condizione l'utilizzo di amoxicillina e' stato associato alla comparsa di rash morbilliforme. L'uso prolungato di penicilline, cosi come di altri antibiotici, puo' favorire lo sviluppo di microorganismi non sensibili, inclusi i funghi, che richiede l'adozione di adeguate misure terapeutiche. Nei trattamenti prolungati, con dosi elevate, sonoraccomandabili controlli periodici della crasi ematica e della funzionalita' epatica e renale. Raramente, e' stato segnalato allungamento del tempo di protrombina. Pertanto, in caso di somministrazione concomitante di anticoagulanti, si deve effettuare un monitoraggio adeguato di tale parametro. La somministrazione di dosi elevate richiede un adeguato apporto idrico tale da garantire un volume urinario sufficiente. Risulta opportuno controllare la pervieta' dei cateteri vescicali, stante la possibilita' di precipitazione dell'amoxicillina nei cateteri stessi quando presente ad elevata concentrazione, a temperatura ambiente. Utilizzare con cautela in pazienti con disfunzioni epatiche. In pazienti affetti da insufficienza renale, la posologia deve essere adeguata in funzione del grado di compromissione renale. Se si rende necessaria la somministrazione di dosi elevate per via parenterale e' necessario tenere in considerazione il contenuto di sodio in pazienti sottoposti ad una dieta iposodica. Nei pazienti con ridotta emissione di urina, e' stata osservata molto raramente cristalluria, soprattutto a seguito di terapia parenterale. Durante la somministrazione di amoxicillina a dosi elevate, si consiglia di mantenere una assunzione di liquidied una emissione di urina adeguate, al fine di ridurre la possibilita' di cristalluria da amoxicillina.

Effetti indesiderati

La seguente convenzione e' stata utilizzata per la classificazione delle frequenze. Molto comune: > 1/10; comune: > 1/100 e < 1/10; non comune: > 1/10000 e < 1/100; raro: > 1/10000 e < 1/1000; molto raro: < 1/10000. Infezioni ed infestazioni. Comuni: candidiasi mucocutanea. Disturbi ematici e del sistema linfatico. Rari: leucopenia (compresa neutropenia) e trombocitopenia reversibili; molto rari: agranulocitosi ed anemia emolitica reversibili; prolungamento del tempo di sanguinamentoe di protrombina. Porpora, eosinofilia. Disturbi del sistema immunitario. Molto rari: edema angioneurotico, anafilassi, sindrome tipo malattia da siero, vasculite da ipersensibilita'. Disturbi del sistema nervoso centrale. Non comuni: vertigini, mal di testa; molto rari: iperattivita' reversibile e convulsioni. Le convulsioni possono verificarsi in pazienti con funzionalita' renale compromessa o in pazienti trattati con dosi elevate di farmaco. Disturbi vascolari. Rari: tromboflebitenel sito di iniezione. Disturbi gastrointestinali. Comuni: diarrea; non comuni: nausea, vomito, cattiva digestione; molto rari: colite associata ad antibiotici (inclusa colite pseudomembranosa e colite emorragica) che si presenta meno probabilmente dopo somministrazione parenterale. Glossite. Disturbi epato-biliari. Non comuni: moderati incrementidei livelli delle transaminasi, AST e/o ALT, si sono osservati in pazienti trattati con antibiotici della classe dei beta-Iattamici, ma il loro significato non e' noto; molto rari: epatite ed ittero colestatico. Tali eventi sono stati segnalati con altre penicilline e cefalosporine. Gli eventi epatici sono stati riportati prevalentemente nei pazienti di sesso maschile e nei pazienti anziani e possono essere associati al trattamento prolungato. Segni e sintomi, di solito, compaiono durante o subito dopo il trattamento, ma in alcuni casi si possono manifestare dopo molte settimane dalla fine del trattamento. Questi sono di solito reversibili. Gli eventi epatici possono essere gravi e solo in circostanze estremamente rare sono stati segnalati eventi fatali. Talicasi si sono presentati quasi sempre in pazienti affetti da gravi patologie di base o che assumevano in concomitanza farmaci di cui e' notala potenzialita' di indurre effetti epatici. Disturbi dermatologici edel tessuto sottocutaneo. Non comuni: rash cutaneo, prurito, orticaria; rari: eritema multiforme; molto rari: sindrome di Stevens-Johnson, necrolisi epidermica tossica, dermatite esfoliativa bollosa, pustolosiesantematosa generalizzata acuta. Sospendere il trattamento qualora compaiano reazioni d'ipersensibilita' di tipo dermatologico. L'incidenza di reazioni cutanee puo' essere piu' alta in pazienti con mononucleosi infettiva o leucemia linfatica. Disturbi renali ed urinari. Molto rari: nefrite interstiziale, cristalleria. Prima di iniziare una terapia, condurre un'indagine accurata riguardante precedenti reazioni di ipersensibilita' alle penicilline, alle cefalosporine o ad altri allergeni. In pazienti in terapia con penicilline sono state segnalate reazioni di ipersensibilita' grave, occasionalmente fatali (reazioni anafilattoidi) ed angioedema. Tali reazioni sono state riportate per lo piu' a seguito di impiego parenterale di penicilline, molto raramente a seguito di impiego orale. L'insorgenza di tali reazioni e', comunque, piu' frequente in soggetti con anamnesi di ipersensibilita' alle penicilline. Puo' esistere allergenicita' crociata con penicilline e cefalosporine. In caso di reazione allergica si deve interrompere il trattamento ed istituire una terapia idonea (amine vasopressorie, antistaminici,corticosteroidi) o, in presenza di anafilassi, immediato trattamento con adrenalina e altre opportune misure di emergenza. Evitare la somministrazione qualora si sospetti la mononucleosi infettiva, poiche' in questa condizione l'utilizzo di amoxicillina e' stato associato alla comparsa di rash morbilliforme. L'uso prolungato di penicilline, cosi come di altri antibiotici, puo' favorire lo sviluppo di microorganismi non sensibili, inclusi i funghi, che richiede l'adozione di adeguate misure terapeutiche. Nei trattamenti prolungati, con dosi elevate, sonoraccomandabili controlli periodici della crasi ematica e della funzionalita' epatica e renale. Raramente, e' stato segnalato allungamento del tempo di protrombina. Pertanto, in caso di somministrazione concomitante di anticoagulanti, si deve effettuare un monitoraggio adeguato di tale parametro. La somministrazione di dosi elevate richiede un adeguato apporto idrico tale da garantire un volume urinario sufficiente. Risulta opportuno controllare la pervieta' dei cateteri vescicali, stante la possibilita' di precipitazione dell'amoxicillina nei cateteri stessi quando presente ad elevata concentrazione, a temperatura ambiente. Utilizzare con cautela in pazienti con disfunzioni epatiche. In pazienti affetti da insufficienza renale, la posologia deve essere adeguata in funzione del grado di compromissione renale. Se si rende necessaria la somministrazione di dosi elevate per via parenterale e' necessario tenere in considerazione il contenuto di sodio in pazienti sottoposti ad una dieta iposodica. Nei pazienti con ridotta emissione di urina, e' stata osservata molto raramente cristalluria, soprattutto a seguito di terapia parenterale. Durante la somministrazione di amoxicillina a dosi elevate, si consiglia di mantenere una assunzione di liquidied una emissione di urina adeguate, al fine di ridurre la possibilita' di cristalluria da amoxicillina.

Indicazioni

La soluzione iniettabile e' indicata per la terapia di infezioni batteriche sostenute da germi sensibili, quali comunemente si riscontrano nelle: infezioni delle basse e alte vie respiratorie;infezioni delle vie urogenitali; infezioni della pelle e dei tessuti molli; infezioni ossee ed articolari; infezioni gastro-intestinali; setticemie; peritoniti; endocarditi; sepsi postoperatorie; profilassi in chirurgia.

Controindicazioni ed effetti secondari

Pazienti con anamnesi di ipersensibilita' agli antibiotici beta-lattamici quali penicilline e cefalosporine. Precedenti di ittero/disfunzione epatica associati ad amoxicillina/acido clavulanico. Gravidanza: studi di riproduzione condotti negli animali (topi e ratti trattati con dosi fino a 10 volte superiori a quelle utilizzate nell'uomo) non hanno evidenziato effetti teratogeni dopo la somministrazione del farmaco,sia per via orale che parenterale. Nel corso di uno studio singolo indonne con rottura prematura pretermine delle membrane fetali (pPROM) e' stato osservato che il trattamento profilattico con il farmaco puo'essere associato ad un aumento del rischio di enterocolite necrotizzante nel neonato. Tuttavia, si consiglia di evitarne la somministrazione in gravidanza, specialmente nel primo trimestre, fatta eccezione peri casi di effettiva necessita' e sotto il diretto controllo del medico. Allattamento: si consiglia cautela durante l'allattamento. Fatta eccezione per il rischio di sensibilizzazione associato all'escrezione di tracce di amoxicillina nel latte materno, non sono noti effetti negativi per il neonato.

Interazioni con altri prodotti

Si sconsiglia l'uso concomitante di probenecid. Il probenecid diminuisce la secrezione tubulare renale di amoxicillina: la contemporanea somministrazione con il farmaco, puo' determinare un aumento e un prolungamento nel tempo dei livelli ematici di amoxicillina, ma non di acidoclavulanico. La contemporanea assunzione di allopurinolo e amoxicillina puo' aumentare la probabilita' che insorgano reazioni allergiche cutanee. Non sono disponibili dati sull'uso concomitante con allopurinolo. Il prodotto puo' ridurre l'efficacia dei contraccettivi orali e di cio' devono essere avvisati i pazienti. In caso di impiego combinato, la soluzione e.v. non deve essere miscelata con aminoglicosidi nella stessa siringa o nello stesso contenitore per infusione, dal momento che in queste condizioni si produce una perdita di potenza dell'aminoglicoside. L'acido acetilsalicilico, il fenilbutazone o altri farmaci antinfiammatori a forti dosi, somministrati in concomitanza con penicilline, ne aumentano i livelli plasmatici e l'emivita.

Forme Farmacologiche


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