aclasta iv 1 flaconi 100ml 0,05mg/ml acido sandoz spa

Che cosa è aclasta iv 1fl 100ml 0,05mg/ml?

Aclasta soluzione per infusione prodotto da sandoz spa
è un farmaco osped. esitabile della categoria specialita' medicinali con prescrizione medica che appartiene alla fascia H che comprende i farmaci di esclusivo uso ospedaliero, non vendibili ai cittadini presso le farmacie aperte al pubblico, ma utilizzabili o distribuibili solo nell'ambito delle strutture sanitarie pubbliche .
Aclasta risulta disponibile solo nelle farmaice ospedaliere o specialistico

E' utilizzato per la cura di farmaci per il trattamento delle malattie delle ossa, bisfosfonati.
Contiene i principi attivi: acido zoledronico monoidrato
Composizione Qualitativa e Quantitativa: acido zoledronico (come monoidrato).
Codice AIC: 037105018 Codice EAN: 0

Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?

Trattamento dell'osteoporosi: nelle donne in post-menopausa; negli uomini ad aumentato rischio di fratture, compresi quelli con una recentefrattura dell'anca da trauma lieve. Trattamento dell'osteoporosi associata a terapia sistemica a lungo termine con glucocorticoidi: in donne in post-menopausa; in uomini ad aumentato rischio di frattura. Trattamento del morbo di Paget osseo in adulti.

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Posologia

Per il trattamento dell'osteoporosi post-menopausale, dell'osteoporosi nell'uomo e per il trattamento dell'osteoporosi associata a terapia sistemica a lungo termine con glucocorticoidi, la dose raccomandata e'una singola infusione endovenosa da 5 mg somministrata una volta all'anno. Non e' stata stabilita la durata ottimale del trattamento con bisfosfonati per l'osteoporosi. La necessita' di un trattamento continuativo deve essere rivalutata in ogni singolo paziente periodicamente infunzione dei benefici e rischi potenziali, in particolare dopo 5 o piu' anni d'uso. Nei pazienti con una recente frattura dell'anca da trauma lieve, si raccomanda la somministrazione per infusione dopo due o piu' settimane dalla guarigione della frattura dell'anca. Per il trattamento del morbo di Paget, il medicicnale deve essere prescritto solo da medici esperti nel trattamento del morbo di Paget osseo. La dose raccomandata e' una singola infusione endovenosa da 5 mg. Ritrattamento del morbo di Paget: non sono disponibili dati specifici sul ritrattamento. Nel morbo di Paget, dopo un singolo trattamento, e' stato osservato un periodo di remissione prolungato nei pazienti rispondenti. Tuttavia, il ritrattamento puo' essere considerato in pazienti che hanno una recidiva sulla base di aumenti della fosfatasi alcalina sierica, in pazienti che non hanno raggiunto la normalizzazione della fosfatasi alcalina sierica o in pazienti con sintomi, come dettato dalla pratica medica. I pazienti devono essere idratati adeguatamente prima della somministrazione. Cio' e' particolarmente importante per gli anziani e per i pazienti in terapia con diuretici. Si raccomanda di associare allasomministrazione un adeguato supplemento di calcio e vitamina D. In aggiunta, ai pazienti affetti da morbo di Paget, e' fortemente consigliato garantire un adeguato supplemento di calcio corrispondente ad almeno 500 mg di calcio due volte al giorno almeno nei 10 giorni successivi alla somministrazione. Nei pazienti con una recente frattura dell'anca da trauma lieve, si raccomanda la somministrazione di una dose di carico da 50.000 a 125.000 UI di vitamina D, somministrata per via orale o per via intramuscolare, precedente alla prima infusione. L'incidenza dei sintomi post-dose che si verificano nei primi tre giorni successivi alla somministrazione puo' essere ridotta con la somministrazionedi paracetamolo o ibuprofene poco dopo l'assunzione. Pazienti con compromissione renale: il farmaco e' controindicato nei pazienti con clearance della creatinina =35 ml/min non e' necessario un aggiustamento della dose. Pazienti con compromissione epatica: non e' richiesto un aggiustamento della dose. Anziani (>=65 anni): poiche' la biodisponibilita', la distribuzione e l'eliminazione erano simili nei pazienti anziani e nei soggetti piu' giovani, non e' necessario un aggiustamento della dose. Popolazione pediatrica: la sicurezza e l'efficacia nei bambini e negli adolescenti al di sotto dei 18 anni non sono state stabilite. Modo di somministrazione: uso endovenoso. Il medicinale (5 mg in 100 ml di soluzione pronta per l'infusione) e' somministrato attraverso una linea infusionale con membrana di ventilazione a velocita' di infusione costante. Il tempo di infusione non deve essere inferiore a 15 minuti.

Effetti indesiderati

Le categorie di frequenza delle reazioni avverse sono definite usandola seguente convenzione: molto comune (>=1/10); comune (>=1/100, =1/1.000, =1/10.000, GRAVIDANZA E ALLATTAMENTOGravidanza Non vi sono dati adeguati riguardanti l'uso dell'acido zoledronico in donne in gravidanza. Gli studi condotti su animali con acido zoledronico hanno evidenziato una tossicita' riproduttiva comprese malformazioni (vedere paragrafo 5.3). Il rischio potenziale per gli esseri umani non e' noto. Allattamento Non e' noto se l'acido zoledronico sia escreto nel latte umano. Aclasta e' controindicato in gravidanzae allattamento (vedere paragrafo 4.3). Donne potenzialmente fertili Aclasta non e' raccomandato in donne in eta' fertile. Fertilita' L'acido zoledronico e' stato valutato nei ratti per potenziali effetti avversi sulla fertilita' dei genitori e della generazione F1. Cio' ha avutocome conseguenza accentuati effetti farmacologici considerati correlati all'inibizione della mobilizzazione del calcio scheletrico da partedel composto, risultanti in ipocalcemia durante il periparto, un effetto di classe dei bisfosfonati, distocia e conclusione anticipata dello studio. Questi risultati non consentono quindi di determinare un effetto definitivo di Aclasta sulla fertilita' negli esseri umani.

Indicazioni

Trattamento dell'osteoporosi: nelle donne in post-menopausa; negli uomini ad aumentato rischio di fratture, compresi quelli con una recentefrattura dell'anca da trauma lieve. Trattamento dell'osteoporosi associata a terapia sistemica a lungo termine con glucocorticoidi: in donne in post-menopausa; in uomini ad aumentato rischio di frattura. Trattamento del morbo di Paget osseo in adulti.

Controindicazioni ed effetti secondari

Ipersensibilita' al principio attivo, a qualsiasi bisfosfonato o ad uno qualsiasi degli eccipienti; pazienti con ipocalcemia; grave compromissione renale con clearance della creatinina < 35 ml/min; gravidanza e allattamento.

Composizione ed Eccipienti

Mannitolo, sodio citrato, acqua per preparazioni iniettabili.

Avvertenze

L'uso in pazienti con grave compromissione renale (clearance della creatinina < 35 ml/min) e' controindicato a causa di un aumento del rischio di insufficienza renale in questa popolazione. Compromissione renale e' stata osservata a seguito della somministrazione in particolare in pazienti con preesistente disfunzione renale o con altri fattori dirischio tra i quali eta' avanzata, uso concomitante di medicinali nefrotossici, concomitante terapia diuretica, o disidratazione successivaalla somministrazione. Raramente si e' verificata insufficienza renale che comportasse la necessita' di dialisi o con esito fatale in pazienti con sottostante ompromissione renale o con uno qualsiasi dei fattori di rischio sopra descritti. Per minimizzare il rischio di reazioni avverse renali si devono prendere in considerazione le seguenti precauzioni: prima di ogni infusione deve essere effettuata una misurazione della creatinina sierica; l'aumento transitorio della creatinina sierica puo' essere piu' marcato in pazienti con sottostante compromissionerenale; nei pazienti a rischio deve essere considerato il monitoraggio periodico della creatinina sierica; il farmaco deve essere usato concautela se somministrato in concomitanza con altri medicinali che possono avere impatto sulla funzionalita' renale; prima della somministrazione i pazienti, in particolare i pazienti anziani e quelli in terapia con diuretici, devono essere idratati adeguatamente; una singola infusione di Aclasta non deve superare 5 mg e la durata dell'infusione deve essere di almeno 15 minuti. Un'ipocalcemia preesistente deve esseretrattata con un'adeguata somministrazione di calcio e vitamina D prima di iniziare la terapia. Anche altre alterazioni del metabolismo minerale devono essere adeguatamente trattate, (ad es. ridotta riserva paratiroidea, malassorbimento intestinale del calcio). Per questi pazienti i medici devono valutare la possibilita' del monitoraggio clinico. Un elevato ricambio osseo e' una caratteristica del morbo di Paget osseo. A causa della rapida insorgenza dell'effetto dell'acido zoledronicosul ricambio osseo, si puo' sviluppare un'ipocalcemia transitoria, talvolta sintomatica, che raggiunge i massimi livelli solitamente nei 10giorni successivi all'infusione. Si raccomanda di associare alla somministrazione un adeguato supplemento di calcio e vitamina D. In aggiunta, ai pazienti affetti dal morbo di Paget, e' fortemente consigliato garantire un adeguato supplemento di calcio corrispondente ad almeno 500 mg di calcio due volte al giorno almeno nei 10 giorni successivi alla somministrazione. I pazienti devono essere informati sui possibili sintomi causati dall'ipocalcemia e devono essere monitorati adeguatamente da un punto di vista clinico durante il periodo a rischio. Nei pazienti affetti dal morbo di Paget si raccomanda di misurare il calcio sierico prima dell'infusione. Nei pazienti in trattamento con bisfosfonati e' stato riportato non frequentemente dolore severo e occasionalmente invalidante alle ossa, alle articolazioni e/o ai muscoli. Il prodotto contiene lo stesso principio attivo presente in Zometa (acido zoledronico), utilizzato per indicazioni oncologiche e pertanto un paziente in trattamento con Zometa non deve essere trattato con il medicinale. Osteonecrosi della mandibola: e' stata riportata osteonecrosi della mandibola principalmente in pazienti oncologici in regimi di trattamento che comprendevano bisfosfonati e l'acido zoledronico. Molti di questi pazienti erano in trattamento anche con chemioterapici e con corticosteroidi. La maggioranza dei casi segnalati e' stata associata a procedure dentarie come estrazioni dentarie. Molti mostravano segni di infezioni localizzate comprendenti osteomielite. Prima di iniziare il trattamento con bisfosfonati in pazienti con fattori di rischio concomitanti (ad esempio diagnosi di cancro, chemioterapia, corticosteroidi, scarsa igiene orale) si deve considerare di effettuare un esame odontoiatrico con le appropriate procedure odontoiatriche preventive. Nel corso del trattamento, questi pazienti devono evitare, se possibile, procedure dentarie invasive. Nei pazienti che sviluppano osteonecrosi dellamandibola durante il trattamento con bisfosfonati, interventi di chirurgia dentale possono esacerbare questa condizione. Per i pazienti chenecessitano di procedure odontoiatriche, non ci sono dati disponibiliche suggeriscano che l'interruzione del trattamento con bisfosfonati riduca il rischio di osteonecrosi della mandibola. Il giudizio clinicodel medico curante deve guidare il programma di gestione di ogni singolo paziente sulla base della valutazione individuale del rapporto rischio/beneficio. Fratture atipiche del femore: sono state riportate fratture atipiche sottotrocanteriche e diafisarie del femore, principalmente in pazienti in terapia da lungo tempo con bisfosfonati per l'osteoporosi. Queste fratture trasversali o oblique corte, possono verificarsi in qualsiasi parte del femore a partire da appena sotto il piccolo trocantere fino a sopra la linea sovracondiloidea. Queste fratture si verificano spontaneamente o dopo un trauma minimo e alcuni pazienti manifestano dolore alla coscia o all'inguine, spesso associato a evidenze di diagnostica per immagini di fratture da stress, settimane o mesi prima del verificarsi di una frattura femorale completa. Le fratture sono spesso bilaterali; pertanto nei pazienti trattati con bisfosfonatiche hanno subito una frattura della diafisi femorale deve essere esaminato il femore controlaterale. E' stata riportata anche una limitata guarigione di queste fratture. Nei pazienti con sospetta frattura atipica femorale si deve prendere in considerazione l'interruzione della terapia con bisfosfonati in attesa di una valutazione del paziente basata sul rapporto beneficio rischio individuale. Durante il trattamento con bisfosfonati i pazienti devono essere informati di segnalare qualsiasi dolore alla coscia, all'anca o all'inguine e qualsiasi paziente che manifesti tali sintomi deve essere valutato per la presenza di un'incompleta frattura del femore.

Gravidanza e Allattamento

Gravidanza Non vi sono dati adeguati riguardanti l'uso dell'acido zoledronico in donne in gravidanza. Gli studi condotti su animali con acido zoledronico hanno evidenziato una tossicita' riproduttiva comprese malformazioni (vedere paragrafo 5.3). Il rischio potenziale per gli esseri umani non e' noto. Allattamento Non e' noto se l'acido zoledronico sia escreto nel latte umano. Aclasta e' controindicato in gravidanzae allattamento (vedere paragrafo 4.3). Donne potenzialmente fertili Aclasta non e' raccomandato in donne in eta' fertile. Fertilita' L'acido zoledronico e' stato valutato nei ratti per potenziali effetti avversi sulla fertilita' dei genitori e della generazione F1. Cio' ha avutocome conseguenza accentuati effetti farmacologici considerati correlati all'inibizione della mobilizzazione del calcio scheletrico da partedel composto, risultanti in ipocalcemia durante il periparto, un effetto di classe dei bisfosfonati, distocia e conclusione anticipata dello studio. Questi risultati non consentono quindi di determinare un effetto definitivo di Aclasta sulla fertilita' negli esseri umani.

Interazioni con altri prodotti

Non sono stati effettuati studi di interazione con altri medicinali. L'acido zoledronico non e' metabolizzato a livello sistemico e non influenza in vitro l'attivita' degli enzimi del citocromo P450 umano. L'acido zoledronico non si lega ampiamente alle proteine plasmatiche (circa il 43-55% del farmaco risulta legato) e pertanto sono improbabili interazioni derivanti dallo spiazzamento di farmaci con elevato legame alle proteine. L'acido zoledronico e' eliminato per escrezione renale.Usare cautela se il prodotto viene somministrato in associazione a medicinali che possono avere un impatto significativo sulla funzionalita' renale (ad esempio aminoglicosidi o diuretici che possono causare disidratazione). In pazienti con compromissione renale puo' aumentare l'esposizione sistemica a medicinali somministrati in concomitanza ed escreti principalmente per via renale.

Forme Farmacologiche


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Conservazione del prodotto

Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.