acido val s val eg*120cpr300rp acido eg spa

Che cosa è acido val s val eg 120cpr300rp?

Acido val s val eg compresse divisibili rp prodotto da eg spa
è un farmaco generico della categoria farmaci preconfezionati prodotti industrialmente - generici .
Acido val s val eg risulta non in commercio nelle farmacie italiane

E' utilizzato per la cura di antiepilettici, derivati degli acidi grassi.
Contiene i principi attivi: acido valproico/sodio valproato
Composizione Qualitativa e Quantitativa: compresse da 300 mg: 200 mg di sodio valproato e 87 mg di acido valproico. compresse da 500 mg: 333 mg di sodio valproato e 145 mg di acidovalproico.
Codice AIC: 038036137 Codice EAN: 0

Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?

Trattamento di epilessia generalizzata in forma di assenze, attacchi mioclonici e tonico-clonici, crisi epilettiche parziali (focali) e generalizzate secondarie e nel trattamento di associazione se queste forme di epilessia non rispondono al normale trattamento antiepilettico. Nei bambini piccoli fino a 3 anni compiuti gli antiepilettici contenenti acido valproico rappresentano solo in casi eccezionali la terapia diprima scelta.

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Posologia

Quando si passa da un trattamento precedente con forme farmaceutiche non a rilascio prolungato al farmaco, ci si deve assicurare che siano mantenuti adeguati livelli sierici di acido valproico. La dose deve essere stabilita e monitorata da uno specialista su base individuale. Ladeterminazione della dose deve basarsi essenzialmente sulla risposta clinica piuttosto che sul monitoraggio routinario delle concentrazionisieriche. La determinazione dei livelli sierici puo' risultare utile in caso di sintomi tossici o di mancanza di efficacia. Lo scopo e' quello di eliminare gli attacchi epilettici utilizzando la piu' bassa dose possibile. Si raccomanda di incrementare la dose (in modo graduale) fino a raggiungere la dose ottimale efficace. Sono disponibili differenti dosaggi e forme farmaceutiche per facilitare l'aumento graduale della dose e la precisa titolazione della dose di mantenimento. In monoterapia l'abituale dose iniziale equivale a 5-10 mg di acido valproico/kg peso corporeo da aumentare di circa 5 mg di acido valproico/kg pesocorporeo ogni 4-7 giorni. In alcuni casi, l'effetto pieno si manifesta solo dopo 4-6 settimane. La dose giornaliera non deve pertanto essere aumentata troppo rapidamente al di sopra delle quantita' medie. L'abituale dose media giornaliera durante un trattamento a lungo termine corrisponde a: 20 mg acido valproico/kg peso corporeo per adulti e pazienti anziani, 25 mg di acido valproico/kg peso corporeo per gli adolescenti, 30 mg di acido valproico/kg peso corporeo per i bambini. Dosi giornaliere di mantenimento. 3-6 anni, peso corporeo ca. 15-25 kg: 456-600 mg/die; 7-14 anni, peso corporeo ca. 25-40 kg: 750-1200 mg/die; adolescenti da 14 anni, peso corporeo ca. 40-60 kg: 1000-1500 mg/die; adulti: peso corporeo da ca. 60 kg: 1200-2100 mg/die. Nei bambini con meno di 6 anni di eta', l'esperienza sull'utilizzo delle formulazioni a rilascio prolungato e' insufficiente. In questo gruppo di pazienti, pertanto, si deve ricorrere preferibilmente a forme di dosaggio convenzionali con un piu' basso contenuto di principio attivo. Se il valproatoviene assunto in associazione con oppure in sostituzione di un medicinale somministrato precedentemente, la dose di qualsiasi altro antiepilettico somministrato contemporaneamente, soprattutto se si tratta di fenobarbitale, deve essere immediatamente ridotta. Se il medicinale assunto in precedenza deve essere sospeso, cio' deve avvenire in modo graduale. Dato che l'effetto di induzione enzimatica di altri antiepilettici e' reversibile, e' necessario monitorare i livelli sierici dell'acido valproico per circa 4-6 settimane dopo l'ultima assunzione di qualsiasi principio attivo di tale genere e, se opportuno, ridurre la dose giornaliera. Nei pazienti con insufficienza renale o ipoproteinemia,si deve tenere presente l'aumento dell'acido valproico in forma libera nel siero e, se necessario, bisogna ridurre la dose. Il quadro clinico rappresenta in ogni caso il fattore determinante per qualsiasi aggiustamento della dose, dato che la determinazione della concentrazione sierica totale di acido valproico puo' portare a conclusioni errate. La dose giornaliera viene somministrata in 1-2 dosi separate. Modo e durata della somministrazione: le compresse a rilascio prolungato devonoessere assunte preferibilmente 1 ora prima dei pasti (a stomaco vuotoal mattino). In caso di effetti indesiderati a carico del tratto gastrointestinale dovuti al trattamento, le compresse a rilascio prolungato devono essere assunte durante o dopo i pasti. Le compresse devono essere ingerite intere o divise a meta', non devono essere masticate e devono essere assunte con molto liquido. La terapia antiepilettica e' sempre una terapia a lungo termine. Uno specialista (neurologo, neuropediatra) deve decidere la titolazione della dose, la durata del trattamento e la sospensione della terapia col valproato su base individuale.In generale, non devono essere tentate riduzioni della dose o interruzioni del trattamento col medicinale finche' il paziente non sia statolibero da attacchi per almeno due - tre anni. La sospensione deve avvenire in forma di riduzione graduale della dose per un periodo che va da parecchi mesi a due anni. Nei bambini puo' essere permesso aumentare la dose in base ai kg di peso corporeo invece di aggiustare la dose in base all'eta', e in questo modo i risultati dell'EEG non dovrebberodeteriorarsi. L'esperienza con l'utilizzo a lungo termine di Valproato e' limitata, soprattutto in bambini sotto i 6 anni di eta'.

Effetti indesiderati

Molto comune: >=1/10; comune: >=1/100, =1/1000, =1/10000, GRAVIDANZA E ALLATTAMENTOLa decisione di usare il valproato in donne in eta' fertile deve avvenire solo dopo attenta valutazione del rapporto tra i benefici derivanti dal suo utilizzo ed i rischi di anomalie congenite nei confronti del bambino. La decisione deve essere presa prima che valproato venga prescritto per la prima volta come pure prima che una donna in cura con valproato decida di pianificare una gravidanza. L'esposizione all'acido valproico durante il primo trimestre e la prima parte del secondo trimestre di gravidanza viene causalmente associata ad un aumento del rischio di anomalie del tubo neurale (spina bifida, mielomeningocele ecc.), di altre anomalie della linea mediana come ipospadia in bambini disesso maschile e di anomalie scheletriche e cardiache. Un'incidenza simile di tali malformazioni viene osservata anche con altri farmaci antiepilettici. L'aplasia bilaterale del radio sembra essere un raro ma specifico effetto dell'acido valproico. L'assunzione di acido valproico durante la gravidanza viene anche associata ad un aumento dell'incidenza di anomalie come la dismorfia facciale, anche in associazione a ritardo mentale e ad anomalie di dita delle mani e dei piedi e delle unghie. Prima del trattamento le donne in eta' fertile devono essere avvisate circa la necessita' di pianificare e monitorare una gravidanza. L'acido valproico attraversa la barriera placentare e raggiunge nel plasma fetale concentrazioni maggiori di quelle osservate nel plasma materno. Se la somministrazione di acido valproico durante la gravidanza e' considerata essenziale, il farmaco deve essere somministrato alla minima dose efficace per il controllo degli attacchi epilettici, soprattutto durante il primo trimestre. Dato che le malformazioni sono causate molto probabilmente dalle massime concentrazioni plasmatiche, la dose giornaliera deve essere somministrata in varie piccole dosi suddivise durante la giornata a donne che potrebbero andare incontro a una gravidanza e certamente tra il ventesimo e il quarantesimo giorno dal concepimento. E' inoltre opportuno monitorare con regolarita' le concentrazioni plasmatiche dato che durante la gravidanza sono possibili considerevoli fluttuazioni anche assumendo una dose costante. Si sono osservate piu' malformazioni con livelli plasmatici superiori a 70 mcg/ml e dopo la somministrazione di dosi superiori a 1000 mg/die. Tuttavia, non e' stato dimostrato che i sintomi di teratogenicita' dello sviluppo neurale dipendono dalla dose. L'associazione con altri antiepilettici aumenta il rischio di malformazione. Quando possibile l'acido valproico deve essere pertanto somministrato in monoterapia. Un supplemento di acido folico deve essere somministrato precocemente durante la gravidanza e preferibilmente gia' quando la gravidanza viene pianificata. Si raccomanda di ricorrere alle misure di diagnosi prenatale per individuare qualsiasi danno (ultrasuoni e test della fetoproteina-alfa). Visono state segnalazioni di disturbi della coagulazione sanguigna (sindrome emorragica) in neonati di madri trattate con acido valproico durante la gravidanza. Questa sindrome e' dovuta ad un basso livello di fibrinogeno nel sangue. Sono stati segnalati anche decessi dovuti ad una completa assenza di fibrina. Puo' manifestarsi ipofibrinogenemia accompagnata da un calo dei fattori di coagulazione del sangue. Ciononostante questa sindrome deve essere distinta da un calo di fattori della coagulazione dipendenti dalla vitamina K causato dagli induttori enzimatici come il fenobarbitale. Si consiglia pertanto di monitorare nei neonati le piastrine ematiche, i livelli di fibrinogeno ed i fattori dicoagulazione e di eseguire test di coagulazione. Sono stati segnalatisintomi da sospensione in neonati di madri trattate con acido valproico. Il trattamento con acido valproico durante la gravidanza non deve essere interrotto senza aver prima consultato il medico, poiche' una sospensione improvvisa del trattamento oppure una riduzione non controllata della dose possono causare attacchi epilettici nelle donne in gravidanza, che potrebbero danneggiare la madre e/o il feto. L'acido valproico viene escreto nel latte materno. Allo stato stazionario la concentrazione nel latte materno corrisponde a circa il 10% della concentrazione sierica. Ne sono tuttavia state riscontrate solo quantita' talmente scarse da non rappresentare alcun rischio per il bambino e di solito non e' necessario sospendere l'allattamento.

Indicazioni

Trattamento di epilessia generalizzata in forma di assenze, attacchi mioclonici e tonico-clonici, crisi epilettiche parziali (focali) e generalizzate secondarie e nel trattamento di associazione se queste forme di epilessia non rispondono al normale trattamento antiepilettico. Nei bambini piccoli fino a 3 anni compiuti gli antiepilettici contenenti acido valproico rappresentano solo in casi eccezionali la terapia diprima scelta.

Controindicazioni ed effetti secondari

Ipersensibilita' all'acido valproico o ad uno qualsiasi degli eccipienti; anamnesi personale o familiare di malattia epatica o grave disfunzione epatica o pancreatica in forma attiva; disfunzione epatica con esito fatale in un fratello durante il trattamento con acido valproico;porfiria; disturbi della coagulazione.

Composizione ed Eccipienti

Acesulfame potassio, copolimero di metacrilato butilato basico, dibutile sebacato Ipromellosa, magnesio stearato, sodio laurilsolfato, silice colloidale idrata, titanio diossido (E171).

Avvertenze

Occasionalmente si e' verificato grave danno epatico; raramente sono stati riscontrati danni pancreatici. Questi riguardano per lo piu' neonati e bambini piccoli con meno di 3 anni che sono a rischio di gravi attacchi epilettici, soprattutto quando l'acido valproico e' combinatocon altri farmaci anticonvulsivanti oppure in presenza di danni cerebrali, ritardo mentale o di una malattia metabolica ereditaria. In questi pazienti la somministrazione di acido valproico deve avvenire con particolare cautela ed in monoterapia e solo dopo che e' stato valutatoil rapporto rischio/beneficio. Nella maggior parte dei casi il danno epatico si e' verificato durante i primi 6 mesi di terapia. L'esperienza ha dimostrato che dopo il compimento dei 3 anni l'incidenza delle malattie epatiche si riduce significativamente. Il decorso di queste malattie puo' essere fatale. L'insorgenza concomitante di epatite e pancreatite aumenta il rischio di decorso letale. Suicidio/pensieri suicidari o peggioramento clinico: casi di ideazione e comportamento suicidario sono stati riportati nei pazienti in trattamento con farmaci antiepilettici nelle loro diverse indicazioni. Inoltre, e' stata evidenziata la presenza di un moderato incremento del rischio di ideazione e comportamento suicidario. I dati disponibili non escludono la possibilita' di un incremento di rischio con il farmaco. Pertanto monitorare i pazienti per eventuali segni di ideazione e comportamento suicidari ed in tal caso dovrebbe essere preso in considerazione un appropriato trattamento. I pazienti (e chi ne ha cura) dovrebbero essere istruiti ad avvertire il proprio medico curante qualora insorgano segni di ideazione o comportamento suicidari. Segni di danno epatico e/o pancreatico: e' possibile che un danno epatico e/o pancreatico grave o letale sia preceduto da sintomi aspecifici come un aumento della frequenza/gravita'degli attacchi epilettici, alterazione della coscienza con confusione, agitazione, disturbi motori, malessere, astenia, perdita dell'appetito, avversione verso cibo familiare oppure verso l'acido valproico, nausea, vomito, dolore addominale, letargia e, soprattutto in caso di danno epatico, ematomi, epistassi ed edemi locali o generalizzati. Monitorare i pazienti al fine di individuare questi sintomi. Se questi sintomi persistono o sono di grave intensita', eseguire opportuni esami dilaboratorio ed un'approfondita visita clinica. Il medico curante non deve basarsi sui soli risultati di laboratorio poiche' questi non sempre sono al di fuori della norma. Soprattutto dopo l'inizio della terapia, i valori degli enzimi epatici possono aumentare indipendentemente dalla compromissione della funzionalita' epatica. Anamnesi e quadro clinico sono pertanto sempre essenziali per la valutazione dei risultatidi laboratorio. Misure per una precoce individuazione del danno epatico e/o pancreatico. Prima di iniziare il trattamento: devono essere forniti una dettagliata anamnesi particolarmente in relazione a disturbimetabolici, epatopatie, malattie a carico del pancreas e coagulopatie, esami clinici e test di laboratorio. Quattro settimane dopo l'iniziodel trattamento si devono controllare i test di laboratorio dei parametri di coagulazione come INR e PTT, SGOT, SGPT, bilirubina ed amilasi. Nei bambini che non mostrano sintomi clinici anormali, la conta ematica con inclusione di trombociti, SGOT e SGPT deve essere controllata su base regolare. Nei pazienti che dopo quattro settimane di trattamento non mostrano segni clinici ma test di laboratorio patologici, bisogna eseguire controlli di follow-up per tre volte ad intervalli di massimo due settimane e, in seguito, ad intervalli mensili fino al sesto mese di trattamento. Nei pazienti >= 15 anni e negli adulti, i controlli degli esami clinici e di laboratorio devono essere eseguiti prima dell'inizio della terapia e ad intervalli mensili durante i primi sei mesi di trattamento. In generale si considera sufficiente eseguire 2-3 controlli di follow-up all'anno, se in dodici mesi di trattamento non si sono riscontrati risultati anormali. I genitori devono essere informati circa i possibili segnali di un danno epatico e/o pancreatico e devono essere avvertiti di informare immediatamente il proprio medico qualora si verifichino sintomi clinici insoliti, senza riguardo al programma di controllo sopra indicato. La terapia deve essere immediatamente sospesa in caso di insorgenza di uno dei seguenti sintomi: inspiegabile decadimento delle condizioni generali, segni clinici di danno epatico e/o pancreatico, disturbi della coagulazione, aumento dei valori di SGPT o SGOT di 2-3 volte anche in assenza di segni clinici (si consideri l'induzione degli enzimi epatici da parte di terapie concomitanti), moderato aumento (da 1 a 1,5 volte) dei valori di SGPT o SGOT accompagnato da infezione acuta con febbre, marcata compromissione dei parametri di coagulazione, insorgenza di effetti indesiderati non dipendenti dalla dose. >>Ulteriori precauzioni. Malattie metaboliche, in particolare enzimopatie ereditarie: durante il trattamento con preparati contenenti acido valproico puo' verificarsi un aumento dei valori sierici dell'ammoniaca (iperammoniemia). Quindi in caso di insorgenza di sintomi come apatia, sonnolenza, vomito, ipotensione oppure nel caso in cui aumenti la frequenza degli attacchi epilettici, devono essere determinati i valori sierici di ammoniaca e acido valproico; se necessario la dose del prodotto deve essere ridotta. Se si sospetta una interruzione enzimatica del ciclo dell'urea, bisogna determinare i valori sierici dell'ammoniaca prima di iniziare una terapia con farmaci contenentiacido valproico. Ematologia: si consiglia il monitoraggio della contaematica, incluse le piastrine, il tempo di sanguinamento ed i test dicoagulazione prima di iniziare la terapia, prima di un intervento chirurgico o odontoiatrico ed in caso di ematomi spontanei o di sanguinamento. Nel caso in cui vengano somministrati in concomitanza antagonisti della vitamina K, si raccomanda un attento monitoraggio dei valori INR. Danno al midollo osseo I pazienti con preesistente danno al midollo osseo devono essere attentamente monitorati. Reazioni del sistema immunitario Nei pazienti affetti da lupus eritematoso sistemico i farmaci contenenti acido valproico devono essere somministrati solo dopo attenta valutazione del rapporto rischio-beneficio, anche se solo raramente si sono verificate reazioni del sistema immunitario. Insufficienza renale ed ipoproteinemia: nei pazienti con insufficienza renale o ipoproteinemia e' necessario tenere conto dell'aumento dei livelli di acido valproico non legato alle proteine sieriche e diminuire la posologia, se necessario. Aumento ponderale: e' opportuno informare i pazienti circa un possibile aumento ponderale e le misure attuabili per tenere il peso sotto controllo.

Gravidanza e Allattamento

La decisione di usare il valproato in donne in eta' fertile deve avvenire solo dopo attenta valutazione del rapporto tra i benefici derivanti dal suo utilizzo ed i rischi di anomalie congenite nei confronti del bambino. La decisione deve essere presa prima che valproato venga prescritto per la prima volta come pure prima che una donna in cura con valproato decida di pianificare una gravidanza. L'esposizione all'acido valproico durante il primo trimestre e la prima parte del secondo trimestre di gravidanza viene causalmente associata ad un aumento del rischio di anomalie del tubo neurale (spina bifida, mielomeningocele ecc.), di altre anomalie della linea mediana come ipospadia in bambini disesso maschile e di anomalie scheletriche e cardiache. Un'incidenza simile di tali malformazioni viene osservata anche con altri farmaci antiepilettici. L'aplasia bilaterale del radio sembra essere un raro ma specifico effetto dell'acido valproico. L'assunzione di acido valproico durante la gravidanza viene anche associata ad un aumento dell'incidenza di anomalie come la dismorfia facciale, anche in associazione a ritardo mentale e ad anomalie di dita delle mani e dei piedi e delle unghie. Prima del trattamento le donne in eta' fertile devono essere avvisate circa la necessita' di pianificare e monitorare una gravidanza. L'acido valproico attraversa la barriera placentare e raggiunge nel plasma fetale concentrazioni maggiori di quelle osservate nel plasma materno. Se la somministrazione di acido valproico durante la gravidanza e' considerata essenziale, il farmaco deve essere somministrato alla minima dose efficace per il controllo degli attacchi epilettici, soprattutto durante il primo trimestre. Dato che le malformazioni sono causate molto probabilmente dalle massime concentrazioni plasmatiche, la dose giornaliera deve essere somministrata in varie piccole dosi suddivise durante la giornata a donne che potrebbero andare incontro a una gravidanza e certamente tra il ventesimo e il quarantesimo giorno dal concepimento. E' inoltre opportuno monitorare con regolarita' le concentrazioni plasmatiche dato che durante la gravidanza sono possibili considerevoli fluttuazioni anche assumendo una dose costante. Si sono osservate piu' malformazioni con livelli plasmatici superiori a 70 mcg/ml e dopo la somministrazione di dosi superiori a 1000 mg/die. Tuttavia, non e' stato dimostrato che i sintomi di teratogenicita' dello sviluppo neurale dipendono dalla dose. L'associazione con altri antiepilettici aumenta il rischio di malformazione. Quando possibile l'acido valproico deve essere pertanto somministrato in monoterapia. Un supplemento di acido folico deve essere somministrato precocemente durante la gravidanza e preferibilmente gia' quando la gravidanza viene pianificata. Si raccomanda di ricorrere alle misure di diagnosi prenatale per individuare qualsiasi danno (ultrasuoni e test della fetoproteina-alfa). Visono state segnalazioni di disturbi della coagulazione sanguigna (sindrome emorragica) in neonati di madri trattate con acido valproico durante la gravidanza. Questa sindrome e' dovuta ad un basso livello di fibrinogeno nel sangue. Sono stati segnalati anche decessi dovuti ad una completa assenza di fibrina. Puo' manifestarsi ipofibrinogenemia accompagnata da un calo dei fattori di coagulazione del sangue. Ciononostante questa sindrome deve essere distinta da un calo di fattori della coagulazione dipendenti dalla vitamina K causato dagli induttori enzimatici come il fenobarbitale. Si consiglia pertanto di monitorare nei neonati le piastrine ematiche, i livelli di fibrinogeno ed i fattori dicoagulazione e di eseguire test di coagulazione. Sono stati segnalatisintomi da sospensione in neonati di madri trattate con acido valproico. Il trattamento con acido valproico durante la gravidanza non deve essere interrotto senza aver prima consultato il medico, poiche' una sospensione improvvisa del trattamento oppure una riduzione non controllata della dose possono causare attacchi epilettici nelle donne in gravidanza, che potrebbero danneggiare la madre e/o il feto. L'acido valproico viene escreto nel latte materno. Allo stato stazionario la concentrazione nel latte materno corrisponde a circa il 10% della concentrazione sierica. Ne sono tuttavia state riscontrate solo quantita' talmente scarse da non rappresentare alcun rischio per il bambino e di solito non e' necessario sospendere l'allattamento.

Interazioni con altri prodotti

L'associazione di valproato con altri farmaci anticonvulsivi puo' causare effetti additivi sulle concentrazioni sieriche dei principi attivi. L'acido valproico viene influenzato da: antiepilettici con effetto di induzione enzimatica, come fenobarbitale, fenitoina, primidone e carbamazepina, favoriscono l'eliminazione dell'acido valproico, riducendone l'effetto. Questo deve essere tenuto in considerazione alla sospensione di questi induttori durante il trattamento con acido valproico poiche' le concentrazioni plasmatiche dell'acido valproico possono aumentare nelle due settimane successive all'interruzione del trattamento con l'induttore. Il felbamato causa un aumento lineare, dose-dipendente pari al 18% della concentrazione sierica di acido valproico in formalibera. La meflochina ed i carbapenemi determinano una diminuzione dei livelli plasmatici dell'acido valproico ed hanno per di piu' effettoconvulsivante. Quindi nei casi di terapia combinata possono verificarsi attacchi epilettici. I livelli sierici di acido valproico possono aumentare in caso di uso concomitante di cimetidina, eritromicina e fluoxetina. Tuttavia ci sono state segnalazioni di casi in cui le concentrazioni sieriche di acido valproico sono diminuite in seguito alla concomitante assunzione di fluoxetina. In caso di uso concomitante di acido valproico e di anticoagulanti o acido acetilsalicilico si puo' verificare un aumento della tendenza alle emorragie. L'acido acetilsalicilico riduce anche il legame dell'acido valproico alle proteine plasmatiche e puo' incrementare il rischio di epatotossicita'. Non somministrare farmaci contenenti acido valproico contemporaneamente ad acido acetilsalicilico per trattare febbre e dolore, soprattutto a neonati e bambini sotto i 3 anni di eta'. Durante l'uso concomitante si raccomanda pertanto di monitorare regolarmente i valori di coagulazione ematica. L'acido valproico ha influenza su: fenobarbitale e primidone. L'acido valproico inibisce il metabolismo del fenobarbitale. L'aumento delle concentrazioni di fenobarbitale si puo' manifestare anche con grave sedazione (soprattutto nei bambini) e riveste una particolare rilevanza clinica. Se cio' si verifica e' necessario diminuire la dose di fenobarbitale o primidone (il primidone viene parzialmente metabolizzato in fenobarbitale). Si raccomanda pertanto un attento monitoraggio soprattutto nei primi 15 giorni di trattamento combinato. In pazienti gia' in trattamento con fenitoina la somministrazione supplementare di acido valproico od un aumento della dose di questo prodotto puo' causare un incremento della fenitoina in forma libera (concentrazione della frazione efficace non legata alle proteine), senza aumentare i livelli sierici della fenitoina totale. Cio' puo' far aumentare il rischio di effetti indesiderati, in particolare di danno cerebrale. Nell'ambito della terapia combinata con acido valproico e carbamazepina sono stati descritti sintomi che possono essere ricondotti ad un potenziamento dell'effetto tossico della carbamazepina causato dall'acido valproico. Il monitoraggio clinico e' particolarmente indicato soprattutto all'inizio della terapia combinata e la dose deve essere regolata per quanto necessario. Il valproato influenza il metabolismo ed il legame proteico di codeina, diazepam e lorazepam. Nei volontari sani il valproato ha spostato il diazepam dai suoi siti di legame all'albumina plasmatica e ne ha inibito il metabolismo. Nel trattamento di associazione e' possibile un aumento della concentrazione di diazepam non legato, mentre la clearance plasmatica ed il volume di distribuzione della frazione liberadi diazepam possono essere ridotti (del 25% e 20%, rispettivamente). L'emivita rimane tuttavia invariata. Nei soggetti sani il trattamento concomitante con valproato e lorazepam ha causato una diminuzione della clearance plasmatica del lorazepam di oltre il 40%. Nei bambini i livelli sierici di fenitoina possono aumentare in seguito alla co-somministrazione di clonazepam e acido valproico. L'acido valproico inibisceil metabolismo della lamotrigina e quindi puo' essere necessaria una riduzione della dose di quest'ultima. Ci sono alcune evidenze che la combinazione di lamotrigina e acido valproico puo' far aumentare il rischio di reazioni cutanee, in quanto sono stati segnalati casi isolati di reazioni cutanee gravi manifestatesi entro 6 settimane dall'inizio della terapia combinata. Queste sono scomparse parzialmente dopo la sospensione del farmaco oppure dopo appropriato trattamento. L'acido valproico puo' aumentare i livelli sierici di felbamato di circa 50%. In associazione con barbiturici, neurolettici ed antidepressivi, l'acido valproico puo' potenziare l'effetto depressivo centrale di questi medicinali. I pazienti trattati con queste associazioni di farmaci devono essere quindi attentamente monitorati e la dose deve essere opportunamente adattata. L'acido valproico viene parzialmente metabolizzato in corpi chetonici. Per questa ragione, nei pazienti diabetici in cui si sospetti una chetoacidosi, deve essere considerata la possibilita' di una reazione falsamente positiva al test di eliminazione dei corpi chetonici. L'acido valproico puo' incrementare le concentrazioni sieriche di zidovudina con possibile aumento della tossicita' della zidovudina.Altre interazioni: L'acido valproico non ha un effetto di induzione enzimatica; di conseguenza non riduce l'efficacia dei contraccettivi orali. L'assunzione concomitante di principi attivi potenzialmente epatotossici e di alcol puo' portare ad un aumento dell'epatotossicita' dell'acido valproico. In seguito al trattamento concomitante di acido valproico e clonazepam si e' verificato uno stato di assenza in pazienti con anamnesi di epilessia con crisi di assenza. In una paziente affetta da disturbo schizoaffettivo si e' verificata catatonia in seguito altrattamento combinato con acido valproico, sertralina e risperidone.

Forme Farmacologiche


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Conservazione del prodotto

Questo medicinale non richiede alcuna particolare condizione per la conservazione.