acido ibandr san 1 compresse riv150mg acido sandoz spa

Che cosa è acido ibandr san 1cpr riv150mg?

Acido ibandr san compresse rivestite prodotto da sandoz spa
è un farmaco generico della categoria farmaci preconfezionati prodotti industrialmente - generici che appartiene alla fascia A che comprende tutti i farmaci essenziali e per malattie croniche, che sono gratuiti per il cittadino, su questi farmaci le Regioni sono comunque libere di applicare eventualmente un ticket .
Acido ibandr san risulta in commercio nelle farmacie italiane

E' utilizzato per la cura di bifosfonati.
Contiene i principi attivi: sodio ibandronato monoidrato
Composizione Qualitativa e Quantitativa: ogni compressa rivestita con film contiene 150 mg di acido ibandronico (in forma di sodio ibandronato monoidrato).
Codice AIC: 040191013 Codice EAN: 0

Informazioni e Indicazioni, a cosa serve?

Trattamento dell'osteoporosi nelle donne in postmenopausa a elevato rischio di frattura. E' stata dimostrata una riduzione del rischio di fratture vertebrali; non e' stata stabilita l'efficacia nelle fratture del collo del femore.

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Posologia

La durata ottimale del trattamento dell'osteoporosi con bifosfonati non e' stata stabilita. La necessita' di un trattamento continuato deveessere rivalutata periodicamente, caso per caso, sulla base dei benefici e dei rischi potenziali che il farmaco determina per il paziente, in particolar modo dopo 5 anni di utilizzo. La dose raccomandata e' una compressa rivestita con film da 150 mg una volta al mese. E' preferibile assumere la compressa lo stesso giorno di ogni mese. Il farmaco deve essere assunto dopo un digiuno notturno (di almeno 6 ore) e un'oraprima dell'assunzione dei primi cibi e delle prime bevande (a esclusione dell'acqua) della giornata o di qualsiasi altro prodotto medicinale o integratore assunti per via orale (incluso il calcio). In caso di dimenticanza di una somministrazione, le pazienti devono essere istruite affinche' prendano una compressa del farmaco da 150 mg il mattino successivo al giorno in cui si ricordano della dimenticanza, a meno chenon manchino meno di 7 giorni alla successiva assunzione programmata.In seguito le pazienti devono continuare ad assumere la dose una volta al mese, nel giorno programmato inizialmente. Nel caso in cui manchino meno di 7 giorni alla successiva assunzione programmata, le pazienti devono attendere fino a tale data e continuare poi ad assumere una compressa una volta al mese, come da programma iniziale. Le pazienti non devono assumere due compresse nella stessa settimana. Se l'assunzione dietetica e' inadeguata, le pazienti devono ricevere un integratore di calcio e/o vitamina D. Pazienti con compromissione della funzionalita' renale: nelle pazienti con compromissione della funzionalita' renale da lieve a moderata, con clearance della creatinina pari o superiore a 30 ml/min, non e' necessario alcun aggiustamento del dosaggio. A causa della limitata esperienza clinica, acido ibandronico non e' raccomandato nelle pazienti con una clearance della creatinina inferiore a 30 ml/min. Pazienti con compromissione della funzionalita' epatica None' necessario alcun aggiustamento del dosaggio. Non e' necessario alcun aggiustamento del dosaggio. Nei bambini non esiste un uso indicato del farmaco, che non e' stato studiato nella popolazione pediatrica. Modalita' di somministrazione: per uso orale. Le compresse devono essere deglutite intere, con un bicchiere di acqua naturale (da 180 a 240 ml), con la paziente seduta o in piedi, in posizione eretta. Le pazienti non devono sdraiarsi per un'ora dopo l'assunzione del farmaco. L'acqua naturale e' l'unica bevanda che puo' essere assunta con il prodotto. Alcune acque minerali possono contenere una concentrazione elevata di calcio e pertanto non devono essere usate. Le pazienti non devono masticare ne' succhiare le compresse, a causa del rischio potenziale di ulcerazioni orofaringee.

Effetti indesiderati

Frequenza reazioni avverse: comune (da >=1/100 a =1/1000 a =1/10.000 a GRAVIDANZA E ALLATTAMENTONon vi sono dati adeguati relativi all'uso di acido ibandronico nelledonne in gravidanza. Gli studi condotti sui ratti hanno mostrato una certa tossicita' riproduttiva. Il rischio potenziale per gli esseri umani non e' noto. Il medicinale non deve essere usato durante la gravidanza. Non e' noto se acido ibandronico venga escreto o meno nel latte materno umano. Studi condotti su ratti femmine in allattamento hanno mostrato la presenza di bassi livelli di acido ibandronico nel latte materno in seguito a somministrazione endovenosa. Il medicinale non deveessere usato durante l'allattamento.

Indicazioni

Trattamento dell'osteoporosi nelle donne in postmenopausa a elevato rischio di frattura. E' stata dimostrata una riduzione del rischio di fratture vertebrali; non e' stata stabilita l'efficacia nelle fratture del collo del femore.

Controindicazioni ed effetti secondari

Anomalie dell'esofago che ritardano lo svuotamento esofageo, come stenosi o acalasia. Incapacita' di mantenere la posizione eretta in piedio da sedute per almeno 60 minuti. Ipocalcemia. Ipersensibilita' al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti.

Composizione ed Eccipienti

Nucleo: povidone, cellulosa microcristallina, amido di mais pregelatinizzato, crospovidone, silice colloidale anidra, glicerolo dibeenato. Rivestimento. Opadry OY-LS-28908 (Bianco II) costituito da: ipromellosa, lattosio monoidrato, biossido di titanio (E171), macrogol 4000.

Avvertenze

Patologie gastrointestinali: i bifosfonati somministrati per via orale possono causare irritazione locale della mucosa gastrointestinale superiore. A causa di questi possibili effetti irritanti e del potenziale peggioramento della patologia di base, si deve prestare cautela quando si somministra il farmaco a pazienti con disturbi del tratto gastrointestinale superiore in corso (per esempio esofago di Barrett, disfagia, altre malattie esofagee, gastrite, duodenite o ulcere noti). Nellepazienti in trattamento con bifosfonati orali sono stati riportati eventi avversi quali esofagite, ulcere esofagee ed erosioni esofagee, inalcuni casi gravi e che richiedono l'ospedalizzazione, raramente con sanguinamento o seguite da stenosi esofagee o perforazione. Il rischiodi eventi avversi gravi a livello esofageo sembra essere maggiore nelle pazienti che non si sono attenute alle istruzioni di dosaggio e/o che continuano ad assumere bifosfonati per via orale dopo lo sviluppo di sintomi indicativi di irritazione esofagea. Le pazienti devono prestare particolare attenzione ed essere in grado di attenersi alle istruzioni di dosaggio. I medici devono prestare attenzione a qualsiasi segno o sintomo che indica una possibile reazione esofagea e le pazienti devono essere istruite affinche' sospendano il prodotto e consultino ilmedico se sviluppano disfagia, odinofagia, dolore retrosternale o insorgenza o peggioramento di pirosi. Mentre negli studi clinici controllati non e' stato osservato alcun aumento del rischio, con l'uso orale di bifosfonati vi sono state segnalazioni post-marketing di ulcere gastriche e duodenali, alcune delle quali gravi e con complicanze. Poiche' i FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) e i bisfosfonati sonoentrambi associati a irritazione gastrointestinale, si deve prestare cautela durante la somministrazione concomitante. L'ipocalcemia esistente deve essere corretta prima di iniziare la terapia con il farmaco. Anche altri disturbi del metabolismo osseo e minerale devono essere trattati efficacemente. In tutte le pazienti e' importante un'adeguata assunzione di calcio e vitamina D. Compromissione della funzionalita' renale: a causa della limitata esperienza clinica, acido ibandronico non e' raccomandato nelle pazienti con una clearance della creatinina inferiore a 30 ml/min. Fratture atipiche del femore: sono state riportate fratture atipiche sottotrocanteriche e diafisarie del femore, principalmente in pazienti in terapia da lungo tempo con bisfosfonati per l'osteoporosi. Queste fratture trasversali o oblique corte, possono verificarsi in qualsiasi parte del femore a partire da appena sotto il piccolo trocantere fino a sopra la linea sovracondiloidea. Queste fratture si verificano spontaneamente o dopo un trauma minimo e alcuni pazienti manifestano dolore alla coscia o all'inguine, spesso associato con reperti di diagnostica per immagini a evidenze radiografiche di fratture da stress, settimane o mesi prima del verificarsi di una frattura femorale completa. Le fratture sono spesso bilaterali; pertanto nei pazienti trattati con bisfosfonati che hanno subito una frattura della diafisi femorale deve essere esaminato il femore controlaterale. E' stata riportata anche una limitata guarigione di queste fratture. Nei pazienti con sospetta frattura atipica femorale si deve prendere in considerazione l'interruzione della terapia con bisfosfonati in attesa di una valutazione del paziente basata sul rapporto beneficio rischio individuale. Durante il trattamento con bisfosfonati i pazienti devono essere informati di segnalare qualsiasi dolore alla coscia, all'anca o all'inguine e qualsiasi paziente che manifesti tali sintomi deve essere valutato per la presenza di un'incompleta frattura del femore. Osteonecrosi della mandibola In pazienti con tumore trattate con regimi terapeutici che includevano bifosfonati somministrati principalmente per viaendovenosa e' stata segnalata osteonecrosi della mandibola, generalmente associata a estrazioni dentarie e/o infezioni locali (compresa osteomielite). Molte di queste pazienti ricevevano anche chemioterapia e corticosteroidi. E' stata riportata osteonecrosi della mandibola anchein pazienti con osteoporosi trattate con bifosfonati per via orale. Prima del trattamento con bifosfonati nelle pazienti con fattori di rischio concomitanti (per esempio tumore, chemioterapia, radioterapia, corticosteroidi, scarsa igiene orale) si deve considerare una visita odontoiatrica con un'appropriata profilassi dentale. In corso di trattamento queste pazienti devono evitare se possibile procedure odontoiatriche invasive. Nelle pazienti che sviluppano osteonecrosi della mandibola durante il trattamento con bifosfonati, la chirurgia dentale puo' peggiorare il disturbo. Per le pazienti che necessitano di procedure dentistiche non vi sono dati disponibili che indichino se la sospensione del trattamento con bifosfonati riduce il rischio di osteonecrosi della mandibola. Il giudizio clinico del medico curante deve guidare la gestione di ciascuna paziente, sulla base della valutazione individuale del rapporto rischi/benefici. Le pazienti affette da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit di Lapp lattasi o malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.

Gravidanza e Allattamento

Non vi sono dati adeguati relativi all'uso di acido ibandronico nelledonne in gravidanza. Gli studi condotti sui ratti hanno mostrato una certa tossicita' riproduttiva. Il rischio potenziale per gli esseri umani non e' noto. Il medicinale non deve essere usato durante la gravidanza. Non e' noto se acido ibandronico venga escreto o meno nel latte materno umano. Studi condotti su ratti femmine in allattamento hanno mostrato la presenza di bassi livelli di acido ibandronico nel latte materno in seguito a somministrazione endovenosa. Il medicinale non deveessere usato durante l'allattamento.

Interazioni con altri prodotti

La biodisponibilita' orale dell'acido ibandronico e' generalmente ridotta in presenza di cibo. In particolare i prodotti contenenti calcio e altri cationi polivalenti (quali alluminio, magnesio e ferro), incluso il latte, possono interferire con l'assorbimento di acido ibandronico, coerentemente con quanto rilevato negli studi sugli animali. Pertanto le pazienti devono osservare un digiuno notturno (di almeno 6 ore)prima di assumere acido ibandronico e devono continuare a digiunare per un'ora dopo l'assunzione di acido ibandronico. E' probabile che gliintegratori di calcio, gli antiacidi e alcuni farmaci orali contenenti cationi polivalenti (quali alluminio, magnesio e ferro) interferiscano con l'assorbimento di acido ibandronico. Pertanto le pazienti non devono assumere altri farmaci per via orale per almeno 6 ore prima dell'assunzione di acido ibandronico e per un'ora dopo l'assunzione di acido ibandronico. Le interazioni metaboliche non sono considerate probabili, poiche' l'acido ibandronico non inibisce i principali isoenzimi epatici umani P450 ed e' stato dimostrato che non induce il sistema deicitocromi epatici P450 nel ratto. Inoltre il legame alle proteine plasmatiche e' di circa l'85-87% (determinato in vitro a concentrazioni terapeutiche del farmaco) e vi e' quindi un basso potenziale di interazioni farmaco-farmaco dovute a dislocazione. L'acido ibandronico viene eliminato solo mediante escrezione renale e non e' sottoposto ad alcuna biotrasformazione. La via secretoria sembra non comprendere alcuno dei sistemi di trasporto acidi o basici coinvolti nell'escrezione di altri principi attivi. In uno studio di due anni condotto su donne in postmenopausa affette da osteoporosi (BM 16549), l'incidenza di eventi acarico del tratto gastrointestinale superiore in pazienti che assumevano contemporaneamente aspirina o FANS e' risultata simile a quella riscontrata nelle pazienti in trattamento con acido ibandronico 2,5 mg al giorno o 150 mg una volta al mese dopo uno e due anni. Delle oltre 1500 pazienti arruolate nello studio BM 16549, che metteva a confronto un regime posologico di acido ibandronico mensile con uno giornaliero,il 14% e il 18% assumeva bloccanti dei recettori H2 istaminergici o inibitori della pompa protonica, rispettivamente dopo uno e due anni. Tra queste pazienti l'incidenza di eventi a carico del tratto gastrointestinale superiore in quelle trattate con acido ibandronico 150 mg unavolta al mese e' risultata simile a quella riscontrata nelle pazientitrattate con acido ibandronico 2,5 mg al giorno. In volontari maschi sani e donne in postmenopausa, la somministrazione per via endovenosa di ranitidina ha determinato un aumento della biodisponibilita' dell'acido ibandronico del 20% circa, probabilmente come risultato della ridotta acidita' gastrica. Tuttavia, poiche' questo aumento e' nell'ambito della normale variabilita' della biodisponibilita' dell'acido ibandronico, non si considera necessario effettuare alcun aggiustamento di dosaggio quando il prodotto viene somministrato in concomitanza con H2-antagonisti o con altri principi attivi che aumentano il pH gastrico.Gli studi di interazione farmacocinetica effettuati nelle donne in postmenopausa hanno dimostrato l'assenza di qualsiasi potenziale interazione con tamoxifene o con la terapia ormonale sostitutiva (estrogeni).Non e' stata osservata alcuna interazione durante la somministrazioneconcomitante con melfalan/prednisolone nelle pazienti affette da mieloma multiplo.

Equivalenti in base alle liste di trasparenza

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Forme Farmacologiche


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Conservazione del prodotto

Questo medicinale non richiede alcuna speciale condizione di conservazione.